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Direzione centrale lavoro, formazione, commercio e pari opportunità

FONDO SOCIALE EUROPEO PROGRAMMAZIONE 2014-2020: orientamenti strategici e operativi. CONCERTAZIONE CON IL PARTENARIATO ISTITUZIONALE, ECONOMICO-SOCIALE, DI SETTORE . Udine, 19 luglio 2013. Direzione centrale lavoro, formazione, commercio e pari opportunità. I documenti di riferimento.

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Presentation Transcript


  1. FONDO SOCIALE EUROPEO PROGRAMMAZIONE 2014-2020: orientamenti strategici e operativi. CONCERTAZIONE CON IL PARTENARIATO ISTITUZIONALE, ECONOMICO-SOCIALE, DI SETTORE Udine, 19 luglio 2013 Direzione centrale lavoro, formazione, commercio e pari opportunità

  2. I documenti di riferimento Position Paper della Commissione preparazione dell’Accordo di partenariato e dei programmi (9/11/12) Youth Guarantee (raccomandazione del Consiglio 22/04/2013 Livello Comunitario Europa 2020 Comunicazione della Commissione 3 marzo 2010 Proposta di regolamento generale sui fondi QSC 2014-2020: 11 obiettivi tematici per la strategia Europa 2020 Versione 11 settembre 2012 I Allegato IV: Condizionalità ex-ante Proposta di regolamento FSE Versione 14 marzo 2012 Proposta di regolamento FEASR Proposta di regolamento FESR Livello Nazionale Documento Barca “Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020” ( 27/12/12) Documento “Verso un Accordo di Partenariato” (9/04/2013) 2

  3. EUROPA 2020

  4. EUROPA 2020 3 PRIORITA’ • Crescita intelligente: sviluppare un’economia basata sulla promozione conoscenza,innovazione,istruzione e società digitale. • Crescita sostenibile promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo nell’uso delle risorse rendendola più competitiva e più verde a bassa emissione di carbonio . • Crescita inclusiva: promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale. Gli Stati membri dell'Unione propongono ogni anno obiettivi nazionali coerenti con EU2020 nell’ambito dei loro Piani Nazionali di Riforma 4

  5. EUROPA 2020 • I cinque traguardi quantitativi da raggiungere: • Aumentare il tasso di occupazione della popolazione fra 20 e 64 anni dal 69% al 75% • Raggiungere il 3% del Pil in investimenti in R&S • Ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20% rispetto al 1990; portare la quota delle fonti di energia rinnovabile nel nostro consumo finale al 20%; migliorare del 20% l’efficienza energetica • Ridurre il tasso di abbandono scolastico dal 15% al 10% e aumentare la quota della popolazione in età compresa fra 30 e 34 anni che hanno completato gli studi superiori dal 31% al 40% • Ridurre il numero di europei che vivono sotto la soglia di povertà del 25%

  6. YOUTH GUARANTEE

  7. YOUTH GUARANTEE Raccomandazione del Consiglio europeo del 22 aprile 2013 sull’istituzione di una garanzia per i giovani “Garantire che tutti i giovani di età inferiore a 25 anni ricevano un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro un periodo di 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale” E’ prevista la creazione di apposito fondo a livello europeo di 3 miliardi di euro a cui dovrà obbligatoriamente aggiungersi una corrispondente quota di 3 miliardi di euro a valere sul FSE nonché la quota di cofinanziamento nazionale/regionale che le risorse FSE recano con sè

  8. YOUTH GUARANTEE E’ in fase avanzata, nell’ambito del Piano di azione e coesione nazionale e del quadro della riprogrammazione del POR FESR 2007/2013, la possibilità di anticipare l’avvio delle iniziative della Youth Guarantee

  9. PROPOSTA DI REGOLAMENTO GENERALE

  10. REGOLAMENTO GENERALE Gli 11 obiettivi tematicidella proposta di Regolamento Generale FSE

  11. PROPOSTA DI REGOLAMENTO FSE

  12. REGOLAMENTO FSE La bozza di regolamento FSE stabilisce, all’articolo 3, che il Fondo sociale europeo sostiene le seguenti priorità d’investimento degli obiettivi tematici 8, 9, 10 e 11.

  13. REGOLAMENTO FSE

  14. REGOLAMENTO FSE

  15. REGOLAMENTO FSE

  16. REGOLAMENTO FSE

  17. REGOLAMENTO FSE • Concentrazione degli interventi:l’articolo 4 della bozza di regolamento FSE stabilisce che: • almeno l’80% delle risorse finanziarie del POR deve essere concentrato su un massimo di quattro delle priorità di investimento sopraindicate; • in ciascuno SM, almeno il 20% delle risorse totali del FSE è attribuito all’obiettivo tematico “promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà” … A titolo di deroga, le risorse del FESR attribuite all’obiettivo tematico 9 possono rientrare nel calcolo per rispettare la quota del 20% Complessivamente 18

  18. POSITION PAPER

  19. POSITION PAPER • Delinea il quadro del dialogo tra i Servizi della Commissione e l’Italia sulla preparazione dell’Accordo di partenariato e dei Programmi operativi • Fa riferimento a tutti i Fondi del QSC – Quadro Strategico Comune: FSE, FESR, FC, FEASR, FEAMP • Promuove un intervento dei fondi concentrato su un numero limitato di priorità, individuandone 4 tra cui “Aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, promuovere l’inclusione sociale e il miglioramento della qualità del capitale umano”.

  20. POSITION PAPER • In tale ambito costituiscono interventi prioritari: • combattere la disoccupazione giovanile attraverso l’integrazione dei giovani nel mdl, anche sostenendo la transizione tra istruzione e occupazione • integrare i più vulnerabili – donne, lavoratori anziani, immigrati, persone a rischio di esclusione sociale e povertà – nel mdl • migliorare la qualità dell’istruzione e della formazione • promuovere la mobilità dei lavoratori • ammodernare e rafforzare le istituzioni del mdl • combattere il lavoro sommerso

  21. METODI E OBIETTIVI PER UN USO EFFICACE DEI FONDI COMUNITARI 2014/2020

  22. METODI E OBIETTIVI PER UN USO EFFICACE DEI FONDI COMUNITARI 2014/2020 • Il documento avvia il confronto “interno” ai fini della preparazione dell’Accordo di programma e dei Programmi operativi. • Il documento propone: • Sette innovazioni di metodo • Tre opzioni strategiche relative a Mezzogiorno, città, aree interne • Ipotesi di metodo e operative in merito a ognuno degli 11 obiettivi tematici

  23. METODI E OBIETTIVI PER UN USO EFFICACE DEI FONDI COMUNITARI 2014/2020 • Le sette innovazioni di metodo • Risultati attesi.Nei programmi operativi gli obiettivi da raggiungere saranno definiti sotto forma di risultati attesi i quali saranno misurati attraverso indicatori di impatto. • Azioni.Costituiscono lo strumento attraverso il quale raggiungere i risultati attesi. • Tempi previsti e sorvegliati.Ad ogni azione devono essere associati i tempi previsti di attuazione, oggetto di un sistema centrale di sorveglianza. • Apertura.Trasparenza e monitoraggio di qualità e conoscenza dei cittadini singoli o organizzati. • Partenariato mobilitato.Rafforzamento del partenariato estendendolo anche alla fase discendente della programmazione. • Valutazione di impatto.Centralità e impulso alla valutazione d’impatto con valutazione del se, in quale misura ed eventualmente per chi, le azioni adottate abbiano prodotto effetti per le persone/imprese. • Forte presidio nazionale.

  24. METODI E OBIETTIVI PER UN USO EFFICACE DEI FONDI COMUNITARI 2014/2020 4 TAVOLI NAZIONALI

  25. METODI E OBIETTIVI PER UN USO EFFICACE DEI FONDI COMUNITARI 2014/2020 Lo schematismo “risultato atteso – obiettivi specifici” introdotto dal documento “Metodi e obiettivi … ha una ricaduta diretta anche sui Programmi operativi. Alle azioniè invece attribuita una valenza indicativa e di individuazione di un possibile ambito: rimane salva la possibilità di una diversa declinazione delle azioni nei POR, fatta salva la riferibilità a risultati attesi e obiettivi specifici.

  26. METODI E OBIETTIVI PER UN USO EFFICACE DEI FONDI COMUNITARI 2014/2020 Dagli 11 obiettivi tematici (art. 9 Regolamento disposizioni comuni) a 4 missioni/obiettivi trattati in 4 tavoli nazionali funzionali alla scrittura dell’Accordo di partenariato

  27. METODI E OBIETTIVI PER UN USO EFFICACE DEI FONDI COMUNITARI 2014/2020 Lo schema programmatorio Obiettivo tematico Priorità d’investimento Risultati attesi Obiettivi specifici Azioni

  28. Il quadro di sintesi della nuova programmazione del FSE per il periodo 2014-2020 Regolamento generale dei Fondi (COM(2012) 496 final del 11.09.2012) 11 Obietti tematici (art. 9) 4 Obiettivi tematici e 18 Priorità di investimento per FSE (art. 3) Regolamento del FSE Reg. COM(2011) 607 final/2 del 14.03.2012 Regole della concentrazione tematica per FSE (art. 4) l'80% della dotazione FSE su un massimo di 4 delle priorità d'investimento (Regioni più sviluppate) 4 Obiettivi tematici per l’Italia Almeno il 20% delle risorse totali dell'FSE sono attribuite all'obiettivo tematico "promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà" (ob. tematico n.9) Occupazione e mobilità (ob. tematico 8) Inclusione sociale e lotta alla povertà (ob. tematico 9) Position Paperdella CE Competenze, istruzione e apprendimento permanente (ob. tematico 10) Capacità istituzionale (ob. tematico 11) Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020 (Ministro Barca) 7 metodi di innovazione Apertura Risultati Azioni Tempi Partenariato Valutazione Presidio nazionale 28 Programma Operativo FSE 2014-2020

  29. ACCORDO DI PARTENARIATO

  30. ACCORDO DI PARTENARIATO ART. 14 PROPOSTA DI REGOLAMENTO GENERALE L’Accordo di partenariato è il documento predisposto dallo Stato membro che stabilisce le modalità adottate dallo Stato membro medesimo per assicurare l’utilizzo dei Fondi in allineamento con la strategia dell’Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva Viene presentato alla UE entro tre mesi dall’approvazione dei Regolamenti, unitamente ai Programmi Operativi Sulla base degli esiti dei Tavoli nazionali , e riprendendo una struttura articolata per risultati attesi , obiettivi specifici e azioni redatta la Bozza di Accordo di partenariato dell’Italia, presentata il 9 aprile 2013, e confronto informale con i Servizi della Commissione europea 22-24 aprile 2013.

  31. ACCORDO DI PARTENARIATO Sulla base degli esiti dei Tavoli nazionali , e riprendendo una struttura articolata per risultati attesi , obiettivi specifici e azioni, è stata redatta la Bozza di Accordo di partenariato dell’Italia, presentata il 9 aprile 2013 e oggetto di confronto informale con i Servizi della Commissione europea il 22-24 aprile 2013. Sulla base delle osservazioni della CE, il 15 luglio 2013 è stata predisposta una seconda bozza dell’Accordo che sarà oggetto di ulteriore esame/verifica interna nel corrente mese di luglio e trasmessa alla CE nella prima settimana di luglio.

  32. GOVERNANCE PER LA PREPARAZIONE DEI PROGRAMMI OPERATIVI

  33. GOVERNANCE PER LA PREPARAZIONE DEI PROGRAMMI OPERATIVI DGR GENERALITA’ N. 1061 DEL GIUGNO 2012 STRETTO COORDINAMENTO TRA LE DIREZIONI CENTRALI NELLE QUALI SONO COLLOCATE LE ADG DELLA PROGRAMMAZIONE 2007/2013 UNITAMENTE ALLA DIREZIONE CENTRALE FINANZE, PATRIMONIO E PROGRAMMAZIONE Coordinamento dei Direttori centrali (DC finanze, patrimonio e programmazione, DC cultura, sport, relazioni internazionali e comunitarie, DC lavoro, formazione, commercio e pari opportunità, DC risorse rurali, agroalimenari e forestali) Coordinamento delle Autorità di gestione

  34. CONDIZIONALITA’ EX ANTE

  35. CONDIZIONALITA’ EX ANTE Art. 17 e Allegato IV del Regolamento generale Gli SM/Regioni concentrano il loro sostegno per garantire un contributo significativo al raggiungimento degli obiettivi dell’UE secondo le loro specifiche esigenze di sviluppo. Viene verificata la coerenza/corrispondenza rispetto a condizionalità ex ante, vale a dire: esistono (sul territorio) le condizioni quadro necessarie a garantire l’uso efficace delle risorse assegnate/assegnabili?

  36. CONDIZIONALITA’ EX ANTE Condizionalità ex ante: 8.1 – Accesso all’occupazione per le persone in cerca di lavoro e inattive, ivi comprese iniziative locali per l’occupazione e sostegno alla mobilità dei lavoratori; 8.2 – Lavoro autonomo, imprenditorialità e creazione di imprese; 8.3 – Modernizzazione e rafforzamento delle istituzioni del mercato del lavoro, comprese azioni mirate a favorire la mobilità transnazionale dei lavoratori; 8.4 – Invecchiamento attivo e in buona salute; 8.5 – Adattamento dei lavoratori, imprese e imprenditori al cambiamento; 9.1 – Abbandono scolastico; 9.2 – Istruzione superiore; 9.3 – Apprendimento permanente; 10.1 – Inclusione attiva – inclusione di comunità emarginate come i Rom; 10.2 – Sanità

  37. CONDIZIONALITA’ EX ANTE i lavori inerenti le condizionalità 8.1, 8.2, 8.3, 8.5 sono stati coordinati dalla Direzione centrale lavoro, formazione, commercio e pari opportunità, con i contributi della Direzione centrale attività produttive e della Direzione centrale risorse rurali, agroalimentari e forestali; i lavori inerenti le condizionalità 8.4 e 10.1 sono stati coordinati dalla Direzione centrale lavoro, formazione, commercio e pari opportunità, di concerto con la Direzione centrale salute, integrazione socio sanitaria e politiche sociali; i lavori inerenti la condizionalità 9.1 sono stati coordinati dalla Direzione centrale istruzione, università ricerca, famiglia, associazionismo e cooperazione; i lavori inerenti le condizionalità 9.2 e 9.3 sono stati coordinati dalla Direzione centrale istruzione, università ricerca, famiglia, associazionismo e cooperazione, di concerto con la Direzione centrale lavoro, formazione, commercio e pari opportunità; i lavori inerenti la condizionalità 10.2 sono stati coordinati dalla Direzione centrale salute, integrazione socio sanitaria e politiche sociali;

  38. CONDIZIONALITA’ EX ANTE • Il Ministero dello sviluppo economico ha predisposto apposite schede per la rilevazione delle condizionalità ex ante che prevedono appositi spazi di autovalutazione concernenti: • gli elementi concreti che sono alla base della valutazione circa il soddisfacimento di ciascun criterio di adempimento; • criticità attuali e potenziali nell’assolvimento dei criteri di adempimento; • azioni aggiuntive ritenute necessarie per il pieno soddisfacimento di ciascun criterio di adempimento e relativa tempistica; • In relazione agli obiettivi tematici 8, 9 e 10, la fase di autovalutazione richiesta in merito al soddisfacimento dei criteri di adempimento previsti per ogni condizionalità non evidenzia elementi di criticità che determinino la mancata corrispondenza ai criteri di adempimento né la necessità di porre in essere azioni aggiuntive utile a garantire il pieno soddisfacimento dei criteri di adempimento medesimi. • Tale situazione è stata accertata con la DGR di generalità n. N. 1646 DEL 20 SETTEMBRE 2012

  39. SCHEDE PROPOSTE PROGETTUALI

  40. SCHEDE PROPOSTE PROGETTUALI Al fine di verificare le proposte/idee progettuali delle varie Direzioni centrali e avviare così nel concreto la costruzione dei Programmi operativi dal punto di vista contenutistico, il gruppo delle AdG ha predisposto una serie di schede, una per ogni obiettivo tematico, che sono state trasmesse alle Direzioni centrali per la compilazione.

  41. PRIMA DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI PRIORITARI AI FINI DELLA CONCERTAZIONE

  42. PRIMA DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI PRIORITARI AI FINI DELLA CONCERTAZIONE Con riferimento agli obiettivi tematici 8, 9 e 10, le proposte contenute nelle schede proposte progettuali sono state oggetto di esame congiunto interno all’Amministrazione regionale. Sulla base anche degli esiti dei tavoli nazionali e della bozza di Accordo di partenariato, si sono predisposte, per ciascun obiettivo tematico, tabelle che individuano prime proposte di interventi prioritari, tenuto conto dello schema obiettivo tematico – priorità d’investimento – risultato atteso – obiettivo specifico – azione e delle esigenze di concentrazione previste. TALI TABELLE COSTITUISCONO LA BASE DI DISCUSSIONE DELLA CONCERTAZIONE CON IL PARTENARIATO

  43. PRIMA DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI PRIORITARI AI FINI DELLA CONCERTAZIONE Conriferimento all’obiettivo tematico 11, l’analisi si è fondata sui soli contributi derivanti dalle schede proposte progettuali [comunque ridotti], non essendoci stati esiti da parte dei tavoli nazionali né dalla prima bozza di Accordo di partenariato del 9 aprile. La tabella oggetto di concertazione è pertanto ridotta. Ulteriori sviluppi potranno derivare, oltrechè dal confronto partenariale che si avvia, dagli sviluppi che sono preannunciati a livello nazionale.

  44. PRIMA DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI PRIORITARI AI FINI DELLA CONCERTAZIONE Le schede proposte delineano un primo quadro delle possibili azioni da ricondurre al POR FSE 2014/2020. Come detto, le azioni proposte sono il frutto dell’incrocio fatto tra le proposte pervenute da parte delle Direzioni centrali ed il quadro di riferimento emerso a livello nazionale e comunitario. Le schede proposte delineano anche un primo quadro di concentrazione degli interventi cui si è pervenuti grazie alle indicazioni che emergono dall’analisi del contesto socio economico utili, per l’appunto, per L’INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITA’ DI INVESTIMENTO DI CIASCUN OBIETTIVO TEMATICO DEL FSE SU CUI CONCENTRARE GLI INTERVENTI

  45. PRIMA DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI PRIORITARI AI FINI DELLA CONCERTAZIONE COME RICORDATO IN PRECEDENZA: Le bozze del regolamento generale e del regolamento FSE prescrivono una forte concentrazione dei finanziamenti (80%) su un numero limitato di priorità di investimento (4) nell’ambito degli Obiettivi tematici. 8: Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori; 9: Promuovere l’inclusione sociale e lottare contro la povertà; 10: Investire in istruzione, competenze e apprendimento permanente; 11: Migliorare la capacità istituzionale e un’efficiente amministrazione pubblica. Un principio di concentrazione che viene rafforzato anche dall’obbligo di destinare in ciascuno Stato membro almeno il 20 % delle risorse all’obiettivo tematico 9. Partendo da questa indicazione regolamentare, si è implementato un metodo di analisi del contesto socio–economico del Friuli Venezia Giulia volto a fornire elementi informativi di supporto del processo decisionale, così come prescritto dal Regolamento, per la concentrazione degli interventi.

  46. PRIMA DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI PRIORITARI AI FINI DELLA CONCERTAZIONE • I passaggi seguiti nell’analisi sono i seguenti: • identificazione, per gli obiettivi tematici 8, 9 e 10, dei principali indicatori statistici del mercato del lavoro, dell’inclusione sociale e dell’istruzione. Gli indicatori scelti sono quelli dotati di maggiore fattibilità e applicabilità ed il cui valore è basato su fonti statistiche affidabili e disponibili in forma sistematica. • misura del valore di ciascun indicatore utilizzando quali fonti di base dati esclusivamente quelle di tipo statistico ufficiale (Istat), privilegiando quelle che trovano analoga corrispondenza a livello dei Paesi dell’UE (Eurostat e/o OCSE). L’anno di riferimento è stato quello al momento disponibile, il 2011, indicando, nel caso di valori che non si riferiscono a questo, l’anno di rilevazione. Ove disponibili sono stati riportati anche i valori del 2012 che però, per mancanza di analogo dato medio disponibile al 2012 per l’Ue, non viene utilizzato per il calcolo del fabbisogno. • misura del fabbisogno basata sul divario esistente fra la situazione attuale ed una situazione obiettivo di riferimento (valore target). L’individuazione del target di benchmarking da assumere per i diversi indicatori - e di conseguenza la loro quantificazione – rappresenta chiaramente l’aspetto più delicato dell’intera procedura utilizzata. Nell’analisi condotta si è assunto di porre quali target obiettivo il raggiungimento i valori medi riscontrati a livello di UE 27; nel caso in cui questo dato non fosse disponibile, il valore registrato a livello circoscrizionale regionale, vale a dire il Nord Est d’Italia.

  47. PRIMA DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI PRIORITARI AI FINI DELLA CONCERTAZIONE PER LA QUANTIFICAZIONE DEL FABBISOGNO SI E’ APPLICATA LA SEGUENTE FORMA: • FD = (situazione regionale attuale/target)*100: se il valore di F è superiore a 100, l’indicatore regionale è migliore del tasso obiettivo e il segno è positivo; se è inferiore a 100 l’indicatore regionale è peggiore del target e il segno è negativo. • E’ evidente che qualora ci si riferisca a indicatori in cui il valore migliore corrisponde a valori più bassi e che cioè si trovano in una relazione inversamente proporzionale rispetto al perseguimento di migliori condizioni economiche e lavorative (come, ad esempio, il tasso di disoccupazione), allora per il calcolo del numero indice si procede invertendo l’ordine come sotto riportato: F = (target /situazione regionale attuale)*100 (se F è inferiore a 100, il segno è negativo, l’indicatore regionale è peggiore di quello obiettivo e viceversa).

  48. PRIMA DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI PRIORITARI AI FINI DELLA CONCERTAZIONE • AVVERTENZA • Il metodo adottato si limita solo ad evidenziare elementi di relativa criticità che emergono dal contesto socio economico regionale, offrendo spunti informativi di tipo esclusivamente orientativo rispetto ai processi di scelta che l’Amministrazione regionale è chiamata ad affrontare per la determinazione delle priorità d’investimento del nuovo PO FSE su cui concentrare l’80 % delle risorse finanziarie. • Il metodo risente significativamente del benchmarking che viene scelto come valore target di riferimento per la determinazione del fabbisogno. • A seconda del target scelto, infatti, si può essere più o meno “severi” rispetto alle soglie che l’indicatore deve assumere per segnalare una condizione di problematicità.

  49. PRIMA DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI PRIORITARI AI FINI DELLA CONCERTAZIONE I RISULTATI DELL’ANALISI DEGLI INDICATORI DI CONTESTO SOCIO ECONOMICO Considerati gli indicatori di contesto utilizzati per ciascuna priorità d’investimento, sono state individuate, per ciascun Obiettivo tematico, le situazioni di criticità che corrispondono agli indicatori in cui si rileva uno scostamento negativo rispetto al valore target.

  50. PRIMA DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI PRIORITARI AI FINI DELLA CONCERTAZIONE INDICATORI DI CONTESTO A MAGGIORE CRITICITA’

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