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Le esperienze pratiche dell’ICF in Italia in ambito di inserimento lavorativo mirato

Le esperienze pratiche dell’ICF in Italia in ambito di inserimento lavorativo mirato. Dott. Andrea Martinuzzi Responsabile Clinico Scientifico IRCCS “Medea” Polo Regionale di Conegliano-Pieve di Soligo Research Branch Centro Collaboratore Italiano WHO-FIC Giovanna Gorini Italia Lavoro SpA.

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Le esperienze pratiche dell’ICF in Italia in ambito di inserimento lavorativo mirato

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Presentation Transcript


  1. Le esperienze pratiche dell’ICF in Italia in ambito di inserimento lavorativo mirato Dott. Andrea Martinuzzi Responsabile Clinico Scientifico IRCCS “Medea” Polo Regionale di Conegliano-Pieve di Soligo Research Branch Centro Collaboratore Italiano WHO-FIC Giovanna Gorini Italia Lavoro SpA

  2. L’evoluzione culturale e normativa Legge 382/68 COLLOCAMENTO OBBLIGATORIO Legge 68/99 COLLOCAMENTO MIRATO ….verso il collocamento mirato

  3. La legge 68/99 e il collocamento mirato principi base INTRODUZIONE DEL CONCETTO DI INSERIMENTO LAVORATIVO MIRATO RIPARTIZIONE EQUILIBRATA DELL’OBBLIGO DELLE ASSUNZIONI PER IL SISTEMA IMPRENDITORIALE APPLICAZIONE DELLO STRUMENTO DELLA CONVENZIONE ASSEGNAZIONE DI AGEVOLAZIONI CORRELATE ALLA GRAVITA’ DELLA DISABILITA’ DEI LAVORATORI PREVISIONE DI APPOSITI FONDI NAZIONALI E REGIONALI DESTINATI AL FINANZIAMENTO DI PROGRAMMI DI INSERIMENTO LAVORATIVO

  4. La definizione di collocamento mirato La disabilità non è più l’unico elemento che si tiene in considerazione Per collocamento mirato delle persone con disabilità si intende, secondo quanto dispone l'articolo 2 della L. 68/99 “quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione”. RELAZIONI INTERPERSONALI LAVORATORE AMBIENTE STRUMENTI

  5. I percorsi personalizzati II posto giusto per la persona giusta……… Il nuovo concetto di collocamento introdotto dalla legge 68/99 implica la predisposizione e l’utilizzo di molteplici strumenti ed agevolazioni atti a facilitare l’incontro tra competenze e capacità a disposizione della singola persona con disabilità e caratteristiche del posto di lavoro e a consentire la definizione di percorsi personalizzati. Ciò comporta la considerazione, a fianco dei servizi provinciali e dei relativi organismi tecnici e delle commissioni mediche integrate di cui all’art.4 legge 104/92, del contributo di più soggetti istituzionali e sociali e l’apporto di diverse competenze.

  6. I percorsi personalizzati Percorsi “PERSONALIZZATI” • Necessità di • STRUMENTI EFFICACI (per conoscere meglio persone e ambienti di lavoro) • RETE TERRITORIALE DEGLI ATTORI E DEI SERVIZI funzionante

  7. La rete territoriale • Stato • Direzione Provinciale del Lavoro • Regione • Sistema regionale per l’impiego • Provincia • Commissione provinciale tripartita (Provincia, Associazioni datori di lavoro, Sindacati, Associazioni persone con disabilità) • Servizi e Centri per l’Impiego • Comitato Tecnico • Commissione Medica Integrata legge 104/92 • Servizi per l’Inserimento Lavorativo • Cooperazione sociale • Associazioni delle persone con disabilità • Associazioni dei datori di lavoro • Servizi sociali, sanitari, educativi, formativi del territorio • INAIL • INPS

  8. Il funzionamento della rete – lato offerta ORIENTAMENTO PRIMA ACCOGLIENZA INFORMAZIONE SPI GRADUATORIA UNICA PERSONA CON DISABILITA’ ACCOGLIENZA ISCRIZIONE INCONTRO D/O AVVIO AL LAVORO Commissioni Med. Integrate ASL PROFILO ANAGRAFICO PROFESSIONALE VISITA DI ACCERTAMENTO SCHEDA INDIVIDUALE DEL LAVORATORE (art.8 comma 1 Legge 68/99) COMITATO TECNICO VALUTAZIONE CAPACITA’ RESIDUE PROPOSTE FUNZIONALI A POLITICHE ATTIVE DEDICATE VERBALE REL. CONCLUSIVA SISTEMA INFORMATICO

  9. Il funzionamento della rete – lato domanda COMPENSAZIONI TERRITORIALI SPI SOSPENSIONE TEMPORANEA ESONERO PARZIALE VERIFICA SCOPERTURE PROSPETTO INFORMATIVO IMPRESA IMPRESA PRESELEZIONE DOMANDA ASSUNZIONE SCELTA CANDIDATI PUNTO IMPRESE con operatore dedicato INFORMAZIONE Consulenza: AGEVOLAZIONI ANALISI POSTO DI LAVORO BARRIERE ARCH. CONVENZIONI ECC. VISITA IN AZIENDA SCHEDA ANALISI POSTO DI LAVORO (ICF) INCONTRO D/O AVVIO AL LAVORO

  10. Alcuni nodi critici del funzionamento della rete territoriale Relazione CPI-Commissioni mediche integrate legge 104/92 Relazione CPI – imprese(in particolare imprese non obbligate) Risorse economiche effettive, mancanza di convenienze Valorizzazione delle esperienze e delle competenze presenti sul territorio Grado di coinvolgimento e professionalità del terzo settore Competenze degli operatori della rete e formazione continua Fluidità nello scambio delle informazioni Disponibilità di strumenti informatici idonei

  11. Gli STRUMENTI per la conoscenza del lavoratore e dell’azienda Strumenti per il lavoratore Scheda lavoratore (art.8 legge 68/99) (capacità lavorative, competenze, inclinazioni,ecc.) Risultati della visita di accertamento delle condizioni di disabilità (art. 1 legge 68/99 e DPCM 13.01.2000) (capacità globale attuale e potenziale – attività mentali e relazionali, informazione, postura, locomozione, movimento delle estremità/funzione degli arti, attività complesse attività fisica associata a resistenza, fattori ambientali) Strumenti per le imprese Prospetto informativo (art.9 legge 68/99) (posti di lavoro e mansioni disponibili)

  12. AVENTI DIRITTO • persone in eta’ lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e portatori di handicap intellettivo con riduzione della capacita’ lavorativa superiore del 45% • persone invalide del lavoro con grado invalidita’ sup. al 33% • persone non vedenti e sordomute • persone invalide di guerra e di servizio

  13. ORIENTAMENTO, per valutare le potenzialità ed attitudini della persona sul piano dell'autonomia, dell'apprendimento, nonché per agevolare l'acquisizione di regole di base per l'inserimento lavorativo; FORMAZIONEin situazione lavorativa (azienda o cooperative sociali) finalizzata alla maturazione complessiva della personalità, alla riabilitazione di funzioni e competenze nella sfera psicologica, psicomotoria e/o relazionale, all'acquisizione di competenze sociali, all'apprendimento di abilità lavorative; I PROGETTI PERSONALIZZATI DI INTEGRAZIONE LAVORATIVA

  14. MEDIAZIONE AL COLLOCAMENTO, per favorire l'apprendimento di abilità lavorative specifiche, il raggiungimento e il mantenimento di un rapporto di lavoro • MANTENIMENTO POSTO DI LAVORO per favorire il mantenimento, nel corso del tempo, del posto di lavoro INSERIMENTO SOCIALE IN CONTESTO LAVORATIVO per offrire l’opportunità alle persone con grave disabilità di essere integrata in reale contesto lavorativo in alternativa alla struttura protetta

  15. UTENZA CHE HA AVUTO ACCESSO AL SIL Veneto DAL 1.1.2001 AL 31.12.2004

  16. N. TIROCINI ATTIVATI DALL’1.1.2001 AL 31.12.2004

  17. N. ASSUNZIONI DALL’1.1.2001 AL 31.12.2004

  18. La classificazione ICF • Modello per descrivere la salute e gli stati ad essa correlati • Fornisce un modello di riferimento utilizzando un linguaggio comune standardizzato che permette la comunicazione, in materia di salute, tra varie scienze e discipline in tutto il mondo. • Introduce il concetto di diagnosi conoscenza proponendo un concetto dinamico e non statico come prevede la diagnosi destino. • Introduce un’ottica positiva che parla di salute e funzionamento in un’ottica complessa, sistemica e interconnessa, che pone l’attenzione ai vari fattori di contesto, ambientali e psico-personali, un linguaggio comune a varie professioni, ponendole in comunicazione e aiutandole a collaborare.

  19. Il progetto ICF in Italia Formare nel giro di alcuni anni il più ampio numero di persone alla filosofia, uso e vantaggi della classificazione ICF Impegno preso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito della Seconda Conferenza nazionale sulle politiche della disabilità (Bari, febbraio 2003)

  20. Il progetto ICF e Politiche del Lavoro FORMAZIONE 17 regioni 78 province 21 corsi (base+avanzato+fad) 895 partecipanti corso base 552 partecipanti corso avanzato FAD SPERIMENTAZIONE • 5960 esercitazioni • 68% PARTECIPANTI • 83% CASI SVOLTI • 75% RISPOSTE ESATTE TEST • N. 24 FORUM DIDATTICI APERTI 4 territori di sperimentazione 119 professionisti coinvolti 202 check list compilate 176 persone con disabilità

  21. Il “sistema” ICF e Politiche del Lavoro PIANO DI TRASFERIMENTO SUL TERRITORIO PACCHETTO FORMATIVO (corso base, avanzato, fad) CHECK LIST ICF “Lavoro” DOSSIER DEL LAVORATORE Scheda DPCM 13.01.2000 tradotta Scheda lavoratore Scheda azienda PROFILI PROFESSIONALI “integrati” Atti dei convegni

  22. Addetto/a all`accoglienza ed alla receptionCod. Istat : 4.2.2.9.10Mansione : ADDETTO ACCOGLIENZA I Profili professionali “integrati” Competenze Conoscenze Capacità Comportamenti Descrizione profilo Capacità Funzionali Funzioni del linguaggio e comunicazione b310 Funzioni della voce b310 Funzioni dell’articolazione della voce b330 Funzioni della fluidità e del ritmo dell’eloquio d310 Comunicare con - ricevere - messaggi verbali d315 Comunicare con - ricevere - messaggi non-verbali …………………. ……………………..

  23. ICF: i punti di forza Strumento per migliorare la comunicazione all’interno della filiera del collocamento mirato 81 % Strumento per fotografare la persona e monitorarne i cambiamenti 78 % Linguaggio standardizzato e unificato 67 % 27 Gruppi di lavoro Strumento utile a migliorare il lavoro di rete 53 %

  24. Progetto ICF E POLITICHE DEL LAVORO - SPERIMENTAZIONE - ASPETTI DI CRITICITÀ • INTEGRAZIONE ALL’INTERNO DELL’ ÈQUIPES • CONCORDARE LE AGENDE DI LAVORO • 3. INDIVIDUARE LE PERSONE DISABILI DISPONIBILI • 4. NON RISPETTO DEGLI APPUNTAMENTI • SOVRAPPOSIZIONE CON CARICHI DI LAVORO ORDINARIO • TEMPI LUNGHI PER LA SOMMINISTRAZIONE DELLA CHECK-LIST • MANCANZA IN ÈQUIPES DELLA COMPONENTE MEDICA • SOVRAPPOSIZIONE CON LA FORMAZIONE A DISTANZA E NECESSITA’ CONSEGUENTE DI APPROFONDIMENTO

  25. Gli sviluppi • Sviluppo del sistema “ICF e Politiche del Lavoro” • Implementazione del sistema a livello di politiche territoriali (provincia, regione) • Formazione specifica per la creazione di una nuova figura professionale che, all’interno delle sedi istituzionali e delle amministrazioni locali, sia in grado di gestire il processo di applicazione della Classificazione ICF • Attivazione e animazione di una comunità professionale costituita da tutti gli operatori impegnati nell’applicazione di ICF Torino Ascoli P. FVG Molise

  26. Progetto L.I.N.D.A. Friuli Venezia Giulia ll Progetto L.IN.D.A ha previsto il raggiungimento di tre obiettivi fondamentali: 1) una maggiore diffusione della cultura di inclusione e di integrazione lavorativa dei disabili presso la società civile, le imprese e gli operatori impiegati nei diversi sistemi del collocamento mirato, mediante una attività di sensibilizzazione; 2) attività di analisi e consulenza organizzativa finalizzata alla ricerca dell’inserimento lavorativo più adatto al soggetto disabile tenendo conto delle caratteristiche della struttura organizzativa aziendale e delle specificità individuali del lavoratore; 3) la sperimentazione di una azione positiva per l’inserimento lavorativo di 50 lavoratori disabili.

  27. ProgettoProvincia di Torino: L’applicazione di ICF alle politiche attive per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità

  28. Progetto Provincia di Torino L’applicazione di ICF alle politiche attive per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità SPERIMENTAZIONE La check-list permette di definire un profilo di funzionamento, identificando dove si trova il principale problema: se nell’ambiente c’è una barriera o l’assenza di un facilitatore; se c’è un limite nelle capacità della persona, o nella combinazione di più fattori.

  29. Progetto Provincia di Torino L’applicazione di ICF alle politiche attive per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità SPERIMENTAZIONE Per il Collocamento mirato sono necessarie le informazioni raccolte in vari modi (colloqui con l’interessato, osservazione diretta, certificazioni, relazioni, incontri con operatori/formatori) e la codifica delle stesse attraverso uno strumento comune ai diversi operatori e servizi, capace di contenere una sintesi e di esprimere una valutazione.

  30. Progetto Provincia di Torino L’applicazione di ICF alle politiche attive per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità SPERIMENTAZIONE CHECK-LIST DEDICATA

  31. Progetto Provincia di Torino L’applicazione di ICF alle politiche attive per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità SPERIMENTAZIONE Composizione del campione per tipo di disabilità Totale176 casi A Torino sono state somministrate 91 check-lsit e a Cuneo 21

  32. Progetto Provincia di Torino L’applicazione di ICF alle politiche attive per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità SPERIMENTAZIONE Somministrazione CHECK-LIST LAVORO 40 PERSONE DISABILI da inserire al lavoro 4 SOTTOCOMITATI TECNICI 10 PERSONE DISABILI da inserire in stage (Corsi F.A.L.) 2 SOTTOCOMITATI TECNICI CON OPERATORI DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE

  33. Progetto Provincia di Torino L’applicazione di ICF alle politiche attive per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità SPERIMENTAZIONE TEST Check-list azienda Check-list osservazione in situazione 10 PERSONE DISABILI da inserire in stage (Corsi F.A.L.)

  34. PROGETTO: Protocolli di valutazione della disabilità basati sulla struttura descrittiva della Classificazione Internazionaledel Funzionamento Disabilità e Salute (ICF) Agenzia Regionale della Sanità del Friuli Venezia Giulia Centro Collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la famiglia delle classificazioni internazionali in collaborazione con: Istat Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta”IRCCS Medea, Polo di Conegliano Associazione La Nostra FamigliaItalia Lavoro spaMinistero della Salute, Centro Controllo Malattie - CCM Ministero della Solidarietà Sociale

  35. Obiettivo generale:Definire i criteri e sperimentare un approccio comune, dell’intero “sistema di welfare”, alla valutazione del funzionamento/disabilità

  36. la situazione attuale:Oggi esistono molteplici modi di inquadrare e definire la “disabilità”Molteplici modi di valutare la “disabilità”Molteplici forme organizzative a supporto della valutazione RISULTATO……….

  37. Frammenti, talvolta soprapposti e duplicati, spesso non comparabili, custoditi da diverse istituzioni, del profilo della persona

  38. Rovesciare la prospettiva: una valutazione coerente per descrivere il “volto” della persona

  39. Un valutazione coerente che consenta di “zoomare” dal generale al particolare

  40. Reciprocità tra persona e ambiente: una visione sistemica Da Bronfenbrenner U, Ecologia dello sviluppo umano, Bologna, Il Mulino

  41. Caratteristiche del funzionamento • L’ambiente può agire come facilitatore o come barriera • Nell’ambiente sono compresi gli aspetti naturali, architettonici, tecnologici, interpersonali, sociali e politici • Nessuna persona è in grado di funzionare al di fuori di questa interazione con l’ambiente in modo totalmente autonomo • L’interdipendenza, con la sua duplice dimensione del dare e ricevere, si precisa come condizione tipica dell’esistenza umana

  42. Funzionamento e concetti riferiti alla persona • Tutte le persone per definizione “funzionano” finché sono vive • Tutti i funzionamenti sono “positivi” per definizione • Disabilità indica la presenza di problemi di funzionamento • Attributi individuali quali: disabile, e tanto più invalido, handicappato o “non autosufficiente” sono per definizione non coerenti con il concetto di funzionamento perché “isolano” l’individuo dalla relazione con l’ambiente • Espressioni come disabile psichico, fisico o sensoriale devono essere superate nella misura in cui legano direttamente menomazioni a limitazioni nelle attività ed escludono totalmente l’ambiente.

  43. ICF, Funzionamento, Classificazione e Misure • ICF fornisce il linguaggio per individuare le componenti del funzionamento: funzioni e strutture/A&P/Ambiente • Utilizzare ICF significa utilizzare componenti, domini e codici per descrivere il funzionamento attraverso un profilo, che in sé è una realtà qualitativa e originale • La qualificazione numerica dei codici non deve essere scambiata per il processo di attribuzione di punteggi su una scala di misura

  44. ICF, Funzionamento, Classificazione e Misure • Il profilo di funzionamento può essere ripetuto nel tempo per la stessa persona e quindi fungere da controllo per se stesso • In questo senso il profilo di funzionamento è la descrizione di un esito, ovvero del risultato di una traiettoria di vita • Il profilo di funzionamento è multidimensionale per definizione, anzi chiarisce in modo concettualmente fondato il senso della multidimensionalità • Le singole dimensioni del funzionamento possono essere oggetto di misurazione a partire dal profilo complessivo entro cui sono descritte

  45. Il protocollo lavoratore Nella stesura del Protocollo dedicato al lavoratore la scelta dei contenuti e delle componenti dell’ICF da inserire in esso, è ricaduta su quei fattori in grado di consentire la rilevazione di informazioni dettagliate al fine di delineare al meglio il profilo di funzionamento della persona disabile nelle aree rilevanti per l’inserimento lavorativo. A tale proposito si è scelto di dare ad esso un’impostazione organizzata in sezioni distinte che prevedono anche quello che oggi la normativa vigente richiede e che possono essere inserite in back-office (scheda anagrafico professionale e D.PC.M. 13.01.2000)

  46. Protocollo per la raccolta di informazioni finalizzate alla descrizione di un profilo di funzionamento

  47. Il protocollo azienda • Abbiamo verificato quali componenti di ICF funzionano per la finalità di ottimizzare il matching. Oggetto dell’analisi del posto di lavoro sono due elementi: • il ruolo richiesto, inteso come compiti/attività o cose da fare, relazioni e decisioni implicite nel loro svolgimento per raggiungere obiettivi e risultati; • il contesto di lavoro, inteso in condivisione con i fondamenti concettuali dell’ICF come ambiente fisico, sociale e degli atteggiamenti

  48. Il protocollo azienda Per esempio, nella ricerca di un addetto all’accoglienza con competenza “espletare procedure per l’identificazione e l’accesso di visitatori”, è utilissimo esplicitare anche elementi di funzionamento come il fatto che chiunque ricopra quel ruolo deve parlare, mantenere una posizione seduta, entrare in relazione con estranei etc.. E nel caso specifico va ricostruito partendo dal ruolo lavorativo. Non possiamo fare a meno di conoscere quali azioni o aree di vita generali, correlate alla salute, sono chiamate in gioco dal ruolo.

  49. Il protocollo azienda I ruoli professionali vengono normalmente descritti facendo riferimento a conoscenze, competenze, abilità e attitudini personali. Per il collocamento mirato invece, la descrizione del ruolo sotto l’aspetto prettamente tecnico-professionale non basta. Bisogna catturare quello che nel modello concettuale ICF viene definito come funzionamento e che riporta azioni e comportamenti a un livello più generale.

  50. Protocollo di raccolta delle informazioni per la descrizione dell’ambiente di lavoro e della mansione

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