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Università degli Studi di Catania Facoltà di Scienze Politiche A.A. 2004 - 2005 Sociologia dei media a cura di Graziella

Università degli Studi di Catania Facoltà di Scienze Politiche A.A. 2004 - 2005 Sociologia dei media a cura di Graziella Priulla e Guido Nicolosi. I modulo Il sistema dei media in Italia. CHE COS’ E’ UN SISTEMA ?.

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Università degli Studi di Catania Facoltà di Scienze Politiche A.A. 2004 - 2005 Sociologia dei media a cura di Graziella

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  1. Università degli Studi di CataniaFacoltà di Scienze PoliticheA.A. 2004 - 2005Sociologia dei mediaa cura di Graziella Priulla e Guido Nicolosi

  2. I modulo • Il sistema dei media • in Italia

  3. CHE COS’ E’ UN SISTEMA ? • Un sistema è un oggetto complesso, formato da componenti distinte collegate tra loro da un certo numero di relazioni dinamiche. • Il sistema possiede un livello di complessità maggiore delle sue parti, cioè dispone di proprietà irriducibili a quelle dei suoi componenti.

  4. UNA CRONOLOGIA ITALIANA • 1875 - 1914: la rivoluzione industriale e l’apertura • di nuovi pubblici di massa • 1914 -1940: la razionalizzazione del controllo • la conquista dello spazio domestico • 1954 - 1975: l’esplosione dei consumi • la colonizzazione dell’immaginario • la democratizzazione della politica • anni ‘80: la diversificazione del panorama mediatico • la supremazia del mezzo televisivo • l’industrializzazione del sistema • l’esplosione del mercato pubblicitario e delle • tecniche di marketing

  5. LE RISORSE COMUNICATIVE DELLE FAMIGLIE(fonte: Censis, 2003) • (In giallo la disponibilità, in rosso l’uso abituale)

  6. GLI UTENTI DEI MEDIA(fonte: indagine Censis, 2002) • Definizione dei gruppi % sulla popol. • Marginali (un solo mezzo utilizzato) 9,1 • Poveri di media (due/tre) 37,5 • Consumatori medi (quattro/cinque) 36,3 • Onnivori (sei/sette) 14,8 • Pionieri (otto e oltre) 2,3

  7. % DI NON UTENTI(fonte: indagine Censis, 2002) • Televisione 1,5 • Radio 34,6 • Cellulare 24,7 • Quotidiani 43,9 • Libri 57,5 • Computer 63,6 • Internet 72.2 • Settimanali 55,7 • Tv satellitare 87,7 • Mensili 76,0

  8. % DI ABITANTI CHE SI INFORMA SOLO DALLA TV Italia 67 Francia 53 Spagna 51 Gran Bretagna 48 Germania 47 Grecia 45 IN EUROPA(dati 2002)

  9. L’ EDITORIA LIBRARIA(fonte: ISTAT) • Percentuali di titoli pubblicati e di copie vendute • (1991 = 100)

  10. LE GRANDI TESTATE DI QUOTIDIANIanno di nascita • Il Corriere della Sera 1876 • La Stampa 1895 • Il Messaggero 1878 • La Nazione 1859 • Il Resto del Carlino 1885 • La Repubblica 1976 • Il Giornale 1978 • La Gazzetta dello Sport 1896

  11. LE VENDITE DEI QUOTIDIANI(fonti: Isedi, Ispi, Audipress) • Anni ‘70: 4.500.000 copie complessive • 1982: 5.400.000 • 1985: 6.000.000 • 1988-90: 6.800.000 • 1991-92: 6.500.000 • 1994: 6.200.000 • 1995: 5.970.000 • 1997: 5.870.000 • 2000: 6.000.000

  12. I LETTORI DI QUOTIDIANI • I quotidiani più diffusi • (Dati Audipress, primavera-autunno 2003) • Gazzetta dello Sport 3.364.000 lettori • Corriere della Sera 2.813.000 • La Repubblica 2.794.000 • La Stampa 1.613.000 • Corriere dello Sport – Stadio 1.466.000 • Il resto del Carlino 1.274.000 • Il Sole – 24 Ore 1.218.000

  13. UN CONFRONTO (dati 2003) • Quotidianicopie per 1000 abitantifonte: Word Association • of Newspapers

  14. IL PARALLELISMO POLITICO DELLA STAMPA • Indicatori: • Prevalenza dei temi del “teatrino della politica” (political issues più che policy issues) • Forte presenza di editoria di partito • Testate e giornalisti schierati (“Comprati e venduti”) • Debole capacità di controllo del potere istituzionale • Editoria “impura” a scarsa valenza imprenditoriale

  15. ORIGINI STORICHE DELLA SCARSA AUTONOMIA • Matrici letterarie e politiche dei fondatori del giornalismo; • funzione educativa e di propaganda assunta dai giornali nel Risorgimento • ( cfr. P.Mancini, Il sistema fragile, 2002) • Eredità del ventennio fascista, che aveva fatto della negazione della libertà d’informazione un tratto costitutivo • Assenza di rotture radicali con un passato di ossequio al potere politico • Debolezza e sudditanza del sistema industriale dei media.

  16. I CAMBIAMENTI DEGLI ANNI OTTANTA • La prima legge di sistema sui media (la 416 del 1981), “Disciplina delle imprese editrici e provvidenze per l’editoria”, dopo anni di aspre battaglie sindacali e politiche e una cresciuta domanda d’informazione nel paese • fissa limiti antitrust nel settore della stampa e regolarizza i contributi pubblici alle imprese editoriali. • Con quel denaro le imprese attuano il risanamento e introducono le tecnologie elettroniche in redazione, mentre prende le mosse un sistema razionale di raccolta pubblicitaria e gi introiti aumentano. • Nascono sinergie che ottimizzano i costi, collegando tra loro i piccoli giornali e iniziando processi di differenziazione produttiva. • Il panorama della stampa italiana si ridefinisce in senso industriale e di mercato.

  17. GLI IMPERI EDITORIALI • Mediaset (Berlusconi):Rti spa (Canale 5, Italia1, Retequattro),Videotime (programmi), Publitalia (pubblicità), Telecinco, Publieuros (marketing), radio locali, • ed.Mondadori, Pagine Utili, Blockbuster, Jumpy, Medusa film, Panorama, Il Foglio, Il Giornale, Sorrisi e Canzoni tv. • Rcs (Mediobanca, Gemina, Fiat, Generali, Pirelli, Ligresti et al.):Il Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport, City, radio locali, quotidiani locali, 8 settimanali, 15 mensili, El Mundo, Agenzie Stampa, 6 case editrici. • Cir (De Benedetti) e Caracciolo:La Repubblica, L’Espresso, Radio Deejay, Radio Capital, radio M2O, 1 bimestrale, 2 trimestrali, 2 mensili,quotidiani locali, Kataweb, la pubbicitaria Manzoni spa. • Gruppo Caltagirone:Il Messaggero, Il Mattino, Leggo, quotidiani locali. • Itedi (gruppo Fiat):La Stampa, Publikompass. • Confindustria:Il Sole 24 Ore, Radio 24, 24ore tv, agenzia Radiocor, periodici finanziari. • Poligrafici Editoriale (Monti Riffeser):Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno, France Soir, Gamma Radio 1 e 2.

  18. LE DIMENSIONI DELLE IMPRESE(2003)

  19. DUE MODELLI DI BROADCASTING • Fin dagli anni Venti del secolo scorso si affermarono nel mondo occidentale principalmente due modelli di broadcasting: • quello britannico, basato sul monopolio statale • quello statunitense, basato sulla commercializzazione e sulla concorrenza. • Come molti altri paesi europei, anche se per ragioni diverse, l’Italia scelse il primo modello.

  20. LA RADIOFONIA • L’interesse per le nuove tecnologie della radiocomunicazione aveva avuto sia negli Stati Uniti che in Europa un grande impulso durante la prima guerra mondiale. • 1920: nasce la RCA, Radio Corporation of America, che accanto ai servizi di telegrafia transoceanica inizia ad offrire il primo network radiofonico (in seguito anche televisivo), la NBC. La radio ottiene subito un grandissimo successo. • In Gran Bretagna è lo stato che, assorbendo alcune aziende private, costituisce la radio come servizio pubblico: è la BBC. • 1922: in Francia e in Germania si sviluppano parallelamente un settore radiofonico pubblico e numerose radio private.

  21. L’EVOLUZIONE DELLA RADIO IN ITALIA • 1923: il governo Mussolini riserva allo Stato l’impianto e l’esercizio di radiocomunicazioni e stabilisce la facoltà di accordare il servizio in concessione • 1924: prima convenzione e avvento della radiodiffusione in Italia, con il primo programma trasmesso a Roma dall’URI (poi EIAR) • 1926: Mussolini capisce il grande potere della radio, e installa apparecchi in tutti i luoghi pubblici • 1930: la rete di diffusione aumenta, soprattutto al Nord, ma è ostacolata dagli alti costi • 1935: l’EIAR emette i primi giornali radio • 1937: la Radio Balilla costa 430 lire • 1944: in seguito alla caduta del fascismo, la Rai diventa Radio Audizioni Italia (RAI) • Nel corso della II guerra mondiale la radio è diventata un vero e proprio medium di massa. • 1969: nascono le radio libere. Anche la RAI moltiplica i canali.

  22. L’ AUDIENCE DELLA RADIOdati Audiradio I trimestre 2004Ascolti medi giornalieri (in migliaia) • Pubblica • Rai Radiouno 7.128 • Rai Radiodue 4.794 • Rai Radiotre 2.099 • Private • Radio Deeiay 5.494 • R.D.S. 4.367 • RTL 102.5 4.195 • Radio Italia 3.639 • Radio 105 3.399 • Radio MonteCarlo 2.198 • Radio Capital 1.957 • Radio Maria 1.660 • Radio 24 1.467

  23. LA COMUNICAZIONE RADIOTELEVISIVACOME SERVIZIO PUBBLICO • La legislazione italiana privilegia il carattere di • servizio pubblico delle comunicazioni radiotelevisive, riconoscendo loro il carattere di interesse e utilità generale. • Tale indicazione si concreta nell’intervento dello Stato come: • proprietario (es. RAI) • regolatore (emanatore di norme) • finanziatore (fornitore di sussidi). • L’accezione di servizio pubblico può significare: • agenzia educativa, culturale e socializzante • sede e garanzia di pluralismo, soprattutto politico • garanzia del diritto alla libertà di espressione e di informazione sancito dalla Costituzione.

  24. LA PREISTORIA DELLA TELEVISIONE • 1929, Milano: si fanno i primi esperimenti di trasmissione a distanza dell’immagine • 1935, Parigi: si collauda il trasmettitore sulla Tour Eiffel • 1936, Londra: nasce la BBC • 1939, New York: nascono la CBS e la NBC • 1939, Milano: si registra il primo programma sperimentale • Roma: si installa il trasmettitore di Monte Mario • 1949, Torino: entra in funzione il trasmettitore televisivo, e si costruisce il primo studio di ripresa • 1952: una convenzione tra lo Stato e la Rai concede a quest’ultima in esclusiva i servizi di raudioaudizioni circolari e di telediffusione su filo. • 1952: entrano in funzione il trasmettitore e il Centro di produzione di Milano • 1953: si fanno le prove di una settimana-tipo.

  25. PENETRAZIONE DEL MEZZO TELEVISIVO • 3/1/’54: si inaugura la televisione in rete • dicembre: 88.118 abbonati • 1957: nasce “Carosello” (e la pubblicità in tv) • 1959: un milione e mezzo di abbonati • 1964: cinque milioni di abbonati • 1972: 92% delle famiglie • 1977: tv a colori • anni ‘80: 99% delle famiglie

  26. GLI ABBONAMENTI ALLA TELEVISIONE • Milioni di famiglie • (fonte: RAI)

  27. UN CONFRONTO • N. televisori per mille abitanti

  28. I TELESPETTATORI • ( Dati Auditel, martedì 17 febbraio 2004) • Audience totale emittenti: • Ore 7.00/9.00 4.632.000 • “ 9.00/12.00 3.862.000 • “ 12.00/15/00 14.460.000 • “ 15.00/18.00 10.024.000 • “ 18.00/20.30 19.025.000 • “ 20.30/23.00 28.069.000 • “ 23.00/2.00 8.445.000

  29. SHARE A CONFRONTO(dati 2003)

  30. UNO SGUARDO ALL’ EUROPA(dati 2003, fonte El Pais)

  31. LE EMITTENTI TV LOCALI • Sono circa 600. • Occupano una quota del mercato pubblicitario pari al 6% del totale televisivo. • Audience giornalieradelle principali (marzo 2004) • Telelombardia Milano 1.622.000 • Telenorba Bari 1.602.000 • Telepadova 1.400.000 • Antenna 3 Lombardia 1.180.000 • Telecapri 1.159.000 • Teleradiocity Milano 1.124.000

  32. I CANALI SATELLITARI(dati gennaio-marzo 2004) • Parabole: 26,7% dell’universo dei telespettatori italiani • Ascolto medio 7 giorni: • Sky cinema 1 4.156.000 • Grande fratello 3.933.000 • Calcio Sky 3.823.000 • Sky sport 1 3.539.000 • Sky cinema 2 3.445.000 • Sky cinema 3 3.181.000 • Cartoon network 2.963.000 • Disney Channel 2.814.000 • Sky sport 2 2.793.000 • Sky cinema max 2.710.000

  33. DIMENSIONI DEL MERCATO PUBBLICITARIO(fonte: UPA) • 1980: 1.242 miliardi di lire • 1990: 8.069 miliardi di lire • 2000: 15.626 miliardi di lire

  34. TUTTE LE VOCI DELLA PUBBLICITA’ (fonti varie; dati 2003, in milioni di euro) • tv nazionale 4.123 • tv locali 330 (stima), di cui 40 pubblicità nazionale • stampa quotidiana 1.705 • stampa periodica 1.165 • radio nazionali 329 • radio locali 140 (stima) • cinema83 (nelle 1.393 sale di prima visione) • internet 103 • affissioni 884 • promozioni 4.100 (stima Assocomunicazione) • sponsorizzazioni 1.300

  35. PROPORZIONI DELLA PUBBLICITA’ SUI PRINCIPALI MEDIA(Fonte: FIEG)

  36. ALCUNE CIFRE DELLA PUBBLICITA’(dati 2002) • Costo massimo di uno spot di 30”: mezzo milione di euro. • Compenso come testimonial di un calciatore famoso: mezzo milione di euro. (una top model 30.000). • Costo di una campagna ben pianificata: almeno 2 milioni di euro. • Prezzo di ogni break durante le tre serate più importanti del Festival di Sanremo: 500.900 euro, • per 41 milioni di contatti = ogni contatto 1,22 centesimi.

  37. IL SISTEMA TELEVISIVO • Le fasi della storia della tv italiana • Istituzionale (1954-1975): • Palinsesto pedagogizzante (l’impronta democristiana del monopolio) • Lottizzazione (la spartizione nell’ ”arco costituzionale”) • Commerciale: • Sistema misto (tv pubblica - molte tv private) • 1975-1990 • Duopolio (Rai-Mediaset), 1990-…….

  38. LE REGOLE DEL SISTEMA TVCRONOLOGIA ESSENZIALE- 1 • Dal 1952, a norma di legge, solo la tv pubblica – la RAI – può trasmettere via etere sul territorio nazionale, per concessione delle frequenze hertziane (che sono in numero limitato) da parte dello Stato che ne è l’unico proprietario. • 1961: con l’avvento del centro-sinistra nasce il secondo canale RAI. • 1972: scade la concessione ventennale della RAI, mentre l’opinione pubblica preme perché venga promulgata una legge di riforma globale del settore radiotelevisivo, che lo adegui alle mutate esigenze della società italiana. • 1971-1975: grazie anche ai progressi della tecnologia, nascono in Italia decine di piccole emittenti semiclandestine, come la pioniera Telebiella in Piemonte, o TeleToscana, che trasmettono via cavo in ambito locale. • 1974: entra in funzione la tv di quartiere “Telemilano cavo”, entro la “Città satellite” Milano 2, del costruttore edile Silvio Berlusconi. Trasmette notizie di quartiere, e qualche film (dal 1976 anche trasmissioni elettorali).

  39. CRONOLOGIA tv- 2 • 1974: la Corte Costituzionale riconosce ai privati il diritto di ripetere programmi esteri e quello di trasmettere via cavo in ambito locale. • 1975: viene approvata la legge di riforma della RAI (n.103), che prefigura un terzo canale televisivo pubblico, deputato al decentramento, e trasferisce il controllo della RAI (di cui ribadisce il monopolio) dal Governo al Parlamento. • La legge ribadisce limiti precisi alla raccolta pubblicitaria. • 1976: la Corte Costituzionale (sentenza 202) conferma la legittimità del monopolio RAI su scala nazionale, ma dichiara legittime anche le tv private via etere, purché limitate all’ambito locale. • Le emittenti private si moltiplicano in tutta Italia (arrivano a 434). Si parla di “privatizzazione selvaggia dell’etere”. • 1977: le emittenti commerciali incassano 14 miliardi di lire di pubblicità. Telemilano passa dal cavo all’etere. • 1978: soci anonimi fondano la Fininvest Roma srl: è la prima pietra di un intrico societario che originerà il gruppo Fininvest. • 1979: inizia a trasmettere la Terza Rete RAI, che dà spazio all’informazione regionale e ad innovativi esperimenti di nuovi linguaggi televisivi. Politicamente essa fa capo all’opposizione di sinistra.

  40. CRONOLOGIA tv - 3 • 1979: Silvio Berlusconi è nominato presidente della Fininvest. • Essa origina una serie di società (Publitalia, Video Time, Rete Italia, Cofint, ecc.), e quindi Canale 5, alla quale viene conferita la proprietà di Telemilano. Compra frequenza in tutta la penisola per ripetere il segnale. • Il vero motore della Fininvest è Publitalia, che raccoglie pubblicità con metodi completamente nuovi ( nessuna legge regolamenta il settore). • 1979-1980: Fininvest compra per 2 miliardi di lire in America film e programmi per migliaia di ore, mentre Canale 5 comincia ad ingaggiare con cifre da capogiro star della RAI ( in primis Mike Bongiorno). • Le piccole stazioni non reggono alla concorrenza e vendono frequenze e risorse tecniche e professionali. • Per eludere la sentenza della Corte, Berlusconi ricorre ad un espediente: compra o affilia emittenti in tutte le regioni, le coordina in un network nazionale, e trasmette in tutte gli stessi programmi, con minime differenze di orario.

  41. CRONOLOGIA tv - 4 • 1980: le emittenti tv private sono ormai 600, con un’audience dell’11,7%, e incassano 144 miliardi di lire con la pubblicità. • 1981: mentre Fininvest ha comprato i diritti televisivi per il “Mundialito” di calcio (per la prima volta la nazionale appare su una tv privata), la Corte Costituzionale (sentenza 148) ribadisce il divieto di trasmettere a livello nazionale, e rileva “la permanente inerzia del legislatore”. • 1982: arrivano sull’etere nazionale anche Italia 1 (editore Rusconi) e Retequattro ( editore Mondadori). • Il governo craxiano manifesta contrarietà al fatto che le case editrici possiedano televisioni. • Rusconi vende Italia 1 alla Fininvest. • 1983: Fininvest compra “Sorrisi e canzoni tv”. Non ci sono regole in materia, e le tv private mandano in onda spot elettorali di qualunque tipo e durata. • 1984: Fininvest compra Retequattro. • Ha inizio l’era del duopolio. • Programmi: dosi massicce di intrattenimento, varietà, telequiz, serial, soap, cartoni animati. Un diluvio di pubblicità e di televendite.

  42. CRONOLOGIA tv - 5 • 1984: il fatturato di Publitalia supera quello della Sipra, la concessionaria di pubblicità della RAI. • 1984: i pretori di tre città ordinano la disattivazione e il sequestro degli impianti di interconnessione del network Fininvest nelle loro regioni. • Si scatena una martellante campagna di protesta, capeggiata dai divi tv. • Il governo Craxi - con le proteste della sinistra democristiana - vara e conferma per tre volte un decreto legge che autorizza le trasmissioni nazionali della Fininvest, “fino all’approvazione di una legge generale sul sistema radiotelevisivo”. • Intanto, come chiede la Dc, al direttore generale della RAI vengono attribuiti maggiori poteri. • 1985: il governo Craxi reitera ancora il decreto, che poi viene convertito in legge in Parlamento con i voti determinanti del Msi. La legge precede un termine provvisorio per la distribuzione delle frequenze, ma il regime transitorio viene continuamente prorogato. • L’opposizione - forse per timore di impopolarità, forse per l’acquisizione di qualche spazio in RAI - non attua forme incisive di protesta. • Berlusconi compra il Milan, squadra di calcio pluriblasonata.

  43. CRONOLOGIA tv - 6 • 1986: per dividere la torta pubblicitaria, viene creata Auditel. • 1987: mentre Fininvest ingaggia a peso d’oro Pippo Baudo,Raffaella Carrà e altri divi della RAI, durante la campagna per le elezioni politiche in RAI vige il divieto di diffondere propaganda elettorale. • I canali privati vengono invece invasi da spot di candidati e di partiti. • 1988: esce una sentenza (n.826) della Corte Costituzionale, che ribadisce i concetti già espressi nelle sentenze precedenti e impone di metter fine al regime transitorio. • 1990: tra roventi polemiche le Camere approvano la Legge Mammì, che sostanzialmente ratifica il duopolio esistente. • 5 ministri e 11 sottosegretari della sinistra DC si dimettono per protesta (presidente del Consiglio è Giulio Andreotti). • La legge attribuisce la “diretta” ai privati, con l’obbligo di fare informazione. Non fa nessun accenno alle nuove tecnologie di distribuzione e alla tv non generalista (Fininvest intanto ha fondato Telepiù,1,2,3).

  44. CRONOLOGIA tv - 7 • 1990: una dura e complicata battaglia giudiziaria sulla proprietà della Mondadori viene vinta da Berlusconi (gli strascichi giudiziari sono vivi ancor oggi). • Nasce un impero multimediale che oltre all’editoria libraria comprende settimanali come Panorama, molti femminili, il popolarissimo Sorrisi e Canzoni, il quotidiano Il Giornale e molti quotidiani locali. • 1992: Canale 5 comincia a trasmettere il suo telegiornale, diretto da Enrico Mentana, in concorrenza con i telegiornali RAI. • 1992-1993: L’inchiesta “Mani pulite” mette in crisi tutto il sistema politico, e azzera il Psi craxiano. • L’indebitamento della Fininvest è intanto arrivato a 4.528 miliardi.

  45. CRONOLOGIA tv - 8 • 1994: Berlusconi ufficializza la nascita di “Forza Italia” e la propria candidatura politica. Impiega nella campagna elettorale tutte le risorse organizzative delle sue aziende. • (Per non doverne sostenere la campagna elettorale, Indro Montanelli abbandona la direzione del “Giornale” ). • Il 28 marzo Forza Italia, alleata al nord con al Lega, al centro-sud con Alleanza Nazionale, vince le elezioni. • Il 10 maggio nasce il primo governo Berlusconi. • Il 7 dicembre la Corte Costituzionale boccia la legge Mammì, giudicandola non idonea a garantire il pluralismo televisivo, e anzi tale da legittimare una posizione dominante. • Il 22 dicembre – la Lega ha revocato l’appoggio al governo – Berlusconi si dimette. 1995: alcuni settori della sinistra promuovono un referendum popolare, per abrogare gli articoli più importanti della legge Mammì: vince il no, dopo una forte pressione di tutte le star del firmamento televisivo. • 1996: il centro-sinistra vince le elezioni.

  46. CRONOLOGIA tv - 9 • 1993-1996: il gruppo Fininvest, che ha ancora una forte esposizione debitoria, si ristruttura grazie all’appoggio delle banche, con l’arrivo di nuovi soci e con l’attribuzione delle attività tv a Mediaset, che viene quotata in Borsa. • 1997: dopo molti mesi di patteggiamenti e trattative, viene approvata la proposta di legge Maccanico (legge 249), che istituisce un’Authority per le Telecomunicazioni e stabilisce che Retequattro non possa più trasmettere via etere, attribuendone le frequenze a Europa 7, che ha vinto la gara per l’aggiudicazione delle medesime. • La legge pone un tetto massimo alla raccolta di risorse economiche nel settore audiovisivo da parte di un unico soggetto. • 1999: nella gara pubblica d’appalto per assegnare le concessioni delle frequenze nazionali, Mediaset le ottiene per Canale 5 e Italia 1, ma non per Retequattro (che dovrebbe spostarsi sul satellite). Ottiene invece il rilascio Europa 7, società che coordina un circuito di tv locali. • 2001: il centro-destra vince le elezioni. Berlusconi è di nuovo presidente del Consiglio. • Retequattro continua a trasmettere, mentre Europa 7 è ancora in attesa delle frequenze.

  47. CRONOLOGIA tv - 10 • 2002: l’Europarlamento esprime “preoccupazione per la situazione dell’informazione in Italia”. • La questione torna alla Corte Costituzionale, che (sentenza 466) boccia la legge Maccanico, che “non garantisce alcun pluralismo televisivo”. • La Corte conferma che entro il 31 dicembre 2003 Mediaset dovrà liberarsi di almeno una rete (Retequattro), mentre la RAI dovrà sgravare almeno una rete dalla pubblicità (RaiTre, di servizio e fortemente legata al territorio). • 2003: l’attivo del gruppo Fininvest viene stimato intorno ai 30.000 miliardi. • La “legge Gasparri”, che dovrebbe riordinare il sistema, viene approvata dal Parlamento, ma il Presidente della Repubblica rifiuta di firmarla, poiché “permette la formazione di posizioni dominanti” e “pregiudica la libertà di informazione”. • 2004: la legge Gasparri (n.112) viene approvata: essa proroga Retequattro, e istituisce il Sistema Integrato della Comunicazione (Sic), che corrisponde all’intero ammontare delle risorse che fanno capo al mondo editoriale e pubblicitario (26 miliardi e mezzo di euro?). Sul Sic si dovranno d’ora in poi calcolare le percentuali- soglia per evitare gli oligopoli.

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