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GUIDA UIL AL “PIANO AZIONE E COESIONE”, REGOLAMENTI POLITICHE DI COESIONE 2014-2020

GUIDA UIL AL “PIANO AZIONE E COESIONE”, REGOLAMENTI POLITICHE DI COESIONE 2014-2020. PRESENTE E FUTURO DELLE POLITICHE DI COESIONE. COMMENTI E RIFLESSIONI UIL Roma Dicembre 2011 A cura della UIL Servizio Politiche Territoriali .

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GUIDA UIL AL “PIANO AZIONE E COESIONE”, REGOLAMENTI POLITICHE DI COESIONE 2014-2020

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  1. GUIDA UIL AL “PIANO AZIONE E COESIONE”,REGOLAMENTI POLITICHE DI COESIONE 2014-2020 PRESENTE E FUTURO DELLE POLITICHE DI COESIONE. COMMENTI E RIFLESSIONI UIL Roma Dicembre 2011 A cura della UIL Servizio Politiche Territoriali

  2. Le politiche di coesione 2014-2020, sono strettamente connesse con la riforma del Budget Europeo, Europa 2020 ed i relativi Piani Nazionali di Riforma, la PAC. Tutti questi temi risentono degli effetti delle misure contenute nel Patto Europeo per la Stabilità e la Crescita. La Commissione Europea ha già definito la proposta per la revisione del budget, i regolamenti per le politiche di coesione, e proprio l’altro giorno la revisione della PAC. Su questi temi partirà una consultazione pubblica entro gennaio 2012 e successivamente si aprirà il “negoziato”. Ovviamente il negoziato sarà fortemente influenzato dall’attuale ciclo di programmazione dei fondi strutturali.

  3. Budget Europeo 2014 2020. La proposta di revisione del budget europeo prevede un mix tra contribuzione diretta degli Stati Membri e la novità di una imposta europea sulle transazioni finanziarie (FTT). La proposta è di una previsione di spesa che ammonta 1.025 miliardi di euro. Sulla proposta è in atto un dibattito tra gli Sati membri tra chi vorrebbe ridurre le risorse e tra chi ritiene che andrebbero aumentate.

  4. EUROPA 2020 Gli obiettivi principali di Europa 2020 sono: – il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro; – il 3% del PIL dell'UE deve essere investito in R&S; – i traguardi "20/20/20" in materia di clima/energia devono essere raggiunti (compreso un incremento del 30% della riduzione delle emissioni se le condizioni lo permettono); – il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve essere laureato; – 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio di povertà.

  5. Tali obiettivi che devono essere perseguiti attraverso i Piani di Riforma Nazionali, devono seguire 10 linee guida: 1. qualità e sostenibilità delle finanze pubbliche 2. affrontare gli squilibri macroeconomici 3. ridurre gli squilibri nella zona euro, 4. ottimizzare il sostegno alla ricerca e sviluppo e innovazione, il rafforzamento della società della conoscenza e liberare il potenziale dell'economia digitale, 5. incoraggiare un uso più efficiente delle risorse e ridurre le emissioni di gas serra 6. migliorare il contesto imprenditoriale e dei consumatori e la modernizzazione della base industriale per garantire il corretto funzionamento del mercato interno; 7. accrescere la partecipazione al mercato del lavoro, ridurre la disoccupazione strutturale e promuovere la qualità del lavoro 8. sviluppare una forza lavoro qualificata in grado di soddisfare le esigenze del mercato del lavoro, e promuovere l'istruzione e la formazione per tutta la vita; 9. rendere più efficienti i sistemi di istruzione e di formazione a tutti i livelli e aumentare la partecipazione all'istruzione superiore 10. promuovere l'inclusione sociale e la lotta contro la povertà.

  6. Ad Aprile di quest’anno gli Stati Membri hanno presentato i loro Piani di Riforma ed a Giugno la Commissione, su tali piani ha fatto delle raccomandazioni ai singoli Stati. Per il nostro Paese sono stati fatti 6 rilievi: risanamento finanziario e pareggio di bilancio; combattere l’eccessiva segmentazione del mercato del lavoro; misure volte ad una maggiore produttività; maggiore concorrenza nel settore dei servizi in particolare nell’ambito delle professioni; migliorare gli investimenti in ricerca ed innovazione; misure per accelerare la spesa dei fondi strutturali europei per il 2007-2013.

  7. LA RIPROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI EUROPEI 2007-2013 La Commissione Europea ha invitato il Governo italiano ad una revisione dei Programmi Operativi per consentire un’accelerazione dell’utilizzo dei Fondi. L’accelerazione della spesa si attua su due provvedimenti: una delibera CIPE del gennaio 2011 ed un protocollo di intesa, che riguarda le Regioni del Mezzogiorno, sulla rimodulazione del cofinanziamento nazionale.

  8. DELIBERA CIPE 1/2011 • Indica degli obiettivi di spesa per entrambi e Fondi (FSE, FESR), che prevedono: • entro il 31 Maggio un livello di impegni pari alle risorse d spendere entro fine anno; • entro il 31 Ottobre il livello di spesa da certificare è fissato al 70% delle risorse da spendere entro fine anno; • entro il 31 Dicembre il livello degli impegni deve essere pari all’80% delle risorse da spendere entro il 31 Dicembre 2012. • L’eventuale mancato raggiungimento degli obiettivi dei singoli Programmi, fermo restando il vincolo di destinazione territoriale delle risorse, comporterà la quantificazione da riprogrammare destinando gli importi in favore di altri Programmi.

  9. L’importo oggetto della riprogrammazione sarà definito, in percentuale sul totale della dotazione del Programma e graduato a seconda del mancato raggiungimento dei risultati: fino al 10% di distanza degli obiettivi la quota da riprogrammare sarà pari allo 0,25% del totale della dotazione; superiore al 10%, ma inferiore al 20% dagli obiettivi la quota da riprogrammare sarà pari allo 0,50% del totale della dotazione; superiore al 20%, ma inferiore al 30% dagli obiettivi la quota da riprogrammare sarà pari allo 1% del totale della dotazione; oltre il 30% dagli obiettivi la quota da riprogrammare sarà pari allo 1,50% del totale della dotazione.

  10. I RIMEDI PER RIMUOVERE GLI OSTACALI CONCORDATI CON LA COMMISSIONE • l’utilizzo più esteso a livello regionale di strumenti di modifiche al Patto di stabilità interno; • ingegneria finanziaria, che consentono un rapido utilizzo delle risorse; • la definizione, sempre a livello regionale, di bandi per il sostegno alle imprese; • il miglioramento del tiraggio del FSE, in particolare per le misure relative alla occupabilità e di sostegno al reddito; • la tendenza delle Regioni, già riscontrata negli scorsi anni, a concentrare le richieste di pagamento verso i mesi finali dell’anno, quando sono più chiari gli spazi di manovra consentiti dal Patto di stabilità interno.

  11. IL PIANO DI AZIONE E COESIONE A tal fine è stato predisposto il Piano di Azione e Coesione per la riprogrammazione e accelerazione della spesa di Fondi Strutturali Europei. Si tratta della riprogrammazione la revisione dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali Europei, concentrando le risorse, in coerenza con le raccomandazioni del Consiglio Europeo al Piano Nazionale di Riforma, e sui nuovi obiettivi della programmazione 2014-2020. Per il momento la riprogrammazione fatta con il Piano di Azione e coesione avviene su: istruzione; occupazione; agenda digitale; reti ferroviarie. Pertanto nulla vieta che nell’ambito della riprogrammazione vengano previste azioni anche su altri obiettivi. Per quanto riguarda la riprogrammazione si tratta di modificare gli interventi previsti nei vari assi dei POR a favore dei suddetti temi, oppure nel caso dell’istruzione di riprogrammare le risorse dei POR a favore del PON Istruzione.

  12. RISORSE PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO DI AZIONE E COESIONEIN MILIONI DI EURO

  13. ISTRUZIONE Specificatamente per quanto riguarda l’istruzione si tratta di riprogrammare, entro il 31 Gennaio 2012, le risorse dei POR delle Regioni in Convergenza (Campania, Sicilia, Puglia e Calabria), per un totale di 974 milioni di euro (663 milioni di FESR e 311 milioni di FSE), in favore del PON Istruzione, rispettando il vincolo della territorialità. I finanziamenti sono destinati alla riqualificazione e all’efficientamento degli edifici scolastici; acquisto attrezzature tecnologiche; potenziamento laboratori; competenze degli studenti; dispersione scolastica.

  14. Le azioni da mettere in campo sono: • sviluppare azioni di raccordo scuola-lavoro, con l’obiettivo di permettere agli studenti di realizzare esperienze in azienda; • realizzare periodi di residenza e studio in scuole all’estero; • realizzare azioni educative in aree a forte esclusione sociale, ad iniziare dalla scuola dell’infanzia; • acquisto di attrezzature didattiche e digitali; • opere di ristrutturazione e riqualificazione degli edifici scolastici; • innalzare le conoscenze e competenze di base; • iniziative costanti di orientamento e bilancio delle competenze nell’ordinaria attività scolastica.

  15. RIPROGRAMMAZIONE ISTRUZIONE: LA TABELLA.

  16. AGENDA DIGITALE • Per quanto riguarda l’agendadigitale si tratta di riprogrammare i POR nell’ambito dei progetti strategici nazionali in sinergia con le operazioni già in atto nelle diverse Regioni. • Si tratta di una riprogrammazione di 410 milioni di euro per: • piano nazionale Banda Larga (internet da 2 mpbs per tutti entro il 2013; • realizzazione di data center per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione

  17. Per la Calabria a tali finanziamenti si aggiungono 1 milione di euro del FEASR; mentre la Campania, pur aderendo al Piano “Agenda Digitale Italiana”, sono in corso le valutazioni congiunte con il Ministero dello sviluppo economico che porteranno alla determinazione delle risorse da destinare a questi interventi. La Puglia attiverà gli interventi di “banda larga” con l’azzeramento del “digital divide”, mentre per la banda ultralarga e il data center la quantificazione delle risorse a carico del POR FESR, sarà subordinata a verifiche quadrimestrali con il DPS.

  18. AGENDA DIGITALE: LA TABELLA

  19. CREDITO IMPOSTA OCCUPAZIONE Promuovere nuova occupazione attraverso il finanziamento, a valere sui POR regionali, del credito di imposta occupazione, (art. 2 della L.106/2011), così come concordato in via definitiva con la Commissione europea (DG EMPL). Si tratta di un credito di imposta automatico per le imprese, che assumono ed incrementano la base occupazionale, attraverso l’assunzione di lavoratori e lavoratrici che rientrano nelle cosiddette fasce “svantaggiate” o “molto svantaggiate”. Le stime indicano una “capienza” per 8.300 nuove assunzioni di lavoratori svantaggiati e di 3.100 molto svantaggiati. L’incentivo ammonta al 50% del costo del lavoro per un anno, per quanto riguarda le fasce “svantaggiate e per 24 mesi per le fasce molto “svantaggiate”.

  20. Vengono definiti “lavoratori o lavoratrici svantaggiati”: chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; chi non possiede un diploma di scuola media superiore o professionale; lavoratori over 50; adulti che vivono soli con una o più persone a carico; lavoratori occupati in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25 % la disparità media uomo-donna in tutti i settori economici; membri di una minoranza nazionale all'interno di uno Stato membro; Sono definiti “lavoratori o lavoratrici molto svantaggiati”: disoccupato di lunga durata (24 mesi); lavoratori disabili.

  21. CREDITO IMPOSTA OCCUPAZIONE: LA TABELLA

  22. INFRASTRUTTURE Per il potenziamento delle infrastrutture e per le reti ferroviarie del Sud, si tratta di riprogrammare le risorse sulle infrastrutture ferroviarie in modo di realizzare 290 Km di nuova rete ferroviaria (per la Sardegna sono previste opere stradali). In questo caso gli interventi saranno finanziati procedendo alla riduzione del cofinanziamento nazionale, con una modifica dei POR che sarà avviata nel mese di Gennaio. Per il potenziamento della rete ferroviaria, si lavorerà in una prospettiva di più lungo periodo, garantendo al tempo stesso certezze finanziarie agli interventi sulla rete ferroviaria meridionale che, per la lunghezza dei tempi di attuazione, non potranno essere completati entro il 2015.

  23. La quantificazione di tale riduzione sarà effettuata una volta individuati gli interventi ferroviari definiti come prioritari e quantificato il relativo fabbisogno, sulla base di una istruttoria da completare entro il 15 dicembre 2011. Le risorse provenienti dalla riduzione del cofinanziamento restano nella disponibilità del “Fondo Nazionale di Rotazione per il cofinanziamento dei fondi europei”, per essere destinati, con vincolo territoriale ad interventi in attuazione del Piano di Azione e Coesione.

  24. INFRASTRUTTURE: LE TABELLE DEI PROGETTI: CAMPANIA ASSE FERROVIARIO AV/AC NAPOLI-BARI-LECCE TARANTO

  25. INFRASTRUTTURE: LE TABELLE DEI PROGETTI: PUGLIA ASSE FERROVIARIO AV/AC NAPOLI-BARI-LECCE TARANTO (KM 45) E ASSE BOLOGNA-BARI-LECCE-TARANTO (KM 8)

  26. INFRASTRUTTURE: LE TABELLE DEI PROGETTI: SICILIA LINEA CATANIA-PALERMO E NODI, SISTEMI URBANI E METROPOLITANI

  27. ASSI INFRASTRUTTURALI E PRINCIPALI INTERVENTI FINANZIATI: LE RISORSE REGIONE CALABRIA

  28. ASSI INFRASTRUTTURALI E PRINCIPALI INTERVENTI FINANZIATI: LE RISORSE REGIONE CAMPANIA

  29. ASSI INFRASTRUTTURALI E PRINCIPALI INTERVENTI FINANZIATI: LE RISORSE REGIONE PUGLIA

  30. ASSI INFRASTRUTTURALI E PRINCIPALI INTERVENTI FINANZIATI: LE RISORSE REGIONE SARDEGNA

  31. ASSI INFRASTRUTTURALI E PRINCIPALI INTERVENTI FINANZIATI: LE RISORSE REGIONE SICILIA

  32. LA MANOVRA “SALVA ITALIA” E I FONDI STRUTTURALI 2007-2013 Al fine di accelerare la spesa dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali Europei per il triennio 2012-2014, la parte delle risorse per il cofinanziamento nazionale, nel limite di 1 miliardo per ciascun anno, non si calcola ai fini dei parametri del Patto di Stabilità interno. A tal fine è istituito il “Fondo di compensazione per gli interventi volti a favorire lo sviluppo” ripartito tra le singole Regioni sulla base della chiave di riparto dei fondi strutturali 2007-2013, tra Programmi Operativi Regionali, così come stabilita dal Quadro Strategico Nazionale 2007-2013. Per le Regioni ricomprese nell’Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) e nel regime di phasing in (Basilicata), Competitività, tale esclusione è subordinata all’Accordo sull’attuazione del “Piano di Azione Coesione”.

  33. LA MANOVRA “SALVA ITALIA” E I GIOVANI E LE DONNE Dal 2012 per le lavoratrici donne e per gli under 35, con contratto a tempo indeterminato, le deduzioni dalla base imponibile IRAP sono aumentate da 5 mila euro a 10.660 euro, mentre tali deduzioni per le Regioni del Mezzogiorno sono aumentate da 10 mila euro a 15.200.

  34. LE RIFLESSIONI DELLA UIL SUL PIANO DI AZIONE E COESIONE E SULLA MANOVRA “SALVA ITALIA” Per quanto riguarda il Decreto “salva Italia”, è senz’altro positiva l’esclusione dal patto di stabilità per 1 miliardo l’anno, della parte di cofinanziamento nazionale e va nella direzione da tre anni sostenuta dalla UIL. Sarebbe, però, importante che tale esclusione, a livello nazionale riguardi anche i Bilanci di Comuni e Province, che spesso sono gli “Enti appaltanti” della Regione per la spesa dei Fondi Europei. In alternativa sarebbe importante, che le Regioni nella loro “regionalizzazione del patto di stabilità” diano priorità a tali risorse che sono le uniche veramente spendibili nei prossimi anni. Ciò darebbe certezze per i prossimi tre anni ai bilanci delle Autonomie Locali e potrebbe generare una spesa ulteriore di oltre 2 miliardi di euro l’anno. Sempre nel Decreto “salva Italia” va nella giusta direzione di far aumentare il costo del lavoro “instabile”, la norma, che innalza l’esenzione del cosiddetto “cuneo fiscale” per giovani under 35 e donne.

  35. In generale si tratta di un Piano (che riprende la delibera CIPE del gennaio 2011 e in larga parte il Piano Eurosud, in cui è prevista, da una parte una rimodulazione dei POR e dall’altra un accentramento delle risorse. Ciò serve tra “tecnicismi vari”, compreso un tiraggio maggiore dei Grandi Progetti, che hanno una regola diversa per la regola “N più 2” (regola dei disimpegni), ad evitare di perdere risorse a fine anno. Ovviamente tale rimodulazione generale vale a partire dal 2012. Le considerazioni che si possono fare sono tante, la prima, per la UIL, è che, in questo modo si certifica, ancora una volta, la scarsa efficienza di tutta la pubblica amministrazione (centrale e periferica) di programmare e di spendere bene le risorse. Una cosa è certa se avessero fatto questo tale operazione quando lo abbiamo sollecitato noi da almeno due anni, probabilmente anche la destinazione delle risorse sarebbe stata diversa e più selettiva.

  36. In ogni caso ormai, pur di non perdere le risorse può andar bene tutto, per cui occorre superare gli “egoismi” delle pubbliche amministrazioni e incamminarsi su una strada che da una parte serve per “spendere” e dall’altra eviti “lo spendere tanto per spendere”. A questo proposito va bene la filosofia di fondo del Piano, ma come UIL riteniamo che, partire dal prossimo anno, necessiti un vero approfondimento sulla quantità e qualità della spesa sia delle risorse ordinarie, sia delle risorse aggiuntive, per capire se tale rimodulazione mantenga la finalità “addizionale” della programmazione dei fondi europei e, soprattutto, per capire quanto e come si spende nel Mezzogiorno. Perché capire “quanto , come e dove” si spendono le risorse non è indifferente per le politiche di sviluppo del Mezzogiorno, anche in previsione dell’attuazione del federalismo fiscale (perequazione e rimozione degli squilibri territoriali), soprattutto, per quanto riguarda i futuri “contratti istituzionali di sviluppo”.

  37. Nel merito, sul Piano di Azione e Coesione è positiva la riprogrammazione verso il piano “agenda digitale”, che tra l’altro anticipa anche gli obiettivi di Europa 2020, altrettanto la concentrazione delle risorse sul piano infrastrutture, anche se occorre chiarire bene il piano “ferrovie”, sia per quanto riguarda le modalità di finanziamento delle opere (rimodulazione del cofinanziamento), sia per le modalità operative, sia per i tempi (certezza che si finanzino lotti già cantierabili). Sul versante “Istruzione”, in linea generale gli interventi sembrerebbero positivi, anche se permangono tutte le perplessità della UIL, che si tratti di interventi a “pioggia”, e, soprattutto, di finanziare attività e progetti che non hanno nulla di addizionale, ma che servono per far fronte ai tagli del bilancio ordinario della scuola. Perché, a nostro avviso, si tratta della stessa operazione fatta a Settembre scorso con la rimodulazione dei “Piano Nazionale della Ricerca”, dove è previsto di dirottare al Centro Nord tutte le risorse ordinarie del Bilancio del Ministero e al Sud far fronte a Ricerca ed Università con le risorse dei fondi comunitari.

  38. Assume importanza, in questo caso, a maggior ragione, la richiesta di verifica della spesa ordinaria e aggiuntiva. Inoltre è positivo, che finalmente sia reso operativo il credito di imposta occupazione, ma anche da questo punto di vista c’è la perplessità dell’esiguo importo del suo finanziamento. Perché i 142 milioni di euro messi a disposizione, coprono appena 11 mila nuovi posti di lavoro. Ed allora le cose sono due: o le risorse stanziate sono insufficienti ed allora andrebbero aumentate, oppure che le previsioni sono di poche nuove assunzioni, ed allora la situazione sarebbe di vero “allarme rosso”. Andrebbe chiarito, a tale proposito, se lo stanziamento riguardi soltanto il 2012, o se è una prima tranche annuale, per poi essere rifinanziato per i prossimi anni con le stesse modalità.

  39. Sempre sul versante del credito occupazione il Governo dovrebbe richiedere un confronto in sede europea per l’estensione del periodo e l’allargamento della platea dei beneficiari. Inoltre nel Piano non si fa nessun accenno circa l’ipotesi di destinare risorse del FSE al riforma dell’apprendistato e al contratto di inserimento. Sarebbe opportuno, da questo punto l’apertura di un tavolo, tra l’altro previsto dall’accordo sull’apprendistato, sulle risorse da destinare alla formazione, sia per l’apprendistato che per i contratti di inserimento, utilizzando in tal senso le risorse del FSE. A nostro parere, inoltre, il Piano, se si esclude la lotta alla dispersione scolastica e l’agenda digitale, è abbastanza carente circa il finanziamento delle cosiddette infrastrutture immateriali. Sarebbe opportuno rimodulare i programmi sugli “Obiettivi di Servizio” (acqua, rifiuti, assistenza domiciliare integrata, asili nido), concentrando su di essi una parte delle risorse.

  40. Infine rimane irrisolto il problema del FAS o “Fondo di Coesione” come si chiama dopo il decreto del federalismo fiscale sulla rimozione degli squilibri territoriali. E’ vero che nel “salva Italia” è stato salvato il FAS regionale, mentre ancora è in atto il monitoraggio delle risorse rimanenti del FAS nazionale, ma sarebbe importante che già a partire dal 2012 le Regioni possano contare sulla certezza dei finanziamenti di tale fondo in modo tale che da questa data si possano prendere impegni vincolanti di spesa.

  41. LE POLITICHE DI COESIONE 2014-2020 • Le politiche di coesione 2014-2020, che per il prossimo ciclo di programmazione possono contare su una disponibilità economica di 336 miliardi di euro, in linea con EU 2020, dovranno seguire una politica di investimento basata su: • attenzione ai risultati • concentrazione tematica • incentivi e condizionamenti.

  42. 68,7 miliardi di euro sono destinati al Fondo di Coesione; 162,6 miliardi di euro alle Regioni in ritardo di sviluppo (Convergenza); 38,9 miliardi di euro alle Regioni in transizione; 53,1 miliardi di euro alle Regioni a maggiore sviluppo (competitività ed occupazione); 11,7 miliardi di euro alla Cooperazione Territoriale; 0,9 miliardi di euro alle Regioni ultraperiferiche e le zone scarsamente popolate. Viene previsto un nuovo fondo chiamato "Collegamento Fondo Europa" (CEF), con una dotazione di 50 miliardi euro, che ha per scopo quello di accelerare lo sviluppo di infrastrutture prioritarie, di mobilità, energia e le tecnologie dell’informazione. Il tasso di cofinanziamento prevede: 75-85% nelle Regioni a ritardo di sviluppo e ultraperiferiche; 60% nelle Regioni in transizione; 50% nelle regioni più sviluppate.

  43. I FONDI PER LE POLITICHE DI COESIONE 2014 2020 • I principi cardini della futura politica di coesione sono 4: • Aumentare il valore aggiunto dell’UE e rafforzare la Governance; • Introdurre la nuova dimensione della “coesione territoriale”; • Razionalizzare l’attuazione sulla base delle lezioni del passato; • Architettura della politica di coesione.

  44. VALORE AGGIUNTO DELL’UE E GOVERNANCE • E' previsto un unico Quadro Strategico (QSC) per tutti i Fondi (FESR, FSE, FEG, FEASR, FEP) che tradurrà gli obiettivi UE2020 in priorità di investimento. Il documento sostituirà gli Orientamenti Strategici della presente programmazione e sarà adottato dalla Commissione. • Sarà adottato un Contratto di partnership sullo sviluppo e gli investimenti che, basandosi sul Quadro Strategico Comune, stabilirà le priorità di investimento, l'allocazione delle risorse nazionali e dell'Unione europea tra i settori e i programmi prioritari, le condizioni concordate e gli obiettivi da raggiungere. Il contratto sarà il risultato delle discussioni tra gli Stati membri, le Regioni e la Commissione sulla strategia di sviluppo presentata nei Programmi nazionali di riforma.

  45. Verranno definiti i Programmi Operativi che costituiranno lo strumento di gestione e tradurranno i documenti strategici in concrete priorità d'investimento corredate di obiettivi chiari e misurabili. • Si introdurranno maggiori incentivi e condizioni necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati (ad es. processo di snellimento della burocrazia). • Migliorerà il funzionamento degli strumenti di valutazione della performance dei risultati per verificare l’andamento dei programmi. • Si promuoverà un maggiore ricorso a strumenti di ingegneria finanziaria messi a punto dalla CE insieme alla Banca Europea per gli investimenti (BEI), e Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa CEB .

  46. COESIONE TERRITORIALE • Viene introdotta la nuova dimensione della “coesione territoriale” che darà particolare risalto al ruolo delle città, alle aree geografiche funzionali ed a quelle che affrontano specifici problemi geografici o demografici e infine alle strategie macroregionali, ciò verrà attuato attraverso: • Rafforzamento della cooperazione territoriale tra regioni all’interno di uno stesso Paese; • Pianificazione di azioni ad hoc in aree con caratteristiche specifiche (ad es. montagna e aree ultraperiferiche, le cui caratteristiche geografiche o demografiche potrebbero aumentarne i problemi dello sviluppo).

  47. L’ATTUAZIONE SULLA BASE DELLE LEZIONI DEL PASSATO • Le intenzioni sono una semplificazione delle procedure amministrative attraverso: • la riduzione dei carichi amministrativi e semplificazione della gestione; • una maggiore responsabilizzazione delle istanze nazionali (ad es. previsione di una dichiarazione annuale rilasciata dalle AdG in luogo del processo di certificazione delle spese).

  48. ARCHITETTURA DELLA POLITICA DI COESIONE • La politica di coesione continuerà per tutte le Regioni d’Europa con tre distinti obiettivi o zone: • Regioni meno sviluppate, ovvero con un PIL pro capite minore del 75% della media UE); • Regioni più sviluppate, ovvero con un PIL maggiore del 90% della media UE); • Regioni in transizione o terza area, ovvero con un IL pro capite compreso tra il 75% ed il 90% della media UE, con modalità semplificate rispetto all’attuale phasing in e phasing out.

  49. PROPOSTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA DI REGOLAMENTI PER LA POLITICA DI COESIONE 2014-2020 La Commissione Europea ha approvato il 6 ottobre 2011 un pacchetto legislativo relativo alla politica di coesione per il periodo 2014-2020. Il pacchetto comprende: una regolamentazione di portata globale che istituisce una serie di norme comuni per gestire il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP). In questo modo sarà possibile ottenere la migliore combinazione di fondi per incrementare l’impatto dell’azione dell’UE.

  50. Tre regolamenti specifici per il FESR, il FSE e il Fondo di coesione. Due regolamenti concernenti l’obiettivo cooperazione territoriale europea e il gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT). Due regolamenti sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) e sul Programma per il cambiamento sociale e l’innovazione. Una comunicazione sul Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE).

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