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Realizzato dagli alunni di 3 A -B Erica 2 D Relazioni internazionali

PROGETTO COMENIUS MULTILATERALE –EPEITE Ecole - Patrimoine - Esprit Initiative Touristique - Europe.

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Presentation Transcript


  1. PROGETTO COMENIUS MULTILATERALE –EPEITE Ecole - Patrimoine - Esprit Initiative Touristique - Europe «Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione Europea. L’autore è il solo responsabile di questa pubblicazione comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle informazioni in esso contenute». Realizzato dagli alunni di 3 A -B Erica 2 D Relazioni internazionali Docente referente: Prof.ssa Franca Miserocchi ITSC « A. LOPERFIDO » Matera, 20 MAGGIO 2012 Gheorghe Zampir: Memory

  2. TERZO VIAGGIO VIRTUALE ROMANIA LA BUCOVINA

  3. Situazione Storico-geografica: LA BUCOVINA Lo stemma della Romania, adottato dal Parlamento rumeno il 10 settembre 1992, mostra come elemento centrale un'aquila, simbolo della latinità, che tiene una croce nel becco, le radici cristiane, oltre ad una mazza ed una spada tra gli artigli. Il fondo blu rappresenta il cielo. Lo scudo che sovrasta l'aquila è diviso in cinque campi, uno per ciascuna provincia storica della Romania con il suo simbolo tradizionale: un'aquila dorata: la Valacchia, un uro: la Moldavia, delfini: la Dobrugia, un turul sette castelli un sole e una luna: la Transilvania, un leone e un ponte: Oltenia e Banato. Osservando lo stemma della Romania si capisce il paese e le sua storia: fierezza, determinazione, coraggio. Visitare le terre di BUCOVINA è visitare la regione più tradizionale e legata alla storia più antica.

  4. LA BUCOVINA La BUCOVINA, il cui nome, appare solo alla fine del 1700, designa uno degli angoli più remoti della Romania. Provincia del nord-est, stretta fra Moldavia e Ucraina, designata come una “terra di foreste di faggi”, è sicuramente una delle regioni più verdi di questo lembo d'Europa in cui ampie vallate propongono generosi pascoli solcati da ricchi corsi d’acqua che fanno concorrenza ai meravigliosi e più famosi paesaggi “svizzeri”. Ma è per il folclore, per l’arte e l’architettura che la Bucovina merita una visita. Un folclore derivante dalle tradizioni di genti insediatesi nei secoli e dalle culture di potenze straniere che hanno occupato a lungo questo crocevia dell’est Europa frequentato, oltre che dai rumeni, da ungheresi, cèchi, polacchi e ucraini, e amministrato anche dall’impero d’Austria. Arte e architettura, attrazioni culturali racchiuse in esclusiva dai suoi meravigliosi monasteri dipinti con una particolarità: le raffigurazioni si trovano anche sulle pareti esterne. In questa oasi di pace, sui monti, si possono ammirare, come in nessun'altra parte del mondo, edifici religiosi di una ricchezza pittorica straordinaria che sono sotto la protezione dell'Unesco come patrimonio dell'umanità.

  5. Sono circa una dozzina i monasteri costruiti tra il XV e il XVI secolo, in gran parte per volere di • Stefano il Grande di Moldavia (1457-1504) a ricordo di battaglie vinte e di gloriose imprese.Una • collezione davvero ricca, ammirabile in toto solo da chi non ha problemi di tempo e, in ogni caso, • almeno tre monasteri vanno visitati: • Il monastero di Sucevita, ricco di elementi gotici e bizantini e difeso da una massiccia cinta di mura che lo circonda • Il monastero di Voronet, per la bellezza dei dipinti, tra cui un blu assolutamente unico, “la Cappella Sistina dell’oriente” • Il Monastero di Moldovita raffigura sia pitture interne che esterne come "l'Assedio di Costantinopoli", "La preghiera della Santa vergine" o "L'Albero di Jesse" e come nota dominante di colore ha il giallo. • I monasteri e le chiese furono edificate inizialmente in molti casi come luoghi di sepoltura per • famiglie nobili e solo in seguito vennero dipinte. Gli artisti, nessuno dei quali passato alla storia, • cominciarono a rappresentare su commissione scene bibliche e le vite di Maria e Gesù Cristo. • Inizialmente alle raffigurazioni vennero dedicate le pareti interne delle chiese, successivamente si • decise di dipingerne anche l'esterno, fino a fare divenire tale pratica una vera tradizione locale.

  6. Questa duplice rappresentazione assolveva un duplice compito: contribuiva a diffondere il culto ortodosso e forniva la necessaria educazione religiosa, alla popolazione locale rappresentata da contadini. Le scene si ripetono seguendo uno schema canonico anche in monasteri distanti chilometri, ma ognuno ha sviluppato una peculiarità nel colore. Gli esperti parlano così di bludi Voronet, di verde e rosso di Sucevita, digiallodi Moldovita e di rosso di Humor.

  7. Iniziamo dunque il nostro viaggio dal Monastero Voronet, una delle più belle chiese ortodosse d’Europa, e detta “la Cappella Sistina d’Oriente” in quanto i suoi affreschi rappresentano uno dei vertici dell’arte europea. L'attuale chiesa in pietra risale al 1488. Ha sostituito una precedente in legno di incerta datazione, e fu fatta costruire da Stefano il Grande in segno di ringraziamento dopo una vittoria sui turchi. La chiesa, dedicata a San Giorgio, è veramente splendida, sintesi originale di elementi bizantini, gotici ed altri rigorosamente autoctoni. L’interno è solennemente affrescato e il colore azzurro risalta dovunque, ma è l’esterno che stordisce con la sua ricchezza cromatica, quel famoso “azzurro” di Voronet, famoso nel lessico artistico al pari del “rosso” Tiziano o del “verde” Veronese. I temi sacri, consueti, costituiscono una vera e propria catechesi di facile comprensione per il popolo e, il “Giudizio universale”, rappresentato negli affreschi esterni di tutte le chiese della Bucovina, raggiunge qui, il massimo della bellezza rappresentativa .

  8. E’ grandioso, occupa l’intera facciata occidentale, ricchissimo di personaggi e di significato. Si resta incantati, ammutoliti dinanzi a questo splendore e si può immaginare la fatica di questi artisti nell’ottenere i colori, il giallo dallo zolfo, l’azzurro dal lapislazzulo, il rosso dal fusto della robbia, l’alchimia necessaria per ricavare le sfumature la precisione e la rapidità nel tratteggiare “a fresco” tutte le scene, senza possibilità di ripensamenti… La bellezza dei colori, la precisione della tecnica aiutano a penetrare il mistero escatologico che qui, secoli fa, umili decoratori hanno saputo esemplificare E non si può che rimanere abbagliati da tanta magnificenza.

  9. Continuando il nostro viaggio fra boschi e campi coltivati, si giunge in una graziosa vallata verde dove sorge il monastero di Sucevita: impossibile non farsi cogliere da un’emozione indescrivibile... una miriade di personaggi e di situazioni, episodi biblici e storie di santi, un colpo d’occhio fantastico, tutte le pareti “parlano”, raccontano di una fede radicata, del bisogno di trascendenza che ogni uomo avverte in qualsiasi latitudine e longitudine...i segni sono chiari, ben tracciati, i colori ancora vividi, nonostante le inevitabili intemperie di quasi cinque secoli.

  10. Il Monastero di Sucevita è considerato “il testamento dell’arte moldava”: ed è anche il più grande dei monasteri dipinti della Bucovina, cinto da poderose mura con torri Di guardia ai quattro angoli. Tra gli splendidi affreschi della chiesa, tutti molto ben conservati, primeggia quello con la rappresentazione della Scala delle Virtù in cui virtuosi sono sorretti dagli angeli, mentre i dannati precipitano fra le braccia di un diavolo che se la ride in una simbolica lotta fra il bene ed il male e sulla parete sud compare l'Albero della Vita. Al turista stupito da tanta bellezza cromatica e raffigurativa non resta che far vagare gli occhi da un disegno all’altro, scoprire particolari, sostare sulla raffigurazione Inno acatisto dedicato alla Vergine.

  11. Più in basso, ecco l’Assedio di Costantinopoli e il corteo dei profetiche sembra di vedere sfilare davanti ai nostri occhi tanta è la maestria con cui sono stati raffigurati anche facendo vari giri completi attorno alla chiesa dedicata alla Risurrezione ogni volta si scorgono immagini, messaggi, sollecitazioni che erano sfuggite alla prima vista. Il carattere narrativo dei dipinti, con scene tratte dalla vita moldava del ‘500, viene esaltato dai colori, rosso porpora e blu contro il verde smeraldo del fondo.

  12. Il monastero di Sucevita è il luogo di sepoltura della famiglia di Movila. Il museo del monastero è di grande valore ed espone tra l'altro, alcuni ricami realizzati con fili d'oro e d'argento, fili di seta e perle che risalgono al quindicesimo o sedicesimo secolo. I più importanti sono i ritratti di Ieremia e di Simion Movila e un epitaffio ricamato con perle. Il monastero di Sucevita è uno dei cinque monasteri che hanno ricevuto il premio Golden Apple dall'Associazione Giornalisti Internazionali per l'alto valore storico.

  13. Il Monastero di Moldovita Il monastero di Moldovita è stato costruito fra 1402 e il 1410 da Alexander il Buono. Crollato a causa di uno smottamento all'inizio del sedicesimo secolo il monastero è stato ricostruito nel 1532 dal reggente Petru Rares che lo ha fatto circondare con torrette e forti mura di protezione. L'attuale chiesa del monastero ricostruita nel 1532 è stata dedicata all’Annunciazione e presenta, all'esterno due absidi. Un particolare che la rende singolare ed unica consiste nel fatto che negli affreschi accanto ai santi sono rappresentati personaggi della cultura classica come Pitagora e Sofocle e, inoltre, gli affreschi sono caratterizzati da una tonalità dominante dal rosso al giallo-ocra...

  14. Il monastero di Moldovita, così come quello di Sucevita ospita un museo importante in cui fa bella mostra “Il Golden Apple”, un premio consegnato dall'Associazione Internazionale dei Giornalisti a tutti e cinque i monasteri moldavi come riconoscimento per il valore artistico e culturale degli affreschi sulle pareti esterne.Non dimentichiamoci, inoltre di visitare anche il museo, allestito nella Clisarnita, la residenza voivodale costruita nel 1612, che racchiude il trono scolpito del voivoda e preziosi manoscritti. Nelle vicinanze potremo infine visitare l'atelier di ceramica nera di Marginea. I ritrovamenti archeologici di ceramica risalgono, già, all’età del Bronzo. Oggi le ceramiche di Marginea sono riprodotte artigianalmente in un laboratorio locale. La posizione geografica di Marginea, circondata da foreste, attraversata dal fiume Sucevita e la sua terra d'argilla sono le principali condizioni per la creazione artistica di questo prodotto. Argilla. acqua e fuoco concorrono a creare un prodotto magico ed unico che è riuscito a sopravvivere nonostante i problemi politici che ha incontrato. Infatti prima del regime comunista a Marginea vi erano circa 60 famiglie che lavoravano l’argilla.

  15. Ma durante il regime comunista il possesso di un tornio era considerato un reato, pertanto molti vasai hanno rinunciato a questa arte o hanno continuato a lavorare in segreto. Solo più tardi, i comunisti hanno cercato di rinnovare questa tradizione. Avendo distrutto i torni per la creazione di questi prodotti non è stato facile riprendere questa tradizione risalente all’Epoca dei Daci che utilizzavano i vasi per la conservazione del cibo. Le tecniche di decorazione sono tradizionali e le forme sono molteplici: la pentola alta, il piatto con due manici, ciotole di varie dimensioni etc .. Tuttavia gli artigiani, non riuscendo a trarre profitti utili da questa attività, stanno scomparendo. E per terminare il nostro tuffo nel passato perché non visitare una casa rumena dove si potrà ammirare all'interno una casa tipica della Bucovina che conserva ancora oggi usanze e tradizioni di un tempo.

  16. Come arrivare Per avere la possibilità di girare tutti i maggiori monasteri un'idea è quella di aggregarsi a un tour guidato che parta dai centri principali, come Suceava o Gura Humorului. Il trasporto pubblico infatti non consente di raggiungere tutti i siti. Noi vi consigliamo una soluzione ancora migliore: organizzare un percorso in proprio noleggiando un'auto, così da poter visitare anche i villaggi più lontani dai percorsi tradizionali della regione. In questo caso si può arrivare direttamente a Bucarest, in aereo, (dall'Italia voli Alitalia, Tarom, Windjet, Blue Air, Wizz air, Meridiana fly, easy jet, On Air) o a Cluj (Wizz air, Blue air) e da qui spostarsi in auto verso nord. Una comoda alternativa, che prevede, però, uno scalo a Timisoara, la offre Carpatair con voli diretti a Suceava. Dove dormire Sicuramente Loger «chez l’habitant» est une expérience enrichissante qui permet de vivre au plus près des Roumains de partager la table, d’aller ensemble aux champignons….Viorica et ses filles parlent très bien le français ce qui facilite les échangeImmancabile una notte in fattoria. Molte case colonica offrono poche stanze, ma tutte arredate nello stile tipico della regione,tutte rinnovate, adattate ad accogliere ospiti e si può anche optare per partecipare ai lavori agricoli assaporando così la vera vita tradizionale delle popolazioni locali. .

  17. SUCEAVA È uno degli angoli più remoti della Romania;si trova nel nordest del Paese, stretto fra Ucraina e Moldavia di cui è stata la capitale dal 1388 fino al 1565. E’ un ottimo punto di partenza per visitare le numerose attrazioni storiche, culturali, naturali e i vari monasteri dipinti di tutta la regione. Inoltre offre ai suoi visitatori varie attrazioni, tra cui, chiese, monasteri, sinagoghe, edifici storici e possiede anche una a corte principesca medievale. Le attrattive per rendere piacevole una visita della seducente cittadina romena non mancano. Possiamo citare la chiesa della Santa Croce, quella di San Simone e la chiesa di San Giorgio sito patrimonio mondiale dell'UNESCO.La chiesa di San Giorgio ospita le reliquie di San Giovanni Nou, portate in Moldavia da Alexandrucel Bun nel 1415. Le reliquie sono poste in una teca d'argento, riccamente decorata con scene della vita del santo. Gli affreschi eccezionali esterni della chiesa, che illustrano scene del Vecchio e Nuovo Testamento, sono stati completati nel 1534 durante il regno di Petru Rares, un tempo glorioso per l'era dei murales religiosi.

  18. DA VISITARE: Piata 22 Decembrie (Piazza 22 Dicembre) Rappresenta il centro della città, su questa piazza si affacciano interessanti palazzi, come quello della "Casa della cultura". LA CORTE PRINCIPESCA E’ stata creata alla fine del 14 ° secolo e la fortezza fu poi ampliata e rafforzata da per tenere a bada gli invasori turchi ottomani. Stefano il Grande ha fatto aggiungere il fossato, le molto alte mura difensive e le torri difensive che le hanno permesso di resistere fino al 1675 quando fu fatta saltare in aria dai turchi. Oggi, i visitatori possono visitare i resti delle imponenti fortificazioni e ammirare una splendida vista sulla città. Il museo del villaggio della Bucovina (Muzeul Satului Bucovinean) si trova nelle immediate vicinanze della corte reale; questo museo a cielo aperto è una collezione di 80 edifici che rappresentano la storia e la progettazione dell'architettura rurale della Bucovina, tra cui una chiesetta del 18° secolo proveniente da Vama e un mulino tipico di Gura Humorului.

  19. E’ dedicato alla conoscenza dei boschi, della foresta, all'etnografia, alla storia e l'arte popolare della regione. E’ possibile visitare, nelle immediate vicinanze della cittadina l'insolito museo del cucchiaio di legno, nonché il museo dell'intaglio sul legno. IL MUSEO ETNOGRAFICO DELLA BUCOVINA, ospita una collezione completa di costumi popolari e tradizionali, ha sede nella locanda dei regnanti (Hanul Domnesc) è uno dei più antichi edifici di Suceava, l'edificio risale alla fine del XVI secolo, con muri di pietra spessa e soffitti a volta. La locanda è servita per lungo tempo come punto di incontro preferito per i nobili che tornavano dalla caccia nelle fitte foreste di Suceava, da questo deriva il suo nome. Il museo di storia della Bucovina mostra le armature medievali, monete, armi, strumenti e documenti antichi. La sala del trono è una ricostruzione del tribunale di Stefano il Grande con mobili, armi e costumi.

  20. IASI Città conosciuta come la “Roma” rumena per la bellezza e l’armonia dei suoi sette colli su cui è costruita, Iaşi è il principale centro della Moldavia, con più di 300.000 abitanti.Tutto il distretto ha dato vita a molte attività educative, scientifiche e culturali tanto che questo territorio è denominato il museo della Romania dove si trova anche la più antica università del paese: questa tradizione continua in quanto in città sono presenti 5 università pubbliche, 3 private, che accolgono in tutto il polo universitario circa 60.000 studenti. Ci sono più di 50 chiese e i centri culturali Britannico, Francese, Tedesco, Greco, Latino, Americano e Caraibico. La vita culturale ruota attorno al Teatro Nazionale, (il più antico della Romania), il Teatro dell'Opera, la Filarmonica di Stato, l'Ateneo Tătăraşi, il Giardino Botanico Garden (il più antico ed il più grande della Romania), la Biblioteca Centrale Universitaria (la più antica della Romania). Teatro dell’opera

  21. MUSEI E LUOGHI DI INTERESSE I numerosi musei di Iaşi sono spesso ospitati in edifici dal punto di vista artistico e architettonico molto importanti come il neogotico fiammeggiante"Palazzo della Cultura" (simbolo vero e proprio della vitalità culturale della città) che accoglie quattro musei ed una biblioteca. Nel disegnare questo palazzo l'architetto, Ion Berindei, formatosi a Parigi, ha preso a modello il municipio della capitale francese. Simbolo della città, questo immenso edificio ospita oggi: il Museo di Storia, dove si ammirano le ceramiche dipinte della civiltà Cucuteni (3500-3000 a.C.); il Museo etnografico: questo museo riunisce una collezione di strumenti che raccontano i mestieri moldavi quali vita pastorale, fabbricazione di oggetti in ferro, pesca, settore tessile, vasellame; il Museo delle Tecniche che riunisce una collezione di apparecchi musicali; il Museo delle Arti, che presenta artisti romeni come Nicolae Grigorescu, Octav Bâncila, etc

  22. In piazza Eminescu, nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale, è stato costruito l'edificio della Fondazione Culturale Reale che oggi ospita la Biblioteca universitaria centrale che possiede circa 3 milioni di libri di cui alcuni molto rari, dedicata a Mihai Eminescu il più grande poeta romeno che in questa città ha vissuto per alcuni anni della sua vita. La cattedrale Trei Ierarhi, intitolata ai tre gerarchi della Chiesa (S. Basilio di Cesarea, S. Giovanni Crisostomo e S. Gregorio il Taumaturgo), esempio di edificio ortodosso venne fatta costruire nel 1635-39 dal principe Vasile Lupu ed è stata realizzata secondo il classico schema della tradizione moldava, con pianta a forma di trifoglio. La decorazione esterna è uno scenografico merletto di intagli nella pietra, frutto di una commistione di elementi di varia provenienza: L'interno è opera del francese André Lecomte de Noüy, che sul finire dell'Ottocento cancellò i dipinti, ricoprendo l'ambiente di decorazioni dorate, mixando motivi tradizionali con il liberty e l'eclettico. Sono qui conservate le tombe di tre grandi personaggi della storia moldava: Vasile Lupu, fondatore della chiesa, Dimitrie Cantemir, voivoda e uomo di lettere, e Alexandru Ioan Cuza, politico e protagonista della rivoluzione del 1848.

  23. DA VISITARE: Piata Unirii La Piazza dell'Unione, riservata al traffico pedonale, e la principale piazza della città, una passeggiata vi consentirà di ammirare l'estetica dell'edificio in cui è ospitato l'hotel Traian, risalente al 1882. Al centro della piazza si trova il monumento al principe Alexandru Ioan Cuza. Nella piazza si trovano inoltre il Muzeul Teatrului (Museo del Teatro) e a poca distanza da questo si può visitare il Muzeul de Istorie Naturala (Museo di storia naturale).. Statua Equestre di Stefano il Grande Stefano il Grande -Stefan Cel Mare- famoso comandante rumeno e intrepido difensore delle frontiere moldave domina, con la sua statua il centro della grande Piazza della Cultura. L’imponente Palazzo della Cultura impressiona per le sue dimensioni. Al suo interno si trova il Complexul national muzeal Moldova, costituito da quattro musei: di storia, di scienza e tecnica, di arte e quello di etnografia.

  24. GRADINA COPOU E' un giardino pubblico che è sito sulla omonima collina; qui si trova il giardino botanico della grandezza di circa 80 ettari fondato nel 1856, il più grande della Romania. Vi consigliamo di visitare due padiglioni: le serre con piante tropicali, cactus, orchidee e piante carnivore e il roseto, dove vengono presentate più di 800 specie di rose di tutto il mondo. E’ una collezione unica in Romania ed è riconosciuta dalla Federazione "The World Federation of Rose Societies”.Il visitatore, alla fine di questa escursione si sente appagato non solo per la diversità di forme colori e profumi ma anche per l’impressionante panorama delle varie specie qui coltivate. Situato nel mezzo del giardino Copou merita una visita il tiglio “Mihai Eminescu” pianta diventata il simbolo di Iasi. Un luogo di pellegrinaggio per i più romantici ……

  25. L'edificio, costruito nel periodo 1906-1925, è la creazione dell'architetto ID Berindei. Il palazzo si trova, in parte, sulle rovine di corte medievale le cui fondamenta sono state in parte utilizzate per Palazzo Reale, costruito nel 1812. La stanza più famosa è la Sala dei Principi del palazzo situata al piano superiore. Il nome deriva dal hall-galleria di ritratti di governanti e re di Moldavia. Il famoso palazzo possiede inoltre un orologio con carillon situato nella torre centrale dell'edificio Le otto campane della torre del palazzo riproducono in ogni momento della giornata gli accordi Hurriti Union e l'inno nazionale del 1859. Palazzo della Cultura

  26. La cucina nazionale rumena fa parte della tradizione balcanica ama le spezie e l'agrodolce. I prodotti della terra vengono cucinati in modo semplice e non si bada alla presentazione dei piatti che mantengono un aspetto piuttosto rustico e contadino come la deliziosa minestra di verdure chiamata CIORBĂ. I primi piatti più consumati in tutto il paese equivalgano alle nostre zuppe. Ma come si spiega che delle semplici carote e patate siano così gustose? Per saperlo, basta attraversare i paesaggi di Transilvania dove l'agricoltura è praticata manualmente e senza fertilizzanti chimici. una delle specialità popolari e piatto nazionale rumeno è la MĂMĂLIGA, un pasticcio di mais che assomiglia molto alla polenta e serve per accompagnare moltissimi piatti ma si mangia soprattutto con le cipolle dorate in padella, con le uova, il formaggio fresco. LA CUCINA

  27. CUCINA DELLA VALACCHIA Ogni regione della Romania vanta comunque specialità proprie. E la gastronomia della Valacchia ci riserva tante gustose sorprese. Infatti per ragioni storico - culturali, è nata da un’ottima combinazione tra i sapori romeni, tedeschi e ungheresi. La Valacchia è rinomata per i fagioli in umido, minestre di pollo, sgombri al forno, piatti a base di prugne, spezzatini, carne trita e per il saraili, una sfogliatella con noci e miele. Il musacá (carne di maiale trita e speziata con aglio e peperoncino), le salsicce sono il simbolo dell’Oltenia e gli antipasti, chiamati gustari, sono particolarmente gustosi, tra questi la Salata de vinete tocate (melanzane alla fiamma), altri piatti tradizionali sono la carpa ripiena di verdure, lo stinco affumicato con fagioli. Sarmale Musacá Mititei

  28. Da non perdere il lardo bollito in salamoia, le costole di maiale affumicate, il formaggio affumicato, le salsicce piccanti, i crauti “alla Cluj”, filetto di maiale al forno speziato e il gulas. Solitamente i pasti sono accompagnati dallaŢUICĂun triplo distillato di frutta servito come aperitivo per "aprire lo stomaco" per iniziare i pasti con il caratteristico brindisi,. Presenta particolari sapori, fruttati e vellutati, riscaldata su fiamma vivace e miscelata con zucchero e pepe nero in grani è una bevanda davvero insuperabile. PASCA E per i dessert una scelta vasta si impone: se si riesce ad arrivare a fine pasto e provare il desiderio di mangiare. Ricordatevi infatti che le porzioni che vi saranno servite saranno più che abbondanti …….. PAPANASI COZONAC

  29. Che dire poi dei vini!?? Buoni ed economici!!!! Il Paese possiede distese di vigneti dislocate nelle zone più disparate ed è tra i primi 10 produttori mondiali di vino, apprezzati dagli intenditori. Il clima favorevole e le condizioni ideali e miti di alcune zone rendono la Valacchia, produttrice di vini leggeri e secchi, bianchi e rossi,come il Sauvignon Blanc, il Feteasca Alba o Neagra, il Merlot o il Cabernet tutti vitigni di importazione francese che si arricchiscono degli aromi locali di fiori, erbe e radici di varie piante o di alberi.

  30. Sapete che a CRICOVA vi è la più grande cantina del mondo in cui il viaggiatore può camminare per le strade di una vera e propria città sotterranea di viticoltori. La lunghezza totale delle strade sotterranee è più di 100 km. Ottima, eccellente, la birra, una vera sorpresa:i romeni ne sono grandi consumatori e Craiova ha una grande tradizione è qui che la HEINNEKEN ha una sede di produzione. Un po’ di galateo. A tavola non vi sentite obbligati a pulire il vostro piatto: potreste far credere che avete ancora fame, stessa precauzione per il vostro bicchiere, se è vuoto, lo si riempirà subito!!!! Alla fine del pasto è una vera galanteria fare i complimenti alla padrona di casa con una formula estremamente gentile: «Sãrut mâna pentru masã» («Bacio le mani per questo pasto»). Cui verrà data risposta: che vi faccia bene ….!!!

  31. LA DANZA E LA MUSICA Certo il panorama culturale che vi abbiamo proposto non si esaurisce qui !!!! per finire vogliamo parlarvi del folklore. La Romania offre un modo di vivere che nei Paesi dell’ovest e’ scomparso da oltre un secolo e costituisce un contrasto affascinante rispetto ad altri territori più conosciuti dal turismo internazionale. Infatti il folklore rumeno e’ probabilmente il più vario e tradizionale dell’intera Europa. La musica, le danze folkloristiche e le coreografie tradizionali sono ben note all’estero. Sono un momento di Incontro, di condivisione di emozioni, di problemi, di sentimenti comuni, sono l’anima di ogni paese e in Romania questi sentimenti di certo non mancano la ricchezza della tradizionemusicaleviene dal popolo Rom e fino a non poco tempo fa ogni villaggio aveva un suo gruppo di musicisti, i taraf..

  32. Le canzoni e le danze popolari, come i doini degli haidouk, la hora, il braul, i calusari, eseguiti a suon di violini, fisarmoniche, clarinetti, armoniche e flauti di Pan, sono l'espressione delle credenze e delle leggende dell'antico folclore rumeno. Ecco perché numerosi sono i gruppi di cui vi invitiamo ad ascoltare le forme musicali, i canti tipici dell'Oltenia, le danze vorticose della Valacchia e della Transilvania, i ritmi infuocati della Moldavia e del Banato. In ogni caso anche dopo aver ascoltato le nuove tendenze dei giovani caratterizzate da uno stile rap e « bad boys e uno dei più grandi interpreti del flauto di Pan GHEORGHE ZAMPHIRè spontaneo affermare che la musica Rumena si manifesta per una sorta di unicità e di straordinaria entità popolare, creatasi e sviluppatasi nel corso del tempo per la sua atmosfera tutta particolare che non si può definire con parole.

  33. TRADIZIONI E USANZE Un viaggio in Romania soprattutto nelle regioni meno vicine alle grandi città, è una continua scoperta di antiche tradizioni, usi, costumi e feste. Solitamente queste feste sono legate al succedersi delle stagioni e ai lavori agricoli di una volta, come la festa della mietitura, della prima mungitura delle pecore e della vendemmia. Oppure sono feste cristiane che risalgono ad antichi riti pagani. Il popolo romeno legato alle tradizioni, sente molto queste feste e vi partecipa numeroso e calorosamente. Ricordiamo a capodanno, la colinda che consiste per i bambini nel recarsi di casa in casa per augurare buon anno cantando e offrendo corone di fiori. Il 1 marzo –martisor- invece, gli uomini offrono alle donne, un piccolo portafortuna legato a un filo rosso e bianco. Le credenze popolari dicono che chi indossa il “martisor” sarà fortunato e in salute. Anticamente il “martisor” era fatto di due fili di lana, una bianca e una rossa o nera, simboli delle due stagioni principali – inverno ed estate.

  34. Le donne usavano fare questo lavoro che legavano al polso e collo dei loro figli e dai giovanotti e adulti. Inoltre, veniva legato sulle corna delle mucche o sulla porta della stalla, per proteggere la casa dagli spiriti maligni .Il colore rosso, quello del fuoco, del sangue e del sole, era attribuito alla vita, quindi alla donna, invece il colore bianco, che richiama la trasparenza dell´acqua e il bianco delle nuvole, era specifico alla saggezza dell´uomo. Questi colori esprimono il legame inseparabile del ciclo della natura, con tutte le sue forze vitali. Solitamente il martisor viene regalato assieme ad un mazzo di bucaneve, che sono i primi fiorellini selvatici a sbucare dopo l’inverno: simbolo di purezza ma anche della vittoria del sole e della primavera sull’inverno. In Romania, l’amore e gli innamorati sono festeggiati due volte all’anno. la prima volta a san Valentino, il 14 febbraio, e la seconda il 24 febbraio, quando si cèlebra di solito l’antica festa romena dell’amore, chiamata “dragobete”.

  35. Il nome “dragobete”, deriva dalla parola “drag” ossia “caro” in romeno, nome del dio campestre dell’amore raffigurato come un giovane svelto, forte, buono e bello cui sarebbe infatti dedicata questa festa. Ma dragobete è anche la festa simbolo della primavera, del risveglio della natura e di fertilità. Per tradizione, i ragazzi e le ragazze devono festeggiare il dragobete per restare innamorati tutto l’anno. Nel passato, la festa era un’occasione per gli innamorati di dichiarare il loro amore davanti all’intera comunità. Infatti se si baciavano davanti a tutti significava che il loro fidanzamento era ufficiale.

  36. Un soggiorno in Romania significa : cultura, storia , spiritualità, natura, sport, tradizioni, leggende, avventura, relax , lusso, cucina raffinata e rustica ... partite con noi per vedere, scoprire,ascoltare, conoscere e vivere una inedita e magica vacanza . Bella, da non perdere scoprite la Romania un paese affascinante e accattivante

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