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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE. FACOLTA’ DI AGRARIA. Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura. Un nuovo vitigno sul palcoscenico dei vini toscani: il Pugnitello. San Felice, 16 Giugno 2006. L A S T O R I A. Prof. P.L. Pisani.

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Presentation Transcript


  1. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE FACOLTA’ DI AGRARIA Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura Un nuovo vitigno sul palcoscenico dei vini toscani: il Pugnitello San Felice, 16 Giugno 2006

  2. L A S T O R I A Prof. P.L. Pisani

  3. Per comprendere con chiarezza quanto è avvenuto per il Pugnitello, è necessario esporre alcune considerazioni e riflessioni su due temi: germoplasma e erosione genetica. Il germoplasma è costituito dall’insieme delle varietà, ossia delle espressioni morfologiche, fenologiche, biologiche, con le quali si manifesta una specie coltivata, ossia la sua b i o d i v e r s i t à L’erosione genetica è il fenomeno cui è particolarmente esposto il patrimonio varietale della vite accumulato dall’uomo agricoltore nel corso dei millenni

  4. Secondo recenti documentazioni archeologiche, a circa 8000 anni fa risalgono i recipienti trovati a Sud del Mar Caspio, con il residuo di componenti chimici del vino. Si può, peraltro, fondatamente supporre che in epoche anteriori, verso la fine del Neolitico, risalgono, - secondo la teoria del “dump heap model” - , la domesticazione della vite selvatica, l’origine delle prime varietà di vite e la loro moltiplicazione per talea.

  5. La storia della viticoltura Toscana ha inizio con quella degli Etruschi, verso il IX – VIII sec. A.C. assumendo particolare importanza economica, tanto che il vino veniva esportato in vari Paesi del Mediterraneo ed anche oltralpe. Affresco della tomba dei Leopardi, Tarquinia Si può fondatamente supporre che gli Etruschi abbiano facilitato e promosso l’introduzione in Etruria di vari vitigni. Sembra che lo stesso nome Sangiovese derivi da vocaboli etruschi.

  6. I Romani coltivarono numerosi vitigni, come documentato da vari scrittori, quali Plinio il Vecchio (80), Columella (58), Virgilio. E’ fondato supporre che i Romani avessero ereditato dagli Etruschi un ampio patrimonio varietale. Alla fine dell’Impero Romano, durante l’Alto Medioevo, la viticoltura subì un grave desclino, con probabile perdita del patrimonio varietale. Da: Storia Naturale di Plinio

  7. Miniatura del XIII secolo Durante tale periodo, la conservazione delle conoscenze di tecnica viticola e dello stesso patrimonio varietale, avvenne in gran parte attraverso l’ordine dei religiosi

  8. Alla viticoltura “ecclesiastica” seguì la viticoltura “signorile”, praticata da principi e feudatari, che considerarono vite e vino simboli di prestigio e di livello culturale.

  9. Nei secoli successivi al 1000, a partire dall’epoca dei Comuni e delle Repubbliche Marinare, avvenne una sensibile ripresa di interesse verso la vite ed il vino.

  10. A partire dalla fine del basso Medio Evo ed inizio del Rinascimento, si sviluppò un’ampia letteratura vitivinicola, nella quale compaiono varie opere che documentano l’esistenza in Toscana di un ampio patrimonio varietale.

  11. Nel corso della storia della viticoltura si è accumulato un ricco patrimonio genetico, nella prima metà dell’800 erano descritte (Micheli) oltre 220 varietà di vite Nel tempo questo patrimonio è stato esposto a perdite causate da motivi tecnici, agronomici, socio-economici e patologici Vitis silvestris Erosione Genetica

  12. A partire dalla seconda metà del XIX secolo: • avvento di nuovi patogeni (oidio, peronospora, fillossera) XX secolo • ricostituzione post-fillosserica (anni ’20-’30) • crisi della mezzadria ed esodo rurale (anni ’60-’70) • ricostituzione viticola e passaggio dalla viticoltura promiscua a quella specializzata (anni ’60-’70) e sviluppo della meccanizzazione • nascita dei disciplinari di produzione dei V.Q.P.R.D. • D.P.R. 24-12-1969 n°1164 (catalogo nazionale varietà) • rinnovamento della viticoltura (piani FEOGA) • regolamento C.E.E. n° 380 del 1981 (varietà raccomandate e autorizzate)

  13. Nella seconda metà del ‘900 è stato preso in considerazione il problema della conservazione del patrimonio genetico 1981: il Consiglio Nazionale delle Ricerche istituisce il “Gruppo di Coordinamento per la Difesa delle Risorse Genetiche delle Specie Legnose” 11 Istituzioni operanti nel settore viticolo

  14. Materiale reperito dalle Unità Operative di Firenze 1 vitigni recuperati: totali229 66 aziende visitate: 500 29 FI: 146 48 5 37 PI: 83 43

  15. Campo di conservazione del germoplasma viticolo della Toscana

  16. Scopi fondamentali della ricerca • Identificare e definire le caratteristiche ampelografiche ed il valore enologico dei vitigni del patrimonio varietale della Toscana. • Inserimento dei vitigni risultati dalle ricerche, dotati di pregiate caratteristiche agronomiche ed enologiche, nel Registro nazionale delle varietà di vite, al fine di consentire la loro propagazione e coltivazione. • Utilizzazione di vitigni dotati di pregiate caratteristiche, in programmi di miglioramento genetico per incrocio.

  17. I L C O N T E S T O Prof. M. Boselli

  18. Scenari attuali e futuri del settore • Globalizzazione mercato del vino: le regioni viticole si interrogano sul modo di orientare la produzione. • Alcune regioni utilizzano la notorietà del vitigno riconosciuto per la sua qualità. • I nuovi consumatori sono sensibili a nozioni semplici, come il nome del vitigno. • Sono i paesi che producono a costi bassi che sono più attivi su questo mercato. • Il loro scopo principale è produrre al minor costo possibile vini di qualità corretta e molto caratterizzati. • Si assiste alla comparsa di un prezzo mondiale del vino come per il caffè e lo zucchero. • Per le aziende condannate a produrre vini cari non esiste possibilità di approfittare di tale contesto.

  19. Scenari attuali e futuri del settore • In queste regioni la via di salvezza è decisamente opposta. • Al posto di standardizzare i vini dietro un vitigno base, si tenterà al contrario di singolarizzare i vini donando loro una personalità ben distinta. • Il recupero del valore del territorio può essere un modo per esprimere l’originalità di una regione viticola. • Se il territorio costituisce il punto di partenza dell’originalità del prodotto, non può essere considerato l’unico. • Il suo valore si manifesta solo attraverso il vitigno e il saper fare umano. • Territorio, pianta e uomo sono strettamente legati per fornire una moderna tipicità non riproducibile.

  20. A segmentation-basedcollective strategy Solving Study - 2003

  21. Concetto di Terroir Per produrre uva da vino con determinate caratteristiche occorre individuare un agroecosistema nel quale interagiscono i fattori climatici, pedologici e biologici. Da questo deriva il concetto di terroir che viene definito come “un insieme delimitato di terre la cui natura, configurazione geografica e clima permettono agli uomini di ottenere prodotti specifici”. Ad ogni terroir viene associato un vitigno o un gruppo di vitigni.

  22. Scenari attuali e futuri del settore • Il “rivelatore” vitigno è molto importante. • Necessità di dare espressione al territorio attraverso un linguaggio. • Sono le scelte dell’uomo che forniscono al territorio gli strumenti per parlare. • Assumono importanza le tecniche di gestione del vigneto

  23. Contrapposizione fra vini del terroir (DOC) e vini “creativi” Territorio, pianta e uomo sono strettamente legati per fornire una moderna tipicità non riproducibile • LA STORIA E LA MEMORIA

  24. Conclusioni Ad un “territorio” corrisponde un modo di funzionamento del vigneto che determina un potenziale vendemmia: zuccheri, polifenoli, precursori aromatici. ESPRESSIONE DEL TERRITORIO NEL VINO Necessità di una scelta varietale e di una modalità di gestione del vigneto che consenta di collegare qualità e tipologia del vino ai fattori naturali del luogo per garantire autenticità e rintracciabilità del prodotto.

  25. I L P U G N I T E L L O Dr. R. Bandinelli

  26. P U G N I T E L L O Il Pugnitello è apparso come vitigno interessante fin dal primo momento fra i vitigni reperiti a bacca nera.

  27. E’ stato recuperato nel 1981 in comune di Cinigiano, località Poggi del Sasso - Sasso d’Ombrone (GR).

  28. Il proprietario dell’azienda nella quale era coltivato, non aveva alcuna notizia sulla sua provenienza. Il nome lo afferiva alla forma del grappolo. Nessun riferimento è stato inoltre trovato nelle opere ampelografiche contempora-nee o del passato Pianta madre di Pugnitello

  29. Questo vitigno, inserito nella collezione del Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura dell’Università di Firenze, presso l’”Agricola S. Felice” (SI), è stato sottoposto ad una serie di osservazioni pluriennali che hanno consentito di definire le sue caratteristiche ampelografiche, agronomiche, genetiche, sanitarie ed enologiche.

  30. Poiché è stato ipotizzato che il nome Pugnitello, fosse una deformazione del nome del vitigno siciliano Pignatello, nel 1997 e nel 1998 sono state effettuate specifiche ricerche per accertare, a mezzo dell’analisi del DNA, se i due predetti vitigni erano geneticamente diversi.

  31. Dall’analisi del DNA, i suddetti viitigni, sono risultati geneticamente dissimili. Questa differenza è confermata anche dalle caratteristiche morfologiche delle piante allevate nel medesimo ambiente e sottoposte ad identiche cure colturali.

  32. Caratteristiche ampelografiche Germoglio (cm 10-30): apice semiaperto, con pigmentazione antocianica agli orli; asse curvo. Foglioline apicali a coppa, colore verde, bronzate, pagina inferiore aracnoidea, pagina superiore glabra; foglioline basali spiegate, verdi, con striature rosse, pagina superiore glabra e inferiore setolosa.

  33. Foglia adulta: grandezza e lunghezza media, pentagonale, quinquelobata; seno peziolare chiuso, con base sagomata a lira o a “V”; seni laterali superiori ad “U” a bordi sovrapposti; seni laterali inferiori a lobi leggermente sovrapposti. Angolo alla sommità dei lobi acuto. Lembo piano, lobi leggermente involuti. Pagina supe-riore glabra, verde scura, con leggera pigmentazione anto-cianica delle nervature. Pagina inferiore glabra o con tomentosità leggerissima, nervature principali sporgenti. Denti molto pronun- ciati, medi, irregolari, a base larga e lati convessi.

  34. Grappolo: piccolo (130 g.), molto corto, piramida-le, semplice, mediamente compatto; peduncolo mol-to corto, sottile, legger-mente lignificato a matu-rità; acino medio, arroton-dato, regolare; ombelico apparente; buccia spessa, coriacea, di colore blu nero, uniforme, molto pruinosa. Polpa succosa, consistente; succo incolo-re, sapore erbaceo e peperoncino; pedicello corto, verde didifficile distacco; pennello corto, colorato.Vinaccioli pirifor-mi, in numero medio di 2.

  35. Comportamento fenologico degli 8 vitigni (media 2001 – 2005) Intervalli fenologici (gg) Sauvignon 100 61 68 22 Volpola 105 48 64 28 Montepulciano 102 56 70 48 Pugnitello 95 60 77 37 SS F9 A5 48 88 67 67 55 Sangiovese piccolo precoce 81 62 75 51 Sangiovese forte 87 65 70 30 Morellino 85 63 77 37 Brunelletto 80 61 73 40 COL N6 92 63 69 51 Abrostine 88 60 78 36 Abrusco 85 62 76 39 7-ott 3-giu 1-lug 9-set 8-apr 1-gen 17-giu 15-lug 29-lug 12-feb 26-feb 23-set 22-apr 6-mag 15-gen 29-gen 12-ago 26-ago 11-mar 25-mar 20-mag 1°GENNAIO-GERMOGLIAMENTO GERMOGLIAMENTO-FIORITURA FIORITURA-INVAIATURA Sangiovese INVAIATURA-RACCOLTA

  36. Fertilità reale delle gemme degli 8 vitigni (media 2001 – 2005) Sangiovese

  37. Parametri produttivi degli 8 vitigni (media 2001 – 2005) Sangiovese Varietà di riferimento

  38. Andamento della concentrazione zuccherina (media 2001 – 2005) SANGIOVESE

  39. Analisi delle componenti fenoliche dei vini ottenuti da uve di Pugnitello

  40. Analisi sensoriale dei vini (media 2001 – 2005) Sangiovese

  41. C O N C L U S I O N I Il Pugnitello presenta caratteristiche distintive sotto il profilo ampelografico, agronomico ed enologico Il vino che se ne ottiene risulta essere senza alcun dubbio interessante per la produzione in purezza, ricco di estratti, di colore e adatto all’invecchiamento, risulta inoltre adatto a conferire particolari caratteristiche positive a tradizionali vini rossi toscani

  42. In data 14/04/2002 è stato concesso dal MI.PA.F. il suo inserimento nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite. La Regione Toscana, con decreto N. 2900 del 16/05/2003, lo ha inserito nell’elenco delle varietà ammesse alla produzione di uva da vino in tutta la regione Nel gennaio 2006 è stata concessa dalla competente Commissione Ministeriale, l’omologazione di un clone derivante da una pianta risultata esente dalle principali malattie virali

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