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Concezioni spontanee dell’angolo in quinta elementare (9 – 10 anni)

Università degli Studi di Palermo Facoltà Scienze della Formazione Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria A.A. 2002/2003 Tesi di Laurea di: Sardisco Francesca Relatori Prof.ssa Parroco Anna Maria Prof. Spagnolo Filippo. Concezioni spontanee dell’angolo

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Concezioni spontanee dell’angolo in quinta elementare (9 – 10 anni)

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Presentation Transcript


  1. Università degli Studi di PalermoFacoltà Scienze della FormazioneCorso di Laurea Scienze della Formazione PrimariaA.A. 2002/2003Tesi di Laurea di:Sardisco FrancescaRelatoriProf.ssa Parroco Anna MariaProf. Spagnolo Filippo

  2. Concezioni spontanee dell’angolo in quinta elementare (9 – 10 anni) ed evoluzioni in situazioni a – didattiche

  3. L’angolo dal punto di vistaEpistemologico e Storico - epistemologico Nell’antico Egitto il Nilo periodicamente straripava e invadeva i campi. Dopo ogni piena bisognava tracciare di nuovo i confini dei possedimenti che erano stati cancellati dalle acque. Gli agrimensori per ridisegnare i confini dei campi dovevano tracciare prima degli angoli retti. Come strumento di misura utilizzavano delle corde e con esse formavano un triangolo i cui lati risultavano formati da: 3, 4, 5, ottenendo un triangolo con un angolo retto.

  4. Con Euclide nel 300 a.C. circa operò una grande revisione nella geometria ed espose le conoscenze geometriche in modo logico e organico.Nelle “Definizioni” in riferimento agli angoli Euclide afferma:“VIII. Angolo piano è la inclinazione reciproca di due linee piane che si incontrano tra loro e che non giacciono entrambe su una medesima retta.IX. L’angolo si dice rettilineo se le linee che lo comprendono sono rette.X. Quando due rette, l’una innalzata sull’altra, formano angoli adiacenti uguali, ciascuno dei due angoli si dice retto e la retta innalzata si dice perpendicolare all’altra.XI. Angolo ottuso è quello maggiore di uno retto.XII. Angolo acuto è quello minore di uno retto.”

  5. Con Hilbert si definisce il concetto di angolo su di un piano orientato. Con il nome di angolo < (s1, s2) si intende la coppia ordinata di due semirette s1 ed s2 (non necessariamente distinte) aventi l’origine in comune. s1, s2 si dicono lati, S si dice vertice dell’angolo. Un angolo con lati coincidenti si dice angolo nullo, se come lati delle rette si dice angolo piatto”. con il nome di angolo < (s1, s2) si intende la coppia ordinata di due semirette s1 ed s2 (non necessariamente distinte) aventi l’origine in comune. s1, s2 si dicono lati, S si dice vertice dell’angolo. Un angolo con lati coincidenti si dice angolo nullo, se come lati delle rette si dice angolo piatto”.

  6. In base alla rotazione si definì l’angolo come: “Si dice angolo orientato un angolo AOB nel quale è stato fissato un verso di rotazione (orario od antiorario) cioè uno dei due ordinamenti nei quali si succedono le semirette di origine O contenute nell’angolo AOB. Se tale ordinamento fa passare dalla simmetria OA alla Semiretta OB, allora OA ed OB si dicono rispettivamente “primo lato” e “secondo lato”.

  7. La Sperimentazione

  8. Individuazione del problema Classificare le concezioni spontanee sull’angolo nei bambini di quinta elementare (9 – 10 anni) e l’evoluzione che tali concezioni subiscono dopo l’attivazione di una situazione a – didattica.

  9. Struttura del Test Il test predisposto prevedeva sei quesiti ognuno dei quali riconduceva ad un tipo di angolo specifico: ottuso, acuto, due rette perpendicolari che formano quattro angoli retti, un angolo giro, un angolo diedro e un angolo nello spazio dato dall’intersezione di un piano ed una retta ad esso perpendicolare.

  10. Campione Per la sperimentazione sono state scelte cinque classi terminali di scuola elementare, i bambini coinvolti sono di età compresa fra i nove e i dieci anni. Il gruppo è formato da 97 bambini. Metodo E’ condotta inizialmente l’analisi a priori (previsione dei comportamenti dei bambini); sulla base dei comportamenti attesi e predefiniti si costruiranno degli strumenti di verifica per registrare la presenza/assenza dei comportamenti.

  11. ANALISI A PRIORI Per ogni quesito sono stati individuati otto “comportamenti attesi” ossia le eventuali risposte che gli alunni avrebbero ipoteticamente dato ad ogni quesito.

  12. Risultati attesi Angolo X • Non riconosce nella figura l’angolo. • Riconosce l’angolo e lo classifica. • Riconosce l’angolo lo classifica correttamente ma da una spiegazione errata. • Riconosce l’angolo lo classifica e da una spiegazione corretta. • Riconosce l’angolo e lo classifica dandogli un nome errato e/o la spiegazione esatta o errata. • Riconosce che è un angolo e motiva la sua risposta dando una spiegazione fantasiosa. • Riconosce l’angolo e da una motivazione esatta o quasi esatta del perché è un angolo. • Riconosce l’angolo dandogli una spiegazione errata.

  13. Analisi dei dati

  14. Grafico della similarità Grafico delle implicazioni

  15. Le situazioni a - didattiche

  16. La prima situazione a – didattica consisteva nell’osservare un campo di calcio e rispondere alle seguenti domande: • Quanti angoli ci sono? • Ci sono angoli anche al centro del campo? • Gli angoli sono tutti della medesima ampiezza? • Ci sono più angoli in una metà campo o nell’altra? • Classifica gli angoli colorandoli in modo differente in base alla loro ampiezza. La seconda situazione a – didattica consisteva nel creare i mosaici cercando di individuare il puzzle che ha, con le varie figure, un numero maggiore di angoli

  17. La terza situazione a – didattica consisteva nel creare nell’individuare tutti gli angoli presenti nei solidi. La quarta situazione a – didattica consisteva nel mettere in successione dal più piccolo al più grande gli angoli e per farlo devono trovare un modo per confrontarli. (la strategia implicava il confronto attraverso l’angolo come rotazione.

  18. I Risultati Le situazioni a – didattiche sono state realizzate in una classe di 20 alunni, suddivisi in due gruppi. Le due squadre hanno trovato, attraverso momenti di problem solving, le soluzioni ai vari giochi proposti fornendo risposte convincenti anche se non sempre valide. Dal confronto dei risultati e delle strategie utilizzate per ogni situazione, gli alunni hanno via via acquisito nuovi concetti e nuove competenze, dimostrandolo al termine delle attività, quando sono stati somministrati nuovamente i test iniziali.

  19. Conclusioni Il presente lavoro sperimentale mi ha permesso di riflettere, durante tutto il percorso, sull’acquisizione dei concetti matematici ed in particolar modo sul concetto di angolo nei bambini della scuola elementare, inoltre mi ha fatto soprattutto riflettere sulla metodologia d’insegnamento e sulle strategie attuate dai docenti nella scuola di base. Purtroppo l’indagine ha dimostrato come molte delle difficoltà degli alunni erano la diretta conseguenza di un’incerta spiegazione delle tematiche da affrontare.

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