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Pianificare , programmare , progettare una lezione CLIL

Pianificare , programmare , progettare una lezione CLIL. Marta Cangi 24 febbario 2014 . Che cos’è il CLIL? ( Langè , 2001, Marsh 2002). E’ un approccio che consegue due obiettivi simultaneamente : contenuto e lingua Abbina acquisizione e apprendimento Il CLIL ha due finalità :

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Pianificare , programmare , progettare una lezione CLIL

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Presentation Transcript


  1. Pianificare,programmare, progettareunalezione CLIL Marta Cangi24 febbario 2014

  2. Checos’èil CLIL? (Langè, 2001, Marsh 2002) E’ un approcciocheconsegue due obiettivisimultaneamente: contenuto e lingua Abbinaacquisizioneeapprendimento Il CLIL ha due finalità: 1) Migliorare la ricezione la produzionedicontenuti (tempi acquisizionedella LS o microlingua) 2) Permettereunacrescitalinguisticagraduale e controllabile. Differenzatrainsegnamento LS e CLIL (Coonan 2002):

  3. Che cosa non è il CLIL? Non è l’insegnamento di una materia in LS Non è una disciplina o di parti del curriculum in LS Esperienze di immersione o bilinguismo Non è un approccio maturo Non sostituisce l’insegnamento della lingua Non è né un’illusione né una panacea Non è facile

  4. Rapporto tra la lingua veicolare e la disciplina veicolata (Balboni, 2008) INTEGRATED Nella lezione CLIL si attivano strategie per favorire i processi di comprensione (orale/scritta) e di produzione (orale/scritta) dei CONTENUTI in LS da parte dello studente • Prevalenza verso la disciplina • Prevalenza della LS

  5. Diversi tipi di integrazione tra lingua e altre discipline

  6. . PIANIFICARE UN CURRICULUM CLIL IN 5 MOSSE: Abbiamo bisogno di prendere decisioni specifiche riguardo l'insegnamento CLIL nel nostro contesto quali: - gli obiettivi del nostro programma CLIL - i nostri principi guida per l'apprendimento . Analizzare il curriculum didattico e creare una visione d'insieme della nostra pianificazione per tema. Usiamo le 4C per identificare i nostri obiettivi didattici e i risultati (apprendimento) nelle quattro aree. Prepariamo il contesto di apprendimento programmando le attività ei materiali che vogliamo utilizzare . Monitoriamo l'andamento e l'organizzazione del programma . Valutiamo il processo di insegnamento e di apprendimento,usandolo come un trampolino di lancio per le future pianificazioni CLIL .

  7. Le 4 C (Coyle, 2006) • progressione nelle conoscenze, abilità e competenze disciplinari, • coinvolgimento nei relativi processi cognitivi, • interazione in contesti comunicativi, • sviluppo di abilità e competenze linguistiche appropriate, • consapevolezza della diversità culturale (Coyle 2010).

  8. Il modello CLIL • VARIABILI • Motivazionali: - (Inter) culturale • Ambientale • Linguistico • Disciplinare • Cognitiva • Contesto • Ambienteinterno • Ambienteesterno ( dimensioni: socio-culturale, socio linguistica , socio-economica, socio-politica)

  9. La progettazionedell’insegnamentoveiolare 2. DECISIONI ORGANIZZATIVE STRUTTURALI Popolazionescolasticacoinvolta (classe, classedilivello, volontari…) Durata (lungo, medio, brevepreriodo) Contenuto (disciplinacaratterizzante, concreta o astratta, L1=L2, peso=immersione) Docenti (monodocenza o codocenza) http://www.youtube.com/watch?v=nylsYRBUHvo http://www.youtube.com/watch?v=vMUqMk9RGqY

  10. La progettazionedell’insegnamentoveiolare 3. DECISIONI ORGANIZZATIVE METODOLOGICHE Strutturadidattica e organizzazione Classe Modellooperativo: rapporto L1 e L2 Materialididattici: A- selezionedeimateriali (contenuto pre-requisititi, obiettivi, strumenti) B- adattamento/didattizzazione/integrazione (veditecnichedisemplificazione)

  11. La pianificazione del modulo CLIL Elaborare un modulo significa “entrare” sempre più nel vivo di ciò che si vuole proporre alla classe e di come verrà strutturato il percorso. Soprattutto quando il CLIL non è esteso a tutta la programmazione annuale ma è delimitato nel tempo, è necessario operare una scelta degli argomenti e tematiche da trattare, in base: alla motivazione degli studenti, alle loro preconoscenze, alla disponibilità preparazione dei docenti, alle risorse esistenti, ecc.

  12. Schematizzazione del modulo Lingua CLIL Disciplina/e coinvolte Destinatari Tempi complessivi Livello linguistico Prerequisiti linguistici e comunicativo socio-pragmatici Obiettivi generali del modulo: disciplina (content) Comunicazione (language) Obiettivi disciplinari, linguistici e comunicativi, cognitivi; culturali Materiali Modalità di verifica

  13. Didattizzazione del CLIL La scelta del materiali (i+1) Adattemeneto: semplificazione e facilitazione Fasi e strategie Lo scaffolding

  14. Che cosa ci dobbiamo chiedere per la selezione del materiale? È appropriato per il livello e l’età? È appropriato per gli obiettivi? È connesso con le competenze in uscita che intendiamo dare agli studenti? È connesso con gli obiettivi del CLIL? (contesto, cognizione, comunicazione, cultura) È progressivo nei contenuti disciplinari, nel linguaggio, nelle richieste cognitive, nelle richieste dei compiti? È d’aiuto? Ci sono liste di parole, cornici linguistiche e immagini? È vario nella richiesta delle capacità da applicare, compiti/consegne, modi di interagire? Collaborativo? Stimolante? Raggiungibile? Motivante e completo?

  15. Come selezionareilmateriale per il CLIL? I materialidevonoessere: Autentici e vicinialla vita reale Presentarelimitataambiguità A livellodellefrasiincluderedefinizioni e brevispiegazioni A livello parole includerevocabolariochiave, sottolineature, etichette, bold front Utilizzare un linguaggio base facilmentetrasferibilesualtridomini Utilizzarestruttureallaportatadeidiscenti Evitarel’usoeccessivodilinguaggispecifici Fare largo usodiimmagini e supportivisivi Offrireambitilessicali, sintattici e contenutisticistimolanti, ma anchespuntidieserciziolinguistici

  16. Selezionare

  17. Adattare input e task : FACILITARE guidare, graduare, scomporre le difficoltà, senza eliminarle dal testo o dal compito SEMPLIFICARE eliminare elementi di complessità (linguistica/contenutistica) • (ri) scrivere un testo con le seguenti caratteristiche: • • usando una lingua più semplice • • semplificando anche il contenuto (ri)organizzando le informazioni in modo (più) lineare, eliminando dettagli secondari. • La semplificazione linguistica estrema potrebbe sostituire partiverbali con parti figurative. • elaborazione, espliticitazione: • in parte si sovrappone alla semplificazione, nella misura in cui si disegna l'organizzazione deicontenuti in modo che sia più facile da seguire; • A ciò si aggiungono tecniche come le glosse, l'evidenziazione o la sottolineatura, o la scansionein sottoparagrafi titolati, o ancora l'aggiunta di materiali iconici a supporto dell'informazioneverbale.

  18. Tecniche Semantica e lessico Usare preferibilmente espressioni dal vocabolario di base e di significato più generale. Dove è necessario, usare lessico specialistico appropriato, che va però segnalato come tale e accompagnato da glosse . Ripetere in forma non sinonimica le parole chiave e gradualmente ridurre la ripetitività inserendo alcuni sinonimi, guidando lo studente ad associarli al termine di primo riferimento Evitare le forme figurate e le espressioni idiomatiche che non siano di uso comune Evitare, quando possibile, le nominalizzazioni Preferire espressioni concrete ad espressioni astratte/ personificazioni Preferire termini monosemici a termini polisemici Presenza di elementi culturali sconosciuti

  19. Sintassi • Comporre frasi brevi (massimo 20 - 25 parole). •   Preferire la coordinazione alla subordinazione tra frasi, soprattutto a quella implicita (che può essere polisemica e che dà meno riferimenti per la ripresa anaforica • Evitare le forme impersonali, preferendo invece soggetti espliciti   • Preferire i verbi nei modi finiti e nella forma attiva  Preferire l'uso dei presente storico (accompagnato da chiara indicazione temporale lessicale) o il passato prossimo/imperfetto rispetto al passato remoto. • Preferire una sintassi della frase secondo l'ordine canonico: S -V - O; • Preferire il rimando anaforico al rimando cataforico

  20. Morfologia • Preferire nomi pieni all'uso di pronomi, o riprese più deboli; preferirepronomi tonici a pronomi atoni. • Preferire forme lessicali ad elementi derivazionali Coerenza/Coesione • Mantenere un tasso elevato di ridondanza (più nomi pieni che pronomi,poche ellissi, ripetere le stesse forme piuttosto che cercare sinonimi) • Organizzare i contenuti in modo da favorire la loro elaborazione cognitiva; • Esplicitare i passaggi tra argomenti con connettivi e frasi di collegamento.  • Segnalare il passaggio tra diversi argomenti con una paragrafatura adeguata.

  21. Fasi e strategie Fasemotivazione Faseglobaltà Faseanalisi Fasesintesi.

  22. Scaffolding • Supposto che gli insegnati offrono agli studenti nella realizzazione di attività nel risolvere i problemi. Attività di semplificazione fatte in piccoli passi , mantenendo gli alunni concentrati sul completamento del compito ricordando loro di ciò che l'obiettivo • Sostegno temporaneo che va gradualmente tolto in modo che gli studenti possono finalmente lavorare senza di essa.

  23. Scaffolding

  24. Tecniche di scaffolding

  25. Domande? TASK: Oratocca a voi! Dividentevi in gruppidi 4/5 persone)per gradoscolastico e scegliete un input, poi provate a didattizarlo in modalità CLIL

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