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Corso di Psicologia Generale e Sociale

Corso di Psicologia Generale e Sociale. La coscienza L’attenzione Il sonno e la veglia L’ipnosi La meditazione. Coscienza e attenzione.

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  1. Corso di Psicologia Generale e Sociale La coscienza L’attenzione Il sonno e la veglia L’ipnosi La meditazione

  2. Coscienza e attenzione • Coscienza e attenzione sono due dimensioni psicologiche fondamentali che accompagnano la nostra esistenza in ogni momento, anche se con gradi differenti di intensità, e che costituiscono condizioni essenziali per lo svolgimento delle altre capacità psichiche del soggetto (dalla percezione all’apprendimento, alle emozioni). • In linea di principio, è corretto parlare di processi piuttosto che di stati della coscienza e dell’attenzione, poiché si tratta di attività psichiche continue e costantemente mutevoli. • Per usare l’espressione di James (1890), esse sono un flusso e una corrente (stream) che variano in continuazione per qualità e per intensità nella vita quotidiana dell’individuo.

  3. La coscienzaDefinizione e natura • Si può definire la coscienza come la consapevolezza degli stimoli esterni e interni da parte del soggetto. • Poiché l’attenzione è la porta di ingresso privilegiata per la coscienza, quest’ultima ha una natura selettiva. • Nel momento in cui state seguendo questa lezione, è naturale che siate consapevoli anche di altri avvenimenti che stanno succedendo intorno a voi, ma è probabile che non vi rendiate conto del traffico o del rumore esterno all’aula. • Finora non è stata elaborata una teoria soddisfacente che spieghi in che modo il sistema nervoso centrale generi un’esperienza consapevole di qualsiasi genere. • Si ritiene, peraltro, che il vissuto soggettivo della coscienza, pur avendo un carattere di unitarietà e di coesione, sia sotteso non da un’unica struttura nervosa, bensì da molteplici strutture nervose. • La coscienza ha una base nervosa distribuita, non unitaria.

  4. La coscienza Le funzioni della coscienza • Consapevolezza percettiva  • È la capacità di rispondere agli stimoli provenienti dall’ambiente qui e ora. In tal modo l’individuo è consapevole di quanto accade attorno a lui e dentro di lui. • Chi è in coma non è in grado di fornire una risposta qualsiasi agli stimoli (stato di incoscienza). • Chi dorme mostra un certo grado di risposta, soprattutto nei riguardi di stimoli forti o particolari (il proprio nome o il pianto di un bambino). • In particolare, la coscienza di uno stimolo sensoriale emerge dopo circa 500 ms dalla sua comparsa. • In questa funzione la coscienza viene dopo gli avvenimenti, al fine di confrontare ciò che succede nell’ambiente con quanto il soggetto aveva previsto in base alle sue conoscenze immagazzinate in memoria. • La coscienza, quindi, svolge una funzione di comparatore, in quanto è in grado di confrontare istante per istante lo stato attuale del mondo con quello previsto in base alle proprie conoscenze e aspettative. • Consapevolezza cognitiva • È la consapevolezza dei propri pensieri e idee.

  5. La coscienza Controllo • Controllo  • In secondo luogo, la coscienza esercita un controllo e un monitoraggio sui processi cognitivi. • Si tratta di un controllo costante, in quanto rende possibile organizzare e pianificare le nostre attività mentali, dare loro inizio, interromperle o modificarle in funzione della continua variazione delle condizioni ambientali, guidarle fino alla loro realizzazione in base ai propri scopi. • In questo ambito, la coscienza assume in particolare la funzione di sistema rilevatore degli errori • Inoltre, per quanto concerne le azioni future, eventi che non sono ancora accaduti, possono essere rappresentati nella coscienza come accadimenti ipotetici e, in tal modo, si possono prevedere soluzioni alternative, fare le scelte più opportune e intervenire in maniera tempestiva per apportare le necessarie correzioni.

  6. La coscienzaMetacognizione e autocoscienza • Consapevolezza metacognitiva • La coscienza può essere consapevole di se stessa, in un processo teoricamente senza fine. • Non soltanto sappiamo un certo numero di cose in base all’esperienza, ma sappiamo anche di sapere. E sappiamo di sapere di sapere, e così di seguito. • Questa capacità di autoriflessione è alla base sia dello sviluppo psichico del bambino, sia della costruzione dell’identità personale, il Sé, sia dei processi di comunicazione attraverso la teoria della mente. • La coscienza diventa il centro gravitazionale dell’individuo, in quanto fornisce delle spiegazioni – più o meno logiche, in ogni caso tendenzialmente plausibili – delle proprie azioni in base all’immagine di sé, ai ricordi del passato, alle aspettative del futuro, nonché alla situazione sociale e fisica contingente. • Nell’attribuire questo senso di unitarietà e di coerenza alla propria esperienza, la coscienza contribuisce in maniera efficace nella definizione del concetto di sé e del profilo della propria personalità.

  7. La coscienza conoscenza esternalizzata • La conoscenza esternalizzata  • Favorisce la coscienza, in quanto le conoscenze non sono racchiuse soltanto nella mente dei soggetti, ma sono rese visibili in varie forme nell’ambiente, dalle istruzioni su come usare i prodotti agli indizi più diversi (come il classico foglietto della spesa appeso in cucina). • La conoscenza distribuita  • È la conoscenza presente in maniera diffusa nell’ambiente, senza avere una sede unica ed esclusiva. • In questa prospettiva, oggi si assiste a un processo di espansione della coscienza attraverso la comunicazione mediata dal computer (CMC, computer-mediated-communication) e i nuovi sistemi di comunicazione virtuale (Internet). • Lungo questo percorso multimediale si sta creando una mente globale, intesa come sistema intelligente e cosciente di conoscenza, globalmente distribuito, ampiamente autonomo. • Internet costituisce la congiunzione fra il cervello (wetware) e il computer (sofware), in grado di espandere le potenzialità della coscienza umana e di generare nuovi modelli di attenzione.

  8. La coscienzaConscio e inconscio La coscienza, pur essendo una funzione autonoma, si radica e si fonda su processi inconsci. • Freud alla fine dell’Ottocento utilizzò la celebre metafora dell’iceberg: la coscienza sarebbe soltanto la punta dell’iceberg, mentre tutta la parte sommersa dell’iceberg – cioè, i sei settimi – sarebbe costituita dall’inconscio. • Conscio e inconscio sono strettamente interconnessi • alla luce delle teorie più recenti, i contenuti della coscienza costituiscono l’esito funzionale dei processi nervosi elaborati in maniera inconscia. • Non siamo consapevoli dei processi motori o sensoriali o emotivi in se stessi, ma soltanto dei risultati finali di questi processi. • L’inconscio cognitivo e l’inconscio emotivosono costituiti dai processi mentali di elaborazione degli stimoli che si concludono in atti di conoscenza (informazioni) o di risposta emotiva. • La coscienza concerne i risultati di questi processi, cioè i contenuti delle conoscenze o delle emozioni.

  9. La coscienza Conoscenze proposizionali e procedurali • Nell’ambito dell’elaborazione delle informazioni si è distinto fra • conoscenze proposizionali o dichiarative • consistono in proposizioni che stabiliscono una relazione fra due o più idee o eventi e riguardano i contenuti, il che cosa, della vita quotidiana; il loro insieme forma l’enciclopedia delle conoscenze di ogni soggetto. • conoscenze procedurali • le conoscenze procedurali concernono i procedimenti e i modi con cui sono svolti i compiti della vita quotidiana, il come, e si basano sull’esercizio; esse si manifestano nella capacità di esecuzione di un determinato compito.

  10. La coscienzaIl processamento automatico • La coscienza è presente nell’ambito delle conoscenze proposizionali, ma non è detto che lo sia con le conoscenze procedurali. • La coscienza può essere operante nel momento iniziale dell’apprendimento (per esempio, come imparare a guidare un’automobile); ma, con l’esercizio, quest’attività diventa immediata e automatica. • Per questa ragione si distingue fra il processamento automaticoe il processamento controllato delle informazioni • Il processamento automatico dell’informazione • Rapido e fluido, non coinvolge la memoria a breve termine e non richiede risorse attentive, è sostanzialmente inconsapevole, è difficile da modificare. • Diversi processi automatici possono svolgersi nel medesimo tempo (esecuzione di attività in parallelo) e sembrano procedere per conto loro, senza l’apparente controllo da parte del soggetto.

  11. La coscienza Il processamento controllato • Il processamento controllato dell’informazioni • È lento, richiede una rilevante partecipazione delle risorse attentive e cognitive, è consapevole, esige un grande impegno, è accompagnato da frequenti errori, non consente di svolgere nessun altro compito nel medesimo tempo (esecuzione di attività soltanto in serie). • Si esercita un controllo diretto e continuo su quello che si sta facendo; gran parte delle attività che avvengono in queste condizioni sono apprese e immagazzinate nella memoria a lungo termine; è relativamente facile introdurre variazioni e cambiamenti nel corso delle attività. • Il processamento automatico e il processamento controllato  • costituiscono due tipi di processi sostanzialmente indipendenti fra loro, anche se le misure dei compiti sono influenzate dai processi sia consci che inconsci. • Il processamento controllato dei compiti è essenziale per raggiungere soddisfacenti livelli nella loro esecuzione, quando, grazie all’esercizio, diventano automatici. • Nessun processo è totalmente automatico, in quanto richiede sempre una certa quota di risorse psichiche per la sua attuazione. Per questo motivo, in caso di necessità, qualsiasi processo apparentemente automatico è ripreso sotto la supervisione volontaria, intenzionale e consapevole da parte del soggetto.

  12. Tavola delle caratteristiche del processamento automatico e controllato delle informazioni

  13. La coscienzaCaratteristiche • La coscienza ha • una rappresentazione completa del mondo esterno e delle intenzioni dell’individuo e • ha a sua disposizione gli elementi per privilegiare una determinata azione rispetto a un’altra. • Essa è in grado di modulare l’attivazione di certe operazioni anziché quella di altre, • evitando inutili ripetizioni • condizionedella perseverazione, e • rischiose disattenzioni • condizione della distraibilità

  14. L’attenzioneFunzione • L’attenzione rende possibile focalizzare le risorse psichiche verso quegli aspetti che interessano, selezionando tra una massa enorme di stimoli che costantemente bombardano l’individuo. • Rispetto alle caratteristiche degli stimoli e le loro posizioni nell’ambiente distinguiamo: • L’attenzione spaziale • L’attenzione selettiva

  15. L’attenzioneL’attenzione spaziale • L’attenzione spaziale  • La capacità di selezionare uno stimolo che occupa una determinata posizione nello spazio, normalmente compiendo alcuni movimenti (rotazione degli occhi e del capo; a volte, un reale spostamento del corpo). • Si è soliti distinguere fra • orientamento volontario dell’attenzione • il soggetto dirige l’attenzione verso un determinato bersaglio in maniera consapevole e controllata. In questa situazione può mantenere fissa l’attenzione su un punto, ignorando altri aspetti. • orientamento automatico dell’attenzione è caratterizzato dai seguenti tre aspetti: • non può essere interrotto; • l'oggetto dell'attenzione può essere qualcosa di imprevisto o improvviso • non è soggetto a interferenza da parte di un altro compito (secondario). • Il fuoco dell’attenzione  • fascio di luce o fuoco di una lente, consente di concentrare le risorse attentive su uno specifico stimolo (oggetto, evento ecc.) dell’ambiente. • ha dimensioni variabili (più o meno concentrato su particolari) e presenta una relazione inversa con l’efficienza di elaborazione delle informazioni (tanto più è ristretta l’area dell’attenzione, tanto maggiore è l’efficienza cognitiva del soggetto, e viceversa).

  16. L’attenzione L’attenzione selettiva • L’attenzione selettiva  • L’attenzione del soggetto non riguarda soltanto la posizione di uno stimolo nello spazio, ma concerne tutte le proprietà degli oggetti e degli eventi (colore, forma, dimensione, suoni, rumori ecc.). • Le singole caratteristiche di uno stimolo sono elaborate senza l’intervento dell’attenzione,processamento preattentivo  • prevede lo svolgimento di operazioni mentali in parallelo e conduce alla segmentazione del campo visivo in oggetti percettivamente rilevanti. • L’attenzione focalizzata interviene per combinare insieme le diverse caratteristiche,processamento attentivo  • interviene per integrare le informazioni e procede in maniera seriale (un’operazione dopo l’altra).

  17. L’attenzione Le competenze attentive • L’attenzione selettiva comporta una serie di competenze fra loro connesse. • L’integrazione, intesa come la capacità di mettere in relazione diversi aspetti e caratteristiche dello stimolo (situazione), in funzione della sua complessità. • Il filtraggio (filtering), che si riferisce alla capacità di ignorare le informazioni non rilevanti per selezionare soltanto quelle richieste e pertinenti; essa varia in relazione alla presenza e al numero dei distrattori, nonché alla loro distanza dai target. • La ricerca (searching), definita come la capacità di individuare un oggetto presente nel campo visivo. • La facilitazione (priming): esso consiste nel meccanismo di regolazione in base al quale l’elaborazione precedente delle informazioni influenza l’elaborazione delle informazioni successive. • priming positivo, quando l’elaborazione precedente facilita la prestazione successiva e vi è il mantenimento della medesima strategia attentiva; • priming negativo, quando l’elaborazione precedente peggiora quella successiva ed è necessario un cambiamento di strategia attentiva fra le due prestazioni. • L’enumerazionevisiva, in base alla quale il soggetto è in grado di precisare il numero delle immagini-target all’interno di una serie spaziale in maniera automatica (quando il numero dei target è inferiore a cinque) o attraverso un’operazione di conteggio (quando il numero dei target è superiore a cinque).

  18. L’attenzioneEffetti attentivi /1 • Il modo in cui il sistema attentivo riesce a distinguere in maniera selettiva l’informazione rilevante (cioè, pertinente per il soggetto in quel momento) da quella irrilevante che pure è presente nell’ambiente può essere spiegato da alcuni effetti e meccanismi dei processi attentivi. • Effetto Simon  il soggetto tende a rispondere più velocemente allo stimolo presentato nell’emicampo che spazialmente corrisponde alla mano che segna la risposta: la posizione nello spazio dello stimolo genera un effetto sui processi di attenzione e sulla rapidità della risposta fornita dal soggetto. • Effetto Stroop  i soggetti hanno dei tempi di reazione significativamente più brevi per gli stimoli il cui significato della parola è congruente a quello del suo colore rispetto a quelli incongruenti: il significato della parola, caratteristica irrilevante, produce un effetto di interferenza sulla rapidità della risposta in riferimento alla caratteristica rilevante, il colore dello sfondo.

  19. L’attenzioneEffetti attentivi /2 • Effetto Navon il soggetto produce un netto rallentamento nei suoi tempi di risposta quando posto di fronte a stimoli incongruenti, è invitato a prestare attenzione alle lettere locali: la presenza di una lettera incongruente (non rilevante) a livello globale produce un effetto di interferenza nel processo di attenzione e risposta dello stimolo. • L’insieme di questi effetti pone in evidenza che l’attenzione procede a elaborare lo stimolo in maniera completa, trattando tutte le sue caratteristiche, anche quelle che cadono fuori dal fuoco dell’attenzione e che non sono considerate come rilevanti e pertinenti dal soggetto. • Il filtro dell’attenzione selettiva interverrebbe molto tardi, al momento di selezionare la risposta da fornire (ipotesi della cosiddetta selezione tardiva).

  20. L’attenzioneRegolazione dell’attenzione • Non potendo ottenere una conoscenza piena di tutto il campo percettivo si verifica il fenomeno della restrizione dell’attenzione, detta anche restrizione della coscienza(James, 1890), enucleando: • Singole modalità sensoriali; • Caratteri degli oggetti; • Persone, oggetti ed eventi.

  21. Elaborazione Canali sensoriali Filtro Memoria a breve termine L’attenzioneModelli dell’attenzione Modello secondo Broadbent (1958): Selezione a livello della periferia sensoriale Modello secondo Deutsch & Deutsch (1963): Selezione a livello dell’elaborazione centrale Valutazione Selezione Elaborazione Elaborazione centrale Canali sensoriali

  22. L’attenzioneLe risorse attentive • Le risorse attentive  • Le risorse attentive sono limitate. In che modo siamo capaci di gestire e di governare tali risorse. • L’interferenza strutturaleavviene quando due compiti da eseguire contemporaneamente condividono il medesimo meccanismo o stadio di processamento. • È praticamente impossibile seguire con attenzione un film e nello stesso tempo svolgere una conversazione impegnata, in quanto entrambi i compiti coinvolgono in maniera equivalente l’apparato acustico. In questi casi l’interferenza strutturale è causata dalla competizione fra i due compiti per i medesimi meccanismi che regolano l’acquisizione e l’elaborazione delle informazioni. • L’interferenza da risorse avviene quando le operazioni mentali che compiamo sono impegnative, assorbendo una quota elevata delle risorse attentive a nostra disposizione. • compito primarioè quello principale che assorbe la maggior parte delle risorse • compito secondario è quello che può contare sulla quota residua di risorse. • Tanto maggiore è la quota di risorse destinata al compito primario, tanto minori sono le disponibilità per il compito secondario.

  23. Il sonno e i sogniDefinizione del sonno • La coscienza è un flusso che varia in continuazione e che subisce una rilevante modificazione nel corso del sonno. • Il sonno  • è uno stato dell’organismo qualificato da una ridotta reattività agli stimoli ambientali, con la sospensione delle attività relazionali e da una riduzione del livello di coscienza. • sorge spontaneamente e periodicamente; • si autolimita nel tempo ed • è reversibile. • In tal modo si crea un’alternanza sonno-veglia che regola il ritmo delle giornate degli individui.

  24. Il sonno e il sognoI 4 stadi del sonno • Gli stadi del sonno  • Sono stati distinti 6 diversi livelli di attività cerebrale, 2 riguardanti la veglia e 4 il sonno. • La veglia attiva • La veglia rilassata • Glistadi l, 2, 3 e 4del sonno. • Lo stadio 4 è noto come sonno profondo, nel quale è più difficile svegliare un soggetto e durante il quale si possono verificare specifici fenomeni (come sonnambulismo, enuresi, terrori notturni). • Arrivato allo stadio 4 il soggetto dormiente ritorna allo stadio 1 per ripetere il ciclo, anche se nella seconda volta permane di meno nello stadio 4. • Durante il sonno notturno si osservano di solito 4-6 cicli di sonno, ciascuno dei quali dura in media circa 90 minuti.

  25. Il sonno e il sogno Il sonno REM e non-REM /1 • Il sonno REM(rapid eye movements)  • Quando il soggetto dallo stadio 4 ritorna allo stadio 1, compie dei movimenti rapidi (isolati o a raffiche) con i bulbi oculari. • È definito anche sonno paradosso, poiché le sue onde cerebrali sono simili a quelle della veglia attiva, o sonno D, in quanto le onde cerebrali sono desincronizzate e irregolari. • Il sonno NREM (non-REM)  • o sonno ortodosso o sonno S(onde cerebrali sincronizzate e regolari). • Il sonno NREM prevale nelle prime ore del sonno, mentre il sonno REM è maggiormente presente nelle fasi terminali del sonno. • Nell’uomo, come negli altri mammiferi, il sonno REM e il sonno NREM si alternano ciclicamente.

  26. Durante il sonno non-REM Attività fisiologica i ritmi del cuore e della respirazione sono lenti e regolari; i movimenti oculari sono praticamente assenti; si ha un notevole rilassamento dei muscoli e i valori del metabolismo cerebrale diminuiscono di circa il 30% rispetto alla condizione di veglia. In sintesi, il sonno NREM è caratterizzato da un’attività cerebrale lenta e ridotta in un corpo pienamente rilassato. Attività onirica nel 25% dei casi riferisce che stava sognando. I sogni del sonno NREM assomigliano maggiormente ai pensieri normali e non emotivamente qualificati. Durante il sonno REM Attività fisiologica presenza di rapidi movimenti degli occhi, in scariche da 10 a 20 secondi; l’attività cerebrale aumenta fino a raggiungere una condizione simile a quella della veglia attiva; si ha parimenti un aumento dell’attività del sistema nervoso autonomo (di conseguenza, aumentano la pressione arteriosa, il polso e la respirazione); per contro, si ha la perdita del tono della muscolatura; di norma, infine, è accompagnato dall’erezione del pene e dal turgore clitorideo. In sintesi, nel sonno REM si ha un cervello attivo in un corpo praticamente paralizzato. Il cervello è attivato dalla scarica dei neuroni giganti del tronco dell’encefalo. Attività onirica nell’80% dei casi riferisce che stava sognando. I sogni del sonno REM sono visivamente vividi e hanno le caratteristiche emotive, bizzarre e illogiche tipiche dell’attività onirica. Il sonno e il sogno Il sonno REM e non-REM /2

  27. Il sonno e la vegliaPerché si dorme • Le teorie ristorative del sonno • Il sonno consente un recupero delle risorse sia a livello somatico sia a livello cerebrale. • Il sonno svolgerebbe, quindi, la funzione di riparazione dei danni subiti durante la veglia. • Le teorie circadiane del sonno • Il sonno comparso durante l’evoluzione delle specie. I nostri antenati avevano maggiori probabilità di vivere se durante la notte rimanevano riparati dai predatori e dai pericoli e conservavano le energie per il giorno successivo: sonno come protezione della vulnerabilità della specie. • Le differenze di sonno fra le diverse specie animali non sembrano essere collegate con il livello delle loro attività svolte lungo il giorno, bensì con il grado della loro vulnerabilità. Esse risultano, quindi, maggiormente in linea con le teorie circadiane.

  28. Il sonno e la veglia La privazione del sonno • Deprivazione totale di sonno • Il Guiness dei primati è la signora Weston con 449 ore di veglia continua (= 18 giorni e 17 ore) • Dopo alcuni giorni compaiono dei microsonniche consistono in cali improvvisi della vigilanza della durata di pochi secondi, durante i quali le palpebre si chiudono e i soggetti non rispondono agli stimoli ambientali. • Deprivazione parziale • Pur protraendola a lungo i soggetti non presentano variazioni significative nelle prestazioni mentali in compiti di efficienza cognitiva e negli stati dell’umore, se non scendono al di sotto di cinque ore circa per notte. • Essi denunciano una certa sonnolenza, piuttosto fastidiosa, soprattutto nelle ore serali. • Gli effetti della privazione totale del sonno  • Non determina particolari alterazioni fisiologiche • Non produce un declino delle funzioni cognitive complesse. • Compromette le attività mentali semplici e ripetitive. • Come per il cibo, il bere e l’attività sessuale, anche per il sonno ciascuno di noi è portato a farne uso più di quanto strettamente necessario per la sopravvivenza, quando sia liberamente disponibile.

  29. Il sonno e la veglia Le teorie dei sogni • Freudcon la teoria psicoanalitica sull’interpretazionepensava che i sogni fossero scatenati da desideri inaccettabili repressi, spesso di natura sessuale. • La chiave per capire i problemi psicologici delle persone era quella di rilevare il significato dei sogni, in quanto via regia dell’inconscio. • Non vi sono, tuttavia, dati empirici convincenti a sostegno della teoria. • La teoria rielaborativa dei sogni • I sogni avrebbero la funzione di rimettere ordine nella memoria e di risolvere aspetti problematici che si hanno lungo il giorno. • La teoria dell’attivazione-sintesi  • I sogni sono generati dall’attivazione di circuiti nervosi (macroneuroni) che si trovano nel tronco dell’encefalo e che bombardano la corteccia cerebrale con le loro scariche. • Le informazioni che giungono in corteccia sono in gran parte casuali e i sogni sarebbero il risultato del tentativo di dare loro una connessione significativa.

  30. Il sonno e la veglia Il fenomeno dei sogni lucidi • Logica bizzarra dei sogni: • connessioni illogiche e imprevedibili, nessun rispetto delle condizioni spazio-temporali • Fenomeno dei sogni lucidi: • consapevolezza onirica di stare sognando

  31. Il sonno e la vegliaL’ipnosi: definizione e setting • L’ipnosi • procedimento attraverso il quale un operatore (medico o psicologo) nella funzione di ipnotizzatore suggerisce che il cliente esperisca significativi cambiamenti nelle proprie sensazioni, percezioni, pensieri o comportamenti. • Il contesto ipnotico • è generalmente costituito attraverso una procedura di induzione che conduce a modificazioni e a distorsioni nella condotta del soggetto ipnotizzato.

  32. Il sonno e la veglia L’induzione ipnotica L’induzione ipnotica Il soggetto è posto in una condizione di rilassamento (contesto ipnotico) e gli vengono impartite progressivamente diverse suggestioni. • Raggiunta la condizione di ipnosi, l’ipnotizzatore può inviare le suggestioni per ottenere specifiche e anomale risposte da parte del soggetto ipnotizzato. I fenomeni più ricorrenti sono i seguenti: • allucinazioni positive e negative; • reazioni ideomotorie; • regressione di età; • inibizione del dolore. • Alla fine segue l’ordine di non ricordare più che cosa è successo durante l’ipnosi medesima (suggestione postipnotica). • In ogni momento è possibile la rottura della relazione ipnotica se viene data un’istruzione sbagliata, incongruente, incomprensibile o inaccettabile per il soggetto. • In generale, gli eventi che avvengono durante il periodo ipnotico, sono dimenticati sulla base di una suggestione da parte dell’ipnotizzatore, al fine di evitare ogni ricordo spiacevole o indesiderato (amnesia postipnotica).

  33. Il sogno e la veglia La suscettibilità ipnotica • La suscettibilità ipnotica • La Scala di suscettibilità ipnotica di Stanford che prevede 12 suggestioni, si è osservato che: • il 5 e il 10% della popolazione non può essere ipnotizzata anche da un ipnotizzatore esperto; • il 15% dei soggetti è altamente ipnotizzabile. • La suscettibilità ipnotica costituisce un tratto stabile della personalità, con una predisposizione genetica e con un’evoluzione nel corso della vita che ha un picco durante l’adolescenza. I soggetti sono caratterizzati da tre qualità distintive: • dissociazione: vivere una determinata situazione non in prima persona, ma in maniera distaccata; • immaginazione: ricca immaginazione, portati alla rêverie e a fare sogni ad occhi aperti e riescono a concentrarsi totalmente sulle proprie fantasie come se fossero reali (immersione fantastica); • disposizione al contesto ipnotico: rispondere in maniera nettamente favorevole all’ambiente ipnotico e sono ben predisposti nei confronti dell’ipnosi e dell’ipnotizzatore. • L’ipnotizzabilità sarebbe fondata su una sorta di buona influenzabilità (apertura) della propria interiorità (esperienza) da parte di stimolazioni (soprattutto relazionali) esterne.

  34. Il sogno e la veglia L’analgesia ipnotica L’analgesia ipnotica • Possibilità di esercitare un controllo diretto sul dolore, senza la necessità di interventi farmacologici. • Si fonda sulle modificazioni dell’attività nervosa della corteccia cerebrale (primaria e secondaria) a seguito delle suggestioni ipnotiche e comporta una sorta di separazione fra la stimolazione dolorosa e l’esperienza affettiva della medesima. • Test pressorio del freddo • la mano e il braccio del soggetto sono immersi in acqua ghiacciata (+ 4 ‘C) e dopo circa 30-45 secondi il dolore diventa molto forte sino a diventare insostenibile. • Il 67% dei soggetti altamente ipnotizzabili ottiene una sostanziale riduzione del dolore facendo ricorso all’ipnosi; • i soggetti scarsamente ipnotizzabili si registrano significativi decrementi del dolore soltanto nel 13 % dei casi. • I campi di applicazione più interessanti concernono i dolori da parto, i dolori alla schiena e al petto, i dolori odontoiatrici. • Di solito, si fa ricorso a tecniche di autoipnosi, attraverso le quali il soggetto si convince che la parte dolorante non sia collegata al corpo.

  35. La meditazione Definizione • La meditazione costituisce uno stato modificato di coscienza attraverso l’esecuzione ripetitiva e sequenziale di alcuni esercizi mentali, di solito realizzati in un ambiente tranquillo. • È un metodo di rilassamento durante il quale il soggetto, dirigendo l’attenzione in maniera fissa e invariabile su un unico stimolo, ottiene un elevato controllo nella regolazione della respirazione, e giunge a limitare grandemente il proprio campo di attenzione e la ricezione degli stimoli ambientali. • Crea un senso piacevole di benessere psicofisico e di armonia fra sé e il mondo circostante. • Genera una espansione della coscienza, simile a quella che si ottiene con l’autoipnosi. Alcuni soggetti, dopo una lunga pratica di meditazione, possono avere esperienze mistiche, nelle quali perdono la consapevolezza di sé e assumono forme di conoscenza più ampie.

  36. La meditazione Distinzioni • Distinguiamo: • meditazione di apertura • non pensare a niente per accogliere nuove esperienze • meditazione di concentrazione • focalizzare tutte le risorse su un unico oggetto • meditazione trascendentale • attenzione sulla ripetizione mentale di un suono speciale – mantra – o sulla respirazione

  37. La meditazione La meditazione trascendentale • La meditazione trascendentale consiste nel focalizzare l’attenzione sulla ripetizione mentale di un suono speciale (mantra) o sulla respirazione attraverso il naso. • L’impegno è di distogliere totalmente l’attenzione dai normali stimoli esterni e di concentrarsi pienamente su uno specifico stimolo interno. • Tecnica efficace per indurre uno stato profondo di rilassamento, per ridurre l’eccitazione fisiologica, nonché per diminuire le condizioni di stress. • Produce un significativo abbassamento del ritmo respiratorio, una diminuzione del consumo di ossigeno e una minore eliminazione dell’anidride carbonica. • Si è dimostrata efficace nell’aumentare le capacità di memoria, nell’incrementare l’efficienza mentale del soggetto, nell’innalzare il livello delle prestazioni intellettive, nonché per migliorare il livello di autostima. • Utile nelle attività sportive, poiché favorisce il raggiungimento del massimo delle proprie potenzialità fisiche attraverso un grado ottimale di concentrazione.

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