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IL CARCINOMA TIROIDEO

IL CARCINOMA TIROIDEO. Centro E.C.M. “Istituto Ninetta Rosano - Clinica Tricarico” Sabato 5 Aprile 2008 Hotel Belvedere Belvedere M.mo (CS). IL CARCINOMA TIROIDEO.

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IL CARCINOMA TIROIDEO

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Presentation Transcript


  1. IL CARCINOMA TIROIDEO Centro E.C.M. “Istituto Ninetta Rosano - Clinica Tricarico” Sabato 5 Aprile 2008 Hotel Belvedere Belvedere M.mo (CS)

  2. IL CARCINOMA TIROIDEO Il carcinoma della tiroide è il tumore endocrinomaligno più frequente e rappresenta la 2^ causa di morte dopo il carcinoma ovarico

  3. CLASSIFICAZIONE DEI NODULI TIROIDEI SOLIDI ECOGRAFICA MISTI CISTICI NON CAPTANTI SCINTIGRAFICA NORMOCAPTANTI IPERCAPTANTI BENIGNI ISTOLOGICA MALIGNI

  4. INCIDENZA L’incidenza annuale del cancro della tiroide è di 1.2-2.6 per 100.000 negli uomini e di 2.0-3.8nelle donne MORTALITA’ La mortalità annua per cancro della tiroide è compresa tra 0.2-1.2per 100.000 negli uomini e di 0.4-2.8 nelle donne (rappresenta meno dell’1% di tutti i decessi per cancro) EPIDEMIOLOGIA

  5. FREQUENZA DEL CARCINOMA TIROIDEO La frequenza del carcinoma tiroideo è del 3% nei gozzi pluri-nodulari; del 12% nei noduli singoli. L’età media alla diagnosi è vicino ai 40 anni per i Ca. papillari, di 50 anni o più per i Ca. follicolari e di 70 anni per i Ca .anaplastici

  6. DIAGNOSTICA CLINICA La possibilità di identificare un nodulo tiroideo alla palpazione è correlata alla: • Localizzazione nella tiroide (superficiale o profonda) • Anatomia del collo del paziente • Esperienza dell’esaminatore La palpazione del collo deve essere accurata e deve mirare ad individuare le caratteristiche del/dei nodulo/i: • La consistenza • La dimensione • I limiti • La superficie • Il rapporto con le strutture adiacenti • La cute sovrastante • La presenza di linfoadenopatie latero – cervicale.

  7. CLINICA DEI NODULI TIROIDEI • La maggior parte dei pazienti con nodularità tiroidea è asintomatica ed il riscontro è spesso occasionale.I sintomi più frequenti sono: • Tensionenella regione del collo che si accentua soprattutto con i movimenti di flesso – estensione del capo. • Compressione e/o deviazione della tracheafino ad assumere fenomeni di tracheomalacia DISPNEA. • Compressione e/o deviazione dell’esofagoDISFAGIA. • Sindrome mediastinica(nei gozzi nodulari di lunga durata) da compressione sui vasi e sulle parti molli CONGESTIONE DEL VOLTO E TURGORE DELLE GIUGULARI. • Raucedine e/o disfonia da compressione del nervo laringeo ricorrente(suggestivo per neoplasia). • Tumefazione acuta e dolentedel collo per emorragia ad improvvisa insorgenza in uno dei noduli AGGRAVAMENTO DEI SINTOMI COMPRESSIVI

  8. DIAGNOSTICA DI LABORATORIO • Ft3,Ft4,TSH : Valutazione funzione tiroidea • AbTg,AbTPO : Valutazione di fenomeni auto-immunitari • CT: Identificazione del carcinoma midollare della tiroide • TG : Nessuna utilità

  9. DIAGNOSTICA STRUMENTALE FONDAMENTALI Esame citologico mediante ago-aspirato Ecografia tiroidea COMPLEMENTARI Scintigrafia tiroidea Rx torace TC

  10. FATTORI DI RISCHIO DEL CANCRO DELLA TIROIDEI principali fattori di rischio del cancro della tiroide evidenziati negli studi epidemiologici sono i seguenti: • PRECEDENTE IRRADIAZIONE ESTERNA • ANAMNESI FAMILIARE DI CARCINOMA TIROIDEO • ANAMNESI FAMILIARE DI POLIPOSI (Sindrome di Gardner) • APPORTO ALIMENTARE DI IODIO • ALTRI FATTORI LEGATI ALL’ALIMENTAZIONE ED ALL’AMBIENTE • PREESISTENTE MALATTIA TIROIDEA (Gozzo congenito da disormonogenesi ; Morbo di Graves, Tiroidite di Hashimoto) • SESSO ( F › M ) • ETA’ ( V decennio di vita, ‹ 15 ANNI › 65 ANNI) • FATTORI ORMONALI E GRAVIDANZE

  11. FATTORI PROGNOSTICILa grande maggioranza dei pazienti con CA tiroideo differenziato, hanno un alta probabilità di guarigione ed una bassa possibilità di recidive.Tuttavia, una piccola percentuale di pazienti è ad “ALTO RISCHIO” di recidive e di morte • Varianti istologiche • Metastasi locali o a distanza(MOLTEPLICITA’ DELLE METASTASI, LOCALIZZAZIONE ALLO SCHELETRO, DIMENSIONE, ETA’ AVANZATA, ATTIVITA’ IODIO-CAPTANTE) • Estensione del tumore primitivo • Età al momento della diagnosi • Sesso • Coesistenza di patologia tiroidea auto-immune • Fattori prognostici legati al trattamento iniziale

  12. RADIAZIONI E CANCRO DELLA TIROIDE • Circa i 2/3 dei tumori RADIO-INDOTTI sono di natura benigna ed 1/3 sono di natura maligna (quasi esclusivamente supportato dall’istotipo PAPILLARE) • Il carcinoma indotto dall’esposizione a radiazioni esterne si manifesta tipicamente con una LATENZA tra 5 e 40 anni dall’epoca dell’esposizione, con un picco tra 15 e 19 anni. • Il fattore di rischio più importante per lo sviluppo di un CA tiroideo è rappresentatodall’ETA’ al momento dell’esposizione(al di sotto di 5 anni, il rischio è 2 volte superiore a quello dei soggetti tra 5 e 9 anni, e 5 volte superiore a quello dei soggetti tra i 10 ed i 14 anni). • Negli adulti, sebbene i dati disponibili siano scarsi, il rischio di CA tiroideo radio-indotto è molto basso, se non addirittura trascurabile. • L’effetto delle radiazioni è massimo in periodi di rapidaproliferazionecellulare, come è il caso della tiroide in epoca evolutiva.

  13. GENETICA DEI TUMORI TIROIDEI La proliferazione delle cellule follicolari normali è controllata da fattori extra-cellulari che, agendo per il tramite di recettori di membrana, modulano le vie intra-cellulari della trasmissione del segnale Nelle cellule follicolari, il principale fattore di regolazione della proliferazione cellulare è il TSH La crescita tumorale è legata ad uno squilibrio irreversibile dei meccanismi di proliferazione cellulare, che può essere dovuto ad un’esaltata attività stimolatoria, o da una ridotta attività del controllo inibitorio Il carattere monoclonale della maggior parte dei tumori benigni e maligni della tiroide suggerisce che la loro genesi è dovuta ad anomalie genetiche e più precisamente all’attivazione di un oncogene o all’ inattivazione di un anti-oncogene Numerose anomalie genetiche(mutazioni puntiformi o riarrangiamenti) sono state descritte a livello dei geni RAS;GSP;p53;RET-TRK e del gene del recettore del TSH

  14. ONCOGENI E TUMORI DELLA TIROIDE • Oncogene RAS: Proteina ras attivata stimola la divisione ed inibisce la differenziazione delle cellule follicolari. • Oncogene GSP :Mutazione presente nei noduli funzionanti. • Oncogene RET-PTC: Mutazione presente nei carcinomi papillari • Oncogene TRK • Oncogene MET: potente mitogeno capace di promuovere la motilità e l’invasività cellulare • GENI ONCOSOPPRESORI: normalmente inibiscono o arrestano la divisione cellulare

  15. Migliore educazione sanitaria. Utilizzo diffuso dell’Es. Ecografico Migliore tecnica citologica ed istologica. Maggiore accuratezza e precocità diagnostica. Dimensioni medie dei tumori. Maggiore capacità di individuare più precocemente il tumore Metastasi a distanza Linfoadenopatie cervicali. Il numero delle diagnosi dei tumori scarsamente differenziati non è aumentato. Aumento delle diagnosi di tumori papillari meno aggressivi e di dimensioni < 1cm (microcarcinomi). Apporto alimentare di iodio La mortalità non è aumentata Migliore tecnica di trattamento e follow-up. L’aumento dell’INCIDENZA sarebbe solo apparente; in realtà non ci sono oggi più persone malate di tumore rispetto a 30 anni fa, ma solo più persone con DIAGNOSI di tumore.

  16. GRAZIE PER L’ATTENZIONE

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