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Corso di Antropologia Culturale

Corso di Antropologia Culturale. PERCORSO 2: L’IMMAGINARIO. venerdì 15 NOVEMBRE 2013. Importanza della mietitura.

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  1. Corso di Antropologia Culturale PERCORSO 2: L’IMMAGINARIO venerdì 15 NOVEMBRE 2013

  2. Importanza della mietitura Mietitura vissuta come momento di grande competizione, prova di virilità, aggressività. Casi di ferimenti, incidenti e morti durante i lavori. Sangue dei falciatori = aspetto sacrificale mietitura Usanza di portare a casa ultime spighe di grano per propiziare il nuovo raccolto

  3. Esseri mitici e luoghi: L’Uomo Selvatico

  4. UOMO SELVATICO PAN Imprevedibili, irrazionali, indefiniti, difficili da avvistare; sentimento di terror panico alla loro vista, abitano luoghi di passaggio (anfratti, rocce, antri) e appaiono a ore di passaggio (mezzogiorno, mezzanotte) Nomi dell’Uomo Selvatico: servan, servanot, servant, servenh, servanh, sarvan, servon, seyvan

  5. Funzioni e caratteristiche dell’Uomo Selvatico È considerato il primo abitante delle Alpi; È un maestro dell’arte casearia e di sistemi legati alle economie delle aree di cui si rintraccia la leggenda; Insegna agli uomini canti e leggende; Vive di prodotti della natura di cui conosce bene i segreti; Molto spesso fugge quando incontra un uomo; Talvolta è accompagnato da Donne Selvatiche; Compare in una serie di varianti di una narrativa mitologica fondamentale;

  6. Evoluzione della figura dell’Uomo Selvatico

  7. Corpus orale più antico = eroe culturale con caratteri positivi e negativi 1 Con affermarsi della rivoluzione culturale inaugurata dal cristianesimo, grandi eremitaggi nei deserti in condizioni semi-selvagge, considerate eccellenti per ascetismo 2 Sovrapposizione figure Uomo Selvatico e Santi Eeremiti cristiani Perdita di alterità da parte dell’Uomo Selvaggio Perdita funzione dell’US = irruzione della natura dentro una cultura primitiva Nuovo eroe culturale cristiano con compito di addomesticare la natura Graduale caratterizzazione negativa dell’US: antropofago, rapitore di bambini, associato a streghe e diavoli

  8. Maschere dell’Uomo Selvatico Diverse manifestazioni a seconda del luogo Evidenti caratteristiche demoniache Associato alla Candelora (2 febbraio) e alle previsioni metereologiche = Alter ego dell’orso

  9. Intorno all’uomo selvatico Varianti della “matrice” del selvatico: sarvan, salvan, salvanel, sanguanel (Piemonte, Veneto, Friuli, Trentino) Mazzarol, Mazzariol (Veneto) Sbilf (Friuli)

  10. Nella Valle dell’Adige il Salvanel rovescia le gonne alle ragazze, rompe i vetri alle finestre. È una brutta bestiaccia nera colle ali da pipistrello e due manacce lunghe lunghe, colle quali tocca tutto e tutto rovina. Ha parecchi servi tutti brutti come lui che scorrazzano per i campi e fanno il mulinello fischiando

  11. Insomma mi dicevano che nella giassara si nascondeva il Sanguanel e che quindi noi non ci dovevamo andare. Mi ricordo che quando mi mandavano a prendere il latte io ero terrorizzata e noi ragazze litigavamo perchè nessuno voleva andarci. Io allora nella mia immaginazione vedevo il Sanguanel come un folletto tutto rosso, con le corna e la coda come una specie di diavoletto e avevo veramente paura di questo personaggio e qualche volta per sfida quando eravamo in tre o quattro ragazzi e ragazze a giocare nella corte della casara, andavamo vicino alla giassara a spiare per vedere se riuscivamo a vedere il Sanguanel. Ma la paura subentrava specialmente all'imbrunire, alla sera, e allora non avremmo mai osato avvicinarci in quel posto (Bassano del Grappa, VI)

  12. Mi ricordo che un giorno mia mamma ha visto che il latte era sporco di erba e ha detto: dev'esser stato el Sanguanel e anche quando in qualche fameja spariva un arnese, ‘na forca o un rastel la gente ‘a diseva col segno de ‘a crose, che rento a che ‘a casa dormia el Sanguanel... (Bassano del Grappa) Nessuno l'aveva mai visto ma comunque era sempre rosso, si chiamava appunto Sanguanel, da sangue.

  13. Il Sanguanel

  14. Il Mazarol (mazzarol, mazzariol) è spesso rappresentato come un ometto vestito di rosso. “Torna prima de sera se ben te ne vòl torna prima de not, fora l’è‘l Mazariol!” Attività del Mazarol: arruffare le criniere ai cavalli, rapire i bambini e le ragazze, far perdere le tracce, ma anche insegnare le tecniche casearie No cascar entro te le peche del Mazarol! Non calpestare le impronte del Mazarol!

  15. Un episodio narrato frequentemente riguarda una ragazza del Primiero (BL) che si sarebbe ritrovata al cospetto del Mazaròl subito dopo averne calpestato le impronte. La creatura le alitò in viso e lei dimenticò tutta la sua vita passata, trascorrendo gli anni successivi al suo servizio.Il Mazaròl le insegnò a fare il burro, il formaggio e la ricotta e le aveva promesso che le avrebbe insegnato a ricavare la cera dal siero, tuttavia non ne ebbe il tempo. Infatti, un giorno, un cacciatore riconobbe la ragazza e la riportò in paese. Si fecero molti tentativi per far tornare la memoria alla sventurata; alla fine, ciò che funzionò da antidoto fu il latte di una capretta bianca, offertole da una vecchina. Per la felicità di essere tornata a casa, la ragazza insegnò a tutto il paese a fare il burro, il formaggio e la ricotta; ma in Primiero ancora non si sa ricavare la cera del siero.

  16. “I Benandandi andavano di notte con stregoni e sbilfoni” (Archivio del Sant’Uffizio, 1574, Cividale del Friuli”

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