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STRUMENTI DI INDAGINE DEL SE’

STRUMENTI DI INDAGINE DEL SE’. Esercitazioni di Laboratorio del corso di Psicologia dello sviluppo sociale A.A.2012/2013. STRUMENTI DI INDAGINE DEL SE’. Oggetto di studio : il laboratorio proporrà diverse metodologie utilizzate per studiare il Sé in diverse fasi dello sviluppo: I infanzia

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Presentation Transcript


  1. STRUMENTI DI INDAGINE DEL SE’ Esercitazioni di Laboratorio del corso di Psicologia dello sviluppo sociale A.A.2012/2013

  2. STRUMENTI DI INDAGINE DEL SE’ Oggetto di studio: il laboratorio proporrà diverse metodologie utilizzate per studiare il Sé in diverse fasi dello sviluppo: • I infanzia • età scolare • adolescenza Date: 15, 16, 21 e 22 maggio 2013

  3. BIBLIOGRAFIA • Zazzo, R. (1997). Riflessi. Torino: Boringhieri (capitolo 2: Il vetro e lo specchio), pp. 23-39. • Camodeca, M. et al. (2010). Adattamento italiano del Self-DescriptionQuestionnaire per bambini di età scolare e preadolescenti. Giornale Italiano di Psicologia, 3, pp. 671- 691. • Confalonieri, E. (2004). Adolescenze e percorsi di sviluppo: uno studio qualitativo con adolescenti in famiglia e in comunità. In L. AleniSestito ( a cura di), Processi di formazione dell’identità in adolescenza, Napoli Liguori, pp. 273-298.

  4. OBIETTIVI DEL LABORATORIO • Conoscere alcune tecniche e strumenti di analisi e di studio del Sé. • Vedere come cambia lo studio di tale costrutto in base alle specifiche età dei soggetti e all’approccio teorico di riferimento. • Riflettere su diversi modi di fare ricerca in Psicologia dello sviluppo (obiettivo più generale).

  5. TRE SITUAZIONI CONSIDERATE (I) APPARATO SPERIMENTALE DI RENE’ ZAZZO (ANNI OTTANTA) • Soggetti: bambini piccoli (secondo anno di vita) • Oggetto: acquisizione della consapevolezza di sé • Tipo di ricerca: sperimentale in laboratorio • Atteggiamento del ricercatore: partecipe, “storico” e interlocutorio

  6. TRE SITUAZIONI CONSIDERATE (II) QUESTIONARIO DI AUTODESCRIZIONE (SDQ), DI MARSH (1988) • Soggetti: fanciulli di età scolare (8-13 anni) • Oggetto: percezione di sé e delle proprie competenze • Tipo di ricerca: quasi sperimentale, self-report • Atteggiamento del ricercatore: oggettivo/distaccato

  7. TRE SITUAZIONI CONSIDERATE (III) RESOCONTO NARRATIVO (BRUNER, ANNI ‘90) • Soggetti: adolescenti (14-19 anni) • Oggetto: indicatori del sé nella narrazione • Tipo di ricerca: qualitativa, analisi del contenuto • Atteggiamento del ricercatore: biografico, attenzione allo sviluppo come “storia di crescita”.

  8. TRE SITUAZIONI: TRE TIPI DI SE’ Attraverso l’analisi delle tre situazioni rifletteremo sul passaggio, anche evolutivo, a tipi diversi di Sé : • Sé visto, o “riconosciuto” (attraverso lo specchio, grazie alla percezione di contingenze) • Sé descritto (attraverso il linguaggio) • Sé narrato e autobiografico (attraverso le parole, il pensiero narrativo e la memoria)

  9. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) Negli anni ‘70 e ‘80 René Zazzo ha condotto una serie di ricerche di laboratorio finalizzate a: • Studiare il fenomeno del “doppio” nella I infanzia • Studiare la comprensione dello “spazio virtuale” • Studiare il riconoscimento di sé allo specchio Nel complesso, questi studi, poi ripresi anche da altri (es. Lewis, Brooks-Gunn,) illustrano le fasi attraverso cui i bambini arrivano a riconoscere la propria immagine allo specchio.

  10. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) Partecipanti alle ricerche: Bambini, singoli e gemelli, tra i 6 e i 30 mesi Apparato sperimentale di laboratorio: • Pannelli ad altezza di bambino, con un vetro e con uno specchio. • Dispositivo a luce intermittente dietro al bambino e in posizione opposta rispetto allo specchio • “Cage à mère”: cabina in cui siede la madre e da cui parte la luce intermittente

  11. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) Situazioni osservate: • Due gemelli (A e B) si vedono attraverso il vetro • Il bambino A si vede nello specchio • Il bambino A si vede nello specchio con una macchia rossa sul naso • Il bambino A, senza la macchia, guarda nello specchio in cui si riflette una luce intermittente • Il bambino A, senza la macchia, guarda nello specchio in cui si riflettono una luce intermittente e la propria mamma

  12. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) Obiettivi degli esperimenti: • Capire a quale età il bambino riconosce come propria l’immagine riflessa nello specchio (consapevolezza di sé) • Capire a quale età il bambino “comprende” lo “spazio virtuale” HP: il bambino si riconosce (tocca la macchia sul proprio naso) quando coglie la contingenza dei movimenti (dal vetro allo specchio) e così capisce il senso dello “spazio virtuale”

  13. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) Ecatombe di ipotesi!! In realtà l’ipotesi iniziale di Zazzo viene “spazzata via” dalle osservazioni: • Cioè, quando il bambino passa dal vetro allo specchio sperimenta sì le contingenze, ma non arriva subito a togliersi la macchia dal naso (non si riconosce). • Quando si riconosce (mesi dopo), non comprende ancora lo spazio virtuale (ci vogliono altri mesi)

  14. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) Fatti imprevisti!! Tuttavia Zazzo scopre nuovi comportamenti che non aveva previsto e su cui riflette: • Battere sul vetro e sullo specchio • Giochi con le mani o con oggetti • Giochi con la faccia e con la bocca

  15. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) Fatti imprevisti ma confermati Il ripetersi della sperimentazione con tutti i bambini (28), in momenti diversi, ha portato a confermare la presenza e la progressione evolutiva di tali comportamenti

  16. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) Battere su vetro e specchio E’ la prima reazione dei bambini davanti a queste superfici, una normale reazione di fronte ad un ostacolo, che divide due mondi percepiti come reali. In effetti il bambino prova anche ad andare dietro sia il vetro sia lo specchio. Intorno ai due anni il bambino non batte più sullo specchio (ulteriore criterio di riconoscimento di sé), ma solo sul vetro.

  17. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) Il bambino prova ad andare dietro lo specchio, per ritrovare quello vede

  18. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) Giocare con le mani… • E’ la seconda reazione dei bambini davanti allo specchio, la scoperta e la sperimentazione della contingenza • Attraverso questi giochi, che aveva già fatto col gemello dietro il vetro, il bambino costruisce e sperimenta l’immagine visiva di sé • Gradualmente si innesca il collegamento tra l’esperienza del proprio movimento e l’immagine restituita dallo specchio

  19. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) Giocare con le mani… Il bambino osserva il sincronismo tra i suoi movimenti (sperimentati) e quelli visti

  20. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) … e con la faccia • I giochi con la faccia e la bocca (boccacce, baciare, avvicinarsi allo specchio) svolgono la stessa funzione di quelli con le mani, ma in più consentono di sperimentare lo scomparire (quando si avvicina troppo) e il riapparire (quando si allontana) del volto. • Il viso non si sdoppia (perché il bambino non lo vede, a differenza delle mani), ma si fonde

  21. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) giocare con la faccia Il bambino bacia “lo specchio” (un altro bambino? Se stesso?)

  22. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) Tutte le osservazioni di Zazzo, su cui ha realizzato anche un film (A travers le miroir), hanno portato a definire una sequenza evolutiva costante della comparsa di questi e altri comportamenti, attraverso i quali il bambino scopre l’immagine di sé. Indipendentemente dall’evoluzione di ogni bambino, le tappe (i “paletti”) seguono lo stesso ordine.

  23. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) I paletto (dai 10 mesi): battere sulla superficie, giochi di imitazione manuale e giochi con la bocca. II paletto (intorno ai 17 mesi): scompaiono improvvisamente questi giochi e i bambini mostrano una reazione di perplessità, immobilità, evitamento. III paletto (tra i 18 e i 24 mesi): il bambino cancella la macchia dal proprio viso IV paletto (dopo 6 mesi): il bambino si volta a guardare la luce lampeggiante (prima, se la luce illumina la mamma)

  24. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) Quindi, in conclusione, il bambino: • prima sperimenta la contingenza • poi, dopo un periodo di perplessità e di evitamento, riconosce la propria immagine • infine comprende lo spazio virtuale. Tra una tappa e l’altra trascorrono sempre alcuni mesi Come ultimo passaggio: pronunciare il proprio nome o “IO”.

  25. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) Riflessioni sul tipo di ricerca: • Apparato sperimentale: controllo delle variabili in gioco • Approccio del ricercatore: interlocutorio, che si mette in discussione.Zazzo parte da ipotesi che non vengono confermate, ma ciò agisce da stimolo per continuare ad indagare su altri fronti • Presentazione della ricerca: molto personale, ricca di particolari anche su aspetti preparatori, resoconto di un’esperienza di vita del ricercatore.

  26. IL SE’ RICONOSCIUTO (ZAZZO) In conclusione: in Zazzo vediamo l’uso dello specchio come strumento di riflessione del Sé. Lo specchio può essere usato anche come strumento di riflessione (di pensiero, di apprendimento, di conoscenza,..) sul Sé

  27. IL SE’ SPERIMENTATO ALLO SPECCHIO “Gioco degli specchi” (Grasselli, 2009) Percorso guidato, con bambini di età prescolare, alla scoperta e alla sperimentazione della propria immagine (e di Sé) allo specchio: (1) osservarsi attraverso diverse superfici riflettenti, più o meno deformanti: specchio, acqua, superficie di alluminio (sono i punti di vista con cui gli altri ci guardano? I modi diversi con cui la realtà ci riflette la nostra immagine?)

  28. IL SE’ SPERIMENTATO ALLO SPECCHIO “Gioco degli specchi” (Grasselli, 2009) (2) Modificare il Sé esterno (che si vede) sulla base del Sé interno (gli stati d’animo), dei ruoli, dell’età: giochi di mimica facciale per esprimere le emozioni (fare finta di..); disegni sopra l’immagine riflessa per immaginarsi in altro modo, età, ecc…

  29. IL SE’ SPERIMENTATO ALLO SPECCHIO “Gioco degli specchi” (Grasselli, 2009) (3) Descrizione della propria immagine riflessa da confrontare con le descrizioni degli altri: come mi vedo io (Sé soggettivo) ? Come mi vedono gli altri (Sé oggettivo) ? (4) Possibilità di vedere, ma anche di essere visti, a insaputa propria e altrui (spazio virtuale?)

  30. IL SE’ VISTO IN CONCLUSIONE… Riflettiamo insieme sul fatto che una delle prime forme di conoscenza che abbiamo di noi stessi è di tipo visivo, grazie allo specchio e al rispecchiamento negli altri

  31. IL SE’ DESCRITTO • A partire dall’età prescolare, grazie al consolidarsi del linguaggio, il Sé viene indagato attraverso le parole e le descrizioni di sé che i bambini stessi danno. • Esistono molti strumenti che possono essere impiegati, soprattutto in età scolare, per conoscere le autodescrizioni dei bambini.

  32. IL SE’ DESCRITTO • Si tratta nella maggior parte dei casi di Questionari di autovalutazione (Self- Report), che riportano una serie di item o affermazioni, su cui i bambini devono esprimere un grado di accordo/disaccordo. • In sintesi essi valutano la percezione che i bambini hanno di sé (anche percezione di competenze)

  33. IL SE’ DESCRITTO Alla base di tali questionari si ravvisa una concezione multidimensionale del Sé, che rispecchia la struttura del Sé durante la fanciullezza: Un costrutto complesso e differenziato in diverse componenti che il fanciullo distingue e sa poi anche integrare in un Sé globale

  34. IL SE’ DESCRITTO Sono molti i questionari di questo tipo. I più usati sono: • MSCS (MultidimensionalSelf-Concept Scale) di Bracken, 1992 (in italiano TMA). • SPPC (SelfPerceptionProfileforChildren) di Harter, 1985. • SDQ (SelfDescriptionQuestionnaire) di Marsh, 1988 (in italiano QDS).

  35. IL SE’ DESCRITTO (MARSH, 1988) Ci soffermiamo in particolare sull’SDQ di Marsh. • Ne esistono diverse versioni: età prescolare, età scolare e preadolescenza, adolescenza, età adulta. • Della versione per l’età scolare e la preadolescenza esiste una validazione per la popolazione italiana (Camodecaet al., 2010)

  36. IL SE’ DESCRITTO: SDQ L’SDQ è stato costruito sulla base di un modello gerarchico e multidimensionale del Sé, tipico della fanciullezza. • Struttura multidimensionale: il Sé è suddiviso in diverse componenti (diverse immagini di sé relative ai diversi campi di esperienza: sociale, cognitiva, fisica, scolastica,..) • Struttura gerarchica: tali componenti sono organizzate gerarchicamente (dal Sé globale discendono altre componenti e sottocomponenti)

  37. IL SE’ DESCRITTO: SDQ L’SDQ è composto da 8 scale, ciascuna delle quali corrisponde ad aree o dimensioni diverse del concetto di sé (tra gli 8 e i 14/15 anni): • Apparenza • Abilità fisiche • Relazioni coi genitori • Relazioni coi pari • Concetto di sé in matematica • Concetto di sé in “lingua” • Concetto di sé rispetto alla scuola • Concetto globale di sè

  38. IL SE’ DESCRITTO: SDQ L’obiettivo di Camodeca e coll. (2010) risiede nel validare lo strumento per la popolazione italiana, confermare cioè anche nella nostra cultura: • Validità di costrutto: presenza delle stesse dimensioni • Affidabilità: se le scale sono internamente coerenti • Attendibilità: se si ottengono stessi risultati anche in somministrazioni diverse (Test-Retest) • Validità di criterio: se ha senso rispetto a criteri esterni (età, genere e altre variabili) di cui la letteratura ha informazioni certe riguardo al Sé. Perché è importante la validazione italiana degli strumenti?

  39. IL SE’ DESCRITTO: SDQ Noi ci soffermiamo in particolare sugli item delle scale, su come lo strumento è stato utilizzato e su alcuni dati di ricerche in cui lo strumento è stato usato, e che aggiungono informazioni sul Sé nella fase evolutiva considerata

  40. IL SE’ DESCRITTO: SDQ Le 8 scale si compongono complessivamente di 76 item Ogni item prevede una risposta a 5 punti: 1= falso 2= abbastanza falso 3= a volte falso a volte vero 4= abbastanza vero 4= vero A punteggi alti corrisponde un concetto di sé più positivo

  41. IL SE’ DESCRITTO: QDS SCALA DELLE ABILITA’ FISICHE Si riferisce alla percezione che il bambino ha di sé rispetto a giochi di movimento, sport, abilità fisiche. 3) So correre veloce 10) Mi piace correre e fare giochi di movimento 17) Odio gli sport e i giochi* 24) Mi piacciono gli sport e i giochi 32) Sono forte 40) Sono bravo negli sport 48) Riesco a correre per molto tempo senza fermarmi 56) Sono un bravo atleta 64) Sono bravo a lanciare la palla

  42. IL SE’ DESCRITTO: QDS SCALA DELL’APPARENZA FISICA Si riferisce a come i bambini percepiscono il proprio aspetto ( e credono che gli altri lo percepiscano) 1) Sono bello/a 8) Mi piace il mio aspetto 15) Ho un bel viso 22) Sono un bel bambino/una bella bambina 30) Sono brutto/a * 38) Gli altri bambini pensano che sono bello/a 46) Ho un bel corpo 54) Sono più bello/a della maggior parte dei miei amici 62) Ho dei bei particolari, come il naso, gli occhi e i capelli

  43. IL SE’ DESCRITTO: QDS SCALA DELLE RELAZIONI CON I PARI Si riferisce alla percezione di popolarità, di facilità di interagire con gli altri 7) Ho molti amici 14) Per me è facile farmi degli amici 21) Gli altri bambini hanno più amici di me * 28) Vado d’accordo con gli altri bambini 36) Sto simpatico agli altri 44) Gli altri bambini mi vogliono come loro amico 52) Ho più amici degli altri bambini 60) Sono molto ricercato dai ragazzi della mia età 69)Piaccio a quasi tutti gli altri bambini

  44. IL SE’ DESCRITTO: QDS SCALA DELLE RELAZIONI CON I GENITORI Si riferisce alla percezione di accordo, benessere, buone interazioni con i genitori 5) I miei genitori mi capiscono 12) I miei genitori sono spesso scontenti o delusi di ciò che faccio * 19) Mi piacciono i miei genitori 26) Piaccio ai miei genitori 34) Se un giorno avrò dei figli li vorrò educare come hanno fatto i miei genitori con me 42) Io e i miei genitori passiamo molto insieme 50) Riesco a parlare bene con i miei genitori 58) Vado d’accordo con i miei genitori 66) Mi diverto molto con i miei genitori

  45. IL SE’ DESCRITTO: QDS SCALA DELLE COMPETENZE SCOLASTICHE Si riferisce alla percezione generale di sé nel contesto scolastico 2) Sono bravo in tutte le materie 9) Mi piace fare i compiti in tutte le materie 16) Prendo bei voti in tutte le materie scolastiche 23) Odio tutte le materie * 31) Imparo velocemente in tutte le materie scolastiche 39) Sono interessato in tutte le materie scolastiche 47) Non sono bravo nelle materie scolastiche * 55) Sono entusiasta delle materie scolastiche 63) Per me è facile fare i compiti di tutte le materie 71) Mi piacciono tutte le materie scolastiche

  46. IL SE’ DESCRITTO: QDS SCALA DELLE COMPETENZE MATEMATICHE Si riferisce alla percezione di sé nelle materie logico-matematiche 6) Odio la matematica * 13) Per me è facile fare i compiti di matematica 20) Sono entusiasta della matematica 27) Prendo buoni voti in matematica 35) Sono interessato/a alla matematica 43) Imparo velocemente la matematica 51) Mi piace la matematica 59) Sono bravo/a in matematica 68) Mi piace fare i compiti di matematica 75) Sono lento/a in matematica *

  47. IL SE’ DESCRITTO: QDS SCALA DELLE COMPETENZE DI ITALIANO Si riferisce alla percezione di sé nella materia di “italiano” 4) Prendo bei voti in italiano 11) Mi piace l’italiano 18) Sono bravo/a in italiano 25) Sono interessato/a all’italiano 33) Non sono molto bravo/a in italiano * 41) Mi piace fare i compiti di italiano 49) Per me sono facili i compiti di italiano 57) Sono entusiasta dell’italiano 65) Odio l’italiano* 73) Imparo velocemente l’italiano

  48. IL SE’ DESCRITTO: QDS SCALA DEL SE’ GLOBALE Si riferisce alla percezione di sé in generale 29) Faccio molte cose importanti 37) In generale non sono bravo/a * 45) In generale mi piaccio come sono 53) Tutto sommato, sono orgoglioso/a di me 61) Riesco a fare bene tutto 67) Riesco a fare le cose ugualmente bene delle altre persone 70) Gli altri pensano che io sia una brava persona 72) Molti aspetti di me sono buoni 74) Sono bravo/a come le altre persone 76) Quando faccio qualcosa, la faccio bene

  49. IL SE’ DESCRITTO: QDS COME E’ STATO APPLICATO IL QDS ? Partecipanti: 781 bambini di età tra gli 8 e i 15 anni 451: IV e V elementare 330: I, II e III media 409: maschi 372: femmine Procedura: Somministrazione collettiva in due momenti T1 e T2 (test-retest). A T1 anche nomina dei pari per lo studio della vittimizzazione. A T2 solo parte del campione Aspetti etico-deontologici

  50. IL SE’ DESCRITTO: QDS COME E’ STATO APPLICATO IL QDS ? VALIDAZIONE Le analisi hanno confermato sia la struttura multidimensionale sia la struttura gerarchica del Sé (Sé globale al di sopra delle altre dimensioni; competenza scolastica al di sopra di competenza in matematica e in italiano). Buona affidabilità: alpha di Cronbach > del 77% in tutte le scale Attendibilità: valori confermati a T1 e T2

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