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Modulo di Psicologia Generale LA MOTIVAZIONE

Modulo di Psicologia Generale LA MOTIVAZIONE.

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Modulo di Psicologia Generale LA MOTIVAZIONE

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Presentation Transcript


  1. Modulo di Psicologia GeneraleLA MOTIVAZIONE Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano il medesimo compito, ma quando fu loro chiesto quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diverse."Spacco pietre" rispose il primo. "Mi guadagno da vivere" rispose il secondo."Partecipo alla costruzione di una cattedrale" disse il terzo Peter Schultz (inventore delle fibre ottiche)

  2. Cos’è la motivazione? • Il concetto di motivazione è abbastanza intuitivo • Si riferisce allo scopo che direziona il nostro agire • Etimologicamente deriva dal latino motus: movimento verso qualcosa o qualcuno • La motivazione spinge le persone a intraprendere delle attività o ad evitarle

  3. Cos’è la motivazione? • La motivazione non spiega solo il perché del nostro agire, ma anche il per chi • Alla base delle nostre azioni ci sono obiettivi sociali, il voler dimostrare qualcosa, il competere, il voler raggiungere standard personali • In questo, la risposta al per chi faccio ciò che faccio costituisce il nucleo centrale del fenomeno motivazionale

  4. Cos’è la motivazione? • Definizione: La motivazione è un insieme strutturato di esperienze soggettive che spiega l’inizio, la direzione, l’intensità e la persistenza di un comportamento diretto ad uno scopo [De Beni e Moé, 2000] • La motivazione è quindi un fatto soggettivo che ha luogo all’interno della persona e che può tradursi in comportamenti, atteggiamenti, intenzioni, credenze e obiettivi

  5. MOTIVAZIONE: classificazioni

  6. Origine: intrinseca ed estrinseca • Intrinseca: nasce all’interno della persona (disposizioni del profondo, obiettivi, valori, interessi) • Estrinseca: è determinata dall’ambiente(premi, evitamento punizioni, lodi, approvazione) • Molte attività hanno una motivazione di entrambi i tipi • Ad ogni modo, sostenere la motivazione intrinseca dà migliori risultati che non incentivare quella estrinseca

  7. Filogenesi: primarie e secondarie Gli esseri umani sono accumunati dalle stesse motivazioni primarie: mangiare, bere, dormire, ecc. Esistono però anche motivazioni secondarie che non rispondono a bisogni strettamente biologici: realizzazione personale, accettazione, trascendenza, ecc.

  8. Filogenesi: primarie e secondarie • Passaggio da una motivazione primaria ad una motivazione secondaria • Es., dal pescare per sfamarsi al pescare per il piacere di farlo • Quindi, da motivazioni primarie possono derivare nuove motivazioni secondarie, che con il tempo assumono una propria autonomia e che diventano particolarmente rilevanti per alcuni individui

  9. La piramide di Maslow (1954) • A questi 5 livelli motivazionali si potrebbero aggiungere i bisogni di trascendenza, intesi come tendenza ad andare oltre se stessi per sentirsi parte di una realtà più vasta, cosmica o divina. • I bisogni dei primi gradini della piramide sono bisogni di carenza, in quanto scompaiono soltanto con il loro appagamento; per contro i bisogni dei gradini successivi sono bisogni di crescita, che continuano a svilupparsi mano a mano che sono soddisfatti.

  10. Motivi e motivazione • La motivazione è il processo che risulta dall’incontro tra motivi e situazione • I motivi sono le disposizioni sottostanti: sono necessari ma non sufficienti perché si abbia motivazione

  11. Motivazione: fattori in gioco • Obiettivo interesse – ambizione – sogno • Spinta  personalità: determinazione – autostima – autoefficacia – locus of control – intelligenze (multiple) – saper vincere/perdere – autoconsapevolezza – talento • Quand’è che puoi sentirti un “campione”? • Quando hai raggiunto l’obiettivo? • Quando hai raggiunto la “tua” perfezione?

  12. I livelli della motivazione • I riflessirappresentano il sistema più semplice di risposta da parte dell’organismo come reazione a stimoli esterni o interni • Sono risposte innate, automatiche e involontarie, determinate e regolate da meccanismi neurofisiologici su base genetica • Svolgono una funzione di difesa (bisogno di protezione) nei riguardi di stimoli nocivi (come il ritrarre rapidamente la mano dopo aver toccato qualcosa di bollente – riflesso di ritrazione – oppure il chiudere gli occhi all’avvicinarsi fulmineo e improvviso di un corpo estraneo

  13. I livelli della motivazione • Gli istinti: • costituiscono sequenze congenite, fisse e stereotipate di comportamenti specie-specifici su base genetica in relazione a determinate sollecitazioni ambientali • L’istinto nella prospettiva evoluzionistica di Darwin • rappresenta lo schema di comportamento che assicura le maggiori probabilità di sopravvivenza degli individui di una specie

  14. Bisogno e Pulsione • Distinguiamo tra: • bisogno condizione fisiologica di carenza e di necessità • pulsione dimensione psicologica del bisogno ed esprime uno stato di disagio e di tensione interna • Si può avere un bisogno senza pulsione si può mangiare per bisogno ma senza alcun piacere • Si può avvertire una pulsione senza avere il bisognosi può mangiare per puro piacere, senza un reale bisogno fisiologico • Si può avere un bisogno con pulsione si può mangiare per bisogno ma anche con piacere

  15. Legge dell’effetto e rinforzi • La motivazione dipende dagli effetti che il comportamento ha prodotto, ovvero dal rinforzo ottenuto [Thorndike, 1898] • Distinguiamo tra: • rinforzi primari indipendenti dall’apprendimento e fondati prevalentemente su processi fisiologici (es. il sapore dolce di un cibo) • rinforzi secondari  sono appresi e si basano sull’appartenenza a una determinata cultura (es. il denaro, il successo, l’affermazione di sé)

  16. Analisi di alcune motivazioni secondarie:McClelland – Le costellazioni di motivazioni secondarie • McClelland (1985) individua 3 grandi costellazioni di motivazioni secondarie che caratterizzano l’esistenza dell’essere umano: Affiliazione Successo Potere

  17. Analisi di alcune motivazioni secondarie:Il bisogno di affiliazione • Consiste nel ricercare la presenza degli altri per la gratificazione intrinseca che deriva dalla loro compagnia e dalla sensazione di fare parte di un gruppo • Il bisogno di affiliazione è assai più forte e diffuso nelle culture orientali (di natura collettivistica) rispetto alle culture occidentali (nettamente orientate all’individualismo) • Nelle culture orientali vale in maniera incontrastata il principio dell’interdipendenza, inteso come senso di reciprocità e di appartenenza, come predominio del gruppo (e dell’organizzazione) sull’individuo, come definizione della propria identità attraverso l’identità del gruppo

  18. Analisi di alcune motivazioni secondarie:Il bisogno di affiliazione: l’attaccamento • Una delle radici della condotta affiliativa è da attribuire alla relazione di attaccamento che il bambino piccolo sviluppa con la figura di accudimento (di norma, la madre) nel corso della prima infanzia. • Secondo Bowlby (1969; 1973; 1980) la relazione di attaccamento è definita da: • la ricerca della vicinanza (fisica e psicologica) alla figura preferita • la funzione di base sicurasvolta dalla figura preferita, in quanto disponibile e pronta a rispondere, a incoraggiare, a dare aiuto e assistenza, fonte di sicurezza per il bambino piccolo e base per la sua curiosità, attività di esplorazione dell’ambiente e della sua successiva autonomia, fino al distacco dalla figura di accudimento nel corso dell’adolescenza e della giovinezza • la protesta per la separazione, in caso di allontanamento della figura preferita, il bambino piccolo reagisce con pianto, urla, proteste, morsi e calci per la minaccia della rottura del legame

  19. Analisi di alcune motivazioni secondarie:Il bisogno di successo • Consiste nella motivazione a fare le cose al meglio per un intrinseco bisogno di affermazione e di eccellenza. • Il bisogno di successo trova affermazione soprattutto nelle culture occidentali che privilegiano i valori dell’indipendenza e dell’autonomia, l’affermazione di sé e dell’individualismo. • Esso riceve la sua massima espressione nei modelli familiari che seguono l’etica protestante. • Nelle culture orientali appare assai più attenuato, a favore dei bisogni di affiliazione, di armonia e di appartenenza • In certe comunità polinesiane il bisogno di successo è persino sanzionato nei bambini, in quanto inteso come espressione di egoismo e di ostilità nei confronti degli altri

  20. Analisi di alcune motivazioni secondarie:Il bisogno di potere • Il bisogno di potere consiste nell’esigenza di esercitare la propria influenza e il proprio controllo sulla condotta di altre persone. • Chi ha un forte bisogno di potere: • Tende ad occupare posizioni di comando • Cerca di dirigere l’attenzione altrui su di sé • Non teme il confronto né la competizione • Non esita davanti a quelle situazioni, spesso rischiose, da cui può risultare un aumento del proprio potere e prestigio

  21. Analisi di alcune motivazioni secondarie:Il bisogno di potere: potere e leadership • La leadership,attività di comando, prevede di occupare una posizione sociale in grado di prendere decisioni nei confronti degli altri e di dirigere le loro azioni verso un determinato traguardo Diversi stili di leadership: autoritario (accentratore e verticistico), democratico (partecipativo e condiviso) permissivo (laissez faire, di delega totale) 2 profili di leader: il leader funzionale  centrato sul raggiungimento degli obiettivi e sulla realizzazione dei compiti il leader socioemotivo impegnato a mantenere la coesione del gruppo; si impegna a favorire i rapporti interpersonali

  22. Locus of control (Stile attribuzionale) • Locus of control (Rotter, 1954) È una dimensione di personalità che definisce il grado di controllo che una persona ritiene di avere sugli avvenimenti. Si tratta della capacità di incidere sugli eventi e di poterli controllare attivamente Gli individui con un locus of control interno ritengono di possedere questa capacità e di poter influenzare gli eventi Gli individui con un locus of control esterno sono convinti che gli eventi siano largamente influenzati da fattori quali la sorte, il caso, le azioni altrui

  23. Autoefficacia (e Autostima) Autoefficacia (Self-efficacy) Riguarda la valutazione della probabilità di portare a compimento con successo un determinato compito e/o di raggiungere uno specifico obiettivo Autostima (Self-esteem) Considerazione che un individuo ha di se stesso. Vari studi hanno dimostrato che l’autostima si mantiene costante ed è difficile modificarla anche se le prove oggettive smentiscono la concezione soggettiva che uno ha di sé

  24. La percezione di competenza • Self-DeterminationTheory (SDT): tutti gli individui presentano una forma innata di motivazione alla competenza, un bisogno psicologico fondamentale legato alla crescita personale (Deci e Ryan, 1991) • Il bisogno di competenza della SDT si è sviluppato a partire dalla concettualizzazione di White (1959) di efficacia motivazionale: le persone presentano sin dalla nascita un forte bisogno di influenzare l’ambiente esterno e avere su questo una certa padronanza • Il concetto di competenza e di efficacia sono dunque equivalenti (Elliot, McGregor e Thrash, 2002)

  25. La percezione di competenza • La fonte della motivazione è dunque un desiderio di efficacia e di interazione competente con l’ambiente • Tale forza motivazionale interna (efficacia motivazionale) è una propensione dell’individuo a esplorare, osservare e avere un controllo sull’ambiente che produce un’esperienza affettiva intrinsecamente piacevole. Quindi competenza è anche abilità, possibilità, capacità, efficienza • Inoltre: competenza = reale capacità; sentimento di competenza = percezione che il soggetto ha di tale capacità • Il sentimento di competenza (= autoefficacia) può corrispondere o meno alla competenza reale, ma di certo c’è reciproca influenza

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