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ISSR- Corso di dogmatica 3 Antropologia e Escatologia

ISSR- Corso di dogmatica 3 Antropologia e Escatologia. Anno accademico 2009-2010. Vi sono quelli che vogliono sapere solo per sapere e questa è curiosità disonesta. Vi sono quelli che vogliono sapere per far figura e questa è vanità disonesta.

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ISSR- Corso di dogmatica 3 Antropologia e Escatologia

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Presentation Transcript


  1. ISSR- Corso di dogmatica 3Antropologia e Escatologia Anno accademico 2009-2010

  2. Vi sono quelli che vogliono sapere solo per sapere e questa è curiosità disonesta. Vi sono quelli che vogliono sapere per far figura e questa è vanità disonesta. Vi sono anche quelli che vogliono sapere per vendere la loro scienza in cambio di denaro e di onori, e questo è un guadagno disonesto. Ma vi sono anche quelli che vogliono sapere per edificare e questa è carità. Vi sono poi anche quelli che vogliono sapere per edificare se stessi e questa è prudenza. S. Bernardo

  3. Antropologia Bibliografia obbligatoria Lezioni scolastiche (power point) Greshake G., Libertà donata. Introduzione alla dottrina della grazia, Queriniana, Brescia 2002.

  4. Un manuale a scelta dello studente tra i seguenti:  Brambilla F.G., Antropologia teologica (= Nuovo corso di teologia sistematica 12), Brescia, Queriniana, 2005.  Ladaria L., Antropologia teologica, Piemme, Casale Monferrato (AL) 2005.  Colzani G., Antropologia teologica. L’uomo: paradosso e mistero, EDB, Bologna 1997.  Sanna I., Chiamati per nome. Antropologia teologica, San Paolo, Cinisello B. Milano 1994.

  5. Escatologia Bibliografia obbligatoria: Lezioni scolastiche  Nocke F.-J., Escatologia, Queriniana, Brescia 2000. Spunti per un’esegesi “preventiva” del vocabolo “obbligatoria”() Alcuni pallini “non negoziabili”, per finire ()

  6. La missione della Chiesa è una sola: aiutare l’uomo contemporaneo a comprendere la verità della persona (Sofronio Sakharov)

  7. Un premessa “prolettica” Galati 4,4-7 Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.

  8. Gal 4,4-7: LA FIGURA “FILIALE” DEL CRISTIANO Luogo – condizione di possibilità: • Esperienza pasquale = nella pienezza dei tempi • Esperienza ecclesiale = “voi”  mediazione cristologico-ecclesiale Movimento discendente = Dio “invia” il Figlio e lo Spirito del Figlio nei nostri cuori Movimento ascendente = Lo Spirito del Figlio grida (è l’artefice) la nostra invocazione Abbà Abbà: 1) linguaggio della familiarità infantile 2) singolarità del rapporto Gesù-Padre

  9. Inclusione: • Dio (ho Theós) = l’inviante • Padre (Patér) = l’approdo • Esperienza della paternità (è il telos)

  10. anche un’immediatezza della relazione: “Dio manda nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre” * Lo Spirito è il libero legame tra Gesù e noi  istituisce la relazione tra noi e Gesù: suscita la nostra libertà spirituale ci inserisce nel Figlio: ci partecipa la stessa relazione tra Gesù e l’Abbà (continuità) non è esperienza salvifica individuale, ma universale: la convocazione di tutta l’umanità affinché diventi il Corpo totale del Figlio (Ireneo definisce la Chiesa: il Figlio)

  11.  Preserva la differenza tra noi e Gesù • Lui è il Figlio di Dio per natura: l’Unigenito dal Padre (Gv 1,14; Gv 1,18; Gv 3,16; Gv 3,18) • Gli uomini diventano figli di Dio per filia-zione adottiva: l’Unigenito diventa il Primo-genito di una moltitudine di fratelli (Rm 8,29)  Tesi fondamentale del corso: predestinazione ad essere “figli nel Figlio”

  12. Dinamica trinitaria: • FINE della missione: plasmare l’umanità secondo l’umano filiale di Gesù (l’archetipo) • ORIGINE della missione: • la venuta del Figlio nella carne • lo Spirito plasma la vicenda storica di Gesù come storia filiale (l’Abbà – la fides Jesu) e fondala nostra stessa esperienza filiale come partecipazione del suo essere il Figlio NB: la nostra filiazione è la finalità della comunicazione trinitaria Incarnazione e filiazione (hyiothesía): aspetti di un unico evento (la sarkosis: assunzione della carne del Verbo) e entrambi opera dello Spirito

  13. L’indice del corso: lo sviluppo di questo percorso

  14. Questione introduttiva L’antropologia e le antropologie:  Per una definizionedi Antropologia Teologica  L’uomo attraverso un prisma: i vari approcci alla domanda sull’uomo  Antropologiateologica e antropologie: inseparabilità e differenza

  15. 1. Premessa: per una definizionedi Antropologia Teologica

  16. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra, sopra i cieli si innalza la tua magnificenza… Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi… Salmo 8

  17. L’AnTh ha come oggetto la visione cristiana dell’uomo: Antropologia = discorso (“logico”, ragionato, criticamente argomentato) sull’uomo ricerca la verità sull’uomo, la sua identità l’interrogativo radicale: «Chi è l’uomo?» (sal 8). • Questo è l’oggetto materiale del nostro studio.

  18. Teologica = l’aggettivo “qualificativo” specifica la natura della ricerca: • possibili diverse angolature di osservazione • il nostro punto di vista è teologico, ossia dell’intelligenza della fede. • Questo è l’oggetto formale del nostro studio. • Da esso dipende il metodo da seguire nell’analisi: l’AnTh è «quella parte o settore della teologia dogmatica che ci insegna ciò che siamo alla luce di Gesù Cristo rivelatore di Dio» (Ladaria L.)

  19. C’è una specificità propria dell’AnTh? F.G. Brambilla: • «di fronte alle comprensioni dell’uomo proprie dell’antropologia culturale e religiosa» • l’AnTh intende rendere ragione dei pronuncia-menti della fede cristiana sulla relazione dell’uo-mo «con se stesso, con il mondo, con gli altri uomini e con Dio (antropologia cristiana)» • «in modo critico e argomentato (antropologia teologica)»

  20. 2. L’uomo attraverso un prisma: i vari approcci alla domanda sull’uomo: Chi è l’uomo? Chi sono io?

  21. Premessa: la domanda teologica sull’uomo non riguarda solo una parte dell’uomo (l’anima, il destino soprannaturale ed eterno) • ma tutto ciò che è «autenticamente umano», letto sempre alla luce della fede: «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore» (GS 1). «tutto ciò che è autenticamente umano ci interessa» (Paolo VI, Ecclesiam suam).

  22. 2.1 La domanda:Chi è l’uomo? • domanda universale: presente in ogni uomo in quanto essere pensante (non è scontato!) • è laquestione radicale su di sé: «Magna quaestio factus sum mihi» (S. Agostino) • «Cosa posso sapere? Cosa devo fare? Cosa posso sperare?» (Kant): 1) la razionalità (scienza, verità, trasmissione del sapere, formazione, tecnica) = scienza 2) il senso (valori etici, comunicazione, cultura, esigenza, desideri) = filosofia 3) il destino (provenienza, finalità, fede, Dio, religione, preghiera, sacro) = teologia

  23. Il corso teologico è indissociabile dal per-corso esistenziale: Chi sono io? • non si propone una ricerca astratta e leziosa • la domanda è totalmente coinvolgente, perché è la domanda su di me: il questionato e il questionante coincidono • perciò non è questione semplice; è facile la fuga: «Gli uomini vanno ad ammirare le vette dei monti, le onde enormi del mare, le correnti amplissime dei fiumi, la circonferenza dell’oceano, le orbite degli astri mentre trascurano se stessi» (Agostino, Le confessioni, X, 8, 15)

  24. 2.2 Tre paradigmi storici: - teocentrico • antropocentrico • filosofie dell’esteriorità

  25. L’interesse antropologico risale fino alle origini dell’uomo:  è da sempre (“uomo conosci te stesso”: Delfi) • è tipicamente umano • appartiene in modo pre-riflesso ad ogni esperienza dell’umano  Ma un’attenzione unitaria e sintetica sul-l’uomo è un fatto relativamente recente, un fenomeno specifico del periodo moderno e contemporaneo.

  26. La storia ci dice che la risposta all’interrogativo “Chi è l’uomo?” non trova risposta in modo diretto, ma si è seguito un discorso indiretto, guardando altrove, stabilendo un paragone con ciò che non è l’uomo: • Comprendere l’uomo paragonandolo agli dei, alla realtà che sta sopra di lui: è la via delle grandi religioni che seguono la parentela e la differenza tra la realtà divina e quella umana - Ad esempio: le mitologie e le cosmologie cercano di dire il destino dell’uomo alla luce della sua relazione con gli dei

  27. 2) In epoca moderna il punto di osservazione cambia: non più dall’alto, ma dal basso • Si pensa all’uomo nella prospettiva della evoluzione: il punto di arrivo di una lunga catena di fenomeni naturali che alla fine producono la vita intelligente sulla terra • Si sottolinea o la similitudine (l’uomo è sempli-cemente un animale che si colloca ad un certo stadio dell’evoluzione) oppure la differenza (c’è un salto qualitativo tra il processo evolutivo e ciò che l’uomo è diventato)

  28. Possiamo periodizzare la storia seguendo tre grandi paradigmi:  paradigma TEOCENTRICO  paradigma ANTROPOCENTRICO  paradigma delle FILOSOFIE DELL’ESTERIORITÀ

  29.  paradigma TEOCENTRICO si pone “dall’alto”, dal punto di vista di Dio per capire l’uomo. Come può fare questo l’uomo? a) Il teocentrismo filosofico: una conversione logica (tipica dei sistemi idealistici – Hegel) che procede attraverso l’analisi delle diverse forme del sapere, fino alla ricerca del sapere assoluto. A un certo punto non si sale più attraverso i gradi del sapere ma si cerca di pensare l’insieme della realtà nel suo complesso • per capire la logica complessiva della realtà ci si pone dal punto di vista dell’Assoluto (anche se non è un divino “religioso”) • L’idea dell’Assoluto è “immanente” alla ratio umana

  30. b) Il teocentrismo teologico: di tipo religioso e cristiano: la possibilità di autotrascendersi in Dio non è già insita nelle potenzialità dell’io che vanno solo risvegliate (cfr. il ritorno attuale del sacro e del religioso introspettivo), ma dipende da una rivelazione: Uno parla e stabilisce una relazione da cui dipende la mia possibilità di conoscere • Esempio: l’antropologia di Agostino (sintesi Scrittura e filosofia neoplatonica) * Figura chiave: Adamo (prima del PO) è l’uomo che corrisponde alla conformità piena col disegno di Dio; dopo il PO: è difforme

  31. DIO uomo = LibertàANIMAGrazia MONDO

  32. Per Agostino: • l’essere umano è ANIMA (eredità platonica) • in posizione intermedia tra DIO e il MONDO materiale – creaturale • non ha in sé il suo centro di gravità • può orientarsi o verso Dio o verso le creature • prima del PO era spontaneamente orientato verso Dio (bene supremo) e il corpo obbediva a questo orientamento attraendo a sé tutta la realtà materiale • Dopo il PO: squilibrio - rovesciamento

  33. + l’anima, per amore di sé (filautìa) si stacca da Dio + l’uomo afferma sé stesso come autonomo: norma di sé + l’anima staccata da Dio e autonoma è del tutto riversa verso il mondo, immedesimata nelle cose materiali perché deve colmare il vuoto che l’abbandono di Dio ha determinato • La libertà è il motore di questo distacco progressivo: allontanamento da Dio, ripiegamento su di sé, conversione al mondo. • l’esito è la deformazione dell’immagine di Dio nell’uomo e uno sconvolgimento della gerarchia ontologica

  34. La libertà determina lo sconvolgimento di natura ma non può porvi rimedio • l’uomo è dominato dalla “perversione” che ha creato • Dio non abbandona l’uomo: la “nostalgia” (cfr. le “Confessioni” della sua conversione); il cuore inquieto è la fessura attraverso cui Dio può operare la salvezza dell’uomo • Principio della salvezza: la grazia, perché la libertà è ormai compromessa dal peccato (corrotta) • Conversione: movimento opposto: distacco dal mondo, ritorno in se stessi (interiorità), per orientarsi a Dio

  35. Qui trova senso l’incarnazione: non basta l’azione interiore della grazia • L’uomo si è “esteriorizzato” a causa del peccato, è rovesciato fuori di sé, assente dall’interiorità in cui Dio è presente • Dio va a prenderlo dove si trova: nell’esteriorità: Dio diventa lui stesso “creatura”; assume un corpo per riportare a sé l’uomo • Cfr. anche Gregorio Nazianzeno: l’incarnazione come “prendere su di sé la pecorella smarrita”, cioè l’umanità

  36. Incarnazione:  non solo quella ipostatica di Cristo ma anche quella sacramentale: l’assunzione della carne si “prolunga”nei sacramenti (specie l’eucaristia) e nella Chiesa • tutto ciò che appartiene alla “visibilità” materiale e viene “assunto” per “convertire” l’uomo a Dio in un movimento che va dalle cose visibili a quelle invisibili (dalla lettera alla Parola, dal rito alla Grazia) Conclusione: * È una antropologia teocentrica: per dire l’uomo (vocazione storica – destino finale) è fondamentale la relazione con Dio

  37. Non solo per dire l’uomo, ma anche per organiz-zare la società, capire la storia, il cosmo. • Nasce così la cultura della cristianità: ogni manifestazione esterna ha la sua sostanza nella religione cristiana (bisogno di un ORDO) • Esempio nell’arte: il romanico • I portali delle chiese romaniche hanno l’angelo che invita con la mano ad entrare e il leone (Ap 5,5: Gesù è il leone della tribù di Giuda) che difende quelli che entrano • La prospettiva: tutto orientato verso il Panto-cratore o il Crocifisso (con occhi aperti) che campeggia l’abside o il Ciborio

  38. Perché va in crisi la prospettiva agostiniana e medievale della cristianità? Due ipotesi: • Prospettiva che diventa onnicomprensiva e invadente, fino a negare ogni “autonomia” all’uomo. La modernità si ribella e l’uomo afferma la sua indipendenza da Dio. È la tesi di Blumenberg: la modernità è la reazione al totalitarismo teologico del medioevo; rivendica uno spazio per l’uomo “da solo”. • La modernità non è reazione al cristianesimo ma una sua conseguenza: per Pannemberg la modernità nasce dai paesi di tradizione cristiana grazie al tema della creazione: il mondo non è divino (concezioni mitiche), è creaturale e affidato all’uomo.

  39. L’incarnazione stessa di Dio depone a favore della positività riconosciuta all’essere umano. Verifica: il grande sviluppo scientifico e tecnologico che è stato favorito da questa visione cristiana e non ha conosciuto un uguale nelle civiltà orientali (il mondo è divino). La teologia cristiana della creazione dice che il mondo è creato: c’è una linea di demarcazione tra Dio e il mondo che segna la possibilità per l’uomo di essere “amministratore creativo” della terra. Non solo esiti positivi: ad esempio la questione ecologica, i problemi della bioetica (= l’uomo padrone assoluto di sé e del mondo).

  40.  paradigma ANTROPOCENTRICO La filosofia si stacca dalla teologia. L’uomo e non più Dio è al centro. Il soggetto stesso è il “fuoco” della prospettiva per dire chi è l’uomo. Passaggi salienti: 1) Lutero intende liberare l’uomo dal sistema ecclesiastico del Medioevo: ristabilisce la immediatezza tra il soggetto e Dio: l’uomo è coscienza posta davanti alla Parola di Dio senza alcuna autorità interpretante, struttura umana che si frappone • L’interiorità credente è il luogo decisivo, però non è l’unico della vita umana

  41. Allora sviluppa l’idea dei due regni o ambiti: • quello dell’interiorità (perno di tutto è la coscienza credente) • quello dell’esteriorità (profano: se uno deve fare il “boia” per amministrare la giustizia civile questo non contraddice la sua sfera interiore) 2) Cartesio: accanto all’interiorità credente (come Lutero) c’è una interiorità profana che è il punto di partenza della sua filosofia  “cogito”: una interiorità razionale che non esclude la fede, ma non gli interessa - ciò che valuta è il senso razionale della coscienza che ha di pensare.

  42. NB: Il concetto di interiorità cambia: il soggetto razionale e libero che parte dalla coscienza di sé 3) Kant: tutto (fede – parola di Dio) deve essere sottoposta al giudizio critico della ragione La religione è ricondotta nei limiti della ragion pura. Per Cartesio: la fede ha un suo recinto e la filosofia ha il suo autonomo ambito. Per Kant la ragione critica non ha limiti: è il criterio che valuta tutto, la fondatezza di tutto.

  43. 4) Marx: • Se Kant riconosce la legittimità della religione ricondotta al quadro razionale, Marx la rifiuta in nome dell’uomo: la religione è oppio che aliena l’uomo • Non è l’alienazione peggiore: è una sovrastrut-tura che dipende dalla realtà strutturale e economica • Liberare l’uomo vuol dire liberarlo dall’idea di Dio solo come premessa per liberarlo dalle altre forme di alienazione (storica)

  44. Osservazione: • Il soggetto che è assunto come chiave per rispondere alla domanda circa l’uomo estende sempre più la sua influenza: con la sua ragione è il criterio supremo che decide della realtà, eliminando ogni alterità (Dio – società - cosmo) che sia diversa dal soggetto • Il soggetto è l’unica realtà semantica • È l’esito dell’idealismo: scelgo il soggetto come luogo per pormi l’interrogativo sull’uomo (anche se non nego che esita altra realtà oltre a lui) e arrivo a dire che il soggetto è tutto.

  45. Sviluppo analogo al paradigma teocentrico: Dio è tutto – l’uomo è tutto. • Nell’assolutizzazione sta il principio della crisi: + la pretesa che il soggetto si autodefinisca in base a un suo aspetto: la razionalità che diventa il tutto + elimina ogni alterità rispetto a sé: si auto-pone come il punto unico, come l’unica realtà esistente.

  46.  paradigma delle FILOSOFIE DELL’ESTERIORITÀ Dalla crisi della eccessiva fiducia per il soggetto razionale si passa al nuovo paradigma che vede l’uomo nella sua limitatezza, debolezza. Il soggetto va spiegato da un altro punto di vista. Si torna a guardarlo dall’esterno, da un punto di vista che però non è più quello trascendente, divino, ma dal punto di vista del mondo, della natura, della storia. • Freud: descrive tre umiliazioni del soggetto autocentrato: • Umiliazione cosmologica: dalla rivoluzione copernicana: l’uomo (la terra) non è il centro

  47. Umiliazione biologica: la visione evoluzio-nistica dell’uomo (Darwin): l’uomo non è il re del regno animale, c’è una solidarietà stretta tra l’uomo e l’animale • Umiliazione antropologica: la psicanalisi ha rivelato all’uomo che non è padrone della sua interiorità. La coscienza razionale (enfatizzata dal 2° paradigma) non gode che di una libertà illusoria. È dominata da pulsioni, dall’inconscio, da motivi di cui non si è consapevoli. Le azioni non sono frutto di scelta lucida e libera ma di meccanismi che stanno al di sotto della conoscenza razionale. Esito: crisi di fiducia della razionalità moderna. Il post-moderno.

  48. Due caratteristiche di questo 3° paradigma: • Dal punto di vista metodologico, le filosofie dell’esteriorità raccolgono una pluralità di approcci (psicanalisi, strutturalismo) • Sostengono che il soggetto come “assoluto di sé” è ormai un’idea superata: era un fideismo sull’uomo e sulle sue capacità assolute, analogo al fideismo religioso • Non ci si può fidare di ciò che l’uomo pensa e dice, ma capire cosa ci sta dietro. • Ad esempio: le analisi strutturaliste: quali sono le leggi che regolano i comportamenti umani delle diverse culture?

  49. 2) Dal fideismo umanistico si passa alla negazione del soggetto • Come individuo libero e razionale in realtà non esiste: è un prodotto della cultura e la cultura è un prodotto della biologia • Il soggetto è un’illusione (strutturalismo di Lévi-Strauss), ne consegue una • cultura nichilista: non c’è alcun senso/speranza • smentita però dallo stesso autore dall’etica: ci sono valori che le culture promuovono per l’uomo • NB: oggi l’antropologia culturale riemerge soprattutto sotto forma di etica: cosa l’uomo deve fare, non la teoria sull’origine o sul destino

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