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IL PUNTO DI PARTENZA

“Per una nuova filiera della garanzia: la lobby delle associazioni territoriali per sostenere con risorse pubbliche l’attività di Cooperfidi Italia.” Mauro Frangi Vice presidente di Cooperfidi Italia. IL PUNTO DI PARTENZA.

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IL PUNTO DI PARTENZA

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Presentation Transcript


  1. “Per una nuova filiera della garanzia: la lobby delle associazioni territoriali per sostenere con risorse pubbliche l’attività di Cooperfidi Italia.”Mauro FrangiVice presidente di Cooperfidi Italia

  2. IL PUNTO DI PARTENZA - In tutto il Mondo l’ “accesso al credito” delle imprese è considerato un “bene pubblico” e la filiera della garanzia è sostenuta con risorse economiche di origine pubblica (Fedart, marzo 2012). - Le risorse economiche di origine pubblica destinate al sostegno della garanzia sono cruciali per garantire l’equilibrio patrimoniale e reddituale dei Confidi (Bandinelli, BdI, ottobre 2011).

  3. - Maggiore diffusione del credito garantito rispetto alle economie del G20 (solo nel sud est asiatico quote più alte);- Maggiore partecipazione delle PMI alla formazione delle risorse utilizzate dal sistema della garanzia (29% del totale in Italia; solo il 2% nel mondo);- Elevata frammentazione degli attori con sovrapposizione di ruoli e interventi;- Forte dispersione/inefficienza dell’intervento pubblico La situazione attuale della filiera della garanzia in Italia:

  4. - Coinvolgimento di risorse private a sostegno di una finalità pubblicistica (mutualismo e sussidiarietà)- Modello distributivo diffuso e capillarità della presenza territoriale (diffusione)- Maggiore capacità di penetrazione del mercato rispetto agli altri Paesi comparabili (penetrazione)- Elevata crescita dei contributi e delle azioni pubbliche di sostegno alla filiera, soprattutto dopo la crisi (riconoscimento)- Forte capacità di risposta della filiera della garanzia ai bisogni delle Pmi e elevata capacità di supporto nell’accesso al credito (coerenza)-Rilievo crescente della capacità di azioni di servizio/supporto ai bisogni dei soci: assistenza finanziaria di base e non solo erogazione di garanzie (aggiuntività). La filiera della garanzia in Italia. I Punti di forza.

  5. - Presenza di un numero elevato di attori (privati e pubblici) con ruoli spesso tra loro sovrapposti e/o in concorrenza (confusione)- Tendenza alla salvaguardia del ruolo di attori e operatori non essenziali e non efficienti (inerzia)- Proliferazione di modalità di intervento senza logiche di complementarietà tra loro (competizione impropria)-Carenza di strumenti di intervento pubblico “eleggibili”(inefficienza)- Frammentazione degli interventi pubblici e dispersione delle risorse in misure dagli effetti limitati e parziali (aselettività)- Presenza di barriere all’accesso alle risorse pubbliche a sostegno della filiera ingiustificate e distorsive(non concorrenzialità)- Assenza di misurazioni ex ante e/o ex post dei gradi di efficienza e di efficacia (opacità) La filiera della garanzia in Italia. I Punti di debolezza.

  6. La filiera della garanzia in Italia. Gli obiettivi da perseguire. • Una filiera incentrata sui Confidi: • - sono il reale punto di forza della filiera italiana: aggiuntività di servizio e capillarità di rapporto con Pmi; • - garantiscono – a parità di risorse pubbliche investite – un volume maggiore di garanzie e di finanziamenti alle Pmi (leva più elevata); • - capillarità presenza territoriale consente di abbinare al rilascio delle garanzie - una forte componente di servizio, consulenza e prossimità alle Pmi; • - mediazione del rapporto banca-impresa garantisce un volume superiore di finanziamenti ad un costo minore per le imprese; • - minor livello di sofferenze bancarie (anche se il gap si sta riducendo dentro la crisi)

  7. Il ri-orientamento delle modalità di intervento pubblico a supporto della filiera:- aumentare significativamente e drasticamente gli strumenti di intervento “eleggibili” rispetto al basso livello attuale (solo il 20% degli interventi pubblici totali)- favorire gli interventi pubblici di sostegno diretto alla patrimonializzazione dei soggetti della garanzia e di sostegno alle aggregazione dei soggetti minori- riduzione della frammentazione e della dispersione degli interventi- superamento delle inefficienze causate da “barriere” anacronistiche e incompatibili con l’evoluzione dei soggetti della garanzia- valutazione dell’efficacia effettiva degli interventi agevolativi La filiera della garanzia in Italia. Gli obiettivi da perseguire.

  8. I Confidi “cooperativi”:- un Confidi 107 “nazionale”;- due Confidi 107 “territoriali”;- una decina di Confidi minori territoriali/settoriali.- Una limitata capacità di accesso alle misure di sostegno pubblico della garanzia.- Un basso livello della capacità di costruire alleanze stabili con gli altri sistemi associativi per orientare i criteri degli interventi pubblici sui diversi territori. Il sistema cooperativo. La situazione di partenza.

  9. Il sistema cooperativo. Gli obiettivi da perseguire. L’accesso al FCG • - E’ la principale misura di sostegno pubblico alla filiera della garanzia (ulteriormente rafforzata dal recente “decreto Salva Italia”) sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo (rilascio di garanzie a “ponderazione zero”) • A fronte di 55.209 operazioni garantite nel 2011 (17,8 mld euro garantiti) solo 982 operazioni riguardano imprese cooperative (74,8 mln euro garantiti) • Le cooperative accedono al FCG o “inconsapevolmente” (sono le Banche a “controgarantirsi” presso il FCG) o attraverso Confidi non cooperativi: Cooperfidi Italia 7 operazioni al 31.12.2011 (Eurofidi: 472) • Due tipi di ritardi da superare: • Il quadro “normativo” che penalizza le imprese cooperative (esclude completamente, ad esempio, le cooperative sociali) • - L’assenza di “delega all’attività istruttoria” di Cooperfidi Italia che impedisce il recepimento automatico delle deliberazioni da parte del FCG e il contestuale rilascio delle controgaranzie

  10. Il sistema cooperativo. Gli obiettivi da perseguire. La legislazione nazionale. • In assenza di una chiara opzione legislativa che operi il riconoscimento della centralità dei Confidi nella filiera della garanzia spetta alle associazioni una continua e costante azione di lobby che rafforzi e renda evidente la “bontà” del modello e l’importanza dei vantaggi che genera sulle Pmi e, quindi, sull’economia reale; • Promozione di un intervento legislativo che consenta di rendere “eleggibili” al patrimonio di vigilanza dei Confidi i contributi pubblici già erogati e che presentano limitazioni (settoriali o territoriali) al loro utilizzo (riedizione della norma contenuta nella Finanziaria 2008) • Promozione di interventi legislativi di “ridisegno/riordino” della filiera della garanzia articolata su • Garanzia diretta, rilasciata dai Confidi • Controgaranzia di portafoglio, gestita unicamente dal FCG • Riorientamento ed efficientamento delle misure di intervento e sostegno pubblico alla filiera della garanzia • Costruzione di alleanze con gli altri soggetti associativi imprenditoriali. L’obiettivo da perseguire: riordino della filiera della garanzia e delle modalità di sostegno pubblico eliminando le inefficienze nell’allocazione delle risorse, semplificando i processi, superando le sovrapposizioni di ruoli tra i diversi attori.

  11. Il sistema cooperativo. Gli obiettivi da perseguire. La legislazione regionale. • Un quadro normativo frammentato ed incoerente che in molti casi ancora subordina il riconoscimento e il sostegno ai Confidi a requisiti soggettivi quali: • sede legale nel territorio regionale; • presenza di soggetti designati dall’Amministrazione Regionale negli organi amministrativi e di controllo dei Confidi • presenza nella compagine sociale di un numero minimo di imprese (in valore assoluto o in percentuale sul totale dei soci) aventi sede nel territorio regionale • Obiettivo primario delle associazioni cooperative regionali: azione di lobby per il superamento di questi vincoli normativi laddove ancora esistono e orientano gli interventi regionali.

  12. Il sistema cooperativo. Gli obiettivi da perseguire.La legislazione regionale. • Gli interventi finanziari realizzati dalle Regioni. • Ottobre 2008-1mo trimestre 2010 (ultima rilevazione disponibile: BdI, ottobre 2011): 886 milioni di euro, al netto dei contributi erogati direttamente alle imprese (es.: contributi in c/to abbattimento tassi); • Rilevazione è parziale e sottostimata: per molte Regioni mancano, infatti, dati di sintesi comparabili e omogenei. • Destinazioni prevalenti: • Costituzione di Fondi Regionali di garanzia/controgaranzia; • Contributi ad incremento dei Fondi Rischi dei Confidi (non “eleggibili”) • Interventi (pochi) a sostegno della patrimonializzazione dei Confidi (“eleggibili”) SEGUE..

  13. Fonti diversificate • Risorse proprie • Ricorso a stanziamenti di matrice comunitaria (POR-FESR) • Sviluppo di un azione di “moral suasion” finalizzata alla costruzione di un unico Confidi regionale intersettoriale individuato quale unico partner delle politiche pubbliche di sostegno alla filiera della garanzia • Ruolo crescente attribuito alle Finanziarie Regionali in alternativa ad un sistema della garanzia centrato sui Confidi

  14. Il sistema cooperativo. Gli obiettivi da perseguire. Gli interventi del sistema camerale. • Tradizionalmente il sistema camerale svolge un ruolo importante di sostegno alla filiera della garanzia e ai Confidi in particolare. • Alcuni dati (Fonte: Unioncamere, aprile 2011): • 2008: 43,5 milioni di euro per fondi di garanzia/conrogaranzia • 2009: 120 milioni di euro • 2010: 114 milioni di euro • 2011: mancano ancora i dati consuntivi ma tutti gli indicatori segnalano stabilità/ulteriore crescita degli interventi SEGUE

  15. Una caratteristica essenziale: in larga parte si tratta di Fondi il cui utilizzo risulta limitato al sostegno delle garanzie in favore delle imprese dello specifico territorio della Camera (Fondi rischi non eleggibili, fondi di cogaranzia/controgaranzia ad accesso limitato: nel 2010 totalizzano 83 milioni di euro sui 114 totali) • Contributi diretti ai Confidi: nell’anno 2010 pari a 68,4 milioni euro, erogati a 286 Confidi (239mila euro medi)

  16. Il sistema cooperativo. Gli obiettivi da perseguire. Gli interventi del sistema camerale. • Il punto di forza: la relazione di sostegno del sistema camerale al sistema dei Confidi è indubbiamente forte, stabile nel tempo, sinergica. • Il punto di debolezza: spesso il rilevante impegno del sistema camerale si traduce in un’azione • eccessivamente frammentata sui singoli territori • orientata più da logiche “di pressione” dei singoli soggetti territoriali che da valutazioni di opportunità e efficacia/efficienza degli interventi • prevalentemente orientata all’erogazione di contributi “non eleggibili” • inificiata dall’utilizzo di criteri allocativi anacronistici e illegittimi che determinano barriere inopportune all’accesso ai contributi e alle politiche di sostegno alla filiera • Bassa capacità di accesso del sistema cooperativo ai rilevanti fondi stanziati dal mondo camerale.

  17. Il sistema cooperativo. Gli obiettivi da perseguire. Gli interventi del sistema camerale. • Il protocollo Unioncamere-Assoconfidi (marzo 2012) individua quattro linee strategiche di azione comune: • Rafforzamento patrimoniale dei Confidi (apporti a capitale e/o contributi “eleggibili”) • Razionalizzazione del sistema dei Confidi (sostegno a nuove fusioni/contratti di rete) • Armonizzazione delle regole e dei criteri di erogazione risorse • Finalizzazione delle risorse camerali: internalizzazione; start-up impresa; fondo per le emergenze.

  18. Il sistema cooperativo. Gli obiettivi da perseguire. Gli interventi del sistema camerale. • L’azione delle Associazioni cooperative. • Coordinamento permanente dell’azione dei rappresentanti del sistema cooperativo all’interno dei Consigli e delle Giunte Camerali • Azione diffusa per il superamento degli interventi che prevedono barriere all’accesso già dichiarate inopportune o illegittime (cfr. pronuncia Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato del 19 luglio 2010; sentenze pronunciate da TAR su specifici bandi camerali) SEGUE

  19. Azione diffusa di monitoraggio dei criteri di allocazione delle risorse camerali privilegiando criteri improntati a efficacia/efficienza dei soggetti beneficiari quali: • entità delle nuove operazioni di garanzia a valere sui fondi messi a disposizione • numerosità dei soci in relazione al numero complessivo delle imprese di riferimento della propria tipologia • virtuosità delle garanzie rilasciate (tassi di sofferenza) • Valorizzazione del protocollo Unioncamere-Assoconfidi (marzo 2012) e, in particolare, delle azioni finalizzate ad incrementare la patrimonializzazione dei Confidi “maggiori” attraverso: • apporti diretti al capitale sociale dei Confidi (decreto “Salva Italia) • contributi al patrimonio di vigilanza dei Confidi

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