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Pseudoaneurisma acuto post-traumatico della carotide interna

Pseudoaneurisma acuto post-traumatico della carotide interna. M. Forletta, C. Cirielli, L. Mascellari, G. Bandiera. III Divisione di Chirurgia Vascolare Dipartimento di Patologia e Chirurgia Vascolare IDI IRCCS - Roma. Caso clinico. uomo di 79 anni, affetto da:

Samuel
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Pseudoaneurisma acuto post-traumatico della carotide interna

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Presentation Transcript


  1. Pseudoaneurisma acuto post-traumatico della carotide interna M. Forletta, C. Cirielli, L. Mascellari, G. Bandiera III Divisione di Chirurgia Vascolare Dipartimento di Patologia e Chirurgia Vascolare IDI IRCCS - Roma

  2. Caso clinico uomo di 79 anni, affetto da: • ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, diabete mellito insulino-dipendente febbraio 1998: • EA + angioplastica con patch in dacron della biforcazione carotidea dx per stenosi CI >85% , asintomatica. • Ai controlli ecocolordoppler periodici: mantenuta pervietà della biforcazione carotidea e della CI dx; non segni di restenosi.

  3. Giunge in ambulatorio per comparsa di tumefazione (2x3 cm) pulsante e dolente, successiva ad un violento trauma contusivo in regione laterocervicale dx avvenuto 10 giorni prima.

  4. L’Eco-color-doppler documenta presenza di ectasia della carotide interna con parziale trombosi dell’asse carotideo destro Viene effettuata angiografia selettiva

  5. Questo quadro clinico, compatibile con pseudoaneurisma acuto della carotide interna parzialmente trombizzato e in fase di rottura, ci induceva a porre l’indicazione ad un trattamento chirurgico d’urgenza. Circa 90 minuti dopo il suo arrivo in Ospedale il paziente viene portato in Sala operatoria

  6. Decorso Va: comparsa di fistola salivare sottocutanea a origine dalla parotide (raccolta + per staf. aureo, ma eco negativa per contatto con il piano vascolare, più profondo). XXa: dimissione con completa risoluzione del quadro infettivo e scomparsa della secrezione salivare, in buone condizioni generali.

  7. Follow up a 6 e 12 mesi: l’ ecocolordoppler documenta la pervietà della carotide operata.

  8. Conclusioni • Il trauma carotideo rappresenta circa il 5% di tutti i traumi vascolari. • La formazione di uno pseudoaneurisma è la possibile conseguenza di un trauma del collo che coinvolge i vasi carotidei. • Il caso riportato riguarda un particolare tipo di pseudoaneurisma, formatosi su una carotide già operata e trattata con l’applicazione di un patch in dacron.

  9. La peculiarità eziopatogenetica del caso sta nel fatto che si è documentato come un trauma del collo di una certa entità possa aver provocato un cedimento strutturale della parete arteriosa in corrispondenza della linea di sutura del patch. • Il quadro angiografico (segni di rottura dello pseudoaneurisma con trombosi della biforcazione carotidea), ci ha indotto a porre indicazione ad un trattamento chirurgico d’urgenza.

  10. Programma operatorio: eseguire la legatura dei vasi, anche perché il paziente non aveva presentato alcuna sintomatologia neurologica. • Durante l’intervento invece, una volta eseguita la trombectomia, constatata la persistenza di flusso refluo dalla carotide interna, l’ipotesi iniziale è stata sostituita dalla possibilità di una rivascolarizzazione della carotide interna.

  11. L’utilizzo di un patch, invece di un innesto protesico o venoso, è stato dettato dal fatto che la porzione distale della carotide interna era difficilmente clampabile in quanto inglobata nei tessuti cicatriziali del precedente intervento e la dissezione di questa area risultava pericolosa per il decorso in questa sede del XII e, più in alto, del IX nervo cranico. • D’altra parte neanche una sutura diretta era eseguibile poiché gran parte della parete arteriosa, aneurismatica, era stata asportata insieme al precedente patch e la porzione residua del vaso consisteva nella sola parete posteriore.

  12. Per quanto riguarda la scelta del dacron rispetto alla vena si è optato per questo materiale viste le condizioni di urgenza in cui si è eseguito l’intervento. • A posteriori riteniamo che avremmo dovuto scegliere comunque la vena come materiale di chiusura per la possibilità, poi verificatasi, di una fistola salivare conseguente alla necessaria sezione di parte della parotide.

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