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L’Assistenza in RSA Stefania Biondo

L’Assistenza in RSA Stefania Biondo. L’Assistenza in RSA. Oltre 11.000 persone ultra-65enni non autosufficienti e con pluri-patologia vivono nelle RSA della Regione Toscana L’80% di queste persone sono donne

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L’Assistenza in RSA Stefania Biondo

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Presentation Transcript


  1. L’Assistenza in RSA Stefania Biondo

  2. L’Assistenza in RSA • Oltre 11.000 persone ultra-65enni non autosufficienti e con pluri-patologia vivono nelle RSA della Regione Toscana • L’80% di queste persone sono donne • Oltre 84.000 persone residenti in Toscana che hanno più di 75 anni e vivono al proprio domicilio sono a rischiodi perdita della autosufficienza nei due anni successivi alla valutazione: • fanno parte del gruppo degli anziani fragili

  3. L’Assistenza in RSA • disturbi cognitivi, disturbi del comportamento, depressione, patologia psichiatrica • perdita dell’autonomia per le varie funzioni • pluri-patologia “complessa” con instabilità clinica • gravi problematiche sociali, familiari ed economiche costituiscono i “crediti”per l’accesso in residenza sanitaria assistita

  4. L’Assistenza in RSA Le RSA diventano dunque la casa dei più fragili tra gli anziani fragili e si presentano spesso come unica possibilità nelle famiglie in cui i figli care-givers hanno oltre settanta anni e sono a loro volta a rischio di fragilità come i genitori ultra-novantenni…

  5. L’Assistenza in RSA Nell'ultima relazione sanitaria si stimava fossero residenti in Toscana, al primo gennaio 2009, circa 77 mila anziani affetti da demenza, dei quali due terzi rappresentati da donne e quasi la metà da anziani ultra85enni. La prevalenza della malattia aumenta con l'età e arriva ad interessare più del 20% degli anziani tra gli ultra ottantacinquenni

  6. L’Assistenza in RSA I fattori che rendono complessa l’assistenza degli anziani in RSA: • Patologia psichiatrica (deliri, allucinazioni,…) • Decadimento cognitivo • Disturbi del sonno (agitazione) • Disturbi del comportamento (wandering, aggressività verbale e fisica, …) • Utilizzo di psicofarmaci e poli-farmacoterapia • Deficit di linguaggio o di comunicazione • “Abbandono” da parte dei familiari

  7. DISTURBI COMPORTAMENTALI :CHE FARE? • ALLUCINAZIONI • DELIRI • DEPRESSIONE • ANSIA • EUFORIA • DISINIBIZIONE • APATIA • IRRITABILITA’ • AGITAZIONE • AGGRESSIVITA’ • VAGABONDAGGIO

  8. DISTURBI COMPORTAMENTALI :CHE FARE? IL PROBLEMA E’ DAVVERO DIFFICILE, NON CI SONO SOLUZIONI “MATEMATICHE” OGNI PERSONA E’ UN CASO A SE’ E RICHIEDE SOLUZIONI OPERATIVE DIVERSE da trovare sul campo

  9. DISTURBI COMPORTAMENTALI :CHE FARE? • I comportamenti problematici comprendono atti ripetitivi, comportamenti inadeguati per le regole sociali, comportamenti aggressivi verso se stessi o gli altri: tutti comportamenti inappropriati e molesti per la comunità • Spesso è l’occhio dell’osservatore che interpreta come inappropriati comportamenti collegati ad esigenze del paziente non espresse o non evidenti

  10. DISTURBI COMPORTAMENTALI :CHE FARE? I disturbi del sonno un circolo vizioso

  11. Il MODULO dei pazienti con DISTURBI COGNITIVI e COMPORTAMENTALI può comprendere fino al 40% degli ospiti In una RSA con 40 ospiti vi possono essere 16 DISABILITA’ in MOVIMENTO, 16 “ MINE VAGANTI”… 16 persone difficili che non possono essere gestite a casa

  12. DISTURBI COMPORTAMENTALI :CHE FARE? • In RSA tali disturbi riducono ulteriormente l’AUTONOMIA dei pazienti perchè spesso richiedono l’uso di contenzioni farmacologiche e fisiche (prescritte e certificate dal Medico Curante) che limitano la motilità spontanea, sedano il paziente, influiscono su idratazione e alimentazione e riducono la possibilità di esprimersi e comunicare

  13. DISTURBI COMPORTAMENTALI :CHE FARE? Circolo vizioso

  14. DISTURBI COMPORTAMENTALI :CHE FARE? AGITAZIONE e VAGABONDAGGIO Intervento dell’operatore: • lasciare libero il paziente di muoversi o di manipolare oggetti, senza costringerlo a fermarsi o a stare seduto • tentare di distrarlo offrendo oggetti o cambiando stanza ( offrire cibo o acqua ) • rassicurare il paziente ( linguaggio verbale e non verbale) • fare intervenire, se esiste, l’operatore che ha più influenza sul paziente o che il paziente riconosce come un proprio familiare

  15. DISTURBI COMPORTAMENTALI : CHE FARE? AGITAZIONE E VAGABONDAGGIO Cosa NON fare: • discutere e tentare di convincere con la logica il paziente • chiedere di esprimere il disagio verbalmente con domande tipo: Perché fa così? Cosa c’è che non va? perché si ottiene spesso aumento dell’agitazione • MAI usare le “maniere forti” o alzare la voce questi comportamenti inappropriati dell’operatore vengono giustamente interpretati come violenze a cui reagire nell’unico modo ancora “conosciuto” dal paziente

  16. L’Assistenza in RSA Entrare in RSA ? Due esercizi utili a capire … • Immaginiamoci alle prese con un soggiorno obbligato in una struttura che ci sta stretta ( es., hotel 5 stelle super lusso, campeggio ultra-spartano, colonia marina religiosa o villaggio turistico “non fai da te”) • Immaginiamo di vestire i panni della persona che deve entrare in RSA, magari spinto sulla sedia a rotelle

  17. “Home, sweet rest home” • L’inserimento è un’alba fragilissima, da preparare ben prima dell’evento; condiziona in modo determinante l’adattamento o meno alla vita in residenza e allaconvivenza con gli altri • Al momento dell’inserimento vero e proprio è necessaria la presenza di tutte le figure professionali della équipe con geriatra e psicologo in primopiano, pronti all’accoglienza affinché l’imprinting sia positivo • Si inserisce l’anziano, si “inseriscono”i familiari …

  18. Storia di Arduina Giorni fa è giunta in RSA una signora 97enne dall’aspetto curato, dal piglio fiero, elegante, apparentemente adeguata (con una buona facciata di personalità,si direbbe in sintesi): entra in residenza accompagnata dai figli, gli occhi lampeggiano dietro gli occhiali da sole rosa coordinati con la collana e la camicetta. Subito ci chiede: “ perché mi hanno portata qui? Cosa ci faccio io qui, ho la mia casa, sto bene, la mia dottoressa ha detto che sono sanissima, ho solo una piccola ferita ad un piede che medico tutti i giorni da sola”.

  19. Storia di Arduina La vera ferita da curare (di cui prendersi cura) è in realtà una patologia psichiatrica, forse sottostimata, con spunti deliranti di tipo persecutorio che hanno portato al cambio di ben sedici badanti in un anno; la signora le ha accusate una dopo l’altra di furti vari, di violenza ed è arrivata a chiamare più volte di notte le forze dell’ordine (subito accorse) dicendo di essere stata picchiata nel sonno. Alcune badanti hanno resistito un solo pomeriggio…

  20. Storia di Arduina Ma l’aspetto più tragico della storia non è questo, l’abbiamo scoperto casualmente parlando con i figli mentre l’infermiera tentava di convincere l’anziana signora a provare a rimanere almeno per qualche giorno. Quella mattina i due figli hanno suonato il campanello a casa della madre, sono entrati e... “andiamo a pranzo fuori, mamma, preparati!”.

  21. Storia di Arduina La signora è rimasta in RSA per un’ora, ha continuato a gridare e a minacciare tutti col bastone (in realtà era la signora a picchiare le badanti) poi i figli sconfitti l’hanno riportata a casa, imprecando tra i denti. (Il personale faceva il tifo per Arduina)

  22. L’Assistenza in RSACentri Diurni Alzheimer eModuli cognitivo- comportamentali in RSA:un survey per l'appropriatezzaAgenzia Regionale di Sanitàreport preliminare 2 luglio 2012

  23. L’Assistenza in RSA Qualità, Equità e Sicurezza in RSA Un Progetto regionale in Toscana A cura di: Agenzia Regionale di Sanità della Toscana Osservatorio Qualità ed Equità Coordinatore: Dr.ssa Stefania Rodella

  24. Cure Palliative di qualità per malati con demenza avanzata in RSA Un progetto Fondazione FILE – Fondazione Lino Maestroni

  25. L’Assistenza in RSA ENTRARE in RSA significa anche CAMBIARE TUTTO o quasi • Illuminazione e microclima • Disposizione delle stanze • Arredi • Odori e rumori • Abitudini e orari • Referenti e care-givers • Strumenti di comunicazione (cellulari)

  26. L’Assistenza in RSA • I sensi si appannano, vista e udito costringono a ridimensionare l’ambiente: lo spazio si riduce al metro cubo, alla“bolla” intorno all’anziano • Anche la casa necessita di protesi e ausili adeguati: letto, poltrona, WC, vasca da bagno e altri arredi sono poco riconoscibili, poco familiari, “medicalizzati” nell’aspetto e nell’uso (come sono scomodi e rumorosi i materassi anti-decubito …)

  27. L’Assistenza in RSA • E i profumi, gli odori ? • Disinfettanti, prodotti per l’igiene dei pavimenti, varichina e detergenti vari uccidono gli odori della casa , così la memoria correlata alla emozione-odore non soccorre nel recuperare confidenza con l’ambiente (per non parlare dei cattivi odori di una “fisiologia” senza controllo …)

  28. L’Assistenza in RSA • Creare un clima ed un ambiente favorevoli in RSA significa offrire una casa sicura, protesica ma anche riconosciuta come propria e passibile di personalizzazione degli spazi privati dell’ospite ( camera, bagno, eventuale postazione nelle sale di soggiorno e pranzo) e del rispetto dei propri tempi e ritmi • Significa ritrovare colori, luci, odori, sensazioni tattili, visuali e scorci affettivamente stimolanti o per lo meno rassicuranti

  29. Grazie per l’attenzione!!!

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