1 / 34

ITIS - LST Ettore Molinari Milano

ITIS - LST Ettore Molinari Milano. Progetto Scuola 21 “Educazione sostenibile nella scuola del XXI secolo” ABBAZIE – Il giardino dei semplici. Il giardino dei semplici: la medicina nei monasteri prima dei nostri giorni. Breve corso della Storia del Monachesimo Orientale e Occidentale

thiery
Download Presentation

ITIS - LST Ettore Molinari Milano

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. ITIS - LST Ettore MolinariMilano Progetto Scuola 21 “Educazione sostenibile nella scuola del XXI secolo” ABBAZIE – Il giardino dei semplici

  2. Il giardino dei semplici: la medicina nei monasteri prima dei nostri giorni • Breve corso della Storia del Monachesimo Orientale e Occidentale • S. Benedetto da Norcia (480-547) • Le attività dei monaci • L’esperienza dei Cappuccini di Genova, dei Fatebenefratelli di Venezia, monastero di S. Benedetto in Polirone (Mantova) • Visita alla abbazia di Chiaravalle e alla Certosa di Pavia. Abbazie - Il giardino dei semplici

  3. MONASTERI E ATTIVITA’ DEI MONACI Nel contesto di instabilità e disgregazione socio – politica – culturale – economica – valoriale relativa alla caduta dell’impero Romano (476 d.C.) e alle invasioni barbariche, il Monachesimo si inserisce come il fenomeno adeguato per mettere ordine nel caos precedente e per rispondere ai nuovi bisogni di speranza nel cuore degli uomini. Abbazie - Il giardino dei semplici

  4. Il monachesimo orientale, fondato da S. Antonio Abate è stato continuato da S. Pacomio che stilò i primi rudimenti della regola monastica e costituì il cenobitismo nell’alta Tebaide. S. Basilio di Cesarea riorganizzò la vita spirituale monacale e aggiunse l’apostolato e il servizio. Egli valorizzò i monaci colti per le dispute filosofiche e teologiche nei suoi maggiori rappresentanti La Tebaide Abbazie - Il giardino dei semplici

  5. Nel momento in cui tutto andava verso la distruzione e il dissolvimento, Benedetto da Norcia, pose le fondamenta di una nuova vita e le premesse di un fenomeno sociale, culturale ed insieme religioso. Dettò ai monaci dell’abbazia di Montecassino, da lui fondata nel 529, la Regola dei Monaci, che divenne il codice prevalente e quasi unico della vita monastica in Occidente. Promosse gli studi e , tra di essi, l’arte medica fino a dar vita alla “medicina monastica” attinta via via dallo studio e trascrizione dei codici antichi che venivano copiati pazientemente dagli amanuensi. Abbazia di Montecassino Abbazie - Il giardino dei semplici

  6. Nasce la medicina medioevale Fu questo il primo segno della rinascita della medicina medioevale. Durante tutto l’alto medioevo, i tanti monasteri disseminati lungo le vie di pellegrinaggio si dedicarono all’assistenza dei pellegrini malati, sorsero i centri di assistenza presso i monasteri e si diffusero i medici-monaci. Nell’805 Carlo Magno ordinò che la medicina, sotto il nome di fisica, fosse introdotta nei programmi di insegnamento. Si registra che il famoso monastero di San Gallo (Svizzera) nell’820 avesse un giardino di erbe officiali, 6 camere per malati, una farmacia e un alloggio speciale per i medici. Questo fu forse il primo esempio di ospedale in Europa Occidentale. La medicina monastica basava la “ speranza della guarigione” sulla misericordia di Dio e “l’azione dei semplici”. Per “semplice” si intendeva un’erba medicinale o un medicamento fatto con piante medicinali. Abbazie - Il giardino dei semplici

  7. Nasce così l’orto dei semplici per la coltivazione delle piante medicinali e la loro conseguente conservazione. Nei monasteri si sceglieva un monaco preparato a queste due attività e che rappresentava nello stesso tempo, il farmacologo, il medico e lo speziale di oggi. L’Orto dei semplici Abbazie - Il giardino dei semplici

  8. Diffusione del Monachesimo dal IV al XII secolo in Europa Abbazie - Il giardino dei semplici

  9. Dal ceppo del Monachesimo Benedettino derivarono svariate forme di monachesimo che si diffusero in tutta l’Europa con nomi diversi ma con attività similari L’Albero del Monachesimo Abbazie - Il giardino dei semplici

  10. Insegnarono la pratica del lavoro, dell’obbedienza e dell’umiltà; Dissodarono i campi rimasti incolti, bonificarono i terreni, allevarono le bestie, tagliarono la legna nei boschi; Introdussero la pratica di fare contratti agrari vantaggiosi per i contadini; Inventarono nuove tecniche agricole; Copiarono le opere dei classici greci e latini e la copiatura dei testi divenne un lavoro; Organizzarono la difesa della città, provvidero ai rifornimenti alimentari durante le carestie; Ripararono e fecero manutenzione delle strade, costruirono ponti ed argini Monasteri in Europa - isole di civiltà Abbazie - Il giardino dei semplici

  11. La Comunità La caratteristica dominante del monachesimo occidentale fu il suo carattere comunitario. La dimensione della comunità variava dai dieci ai cinquanta componenti. La regola imponeva che l’abate conoscesse bene i monaci: doveva porsi nei loro confronti come padre e guida spirituale Abbazie - Il giardino dei semplici

  12. La giornata dei monaci si alternava tra la preghiera, il riposo, il lavoro della terra, l’impegno nello studio, l’apprendimento e la trascrizione dei codici miniati delle principali testimonianze della cultura e della civiltà degli antichi. La giornata dei Monaci Abbazie - Il giardino dei semplici

  13. La preghiera comune e personale Abbazie - Il giardino dei semplici

  14. Coltivazione ciclica della terra Abbazie - Il giardino dei semplici

  15. I codici miniati costituiscono la preziosa testimonianza della fatica dei monaci. Il lavoro, un tempo appannaggio degli schiavi, fu trasformato da San Benedetto in fonte di riscatto e attestazione della dignità dell’ uomo. I volumi conservati nelle biblioteche, negli archivi e nei musei di tutta Italia e di buona parte d’ Europa ci hanno trasmesso le origini, la matrice della nostra identità. Trascrizione dei Codici Miniati Abbazie - Il giardino dei semplici

  16. La cura della terra promosse lo sviluppo di spazi destinati esclusivamente alla coltivazione di piante aromatiche e medicinali. Il giardino sarebbe divenuto fondamentale per la cura del corpo e della mente dei monaci, degli ospiti, dei malati, motivo di particolare attenzione nella regola di Benedetto da Norcia. Nel giardino avrebbero trovato spazio anche i fiori destinati all’ ornamento dei luoghi di culto e gli ortaggi e i frutti per la mensa. Il “Giardino dei semplici” Abbazie - Il giardino dei semplici

  17. Importanza dell’acqua Nella regola di Benedetto è prescritto che ogni comunità monastica si doti di adeguate riserve d’ acqua e di un “hortus”. A Piedivalle di Preci la “fonte monaca”, utilizzata dal 1930 per servire l’ abitato di Preci: il rumore della cascata sottolineava il silenzio della vita monastica e accompagnava il salmodiare dei frati durante le cerimonie religiose, nel lontano medioevo Abbazie - Il giardino dei semplici

  18. Un pozzo o una fonte posti al centro del chiostro rappresentavano l’ allegoria del Cristo sorgente di vita. Un albero piantato accanto al pozzo richiamava l’Albero della Vita del libro della Genesi. In genere dalla fonte o dal pozzo si dipartivano in modo cruciforme corsi d’acqua e sentieri, come i fiumi del mondo descritti nel primo libro della Bibbia. Nel secondo cortile dell’ abbazia di Sant’Eutizio sopravvivono frammenti dell’antica “fonte monaca”. L’ acqua si lega al giardino e ne richiama la simbologia di paradiso in terra, di giardino dell’ Eden Acqua e Albero della vita Abbazie - Il giardino dei semplici

  19. “Giardino dei semplici” - 1 • deve essere limitato e chiuso, riconoscibile rispetto alla realtà circostante, a ciò che e’ “non giardino”; • deve esser caratterizzato da un’armonia particolare tra natura e coltura: la volontà dell’uomo contiene lo sviluppo spontaneo della flora ed esercita un controllo che traspare dall’aspetto di questo luogo. Nel giardino l’interazione tra individuo e natura si perfeziona continuamente; • deve equilibrare tra loro in precisi limiti ciò che è naturale e ciò che è umano in un rapporto armonioso, bilanciato. Abbazie - Il giardino dei semplici

  20. “Giardino dei semplici” - 2 Attraverso questo processo di elaborazione che anticipa l’architettura dei giardini moderni più raffinati e “pensati”, il giardino della comunità monastica diviene uno spazio inviolabile e sacro. In termini spaziali, il suo modello è l’Eden vigilato dall’Arcangelo dalla spada fiammeggiante: se considerato uno stato, una condizione, non potrà che identificarsi con il giardino dei beati o il “giardino dell’anima”, inattaccabile da dolori e passioni . Abbazie - Il giardino dei semplici

  21. Le Farmacie - 1 Il giardino dei semplici assolveva al compito di importanza fondamentale per lo sviluppo delle scienze naturali, della medicina e per il benessere degli uomini. La popolazione si confrontava con malattie che anche i professionisti della salute oggi studiano solo nei testi di infettivologia e di storia o trovano negli abitanti del terzo e del quarto mondo. Le farmacie avrebbero assunto un ruolo di crescente rilievo e prestigio nella vita monastica ed in quella dei profani che orbitavano intorno alle abbazie dalle quali mutuavano spiritualità e concreti apporti alla qualità di un’esistenza condizionata da pesanti incertezze e intrinseche debolezze . Abbazie - Il giardino dei semplici

  22. Monaci e frati sono stati sempre attratti, nell'ambito della loro attività, dalla manipolazione di piante e di fiori. La produzione di medicamenti e bevande sono una loro attività caratteristica. Forse l'immediato e abituale contatto con la natura, vista in chiave di fede, forse la propensione, voluta dalla loro stessa scelta, ad occuparsi dei bisogni e delle necessità altrui. Le Farmacie - 2 Abbazie - Il giardino dei semplici

  23. L’esperienza dei Cappuccini di Genova … i Cappuccini «in Genova,...stillavano ancora herbe». La suggestione di un impiego dei frati nell'esercizio dell'arte sanitaria non tardò a rivelarsi. Nelle Costituzioni dell'Ordine del 1577 (n. 91) si avvertivano i frati stessi che questo non lo si poteva esplicare, in maniera professionale, per il pubblico. A tener desta - e rinfocolare - una tale attenzione doveva intervenire l'afflusso in convento di individui che, per una ragione o l'altra, decidevano ad un dato momento di cambiare la loro attività medico-sanitaria con quella più alta e nobile di curare, nei fratelli, prima di tutto l'anima. Abbazie - Il giardino dei semplici

  24. Genova e la peste - 1 In occasione della terribile pestilenza, che devastò Genova nel 1656-57, la Repubblica si era rivolta per la disinfezione della città, ai Cappuccini francesi che, al riguardo, godevano fama d'incontrastata perizia. Un'apposita galea ne andò a prelevare alcuni a Marsiglia. Essi erano specialisti nell'impiego dei «profumi», di loro invenzione. Misture di vari ingredienti minerali e vegetali che, alla combustione, sprigionavano odori e sostanze più o meno tossiche, capaci di «purificare» sia l'aria che le robe e gli ambienti Abbazie - Il giardino dei semplici

  25. Genova e la peste - 2 Nel primo, per la disinfezione delle case e delle masserizie, prevalevano la «rasa di pino», il pepe, lo zenzero, il cumino. Il secondo, per il lazzaretto, le case e le sepolture, aveva dosi maggiori. Il terzo, «profumo della sanità» e «profumo più soave», era a base di sostanze aromatiche. Il tutto veniva manipolato con zolfo e con crusca. I frati «profumieri» lavorarono per sette continui mesi, e i risultati furono considerati apprezzabilissimi, tanto che i Reggitori della Repubblica, oltre ad armare una nuova galea per riportarli in patria, vollero loro donare, in segno di gratitudine, quattro calici di argento con le loro patene e una statua in marmo della Beatissima Vergine. Abbazie - Il giardino dei semplici

  26. Il monastero di San Benedetto in Polirone è stato un grande centro di vita spirituale e al contempo ha prodotto una radicale trasformazione dl territorio alla stregua di molti monasteri extra urbani che nel medioevo sono stati autori di consistenti opere urbanistiche in tutta la pianura padana. Il monastero di Polirone aveva nel comune omonimo oltre il 50% della proprietà diretta delle terre e ne controllava, mediante un complesso sistema di vincoli feudali, un altro 35% condotti da coloni che oltre a corrispondere al monastero un terzo della produzione, avevano l’obbligo di contribuire alla bonifica dei terreni e al controllo delle acque del Po. Parrocchia di S. Benedetto in Polirone Abbazie - Il giardino dei semplici

  27. L'ospedale dell'isola di San Servolo, situata nel bacino di San Marco, originariamente fu un piccolo insediamento di comunità benedettine, poi di monache dell'ordine di San Leone. Trasformato più tardi in ospizio per appestati fu dai primi anni del '700 destinato dalla Serenissima ad ospedale militare affidato alla responsabilità dei Padri Ospitalieri di San Giovanni di Dio, meglio noti con il nome di Fatebenefratelli. Il 4 gennaio 1719 un provvedimento della Repubblica Serenissima di Venezia firmato da Alvise Mocenigo, allora Magistrato alla sanità, decretava che la "pubblica spezieria eretta nell'isola di San Servilo fosse perpetuamente destinata alla fornitura dei medicamenti necessari all'Ospedale della suddetta spezieria annesso". L’antica farmacia dell’ospedale di San Servolo a Venezia Abbazie - Il giardino dei semplici

  28. L'Abbazia di Chiaravalle è un complesso monastico cistercense del XII secolo posto a sud est di Milano. Il monastero viene soppresso nel 1798 da parte della Repubblica Cisalpina e, tranne la chiesa, messo all'asta. Nel 1860-1861, per far posto alla costruzione della linea ferroviaria Milano-Pavia-Genova, si demoliscono il chiostro grande del Bramante, il noviziato, il dormitorio, la casa dell'abate, la sala capitolare e parte delle cappelle del cimitero. Tra il 1894 e il 1898, l'Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti riscatta l'edificio dai privati e dà l'avvio a un restauro generale. Il 1° marzo 1952 i monaci Cistercensi tornano a Chiaravalle e ricomincia la ricostruzione del monastero secondo le connotazioni odierne, con successivi interventi di restauro, conclusisi recentemente. Andiamo per abbazie - Chiaravalle Abbazie - Il giardino dei semplici

  29. Andiamo agli orti Abbazie - Il giardino dei semplici

  30. Chiaravalle, gli orti Abbazie - Il giardino dei semplici

  31. Menta Erba cipollina Ruta Boragine Calendula Issopo Origano Maggiorana Peperoncino Achilea Papaveri Nepeta Cataria Timo Liquirizia Camomilla Veronica Dragoncello Le piante nell’orto dei semplici Abbazie - Il giardino dei semplici

  32. Certosa di Pavia- la storia • La Certosa di Pavia Gra-Car (Gratiarum Chartusia) è un monastero cistercense e Santuario della Beata Vergine Maria Madre delle Grazie • La costruzione della Certosa di Pavia fu voluta da Gian Galeazzo Visconti che inaugurò i lavori il 27 agosto 1936, ponendo la prima pietra del cantiere. • I monaci certosini ai quali il monastero era stato lasciato dal fondatore, erano legati ad una clausola che prevedeva l'uso di una parte dei loro proventi (campi, terreni, rendite ecc.) per continuare la costruzione del monastero Abbazie - Il giardino dei semplici

  33. Certosa di Pavia Sul retro della chiesa un alto muro di cinta delimita i terreni dove vengono coltivate erbe medicinali. In questo spazio, dietro l'abside, si trova anche una grande peschiera in marmo decorato che in passato serviva ai monaci per allevare pesci d'acqua dolce ed ha conservarvi quelli pescati nei canali circostanti Abbazie - Il giardino dei semplici

  34. Grazie per l’attenzione Abbazie - Il giardino dei semplici

More Related