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Tecniche di allevamento del coniglio

Tecniche di allevamento del coniglio. Evoluzione della produzione della carne cunicola in Italia (FAO, 2008). Produzione di carne cunicola nel mondo nel 2010 (FAO, 2012) . Consumi di carne cunicola in Italia. Nazionale: 4.5 kg/anno procapite (ISTAT, 2000) In Campania: 16 kg/anno procapite

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Tecniche di allevamento del coniglio

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Presentation Transcript


  1. Tecniche di allevamento del coniglio

  2. Evoluzione della produzione della carne cunicola in Italia (FAO, 2008)

  3. Produzione di carne cunicola nel mondo nel 2010 (FAO, 2012)

  4. Consumi di carne cunicola in Italia • Nazionale: 4.5 kg/anno procapite (ISTAT, 2000) • In Campania: 16 kg/anno procapite • Isola d’Ischia: 40 kg/anno procapite. • Autoapprovigionamento: 98 %

  5. Evoluzione dell’allevamento cunicolo Tradizionale-rurale Intensivo - industriale IA Sfruttamento della fattrice Produzione ciclizzata Sfruttamento intensivo delle strutture

  6. Operazioni in allevamento • Fecondazione artificiale; • Palpazione per diagnosi di gravidanza; • Pareggiamento nidiate; • Ispezione delle nidiate; • Allattamento programmato; • Allontanamento dei morti; • Distribuzione alimenti e acqua (automatizzate).

  7. Tipologia di conigli allevanti • Taglia: grande (5-8 kg), media (4-5 kg), piccola (2-3 kg); • Razze pure: discrete prestazioni produttive, rimonta interna, minori rischi sanitari; • Ibridi commerciali: elevate prestazioni produttive, rimonta esterna, maggiori rischi sanitari.

  8. Costruzione ricoveri adeguati • Evitare zone eccessivamente calde o fredde; • Valutare temperatura, umidità, venti dominanti; • Evitare zone rumorose; • Vasche per la raccolta delle deiezioni

  9. Tipologia di struttura • In muratura (le più costose); • Moduli prefabbricati; • Ricoveri leggeri (tipo tunnel): strutture semicilindriche ancorate ad una platea, chiuse lateralmente e sul tetto da materiali plastici. Adatti per tutte le fasi di allevamento. Possono ospitare le stesse tecnologie delle strutture in muratura.

  10. Ciclo produttivo del coniglio • Svezzamento: 28 – 35 gg; • Macellazione: 77 – 85 gg; • Maturità sessuale: 4 – 7 mesi; • Nelle razze di interesse zootecnico l’età consigliata per il primo accoppiamento è 4.5 mesi nelle femmine, un mese in più per i maschi. • Le femmine (fattrici) non hanno un ciclo estrale regolare ma lo sviluppo dei follicoli ovarici è continuo e l’ovulazione è indotta dall’accoppiamento. • Età di riforma delle femmine: circa 1 anno.

  11. Classi di produzione presenti in allevamento • Riproduttori: • Maschi • Femmine: • Lattazione • Gestazione • Rimonta • Svezzamento • Ingrasso

  12. Ciclo produttivo in allevamento • Il sistema più utilizzato è quello semi-intensivo che presenta le seguenti caratteristiche: • Accoppiamento 10-12 giorni dal parto • Interparto 42 gg (30 + 12) • Durata lattazione 28 – 35 gg; • Parti/anno/fattrice: 6-7 • Peso coniglietti allo svezzamento: 800 – 1000 g.

  13. L’allevamento viene condotto in capannoni chiusi, con ambiente parzialmente condizionato, in gabbie di metallo zincato. • Esistono diverse tipologie di gabbia in funzione della categoria di animali e dello stadio fisiologico. • Le gabbie possono essere disposte su uno o più piani.

  14. Sistema flat-deck. Le gabbie singole sono disposte su un unico piano. Questo sistema è molto utilizzato nelle fattrici perché facilita le manualità, evita un eccessivo sovraffollamento, favorisce il controllo delle nidiate e una corretta circolazione dell’aria.

  15. Sistema Californiano. Su due piano sovrapposti sfalsati (sistemazione a piramide). • Le deiezioni cadono libere sul pavimento. • Molto utilizzato per le fasi di svezzamento e ingrasso. Migliora del 10 – 15 % l’occupazione della superficie-pavimento. • È possibile aumentare il numero di piani ma: • Si ha minore accesso alle gabbie • difficoltà nella manualità.

  16. Sistema a batteria. Disposizione su 2 o 3 piani sovrapposti. Tra le gabbie superiori ed inferiori sono disposti deflettori inclinati e impermeabili o nastri trasportatori ad ogni piano. È un sistema poco usato per il sovraffollamento animale e per la difficoltà nella gestione delle gabbie.

  17. Gabbia fattrice flat deck. Più comuni le gabbie con nido esterno. L’accesso al nido avviene tramite un foro chiudibile con paratoia a ghigliottina. Dimensioni (comprensive di nido): Largh. 38 cm Prof. 95 cm Alt. 35 cm

  18. Modulo californiano: gabbie fattrici + gabbie rimonta Dimensioni gabbie rimonta: Largh 38 cm Prof. 43 cm Alt. 35 cm (dimensioni simili hanno anche le gabbie per i maschi. Soltanto viene preferita un’altezza di 40 cm per favorire il salto)

  19. Modulo Californiano per svezzamento-ingrasso. Il sistema più utilizzato è quello delle gabbie bicellulari (2 coniglietti per gabbia) Dimensioni: Largh. 26 cm Profond. 46 cm Alt. 35 cm.

  20. Esempio di gestione di un allevamento con 300 gabbie fattrici • 300/6 (settimane) = 50 parti a settimana • Considerando che circa il 7 % delle gravide non partorisce per vari problemi il numero di fattrici gravide da ottenere sarà 50 + il 7 %, cioè 54 fattrici. • Considerando inoltre che, delle fattrici inseminate, il 70 % si ingraviderà, le operazioni di inseminazione devono coinvolgere almeno 70 fattrici a settimana. • Per ogni fattrice bisogna considerare che si avranno 6-7 coniglietti svezzati e quindi avere il numero sufficiente di posti per l’ingrasso.

  21. All’interno dei capannoni trovano sistemazione tutte le categorie di animali indicate. • Le tipologie più frequenti di capannoni contengono: • 900 gabbie fattrici • 1092 gabbie rimonta (tra maschi e femmine. Con la fecondazione artificiale il rapporto M:F deve essere 1:30 con quella naturale 1:10) • 5760 gabbie ingrasso • Oppure: • 720 gabbie fattrici • 664 gabbie rimonta • 5300 gabbie ingrasso • Importante che la densità nei capannoni non superi i 40 kg/mq

  22. Il rapporto tra gabbie fattrici e posti ingrasso è anche in funzione dell’età di svezzamento e, quindi, della durata del periodo di accrescimento. • Se ipotizziamo un allevamento in cui i coniglietti vengono macellati a 77 giorni, • Uno svezzamento a 35 giorni determinerà un tempo di ingrasso pari a 6 settimane; con uno svezzamento a 28 giorni, 7 settimane.

  23. Il rapporto tra permanenza in gabbia ingrasso e permanenza in gabbia fattrice sarà rispettivamente di 7:5 (svezz. a 35 gg) e 8:4 (svezz. 28 gg). • Il numero dei posti ingrasso viene calcolato come 7 (num. coniglietti svezzati per fattrice) x 7/5 (1.4) oppure 8/4 (2)= 9.8 o 14 per ogni fattrice. • Cioè il numero di gabbie da ingrasso aumenta con il ridursi dell’età di svezzamento. Con un rapporto 6:6 il numero di posti ingrasso sarebbe uguale a quello dei coniglietti svezzati.

  24. Condizioni ambientali ideali in allevamento • Temperatura: 20 °C • Umidità: 60 – 70 % • Ammoniaca: < 2 – 3 ppm • Velocità dell’aria: inferiore a 0.1 m/s. • I punti critici nella gestione dell’ambiente all’interno del capannone riguardano il controllo della ventilazione e la rimozione delle deiezioni. Meno importante l’illuminazione.

  25. La ventilazione e il controllo dell’umidità • Il sistema più utilizzato per controllare questi due parametri è quello della ventilazione trasversale. • Le prese d’aria sono collocate all’altezza del pavimento lungo le pareti longitudinali del ricovero. Sulla parete opposta sono collocati i ventilatori: l’aria passa sotto le gabbie senza creare fastidio agli animali. • A livello delle prese d’aria sono presenti precamere con sistemi di raffrescamento/riscaldamento attivabili all’occorrenza.

  26. Le precamere permettono soprattutto di ridurre gli sbalzi termici e sono costituite da due entrate regolabili tramite una centralina. • Il sistema più comune di precamera è il cooling. • Si tratta di un sistema costituito da pannelli di cellulosa a nido d’ape bagnabili tramite pompe. • Il principio di funzionamento consiste nel fatto che l’aria in ingresso, con temperatura elevata, facendo evaporare l’acque cede ad essa parte della sua temperatura. Inoltre l’aria, attraversando il pannello bagnato si arricchisce, all’occorrenza, di umidità.

  27. I cooling sono pienamente attivi in estate (il coniglio è più sensibile alle alte temperature). • D’inverno i cooling si chiudono tramite pannelli lasciando aperta una piccola entrata nella parte alta. L’acqua che scorre nel pannello viene riscaldata e l’aria in ingresso aumenta leggermente di temperatura.

  28. Allontanamento delle deiezioni • Possono essere adottate due soluzioni: • Fossa profonda sotto le gabbie (almeno 1 m) con permanenza lunga delle deiezioni (4 – 6 mesi); • Evacuazione giornaliera o periodica delle deiezioni. • Migliore la seconda soluzioni per motivi igienici. La rimozione può essere effettuata tramite nastri trasportatori o raschiatori (esistevano anche sistemi a getto d’acqua). • Tra i due migliore il sistema dei raschiatori anche se i rumori possono essere causa di stress. • Tutto pieno/tutto vuoto?

  29. L’illuminazione • Importante nel settore riproduzione in quanto la fertilità è legata al fotoperiodo e si riduce con la riduzione delle ore giornaliere. • In inverno il fotoperiodo dovrebbe essere regolato sulle 14 ore. Ciò evita anche eccessivo stress dei coniglietti all’ingrasso.

  30. Modalità di svezzamento • Tre tipologie: • Precoce (da 22 a 28 gg) • “fisiologico” (33 – 35 gg) • Tardivo (oltre 35 gg.

  31. 2 – 3 gg prima del parto la fattrice viene collocata nella sua gabbia. • Un paio di giorni dopo la nascita viene effettuato il pareggiamento delle nidiate. • Dopo il parto inizia l’allattamento programmato (1 volta al giorno di mattina per 15 – 20 min); • Intorno a 16 – 18 gg i coniglietti iniziano ad uscire dal nido; • A 33 – 35 gg avviene la separazione definitva dalla madre che viene collocata in una gabbia da “rimonta” in attesa di una nuova fecondazione.

  32. Tecniche di inseminazione artificiale • Difficoltà nel congelamento del seme. • Si usa sempre seme fresco. • Raccolta del seme tramite vagina artificiale (almeno 2) conigli (quantità 0.6 ml/coniglio). Max 2 salti/settimana. • Si valuta immediatamente l’aspetto macroscopico e al microscopio si osserva la motilità degli spermatozoi e ne si fa la conta. • Il seme deve essere utilizzato entro 2 – 3 ore dalla raccolta. • Il seme raccolto viene diluito con un medium a pH neutro nel rapporto 1:5 o 1:10 in funzione delle caratteristiche del seme. L’importante è che nella dose utilizzata per la fecondazione (0.5 ml) siano contenuti almeno 10 milioni di spermatozoi vivi e vitali.

  33. Le femmine vengono quindi inseminate con apposita siringa. • Lavorando con la massima calma un operatore riesce ad inseminare 50 – 60 o anche più fattrici/ora. • Quando si usa l’IA, mancando lo stimolo del coito necessario per l’ovulazione è necessaria un’iniezione IM di GnRH che, entro 90-120 min provoca picco di LH e 14-16 ore dopo quello dell’FSH, necessari per la maturazione e lo scoppio dei follicoli.

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