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Allevamento del tacchino

Allevamento del tacchino. Origini. Il tacchino domestico ( Meleagris gallopavo ) appartiene all’ordine dei galliformi, famiglia meleagridi. È originario dell’America.

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Allevamento del tacchino

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Presentation Transcript


  1. Allevamento del tacchino

  2. Origini • Il tacchino domestico (Meleagrisgallopavo) appartiene all’ordine dei galliformi, famiglia meleagridi. È originario dell’America. • Il tacchino selvatico (Agriocharis ocellata) è simile al tacchino domestico ma appartiene ad una specie differente. Anch’esso è originario dell’America. • I tacchini domestici conservano molte caratteristiche, soprattutto comportamentali, simili agli antenati selvatici. • Dal punto di vista morfologico, invece, gli intensi programmi di selezione genetica hanno determinato profonde modifiche di questi animali.

  3. Meleagrisgallopavo Agriocharis ocellata

  4. Caratteristiche morfologiche • La testa e il collo sono ricoperti da pelle nuda e bluastra con escrescenze bianche posteriormente e rosse e pendenti anteriormente, assai più pronunciate nei maschi. • Il maschio presenta un’escrescenza carnosa detta caruncola, sopra il becco; • il pennello di setole nel petto è lungo fino a 15 cm, lo sperone è molto sviluppato, la coda è composta da 18 penne larghe, che aperte a ventaglio danno la caratteristica della ruota. • Il tacchino presenta uno spiccato dimorfismo sessuale, morfologico e comportamentale (il maschio presenta dimensioni maggiori 10-12 kg selvatico contro i 5-6 della femmina). • Il tacchino viene allevato esclusivamente per la produzione della carne.

  5. Esistono diverse razze che, tuttavia, non vengono allevate in purezza ma si utilizzano incroci o ibridi commerciali. • Le principali razze sono: Bronzato d'America (Bronze), Bianco d'Olanda, Narragansett, Nera (Black), Ardesia (Slate), Rosso di Borbone (Bourbon Red), Bianca di Beltsville (BeltsvilleSmall White), Bronzata Gigante (Broad Breasted Bronze BBB), Bianca Gigante (Broad Breasted White BBW o LargeWhite-LW). Le ultime due razze non sono comprese negli Standard Ufficiali.

  6. Bronzato dei Lessini Razzeitaliane Bronzato dei colli Euganei Nero

  7. Variazioni di peso, età di macellazione e ICA dei tacchini negli ultimi 50 anni

  8. Produzione di carne di tacchino A livello mondiale la carne di tacchino rappresenta il 23 % delle carni avicole consumate (circa la metà rispetto alle carni di pollo). I principali consumatori sono gli USA con circa 8.5 kg pro capite. In Europa, gli Stati che consumano più carne di tacchino sono la Francia (7.2 kg), la Germania (6.2 kg) e, a pari livello, la Polonia e l’Italia (5.5 kg). In Asia il tacchino non viene allevato né consumato. I principali produttori di carne di tacchino sono ancora gli USA con circa 250 milioni di accasamenti/anno, seguiti da Francia (80 milioni), Germania (38 milioni), Polonia e Italia (30 milioni).

  9. Tipologia di produzioni Si individuano due tipi di produzioni: Il tacchino medio pesante (o medio leggero) molto diffuso in USA, in Gran Bretagna, in Francia, in Polonia Il tacchino pesante allevato in Germania, Italia, Polonia, Francia – solo per esportazione – repubblica ceca, Slovacchia, Turchia, Ungheria. Nell’ambito di queste tipologie di produzione si individuano delle varianti in funzione delle specifiche richieste dei Paesi.

  10. Tacchino medio-pesante • In Francia: maschi macellati a 16-17 settimane con 13-14 kg di peso; femmine macellate a 12 – 13 settimane a 6-7 kg. • Negli altri Paesi: maschi macellati a 20 settimane a 17-18 kg; femmine macellate a 14-15 settimane a 7-8 kg.

  11. Tacchino pesante • Maschi macellati a 19 - 20 kg e femmine macellate a 8 - 8.5 kg. • In Italia esiste un mercato delle “tacchinelle” prodotte nel periodo natalizio con un peso di 4 – 5 kg. • In Italia il tacchino viene prodotto in: Veneto, Lombardia, Emilia Romagna dove esistono circa 750 allevamenti che producono 30.000.000 di animali, quasi tutti BUT Big 6.

  12. But Big 6 Caratteristiche a 22 settimane: PV: 23 kg IPG: 148.2 g/d ICA: 2.69 Resa in petto: 27.9 % Caratteristiche riproduttive 118 uova a 26 settimane di produzione 80.9 % schiusa media 95.5 pulcini in 26 settimane di produzione In Italia l’allevamento del tacchino è esclusivamente intensivo e le zone di principale produzione sono, in ordine decrescente, veneto, Romagna, Piemonte e Lombardia. Nell’ambito dell’allevamento il programma prevede rigorosamente il tutto pieno/tutto vuoto (vuoto di 3 settimane).

  13. Allevamento del tacchinotto (0 – 8 settimane di età) • I tacchinotti sono sessati all’incubatoio ed arrivano all’allevamento già separati per sessi. • È la fase più delicata dell’allevamento. • Si svolge su lettiera, in cerchi (diametro 3 m, altezza 60 – 70 cm) sotto madri artificiali. In questo spazio trovano posto 200 pulcini. • I cerchi vengono uniti a due a due dopo la prima settimana ed eliminati a 15-20 giorni di età. • I tacchinotti sono piuttosto immaturi e impacciati e una piccola percentuale può morire di inedia per problemi di falsi “imprinting”. • Al primo giorno di vita si procede al taglio delle ali per evitare che volino.

  14. Allevamento del secondo periodo • Dopo le otto settimane il tacchino diventa molto più resistente e può essere trasferito in un ambiente diverso. • Se non è stata fatta separazione dei sessi al momento di ingresso nell’allevamento, si effettua a circa 3 mesi. Le densità di allevamento saranno 3.3 maschi, 6.2 femmine e 4.5 misti (dopo l’influenza aviare si è scesi a 2.8/mq e 5.5/mq). • Considerando il miglioramento genetico, rispetto a 7 anni fa si allevano circa 6-7 kg per mq in più.

  15. L’allevamento avviene in capannoni con ventilazione forzata o naturale • In questo periodo, i tacchini sono più resistenti alle basse temperature (anche 12-15 °C). Le temperature incidono sul consumo di alimento e, alle temperature più basse gli animali mangiano di più e presentano migliori incrementi ponderali giornalieri ma l’ICA peggiora. • Ogni settimana è bene pesare una certa campionatura di animali per verificarne la crescita in funzione degli standard di riferimento. Il coefficiente di variazione dovrebbe essere inferiore al 10 %.

  16. L’allevamento dei riproduttori • Offre non poche difficoltà perché i caratteri genetici selezionati per la produzione della carne sono negativamente correlati con i caratteri riproduttivi. • I principali problemi si evidenziano con le razze pesanti e super-pesanti. • Data le grande differenza di peso tra i sessi, è sistematico l’impiego dell’inseminazione artificiale. L’allevamento avviene quindi a sessi separati con un rapporto maschi femmine di 1:20. • L’allevamento è a terra in capannoni climatizzati, con una densità di 35 kg/mq.

  17. Il ciclo riproduttivo dei tacchini pesanti prevede l’accasamento degli “allievi” a 29 settimane; • La deposizione inizia 2-3 settimane dopo. • Il periodo di ovodeposizione dura 22-25 settimane, durante le quali vengono deposte 110-130 uova per femmina con la schiusa di 90-105 tacchinotti. • L’intero ciclo dalla schiusa dura quindi circa un anno al termine del quale si può optare per la muta forzata (poco utilizzata) o per la riforma degli animali.

  18. Le uova di tacchina hanno il guscio di colore rosso-giallastro, cosparso di macchioline marroni. • Il diametro è di circa 65-70 mm ed il peso di 70-90 g. • L’incubazione dura 28 giorni.

  19. Le strutture di allevamento degli “allievi” sono simili a quelle degli animali allevati per la produzione di carne. • È necessario però che i capannoni siano TOTALMENTE oscurabili. • Il tacchino è stato addomesticato da meno tempo rispetto al pollo ed è più sensibile al fotoperiodo. • Per fare in modo che la maturità sessuale venga raggiunta quando prevedono gli standard produttivi (intorno alle 30 settimane) bisogna adottare particolari programmi di luce per tutta la durata del ciclo vitale degli animali.

  20. Si inizia con 20 ore di luce (100 lux) nei primi 2 giorni di vita; • Poi 14 ore (10-30 lux) fino a 11 settimane; • 6-7 ore dalla 18° fino alla 28-29° settimana mentre si aumenta progressivamente l’intensità fino a 50-60 lux. • Poi si passa ai programmi di luce per la fase di riproduzione vera e propria con un brusco rialzo fino a 14-17 ore di luce di 100 lux minimo d’intensità. • Per i maschi, nella fase di allievi, si usano programmi di luce meno variabili, riducendola a 10-12 ore tra le 14 e le 23 settimane e lasciandola poi sempre a 14 ore con un’intensità intorno ai 25 lux.

  21. L’inseminazione è artificiale con seme fresco e, generalmente, il seme di 5-10 maschi, opportunamente diluito, può servire 100 femmine. • L’allevamento è in capannoni a terra su lettiera in truciolato. • Nei capannoni destinati alle femmine sono sistemati i nidi in numero di 1 ogni 5 femmine con meccanismo d’entrata che permetta l’ingresso di una sola femmina per volta. • La raccolta delle uova è manuale (in genere) e la racca avviene 5-7 volte al giorno. • Le uova di peso inferiore ai 72 g vengono scartate.

  22. Alcune tacchine, dette “chiocce” mostrano una spiccata tendenza alla cova e, dopo aver deposto 10-15 uova, interrompono la deposizione per covare. • Non è sufficiente l’allontanamento delle uova per tenere sotto controllo questo comportamento che può penalizzare fortemente la produzione di uova dell’allevamento. • Le chiocce vanno identificate e “trattate” in modo da far riprendere senza interruzioni lunghe la deposizione delle uova.

  23. La chioccia ha un comportamento particolare: resta molto tempo nel nido, con o senza uova, lo difende con comportamenti aggressivi. • Per identificare le chiocce esistono vari sistemi. Il più comune è quello di far uscire tutte le femmine dal nido all’ultima raccolta serale. Si ritorna dopo venti minuti e si segnano le femmine che sono tornate nel nido. Si fanno uscire di nuovo. Se la mattina seguente le tacchine segnate sono ancora nel nido sono chiocce.

  24. La chioccia viene spostata in un recinto isolato, senza nido né lettiera accogliente che possa fungere da nido. La luce sarà intensa, la ventilazione elevata, il clima freddo. • In questo modo, la deposizione riprende dopo 3-4 giorni e le femmine posso tornare nel capannone comune.

  25. I maschi • I maschi vengono posti in recinti di 5-10 animali (densità max 35 kg/mq). • In ogni recinto si instaura una gerarchia e non sarà più possibile mescolare i gruppi. • Il ricovero deve essere completamente condizionato a ventilazione forzata, dotato di sistema di cooling e controllo della luce.

  26. L’inseminazione artificiale • Viene fatto con seme fresco e non devono trascorrere più di 30 minuti tra il prelievo e l’inseminazione. • Il prelievo ai maschi viene effettuato 2 volte a settimana (max 3, min. 1). • L’eiaculato ha un volume medio di 0.3-0.4 ml con una concentrazione spermatica di 11 miliardi/mmc • Il seme è diluito 1:2 e mantenuto ad una temperatura tra i 15 e i 25 °C. • Le femmine sono pronte per il maschio in genere dopo 14-18 ore dall’aumento del fotoperiodo. • La dose minima fecondante per una tacchina è di 0.03-0.05 ml di seme di buona qualità. • Un femmina dopo l’inseminazione può restare feconda anche per 60 giorni ma, per motivi pratici, è buona norma effettuare l’inseminazione una volta a settimana.

  27. A inizio deposizione si realizzano tre inseminazioni ravvicinate (ogni 2 o 3 giorni). • Le inseminazioni devono essere effettuate nelle ore serali o nel pomeriggio.

  28. Il comportamento del tacchino • È una specie poligama con elevato dimorfismo sessuale • Le femmine hanno una spiccata attitudine materna: più femmine depongono nello stesso nido ma una sola coverà e si prenderà cura della prole (riferimento di imprinting). • Nell’allevamento intensivo, mancando il riferimento di imprinting, i pulcini devono ricevere cure particolari.

  29. Attenzioni particolari al pulcino • Evitare durante o subito dopo la schiusa, imprinting errati dalla presenza dell’uomo o da rumori (suoni, voci del personale); • Con un imprinting errato i tacchinotti possono avere difficoltà a trovare la mangiatoia e ad alimentarsi determinando mortalità anche elevate. • Creare stimoli atti a spingere i tacchinotti verso le mangiatoie.

  30. Empiricamente: anelli di cartone intorno alle mangiatoie e luce intensa sopra di esse. • Da studi scientifici: • Luce intermittente cromatica da prima della schiusa all’inizio dell’alimentazione autonoma; • Stimoli sonori intermittenti applicati per lo stesso periodo; • Impiego di mangiatoie di colore verde riflettente.

  31. Animale curioso (soprattutto le femmine): si avvicina all’uomo e l’”ispeziona” col becco. Poi si sposta per far passare l’estraneo e inizia a seguirlo. • Entrando nel capannone gli animali, se sono a riposo, devono alzarsi prontamente. Se non succede può indicare stress/patologie (o femmine in calore). • Scavano buche nella lettiera (“bagni di sabbia”). • In genere in un capannone di tacchini dopo lo svezzamento le pareti e le estremità dei capannoni sono sgombri da animali.

  32. Rumori: i tacchini vocalizzano molto, soprattutto all’imbrunire quando si preparano per la notte • Si muovono molto all’interno del capannone • Quando gli animali sono sofferenti, invece, si portano lungo le pareti e restano lì fermi.

  33. ALCUNI PROBLEMI ASSOCIATI AD UNA CRESCITA ECCESSIVA (nei maschi) • ROTTURA DELL’AORTA • SINDROME DELLA MORTE IMPROVVISA (SUDDEN DEATH SYNDROME) • MIOPATIA DEL MUSCOLO PETTORALE PROFONDO • PROBLEMI DI GAMBE • AUMENTATA DEPOSIZIONE DI GRASSO • AUMENTATO NUMERO DI PULCINI “FLIPOVER” • RIDOTTA RESISTENZA ALLE MALATTIE • SINDROME PSE DELLA CARNE • REAZIONI DELLA PELLE DEL PETTO (VESCICHE STERNALI ETC.)

  34. Debolezza delle gambe (leg weaknes, turkey sindrome 65) • Arti deboli, difficoltà di deambulazione • Colpisce quasi esclusivamente i maschi • Eziologia non chiara, forse multifattoriale: • Carenze nutrizionali (vitamine, minerali, aminoacidi durante le prime settimane di vita) • Cattive condizioni di allevamento (sovraffollamento, temperatura elevata, eccessiva umidità, cattive condizioni lettiera) • Fattori genetici • Fattori infettivi (micoplasmi ed E. coli) • Fattori tossici (micotossine, antibiotici)

  35. La malattia si manifesta dopo la 12-15° settimana • Incidenza 1.5 - 3 %, raramente supera il 5 % • Gli animali camminano con passo lento, vacillante, con tremore agli arti che spesso sono arcuati. Il collo è portato basso con una deviazione a S • I soggetti colpiti devono essere trasferiti in un apposito recinto per evitare che muoiano per effetto del cannibalismo

  36. Sindrome del cuore rotondo • Eziologia sconosciuta • Colpisce i tacchinotti durante le prime settimane di vita con maggiore incidenza nei maschi • La mortalità è bassa e i soggetti hanno crescita ritardata ma non mostrano sintomi particolari • All’esame necroscopico si nota dilatazione del cuore con arrotondamento della punta.

  37. Rottura dell’aorta • Colpisce i maschi oltre la 15° settimana di vita, soprattutto i soggetti di peso maggiore • In condizioni normali l’incidenza è pari all’1 – 2 %. • I soggetti colpiti muoiono improvvisamente senza segni premonitori • La somministrazione di tranquillanti diminuisce l’incidenza della malattia, specialmente durante il trasporto.

  38. Gozzo pendulo • Gozzo eccessivamente dilatato e raccolta eccessiva di acqua e mangime. • Durante la stagione estiva, aumenta l’assunzione di acqua e l’incidenza della malattia cresce • Il lungo ristagno di alimento nel gozzo determina putrescenza del contenuto, spesso contaminato da diversi batteri e funghi • Svuotamento e riduzione chirurgica del gozzo

  39. Flipovers • Fenomeno per cui i tacchinotti si rovesciano sul dorso in prima giornata morendo sotto cappa • Se non seguiti dall’allevatore i pulcini muoiono in percentuali anche elevate • Eziologia non nota (genetica?)

  40. L’alimentazione del tacchino • Nel primo periodo gli animali vengono alimentati ad libitum ma bisogna evitare concentrazioni energetiche e proteiche troppo elevate per non appesantire troppo gli animali prima che le ossa siano ben strutturate. • Fino a circa 10-11 settimane maschi e femmine hanno esigenze nutrizionali molto simili, successivamente, il ritmo di crescite dei maschi aumenta e le esigenze cambiano; • Il tacchino è tra i volatili più esigenti in termini di proteine e vitamine.

  41. Programma alimentare per l’ingrasso (maschi)

  42. Per le femmine i programmi alimentari sono simili fino alle 12 settimane. • Dopo si utilizzeranno gli stessi mangimi dei maschi ma in “tempi” diversi: • Da 11 a 14 sett., 3100 kcal; • Da 14 a 17 sett., 3200 kcal, • Da 17 a 20 sett., 3300 kcal.

  43. Programmi alimentari per i riproduttori

  44. Le femmine vengono alimentate ad libitum. • Una femmina ingerisce mediamente 210 g di mangime al giorno, un maschio 380 g. • Per i maschi è possibile, dalla 13-14° settimana di età, praticare un razionamento che abbassa molto i costi e permette di ottenere soggetti non troppo pesanti. • Il razionamento viene praticato riducendo del 5 – 15 % la somministrazione dell’alimento, oppure con il sistema “skip-day”, cioè sospendendo l’alimentazione uno o due giorni a settimana.

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