1 / 71

STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI DAL SISTEMA EUROPEO AL SISTEMA MONDIALE DEGLI STATI

STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI DAL SISTEMA EUROPEO AL SISTEMA MONDIALE DEGLI STATI. DEFINIZIONI. Politica internazionale : cronaca dei fatti contingenti considerati nel momento in cui accadono, nelle loro immediate premesse e nelle conseguenze che ne derivano

ciara
Download Presentation

STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI DAL SISTEMA EUROPEO AL SISTEMA MONDIALE DEGLI STATI

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALIDAL SISTEMA EUROPEO AL SISTEMA MONDIALE DEGLI STATI

  2. DEFINIZIONI Politica internazionale: cronaca dei fatti contingenti considerati nel momento in cui accadono, nelle loro immediate premesse e nelle conseguenze che ne derivano Storia internazionale: studio di ciò che non riguarda la realtà interna dello Stato in cui si opera Storia dei trattati: è prevalente l’aspetto giuridico dello studio del procedimento mediante il quale furono elaborate le norme contenute nei trattati e delle disposizioni convenute nei trattati stessi Storia diplomatica: storia della politica estera degli Stati Storia delle relazioni internazionali: studio dei rapporti tra Stati, ruolo delle organizzazioni internazionali e delle ONG, dinamiche economiche, sociali, ambientali, influenza dei media, dell’opinione pubblica, delle ideologie, funzione della società civile, peso delle imprese multinazionali, fattori geografici, demografici ecc.

  3. GLOSSARIO I •  STATO MODERNO  RAGION DI STATO sicurezza e stabilità dello Stato sono obiettivi prioritari cui va subordinata ogni altra considerazione di natura etica, religiosa, politica, economica o giuridica  ANARCHIA INTERNAZIONALE politica internazionale = lotta per il potere, politica di potenza GERARCHIA TRA STATI E PRINCIPIO DI EQUILIBRIO  SISTEMA INTERNAZIONALE complesso di interrelazioni tra soggetti distinti in cui il comportamento di ciascuno influenza le scelte degli altri

  4. GLOSSARIO II  SISTEMI DI STATO BIPOLARI E SISTEMI DI STATO MULTILATERALI  SISTEMI OMOGENEI O VALORI DIVERSI  STATI INSULARI E STATI CONTINENTALI  RICCHEZZA E POTENZA

  5. ATTORI E FATTORI Attori: coloro che agiscono nel campo delle relazioni internazionali (individui, enti, organizzazioni). Uno degli attori più importante (e per secoli quasi esclusivo) è lo Stato, oggi affiancato da altri soggetti che influenzano le relazioni internazionali (organizzazioni internazionali, ONG, imprese multinazionali, lobby, organizzazioni terroristiche, organizzazioni criminali, opinione pubblica ecc.). Fattori: elementi di varia natura che influiscono sull’andamento delle relazioni internazionali (geografia e territorio, popolazione e curva demografica, sistema economico, strutture politiche e sociali, ideologia, potenza militare, ambiente, sviluppo scientifico e tecnologico ecc.).

  6. PERIODIZZAZIONE  1494 crisi del sistema italiano degli Stati. Spagna e Francia grandi potenze  1521 - 1659 tentativi egemonici asburgici. I Paesi Bassi grande potenza  1661 - 1815 tentativi egemonici francesi. Ascesa dell’Inghilterra, di Prussia, Austria e Russia  1815 - 1914 pace dei cent’anni. Egemonia britannica. Ascesa di Stati Uniti e Giappone  1914 - 1945 tentativi egemonici tedeschi. Crollo del sistema europeo degli Stati  1945 - 1991 sistema mondiale bipolare. Integrazione europea  post 1991 ricerca di un nuovo ordine internazionale: anarchia, unipolarismo, multipolarismo?

  7. L’Europa nell’800

  8. L’impero di Carlo Magno nell’anno 814

  9. La divisione dell’impero di Carlo Magno

  10. L’Europa nel 900

  11. L’Europa nel 1000

  12. L’Europa nel 1100

  13. L’Europa nel 1200

  14. L’Europa nel 1300

  15. DAL SISTEMA ITALIANO AL SISTEMA EUROPEO DEGLI STATI • Il sistema italiano degli Stati • Anticipa due caratteristiche del sistema europeo: il principio dell’equilibrio e la presenza di uno Stato insulare • Cinque grandi potenze regionali e molte medie e piccole potenze • La pace di Lodi del 1454 • Lorenzo il Magnifico • La crisi del sistema italiano degli Stati • La calata di Carlo VIII di Francia e l’inizio delle guerre per l’egemonia in Italia • L’emergere di grandi potenze europee • Regno di Spagna, Regno di Francia, Regno d’Inghilterra • Italia e Germania • L’Europa orientale e la Russia • L’impero ottomano

  16. Il sistema italiano degli Stati 1494 I

  17. Il sistema italiano degli Stati 1494 II

  18. L’EUROPA NELL’ETA’ MODERNA • I secoli XV e XVI sono caratterizzati da due fattori di lungo periodo, destinati a • segnare la storia europea nei secoli successivi: • l’espansione europea nel mondo ad opera delle monarchie territoriali della costa atlantica (iberiche, francese, inglese); • il conflitto fra le potenze europee per la supremazia sul vecchio continente e per la spartizione delle aree di influenza coloniali. • Il primo fenomeno evidenzia la necessità di leggere la costruzione dell’identità • europea in termini di alterità e di conflitto: gli europei civilizzati rispetto ai • “selvaggi” americani (totalmente diversi e attraverso i quali, per confronto e • differenza, è possibile vedere la propria identità); il “dispotismo” degli asiatici, • come sostiene Machiavelli, rispetto alla libertà europea. • Il secondo fenomeno rappresenta il filo logico interpretativo della storia europea • nell’età moderna e contemporanea: la creazione del sistema europeo degli Stati, • caratterizzato dalla compresenza conflittuale di una pluralità di Stati in precario • equilibrio fra loro e dal tentativo ripetuto (e sempre fallito, anche grazie al ruolo • anti-egemonico giocato da potenze periferiche quali la Gran Bretagna, l’impero • turco e la Russia) di alcuni di essi di imporre con la forza la propria egemonia sul • continente, nella prospettiva della costruzione di un impero unitario.

  19. L’Europa nel 1400

  20. L’Europa nel 1500

  21. ECONOMIA, MERCATI, COMMERCI, RAPPORTI SOCIALI NEL CINQUECENTO • Scoperte geografiche ed espansione coloniale. Sviluppo della navigazione. Il miracolo europeo: la frammentazione politica favorisce pluralismo, libertà intellettuale, antagonismo competitivo, innovazione che impediscono l’affermarsi di un potere centralizzato. Nessuna potenza raggiunge il margine di vantaggio determinate. Rivoluzione militare. Svilupppo della stampa. La tecnica  Le nuove correnti del traffico internazionale. Le rotte intercontinentali e internazionalizzazione degli scambi. Sviluppo demografico e rivoluzione dei prezzi  L’economia capitalistica, artigianato e industria, concentrazione dei capitali e finanza  Gruppi e rapporti sociali: clero, nobiltà, borghesia, contadini e salariati. Ascesa di nuovi strati legati alle nuove attività economiche: finanzieri, imprenditori, mercanti, tipografi, tecnici, ingegneri e artigiani impegnati nelle produzioni d’avanguardia •  Spirito capitalistico: calcolo razionale. Etica capitalistica e calvinismo

  22. I PRINCIPALI CENTRI DI POTERE MONDIALI NEI SECOLI XV-XVI  Europa occidentale (assenza di un’autorità centrale e uniformizzante) • Impero ottomano  Moscovia  Persia • Impero Moghul  Cina  Giappone

  23. I TENTATIVI EGEMONICI DEGLI ASBURGO1521 - 1659  CARLO V D’ASBURGO 1519 - 1556  FILIPPO II DI SPAGNA 1556- 1598  LA GUERRA DEI TRENT’ANNI 1618 - 1648

  24. CARLO V D’ASBURGO1519 - 1556 • La Riforma protestante e la spaccatura religiosa e politica determinano in • Germania un particolarismo che ostacola per secoli la formazione dello Stato • unitario. • I domini ereditari (Austria, Borgogna, Paesi Bassi, Castiglia, Aragona, Napoli, • Sicilia, Sardegna, colonie americane) e la corona imperiale. • Direttrici della politica estera: • Egemonia del potere imperiale. Asservimento dell’Italia. Le guerre contro la Francia terminate per sfinimento dei contendenti • Difesa del cattolicesimo e lotta al protestantesimo. La pace di Augusta, 1555: cuius regio eius religio • Il difficile contenimento dell’impero turco La divisione dei suoi domini: l’impero è troppo vasto ed eterogeneo. Filippo II re di Spagna (1556) e mantiene Paesi Bassi, Franca contea, Italia e le colonie Americane. Ferdinando I i domini austriaci e orientali, dal 1558 imperatore. Spagna e Austria rimarranno separate per sempre. La pace di Cateau-Cambrésis 1559; egemonia spagnola sull’Italia.

  25. Spagna e Austria nel 1558

  26. FILIPPO II DI SPAGNA1556 - 1598 • La Spagna di Filippo II: • religione (unione monarchia-cattolicesimo); • economia (primato della rendita sul profitto borghese-capitalistico); • centralizzazione assolutistica; militarismo; colonialismo; • la politica matrimoniale. • Le direttrici della politica estera: • la guerra contro i Turchi. Lepanto • la rivoluzione dei Paesi Bassi scontro tra due mondi; prima grande rivoluzione dei tempi moderni; tolleranza religiosa; dinamismo economico; pluralismo sociale • l’Inghilterra a. ascesa della potenza internazionale dell’Inghilterra b. fallimento dell’espansionismo spagnolo e della riconquista cattolica dell’Inghilterra c. effetti decisivi sulla rivoluzione dei Paesi Bassi

  27. L’espansione dell’impero ottomano

  28. La ribellione dei Paesi Bassi 1555

  29. La ribellione dei Paesi Bassi 1609

  30. L’ASCESA DELL’INGHILTERRA ELISABETTIANA Strutture politiche Il Parlamento rappresenta le antiche classi dirigenti, ma anche i nuovi ceti sociali in ascesa e diventa la voce politica della società; ruolo fondamentale nell’approvazione ripartizione del carico fiscale. Ascesa economica Gentry e yeoman agiscono secondo mentalità razionalistico-capitalistica. Le strutture commerciali internazionali, fulcro della potenza economica. Commercio e guerra di corsa. 1566: borsa di Londra. 1600: Compagnia delle Indie orientali. Avvio dell’espansione coloniale. Formazione di grandi centri urbani commerciali e industriali. Dinamismo economico. Presenza di ceti medi. Possibilità di ascesa sociale. Sviluppo della società civile. Il potere politico non si contrappone, ma si integra con il capitalismo, a differenza della monarchia spagnola militare-burocratica che contrasta le forme dell’economia moderna.

  31. LA FRANCIA E LE GUERRE DI RELIGIONE ENRICO IV • Le guerre civili 1562-1598 • Incapacità di dare una risposta alla convivenza tra cattolicesimo e • protestantesimo; indebolimento dell’autorità della corona; impoverimento • economico. • Filippo II finanzia i Guisa. • Enrico IV di Borbone re di Francia. • Editto di Nantes: • libertà di culto agli ugonotti in certi luoghi (calvinismo religione tollerata) • eguaglianza dei diritti civili per i riformati (accesso alle cariche pubbliche) • possesso di fortezze armate per gli ugonotti

  32. L’Europa nel 1600 I

  33. L’Europa nel 1600 II

  34. LA GUERRA DEI TRENT’ANNI I1618 - 1648 • Le cause: • rinnovato tentativo degli Asburgo, difensori della controriforma, di stabilire l’egemonia sull’Europa e quindi tentativo di distruzione della forza politica del protestantesimo come mezzo per affermare il proprio dominio politico e assoggettare l’impero • problema religioso. Diffusione del calvinismo, non contemplato dalla pace di Augusta del 1555 • ascesa della Svezia e disegno egemonico nel Baltico • ripresa della Francia e rinnovata volontà di opposizione antiasburgica

  35. LA GUERRA DEI TRENT’ANNI II La carta geopolitica d’Europa allo scoppio della guerra:  Spagna  Austria  Francia  Inghilterra  Province Unite  Danimarca  Svezia  Polonia  Russia

  36. LA GUERRA DEI TRENT’ANNI III Sono coinvolti tutti i paesi europei eccetto Russia, impero ottomano, Inghilterra. Le fasi della guerra: la fase boema (defenestrazione di Praga, 1618; battaglia della Montagna Bianca, 1620) 2. la fase danese (editto di restituzione) 3. la fase svedese (Gustavo Adolfo) 4. la fase francese (Richelieu, ristabilita all’interno del regno l’autorità della corona, fa entrare direttamente in campo la Francia per contrastare il piano egemonico degli Asburgo. Vittoria francese a Rocroi, 1643)

  37. LE PACI DI VESTFALIA I • Le paci di Vestfalia 1648 • Due trattati (le conferenze di pace iniziano nel 1642 e si protraggono fino • al 1648): • Münster tra l’impero e la Francia • Osnabrück tra l’impero e la Svezia • Riconoscimento da parte della Spagna dell’indipendenza delle Province Unite con una pace separata • Riconoscimento del possesso francese di Metz, Toul, Verdun, parte • dell’Alsazia, Pinerolo • È confermata la frammentazione della Germania in 350 Stati e micro-Stati sovrani che ottengono la sovranità in politica estera • La Svezia si espande nella Germania settentrionale e sul mar Baltico • I cantoni svizzeri sono riconosciuti come entità sovrane • La pacificazione di Augusta è estesa al calvinismo

  38. LE PACI DI VESTFALIA II • Le conseguenze • Trionfo della politica francese di divisione della Germania • Crollo della potenza spagnola; pace dei Pirenei 1659 • La Francia diventa la prima potenza europea per effetto della decadenza spagnola, della frantumazione politica della Germania, del fallimento delle ambizioni egemoniche degli Asburgo • La Svezia, grande potenza europea; egemonia svedese nell’area del Baltico • Fallimento del piano controriformistico e di riconquista cattolica della Germania; riconoscimento del calvinismo • Fine di due visioni del mondo contrapposte per secoli: - imperiale (potere politico universale) - papale (disciplina del mondo fondata su principi e sanzioni religiose) • L’unificazione tedesca, come quella italiana, è ritardata di 200 anni • Gli Asburgo, preclusa l’espansione verso l’Europa centro-occidentale, indirizzano i loro disegni espansionistici verso la regione danubiana • Egemonia commerciale olandese • Disastro per la società e l’economia europee (carestie, epidemie, saccheggi) • Il modello Vestfalia delle relazioni internazionali: Stati non più sottoposti alla potestà imperiale, di varia grandezza, ma giuridicamente eguali (superiorem non reconoscentes), eppure diversi dal punto di vista della politica di potenza. Affermazione del principio d’equilibrio (iustum potentiarum aequilibrium)

  39. L’Europa nel 1648 I

  40. L’Europa nel 1648 II

  41. IL FALLIMENTO DEL TENTATIVO EGEMONICO DEGLI ASBURGO • Le cause del fallimento: • aumento dei costi della guerra. Aumentano le entrate (introiti da miniere americane da 200.000 a 2 milioni di ducati annui), ma ancora di più le uscite (10 milioni di ducati solo per l’Invencible Armada del 1588). Nel 1598 il debito è di 100 milioni di ducati e il pagamento degli interessi è pari ai 2/3 di tutte le entrate • dispersione strategica. Troppi obiettivi, troppi nemici, troppi fronti dove combattere. Mancanza di una chiara visione delle priorità difensive (la guerra nei Paesi Bassi costa 218 milioni di ducati contro 121 arrivati nello stesso periodo dalle miniere americane) • irrazionalità e inefficienza gestionale dei domini asburgici, difficoltà a concentrare e ottimizzare le risorse

  42. L’ASCESA DELLA FRANCIA • Mazzarino porta a compimento l’opera di Richelieu. Sconfitta della fronda parlamentare e della fronda dei principi • Sconfitta della Spagna e pace dei Pirenei, 1659 • Matrimonio tra Luigi XIV di Francia e Maria Teresa d’Asburgo

  43. L’EUROPA A METÀ SEICENTO I Assolutismo e parlamentarismo Il modello assolutistico-centralistico: persiste In Spagna e si consolida in Francia. Inghilterra e Paesi Bassi, dove i ceti emergenti sono molto forti, rompono con tale modello e affermano il regime parlamentare e attraversano un impetuoso sviluppo capitalistico. Fra parlamentarismo e capitalismo si instaura un nesso organico. La borghesia conquista un proprio ruolo nella gestione dello Stato e il potere politico rispecchia la pluralità degli interessi dei diversi ceti sociali. Vocazione marittima di entrambi i paesi. Il confronto degli interessi economici si riflette sul piano culturale e religioso; l’apertura all’innovazione economica diventa accettazione dei valori della diversità culturale, ideologica e religiosa (in Inghilterra in maniera contraddittoria). La diversità, combattuta in Spagna, assume un valore positivo. Fra Stato e società civile si crea un equilibrio dinamico. Capitalismo e borghesia Olanda Inghilterra Francia: ceti borghesi, in pieno sviluppo e ascesa sociale, agenti storici dello sviluppo capitalistico. Elementi della modernizzazione: aumento peso economico e sociale della borghesia, forza militare dello Stato, incremento demografico. Spagna Portogallo: borghesia rachitica; polarizzazione sociale tra nobiltà parassitaria e consumistica e clero pletorico e contadini, pastori, piccoli artigiani.

  44. L’EUROPA A METÀ SEICENTO II Francia Ascesa grazie a decadenza spagnola, frammentazione politica della Germania, fallimento delle ambizioni politiche austriache. Scontro tra la corona, che vuole consolidare la sua autorità, e le forze centrifughe (nobiltà, parlamenti, ugonotti) che contrastano il progetto centralistico. A differenza della Spagna, prosegue il processo di modernizzazione economica e sociale. Modello della monarchia assoluta; lo Stato afferma il suo primato sulla società civile. Inghilterra Scontro tra assolutismo e forze antiassolutistiche, come in Francia, ma con esito opposto. A differenza della Francia (dove l’antiassolutismo è rappresentato dalla grande nobiltà che nutre pretese di autonomia di matrice feudale), le forze antiassolutistiche hanno un contenuto politico e sociale diverso: sono i ceti economicamente e socialmente emergenti, portavoce di esigenze di libertà politica moderna, che vogliono contare, tramite il parlamento, nel governo del paese. Modello della monarchia parlamentare; la corona rispetta il sistema delle libertà politiche e civili. La rivoluzione inglese. Cromwell. L’atto di navigazione (1651) e la prima guerra anglo-olandese (1652-1654). Seconda (1664-1667) e terza (1672-1674) guerra anglo-olandese. La gloriosa rivoluzione: la realtà politica, sociale, culturale, religiosa in contrasto con l’assolutismo degli Stuart. Il Bill of rights, 1689; creazione della Banca d’Inghilterra, 1694.

  45. Paesi Bassi Grande potenza economica e coloniale; la borghesia è il ceto dominante (primo caso nella storia europea); libertà politica, culturale, religiosa. Etica economica; pluralismo; laicizzazione di valori e comportamenti; libertà e tolleranza; spirito scientifico; arte; espansione coloniale (Compagnia delle Indie orientali, 1602). Italia Le nuove rotte marittime, la potenza ottomana, l’ascesa olandese e inglese le fanno perdere il ruolo di ponte nel Mediterraneo fra Oriente ed Europa. La decadenza, anche se rimangono centri commerciali importanti (Genova e Venezia porti di rilievo regionale). La controriforma soffoca l’umanesimo rinascimentale. Marginalizzazione economico-sociale e culturale. Caduta della mobilità sociale, spagnolismo (non solo nei domini spagnoli), contrazione della borghesia, divaricazione tra Nord e Sud destinata ad approfondirsi, consolidamento dello spirito regionalistico di fronte all’esperienza nazionale in crescente rafforzamento vissuta da Francia, Spagna, Inghilterra, Olanda. Spagna Ladecadenza. Sollevazioni in Biscaglia, Galizia, Catalogna, Portogallo, Napoli, Sicilia tra il 1637 e il 1652. Europa orientale Potere sociale nelle mani della nobiltà, contadini poveri, debole sviluppo della borghesia. La monarchia in Polonia è debole, in Russia soggioga la nobiltà e instaura un potere assoluto, centralizzato e dispotico. L’EUROPA A METÀ SEICENTO III

  46. LA FRANCIA DI LUIGI XIV I L’organizzazione statale Il ruolo della borghesia. Colbert e il colbertismo (manifatture nazionali, lotta alla concorrenza olandese e inglese, sviluppo della flotta, creazione delle compagnie commerciali). Le Tellier e la costruzione del grande esercito (da 40.00 a 450.000 uomini; Vauban e la creazione del corpo del genio). Le istituzioni culturali e la formazione del consenso; la celebrazione della gloria del re. La politica religiosa: revoca dell’editto di Nantes, 1685; il gallicanesimo. Il militarismo, possibile grazie a: modernizzazione della società francese, accentramento del potere, efficienza dell’amministrazione statale, assoggettamento della società civile allo Stato, mobilitazione delle risorse economiche.

  47. LA FRANCIA DI LUIGI XIV II Il progetto egemonico e il suo fallimento Il disegno antispagnolo e la guerra di devoluzione. Il disegno antiolandese: obiettivi espansionistici e politica economica. Le Camere di riunione. L’Europa contro la Francia: la guerra della lega di Augusta (1688-1697). La guerra di successione spagnola, 1702-1713. La religione non è più componente essenziale della guerra, legata a problemi economici e politici. Voltafaccia di Savoia e Portogallo. I trattati di Utrecht, 1713 e Rastatt, 1714. Principio dell’equilibrio, perseguito dall’Inghilterra, cardine della sua politica estera fino alla II guerra mondiale. La Francia rimane grande potenza, conserva Strasburgo; Filippo V di Borbone rimane re di Spagna. La Spagna mantiene i domini coloniali, ma perde quelli europei: Paesi Bassi, Milano, Mantova, Napoli e Sardegna all’Austria (egemonia austriaca in Italia). I Paesi Bassi s’ingrandiscono nelle Fiandre, ma perdono egemonia economica. Vittorio Amedeo II ottiene il titolo di re, la Sicilia e possedimenti in Piemonte. Federico I di Hohenzollern re di Prussia. Inghilterra: consolida l’equilibrio in Europa, ottiene Gibilterra (1704) e Minorca, influenza sul Portogallo, colonie francesi in Nord America (baia di Hudson, Nuova Scozia, Terranova), privilegi economici in quelle spagnole. Act of settlement e atto di unione.

  48. Luigi XIV e le Fiandre

  49. La Francia di Luigi XIV

  50. IL COLONIALISMO NEL SEICENTO Cinquecento: predominio coloniale spagnolo e portoghese Seicento: ascesa coloniale di Paesi Bassi, Inghilterra, Francia Spagna e Portogallo, dove non decolla il capitalismo, decadono; si esauriscono le miniere di metalli preziosi, l’economia, strutturalmente debole, non alimenta un legame vitale con le colonie e non produce forme innovative di produzione e commercio L’impero coloniale non è più legato allo sfruttamento di metalli preziosi e al commercio di spezie e merci rare, ma alla produzione su vasta scala di cotone (per l’industria tessile di massa), tè, caffè, tabacco, mais la cui cultura richiede forti investimenti, organizzazione del commercio internazionale, industria di trasformazione nella madrepatria, adeguati canali di commercializzazione, disponibilità di capitali

More Related