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Supporto informativo all’attività di controllo

Ca' Foscari Summer School 2013 Analisi e Contabilità dei costi Supporto informativo all’attività di controllo: - classificazione dei costi - parametri di imputazione e misurazione - rilevazione e valutazione delle rimanenze. Supporto informativo all’attività di controllo. Scopi:

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Supporto informativo all’attività di controllo

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Presentation Transcript


  1. Ca' FoscariSummer School 2013Analisi e Contabilità dei costiSupporto informativo all’attività di controllo: - classificazione dei costi- parametri di imputazione e misurazione- rilevazione e valutazione delle rimanenze

  2. Supporto informativo all’attività di controllo Scopi: • Valutazione delle rimanenze • Sviluppo delle scelte economico-finanziarie • Controllo della gestione

  3. Supporto informativo all’attività di controllo • Va progettato e gestito in funzione del sistema di controllo • In assenza di responsabilizzazione organizzativa si ha soltanto un sistema informativo • Il CdG non è adatto a catturare ogni cosa rilevante nell’attività decisionale d’azienda  ricorso ad altri meccanismi operativi del controllo organizzativo (si perde in termini di «formalizzazione e codifica delle esperienze») • Responsabilizzazione organizzativa elemento distintivo del CdG e limite  possibilità di individuazione dei p.o. (necessità di numerose e approfondite analisi, da ripetere nel tempo)

  4. Supporto informativo all’attività di controllo Individuazione dei parametri-obiettivo 3 sfaccettature • tecnica: profonda conoscenza dei contenuti dell’attività decisionale per identificare la relazione input-output • organizzativa: l’indicatore deve essere condiviso, nella sua capacità espressiva, da chi gestisce le leve corrispondenti • di linguaggio: l’indicatore deve essere espressivo, non ambiguo, di facile comprensione

  5. Supporto informativo all’attività di controllo • SdC dinamico e flessibile  mutamenti OSF  variabili critiche  supporto informativo adeguato • Griglia di informazioni aperta: output programmati e altri elementi per decisioni non previste / prevedibili • Ogni azienda: risposte ad hoc (proprie esigenze decisionali) Premessa indispensabile alla costruzione del supporto informativo all’attività di controllo è la classificazione dei costi in relazione agli oggetti

  6. Contabilità direzionale (1) Insieme di strumenti di misurazione economica degli obiettivi e delle prestazioni […] In particolare, con tali strumenti si raccolgono, si elaborano e si presentano dati quantitativo-monetari che sono l’essenza del controllo di gestione. L’output della contabilità direzionale è rappresentato dal reporting. (Brunetti, 1979)

  7. La moderna contabilità direzionale Contabilità generale Contabilità analitica Budget e standard Analisi degli scostamenti Dati economici, patrimoniali e finanziari Sistema di Reporting Indicatori e dati operativi e gestionali Sistemi informativi operativi

  8. Contabilità direzionale (2) • Processo di produzione delle informazioni economico-finanziarie ed operative per il personale e i manager dell’azienda. Il processo deve essere finalizzato alle necessità informative degli individui interni dell’organizzazione e deve guidare le loro decisioni operative e di investimento (Atkinson, Banker, Kaplan, Young, 1996) • Processo di identificazione, misurazione, reporting ed analisi delle informazioni riguardanti gli eventi economici rilevanti in ambito aziendale (Atkinson, Banker, Kaplan, Young, 1996)

  9. Contabilità analitica Si definisce contabilità analitica il sistema di rilevazioni volto a determinare: • i costi di produzione • i risultati economici parziali dell’attività dell’impresa

  10. Contabilità dei costi • Misura e rappresenta le informazioni di natura economico-finanziaria e di altra natura relative all’acquisizione o al consumo di risorse in un’azienda. • Fornisce informazioni sia alla contabilità manageriale che alla contabilità generale . (Horngren, Foster, Datar)

  11. Costi: oggetti e classificazioni Oggetti • Fattore produttivo • Attività • Prodotto Classificazioni • Costi variabili e costi fissi • Costi speciali e costi comuni • Costi diretti e costi indiretti

  12. Costo di fattore produttivo Fattore produttivo: Qualsiasi bene o servizio utilizzato nei processi di trasformazione dell’azienda di produzione, siano questi tecnici, commerciali, amministrativi, finanziari o quant’altro • A. individuazione del momento economicamente e finanziariamente rilevante di ingresso del fattore nell’impresa • CO.GE (arrivo della fattura) vs “Produzione economica” (ingresso in azienda del bene/servizio acquistato) • B. scelta della configurazione di costo per la sua misurazione nei processi di trasformazione • Acquisizione nel corso dell’esercizio (costo primo, costi accessori, costi “interni”) o in esercizi precedenti continua…

  13. Costo di fattore produttivo • Valore effettivo, valore “normale”, prezzo standard • Costi consuntivi(o “effettivi”) • Costi preventivi: prima dell’acquisizione dei fattori • costi previsti: condizione di “passività” dell’azienda • costi programmati: azienda quale soggetto volitivo nel rapporto con l’ambiente esterno • costi stimati: livello di approssimazione significativo • costi standard: presenza di conoscenze di mercato e competenze manageriali tali da porre l’azienda in posizione negoziale attiva (parametro-obiettivo)

  14. Costo di fattore produttivo Prezzo standard: alcuni aspetti • non è necessario che il fattore produttivo sia di acquisto sistematico e abbia caratteristiche riscontrabili in modo identico in tutte le acquisizioni • la standardizzazione si deve applicare a tutte le acquisizioni di beni e servizi che per la loro rilevanza producono effetti economici e finanziari degni di nota • Standardizzazione: determinazione a priori delle condizioni ottimali di acquisizione

  15. Variabilità dei costi Tale classificazione richiede la definizione: • del fattore (determinante di costo) rispetto a cui analizzare la variabilità: • volumi di produzione e/o vendita • altri cost driver • dell’area di rilevanza dell’analisi definita da: • tempo • intervallo di capacità di output considerato.

  16. Variabilità dei costi • In senso lato: si dicono variabili tutti i costi che variano per effetto delle decisioni aziendali; • In senso stretto: si dicono variabili i costi dei fattori suscettibili di modificazione per effetto di decisioni che hanno per oggetto lievi variazioni nei volumi di produzione e/o di vendita. • I costi dei fattori NON suscettibili di modificazione per effetto di decisioni che hanno per oggetto lievi variazioni nei volumi di produzione e/o di vendita si dicono costanti o fissi. • Esistono anche i costi semivariabili.

  17. Rappresentazione grafica dell’andamento dei costi variabili Costi variabiliproporzionali Costi variabiliprogressivi Costi variabilidegressivi costo costo costo volume di attività volume di attività volume di attività

  18. Rappresentazione grafica dei costi fissi, semivariabili e a scalini (“a scatti”) costo costo Costi fissi Costi semivariabili (1) volume di attività volume di attività Costi semivariabili (2) costo volume di attività

  19. Costo di attività FASI • 1. individuazione di un nucleo di attività rilevante a fini decisionali e di controllo • Soluzioni specifiche per ciascuna azienda • Attività rilevante: al suo interno si sviluppa un’azione volitiva che impatta sulla misura e sull’andamento di una o più variabili critiche • Possibilità di ulteriore disaggregazione • Supporto informativo fondato sulla griglia di controllo  incrocio variabili critiche – responsabilità • Centri: “luoghi ideali” di attribuzione di responsabilità • 2. specificazione del periodo di riferimento del calcolo: breve periodo (capacità produttiva assegnata)

  20. Costo di attività FASI • 3. identificazione dei fattori produttivicoinvolti • Attinenza del fattore al centro  si deve partire dal concetto di responsabilità  analisi dell’attività operativa svolta nel centro • Costi speciali / costi comuni (vedi slide successiva) • 4. scelta della configurazione di costopiù idonea (in relazione ai fini) • Scopo di controllo: sia costi effettivi che costi programmati • 5. ricerca, se possibile, di parametri di imputazionedi costi e parametri di misurazione di attività

  21. Costi speciali e costi comuni Classificazione dei costi in funzione dell’attività svolta • Costi speciali: sono quelli attribuiti agli oggetti di riferimento in modo completo ed esclusivo (fattori di esclusiva afferenza decisionale) • Costi comuni: sono raccordati a fattori utilizzati da più centri. Si distinguono in: • costi comuni specializzabili: si può individuare una correlazione tra quantità del fattore e attività svolta nel centro (quota di fattore misurata in funzione dell’attività) • costi comuni non specializzabili (quota di fattore misurata in modo convenzionale): non si può trovare la correlazione con l’attività oppure la correlazione non è misurabile

  22. Costo di prodotto: metodo di calcolo METODO DIRETTO Il prodotto viene seguito contabilmente nel processo di trasformazione economica  attribuzione immediata del costo dei fattori al prodotto Fattore produttivo Fattore produttivo COSTO DI PRODOTTO Fattore produttivo Fattore produttivo

  23. Costo di prodotto: costi diretti ed indiretti Concetto di “Prodotto” in prima battuta: unità di prodotto Fattori il cui impiego corrisponde, nella quantità, all’entità dei prodotti ottenuti (rapporto direttamente proporzionale)  COSTI DIRETTI VARIABILI • Diretto  al termine del processo il fattore può dirsi economicamente inglobato nel prodotto stesso • Variabile  a una quantità predefinibile di fattore corrisponde un’unità di prodotto (relazione biunivoca) COSTI INDIRETTI • fattori che partecipano a processi produttivi da cui derivano beni/servizi a loro volta impiegati per ottenere il prodotto La classificazione dei fattori in diretti ed indiretti dipende dalle modalità di svolgimento del processo produttivo

  24. Costo di prodotto: costi diretti ed indiretti Costi DIRETTI sono VARIABILI COSTI INDIRETTI  possono essere: • VARIABILI  occorre identificare la sequenza fattori variabili - bene o servizio intermedio – prodottostrumento di “verifica”: legame matematico tra: fattore e “servizio”  “servizio” e prodotto • FISSI  non variano  non è possibile correlare al volume di prodotti ottenuti la quantità di fattore necessaria È indispensabile che nel costo di prodotto si tengano separati i fattori diretti dagli indiretti e, tra questi ultimi, i variabili dai fissi

  25. Costo di prodotto: costi diretti e indiretti Principio causale • La scelta dei criteri per la ripartizione dei costi indiretti dovrebbe essere guidata dal criterio funzionale o principio causale: • ad ogni oggetto dovrebbero essere assegnati valori che, per quanto possibile, siano espressione significativa del contributo offerto da ciascun fattore produttivo all’oggetto medesimo.

  26. Costo di prodotto: metodo di calcolo METODO INDIRETTO Si basa sull’attribuzione dei costi dei fattori produttivi ai centri, per essere poi travasati nella distinta di calcolo del costo di prodotto Fattori produttivi CentroA COSTO DI PRODOTTO Fattori produttivi CentroB Fattori produttivi CentroC

  27. Costo di prodotto: metodo di calcolo METODO INDIRETTO Si pongono due questioni: • 1. scelta dei centri che scaricano i costi sui prodotti • 2. scelta dei costi di centro da passare al prodotto Centro di Costo Fattori diretti variabili Fattori speciali COSTO DI PRODOTTO Fattori indiretti: variabilisemivariabilifissi Fattori comuni specializzabili

  28. Configurazioni di costo Alcune possibili configurazioni di costo • Costo variabile (industriale o aziendale); • Costo primo o diretto (industriale o aziendale); • Costo di fabbricazione o costo “industriale”; • Costo di fabbricazione e commercializzazione; • Costo complessivo; • Costo economico-tecnico.

  29. Configurazioni di costo Classi di costi di produzione distinti secondo la dimensione

  30. Configurazioni di costo Configurazioni di costo del prodotto (a partire dal costo variabile) Costovariabile Costo di trasformazione(conversion cost) Costo di fabbricazione Costo di fabbricazione e commercializzazione Costo pieno aziendale o complessivo Figure di costo pieno

  31. Configurazioni di costo Configurazioni di costo del prodotto (a partire dal costo primo/diretto) Costo primo Costo di trasformazione(conversion cost) Costo di fabbricazione Costo di fabbricazione e commercializzazione Costo pieno aziendale o complessivo Figure di costo pieno

  32. Configurazioni di costo: calcolo (esempio)

  33. Configurazioni di costo: calcolo (esempio)

  34. Configurazioni di costo Costo economico-tecnico • Comprende oltre a tutti i costi sostenuti dall’impresa gli oneri figurativi • Oneri figurativi sono costi che non comportano uscite monetarie da parte dell’impresa: • fitti figurativi • stipendio direzionale • interesse di computo.

  35. Oggetti di calcolo dei costi Contabilità dei costi tradizionale: • prodotti • centri di costo Nuova contabilità dei costi: oltre ai prodotti e centri, • i clienti, • i processi, • le attività

  36. Parametri di imputazione e misurazione • Si parla di parametri di imputazione quando si deve ripartire, in base a un qualche criterio, una quantità comune specializzazione dei costi comuni • Legame bidirezionale tra quantità di fattore utilizzata e attività svolta (misurabilità al momento dell’impiego del fattore) • Gestione del fattore di competenza del capo-centro • Scelta del parametro di imputazione: • Implicazioni di carattere tecnico • Implicazioni di carattere organizzativo

  37. Parametri di imputazione e misurazione PARAMETRI DI IMPUTAZIONE DEI COSTI COMUNI SPECIALIZZABILI • Parametri “diretti”  misura della quantità del fattore oggetto di specializzazione • Parametri “indirettidi input”  misura della quantità di un altro fattore • Parametri “indiretti di output”  misura della quantità dell’output

  38. Parametri di imputazione e misurazione PARAMETRI DI IMPUTAZIONE DEI COSTI COMUNI SPECIALIZZABILI • Fattori comuni non specializzabili: responsabilità concentrata in fase di acquisizione • Aumento incidenza dei costi comuni  necessità / spinta a forzare la specializzazione («illusione» di perseguire l’efficienza ripartendo costi non specializzabili  attenzione alla scelta dei parametri) • Centri ausiliari (centri produttori di servizi a vantaggio di altri centri  attività misurabile) • costi dei fattori aggregabili in relazione ad un’attività omogenea • possibilità di identificare e quantificare un output  requisiti per attribuzione di responsabilità decisionale

  39. Parametri di imputazione e misurazione PARAMETRI DI MISURAZIONE DEI RISULTATI • Condizione necessaria per identificare centri produttivi (finali o ausiliari) • Attività omogenea  maggiore facilità di individuazione • costo unitario di «attività»  espressione sintetica dell’efficienza raggiunta nel centro e base per determinare importanti dati a supporto delle decisioni Tipologie: • Parametro “diretto”  numero pezzi • Parametro “diretto”  unità di misura • Parametro “indiretto”  quantità di fattore di input

  40. Parametri di imputazione e misurazione PARAMETRI DI MISURAZIONE DEI RISULTATI • Specializzazione compiti  omogeneità dell’attività MA • Diminuzione della dimensione del centro  maggiore difficoltà di assegnazione di un ammontare significativo di costi speciali e specializzabili • Oggi: ricerca di flessibilità • Soluzioni «grossolane» fino all’errore di parametrizzazione  centri che producono servizi (correzione in sede di verifica del parametro) • Più complessa la fissazione del parametro nei centri ausiliari

  41. Esempio 1 Costi sostenuti nel periodo:

  42. Esempio 1 Informazioni per l'attribuzione dei costi: • per entrambi i prodotti il consumo di materie prime è di 2 kg per unità di prodotto, ed il costo al kg è di € 2; • i costi della manodopera diretta si riferiscono per € 700 a lavoratori utilizzati esclusivamente per il prodotto A e per € 800 a lavoratori utilizzati esclusivamente per il prodotto B; Attribuzione dei costi indiretti: • A. costo della manodopera diretta • B. ricavi

  43. Esempio 1 Attribuzione costi indiretti: costo MOD Ricavi prodotto A: 2.400 € Ricavi prodotto B: 3.600 €

  44. Esempio 1 Attribuzione costi indiretti: ricavi Ricavi prodotto A: 2.400 € Ricavi prodotto B: 3.600 €

  45. Esempio 2 Calcolo dei costi attribuendo i costi indiretti su basi multiple:

  46. Esempio 2

  47. Esempio di comportamento dei costi fissi indiretti Uno stabilimento è composto da due reparti. Per attribuire ai due reparti il costo fisso della direzione di stabilimento, che ammonta a € 2.400 al mese, si è scelto di utilizzare come base i volumi di attività (espressi in ore di manodopera) dei due reparti. I valori riferiti ai primi due mesi sono i seguenti.

  48. Parametri di imputazione e misurazione ACTIVITY BASED COSTING • Unit level activities: attività di realizzazione del bene / servizio • Batch level activities: attività di riattrezzaggio e messa a punto linee produttive (costi  numero lotti) • Product level activities: attività di progettazione e ingegnerizzazione, prove, controlli, ecc. • Facilities level activities: attività che sviluppano servizi che «assistono» (indirettamente) la produzione • Scopo primario: costruzione costo pieno di prodotto per supportare scelte di medio/lungo periodo

  49. La rilevazione e valutazione delle rimanenze • Obiettivo del controllo: monitorare il risultato economico durante la sua formazione, per aree e prodotti omogenei  • Elementi decisionali: composizione quali-quantitativa delle rimanenze (distinte in materie prime, semilavorati e prodotti finiti) • Costi effettivi: utilità modesta a scopi manageriali (quantità e grado di efficienza di mescolano nel saldo finale) vs • Costi standard (inalterati per tutto il periodo di riferimento): si risale immediatamente a quantità e qualità delle rimanenze; si escludono dal valore del prodotto i costi di inefficienze • Valorizzazioni diverse COGE – COA in relazione alle diverse finalità informative: • COGE: attendibile misurazione del risultato economico • COA: Chiara ed esauriente rappresentazione delle consistenze

  50. La rilevazione e valutazione delle rimanenze Contabilità di magazzino • Progettazione e gestione: rispondere a esigenze differenziate per tipo di attività esercitata (imprese industriali, commerciali, ecc.) • Informazioni tempestive (sistemi EDP) e corrette (procedure, comportamenti)  tutti i fatti che impattano sulla consistenza fisica dei magazzini vanno rilevati • adeguata valorizzazione della qualità: scarichi per quantità fisicamente perdute e riclassificazione per gicenze deteriorate • indicatori per anzianità di movimentazione • Modelli di ottimizzazione della gestione delle scorte  qualità e tempestività dei dati rilevati • Efficace ed efficiente gestione del magazzino: ruolo determinante del supporto informativo (classificazione articoli e loro codifica; raccordo acquisti-vendite) Rappresentatività qualitativa e quantitativa, attendibilità e tempestività

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