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Per le diversità connesse

Per le diversità connesse. Quando si é razzisti?

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Per le diversità connesse

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Presentation Transcript


  1. Per le diversità connesse

  2. Quando si é razzisti? • Quando si attribuiscono ad un intero gruppo di persone, senza vedere le diferenze fra individui, caratterstiche secondo noi negative che ci permettono di identificare il gruppo stesso come un nemico a quindi di combatterlo, emarginarlo, escluderlo. • si é razzisti anche senza menzionare razze, quando ad esempio si escludono gli handicappati, degli omosessuali,le persone con disagio mentale, i poveri che non possono comprarsi le scarpe che si “devono” avere ecc, e in genere persone etichettate come diverse senza pensare a chi sono e come realmente si comportano e perchè

  3. Il razzismo sorge generalmente in periodi di instabilità ed insicurezza economica e sociale. In questi casi si tende ad attribuire le colpe della insicurezza a un gruppo di persone individuabile, debole, che ha e mantiene una sua identità che appare “diversa” per caratteristiche fisiche, religioni, modo di comportarsi Individuato il gruppo, gli si attribuiscono caratteristiche stereotipe tutte omogenee, senza differenze fra individui. E’ altrettanto razzista anche se diverso per gli effetti, dire che gli ebrei sono falsi e avari o che sono intelligenti Nessun popolo é tutto buono o cattivo , intelligente o stupido, avaro o generoso

  4. --Gli ebrei sono stati sempre perseguitati e sono dovuti fuggire molto spesso proprio perchè hanno una loro identità culturale e la mantengono pur assumendo interamente anche quella del Paese che li ospita. - Tuttavia non sono mai solo gli ebrei ad essere perseguitati ma anche altri gruppi di persone come é avvenuto nel caso della Shoah quando insieme agli ebrei sono morti gli zingari, gli omosessuali, gli handicappati, i prigionieri politici, i combattenti delle organizzazioni di resistenza di tutti i Paesi. -Anche allora le persecuzioni cominciarono con la schedatura degli zingari e si estesero a tutte le categorie che non venivano incluse nella cosiddetta “razza ariana” dal nome di una piccola popolazione quasi sconosciuta ma guerriera e feroce.

  5. La questione delle razze e in genere della divisione dei gruppi di esseri umani in buoni e cattivi é antica

  6. Americanus: rossiccio, collerico, capelli lisci spessi; narici larghe,barba rada; ostinato,allegro, libero; Asiaticus: melanconico,rigido;capelli e occhi neri; severo, avaro; segue le opinioni dominanti. Africanus: nero, flemmatico,; capelli occhi e pelle neri, capelli ricci, pelle setosa; naso schiacciato, labbra tumide, donne senza vergogna che producono molto latte; ingegnoso, indolente, negligente, si unnge con il grasso, agisce secondo capriccio Europeaeus: bianco, sanguigno, muscolare, capelli lunghi e fluenti, occhi blu , gentile, acuto, con capacità inventive;si copre con vestiti, governato da governed by laws. Linneo considerava queste caratteristiche trasmissibili di generazione in generazione anche se ovviamente il concetto stesso di gene non poteva essere menzionato La classificazione di Linneo del 1758 degli umani

  7. Dal modello di struttura del DNA ( Watson biologo e Crick fisico) discende la più forte metafora della Genetica del “900, formulata da F.Crick e diventata il paradigma della “Biologia meccanica” moderna

  8. Possibili conseguenze ideologiche del determinismo -- Gli esseri umani sono diversi nel fisico e nelle menti solo perché hanno DNA diversi -- Non sono influenzati dall’ambiente ma cambiano solo se cambia il programma -- Nessuno ha colpa o merito dei suoi atti ma solo fortuna o sfortuna -- La collettività umana non ha alcun ruolo nella storia dell’uomo -- L’unico modo per migliorare la vita è cambiarne i programmi o non far riprodurre i componenti”peggiori”.

  9. -Le razze umane esistono. La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. -Esistono grandi razze e piccole razze. Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, ecc.) individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. -Il concetto di razza è concetto puramente biologico. Esso quindi è basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. -La popolazione dell'Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana e la sua civiltà ariana. L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa -È una leggenda l'apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici. Dopo l'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia razziale della nazione. -Esiste ormai una pura "razza italiana". IL MANIFESTO DEGLI SCIENZIATI FASCISTI DEL 1938

  10. Alcune regole della vita --Gli esseri viventi restano tali finché sono in grado di cambiare in funzione del mutevole contesto esterno ed interno --Per questo devono evolversi modificandosi di generazione in generazione ed essere plastici per cambiare durante le singole vite --Devono quindi sviluppare strategie produttrici di variabilità e strumenti che permettano di percepire i cambiamenti interni ed esterni e reagire ad essi utilizzando plasticità ed “evolvabilità”- --Cellule, organismi, popolazioni, specie, ecosistemi la stessa biosfera tutta, sono reti di elementi interconnessi e quindi capaci di reagire di concerto ai segnali interni ed esterni. La vita è quindi fondata su variabilità, connessioni e comunicazione

  11. La comunicazione avviene sempre fra diversi e dà origine alla novità ( A+B nella vita non dà mai AB ma qualcosa di nuovo ed utile. Padre e madre ad esempio danno un figlio che non é la loro somma)

  12. Il DNA stesso da solo non é attivo ma viene attivato da segnali che con lui si complessano

  13. Tutta la organizzazione della vita, dalla cellula all’organismo agli ecosistemi è fatta di reti di elementi comunicanti che permettono di rispondere ai cambiamenti del contesto in modo “concertato”. La struttura delle reti è a moduli per favorire comunicazioni veloci.

  14. In sintesi: -- La variabilità è necessaria per la vita che è sempre un processo in continuo cambiamento -- Il collegamento fra elementi in rete è altrettanto necessario per la comunicazione fra componenti dei sistemi. La struttura a rete naturalmente comporta che ogni singolo cambiamento ne determina, per comunicazione, altri. Per questo i componenti devono cambiare armonicamente e insieme -- Infatti si muore quando non si riesce più a reagire sufficientemente e le connessioni si rompono ( si torna polvere fatta di particelle indipendenti).

  15. -- Quelle elencate sono regole generali valide per tutti gli esseri viventi ma i diversi gruppi hanno seguito differenti strategie evolutive. --I batteri, che hanno una vita corta e devono affrontare durante questa pochi cambiamenti si modificano di generazione in generazione cambiando il loro DNA con mutazioni e scambiandosi porzioni anche grosse del patrimonio genetico anche fra specie diverse -- Piante ed animali invece devono cambiare molto durante la vita e quindi si sono dotati di meccanismi sofisticati che permettono una alta plasticità durante i singoli cicli vitali -- Noi esseri umani oltre ad avere gli strumenti di piante ed animali abbiamo una strategia del tutto innovativa.Noi non ci differenziamo in gruppi con patrimoni genetici diversi, adattati per selezione naturale nei diversi ambienti che abbiamo colonizzato ma invece modifichiamo l’ambiente che ci circonda “inventando culture”.

  16. La nostra strategia è provata dal fatto che la nostra variabilità genetica ( il numero di varianti dei corredi ereditari umani) è nettamente inferiore a quella dei Primati più vicini a noi nonostante che siano molto meno numerosi From Kaessman and Paabo, 2002

  17. Distribuzione della variabilità umana nei continenti Gabriel et al, Science 2002 Le variazioni presenti nei genomi umani nei diversi continenti si sovrappongono in gran parte per cui è impossibile assegnare sd una razza singole persone osservandone il DNA. Il termine razza quindi non ha significato biologico in Homo sapiens.

  18. Geographical distribution of skin pigmentation

  19. Correlazione fra pigmentazione e latitudine

  20. Ragioni per la selezione di pelle pigmentata • L’alto contenuto di pigmento comporta • Protezione dalla fotolisi dell’acido folico • Protezione dalle bruciature da sole • Protezione dai tumori della pelle • Protezione dalla soppressione del sistema immunitario

  21. Selezione per basso pigmento • Il basso livello di pigmento provoca: • Aumento della sintesi di vitamina D • Aumento nella soppressione immune • Protezione dal freddo

  22. Gli esseri umani hanno invece creato moltissime culture che non si trasmettono per via genetica e cambiano continuamente mescolandosi e rinnovandosi attraverso il “rimescolamento” Sono state le culture, diverse nei diversi ambienti che ci hanno permesso di diventare l’unica specie che sia capace di vivere ovunque su questo Pianeta Si può anche dire quindi che la nostra evoluzione, da quando poche diecine di migliaia di noi , tutti africani, sono partiti per colonizzare la Terra, non è stata genetica come per gli altri animali ma culturale, un metodo di adattamento ed evoluzione molto più rapido ed efficiente. Secondo il Summer Institute of Linguistics nel 2005 erano ancora parlate 6912 lingue (il numero di lingue è un buon indicatore della presenza di culture diverse). Ci sono poi i dialetti e tutta una scala gerarchica di comunità locali umane, di popoli, di nazioni in cui si scambiano infiniti pensieri individuali, che sono la ricchezza fondamentale della nostra specie.

  23. Distribuzione dei linguaggi nel Mondo

  24. La distribuzione dei linguaggi coincide con quella delle zone a maggiore variabilità delle piante coltivate e degli animali allevati. Questo non avviene a caso ma perché in ogni ambiente le diverse culture hanno selezionato piante diverse perché più adattate sia all’ambiente stesso che ai riti , ai gusti per i cibi, alle tradizioni popolari I linguaggi Centri di origine e di variabilitò .

  25. Relazione fra diversità delle piante e dei linguaggi umani

  26. Lo strumento che ci ha permesso la nuova strategia è il nostro cervello contenitore ed elaboratore di informazione infinitamente più potente del nostro DNA Il Cervello umano -- La nostra corteccia contiene 100 miliardi di neuroni -- Questi possono organizzarsi in un milione di miliardi di potenziali sinapsi -- Le sinapsi alla nascita sono in gran parte quasi-random e quindi si organizzano durante la vita -- Le sinapsi si formano e si mantengono su segnali -- La organizzazione del cervello cambia continuamente durante tutta la vita

  27. IL GENOMA UMANO 3.5 miliardi di “lettere” “Solo”24000 geni ( lo 1,5% di tutto il DNA), un numero più o meno uguale a quello dei moscerini, quasi metà di quelli del Paramecio, un organismo unicellulare, circa tre volte quello del lievito I 24000 geni permettono la sintesi di circa quattro milioni di diverse proteine Il resto del DNA serve per varie funzioni,la principale delle quali è la regolazione della qualità delle proteine sintetizzate sulla base di un gene, il livello di espressione dei geni nei diversi luoghi del corpo, il momento in cui devono essere espressi durante la vita dell’organismo

  28. Gli esseri umani non hanno cervelli particolarmente grandi

  29. Tuttavia il nostro cervello ha un encefalo enormemente più sviluppato di quello di altri animali

  30. Indici di encefalizzazione di diversi animali

  31. Il nostro cervello si distingue anche da quello dei nostri cugini scimpanzè, gorilla, orango, bonobo ecc. per: -- Indice di encefalizzazione -- Alto numero di neuroni -- Forte velocità ed efficienza di comunicazione fra questi -- Grande capacità di cambiamento di organizzazione delle sinapsi che continua durante tutta la vita ( plasticità) -- Grande capacità di ricezione e scambio di segnali -- Aree innovative come quella di Broca responsabile per il linguaggio Noi differiamo per pochi geni dai nostri cugini ma sono geni rilevanti che si sono evoluti con grandissima rapidità solo in Essi sono ad esempio, il gene per la encefalina che è responsabile per la encefalizzazione, alcuni geni per la ricezione dei segnali, gruppi di geni per le neurexine, le caderine, la reelina, proteine responsabili dei collegamenti fra neuroni che in noi hanno una enorme variabilità e permettono un elevatissimo numero di combinazioni.

  32. Mentre l’uso dei sensi e la capacità di manipolazione di bambini di 2 anni e mezzo non è superiore a quella di uno scimpanzé i piccoli umani superano di gran lunga gli altri Primati in tutti i parametri di “intelligenza sociale”

  33. IN SINTESI: -- La strategia evolutiva della nostra specie si basa sull’uso del cervello come fonte principale di variabilità ed innovazione e quindi di adattamento. -- I nostri cervelli sono archivi ed elaboratori di informazione di potenza incredibile ma ovviamente tutto dipende dalla quantità, diversità e qualità dei segnali ricevuti in particolare dai nostri simili. Non a caso la intelligenza di ognuno di noi è condizionata dalla presenza degli altri esseri umani come è dimostrato anche dai rari casi di bambini raccolti da animali e da innumerevoli esperimenti fatti con i topi anch’essi più “intelligenti” se in compagnia di loro simili. -- Le diverse culture quindi non devono essere tollerate o accettate ma vanno considerate come un dono senza il quale la nostra specie si estinguerebbe in poco tempo. Le grandi potenze del Mondo come l’Impero Romano sono rimaste tali fino a che hanno permesso che i popoli sottomessi avessero una doppia identità: quella di origine e quella di “cives romani”- L’Impero è finito quando si è frammentato ed è imploso.

  34. Che la omogeneizzazione e ottimizzazione della vita siano obiettivi sbagliati ce lo dice il nostro istinto. Le facce diverse non danno angoscia

  35. Facce uguali e il termine clone invece ci angosciano

  36. -Le razze umane non esistono. L’esistenza delle razze umane è un’astrazione derivante da una cattiva interpretazione di piccole differenze fisiche fra persone, percepite dai nostri sensi, erroneamente associate a differenze “psicologiche” e interpretate sulla base di pregiudizi secolariche serono a dividere in “migliori” e “peggiori” e quindi discriminare questi ultimi (sempre i più deboli), dopo averli additati come la chiave di tutti i mali nei momenti di crisi -L’umanità, non é fatta di grandi e piccole razze. E’ invece, prima di tutto, una rete di persone collegate. E’ vero che gli esseri umani si aggregano in gruppi di individui, comunità locali, etnie, nazioni, civiltà; ma questo non avviene in quanto hanno gli stessi geni ma perchè condividono storie di vita, ideali e religioni, costumi e comportamenti, arti e stili di vita, ovvero culture. Le aggregazioni non sono mai rese stabili da DNA identici; al contrario, sono soggette a profondi mutamenti storici: si formano, si trasformano, si mescolano, si frammentano e dissolvono con una rapidità incompatibile con i tempi richiesti da processi di selezione genetica

  37. -E’ ormai più che assodato il carattere falso, costruito e pernicioso del mito nazista della identificazione con la “razza ariana”, coincidente con l’immagine di un popolo bellicoso, vincitore, “puro” e “nobile”, con buona parte dell’Europa, dell’India e dell’Asia centrale come patria, e una lingua in teoria alla base delle lingue indo-europee. Sotto il profilo storico risulta estremamente difficile identificare gli Arii o Ariani come un popolo, e la nozione di famiglia linguistica indo-europea deriva da una classificazione convenzionale. I dati archeologici moderni indicano, al contrario, che l’Europa è stata popolata nel Paleolitico da una popolazione di origine africana da cui tutti discendiamo, a cui nel Neolitico si sono sovrapposti altri immigranti provenienti dal Vicino oriente. L’origine degli Italiani attuali risale agli stessi immigrati africani e mediorientali che costituiscono tuttora il tessuto perennemente vivo dell’Europa. E’ solo la subalternità dell’Italia fascista nei confronti dell’alleato nazista che ha portato anche il nostro popolo alla stessa identificazione con gli “ariani”.

  38. -È una leggenda che i sessanta milioni di italiani di oggi discendano da famiglie che abitano l’Italia da almeno un millennio. Gli stessi Romani hanno costruito il loro impero inglobando persone di diverse provenienze e dando loro lo status di cives romani. I fenomeni di meticciamento culturale e sociale, che hanno caratterizzato l’intera storia della penisola, e a cui hanno partecipato non solo le popolazioni locali, ma anche greci, fenici, ebrei, africani, ispanici, oltre ai cosiddetti ”barbari”, hanno prodotto l’ibrido che chiamiamo cultura italiana. Per secoli gli italiani, anche se dispersi nel mondo e divisi in Italia in piccoli Stati , hanno continuato a identificarsi e ad essere identificati con questa cultura complessa e variegata, umanistica e scientifica -Non esiste una razza italiana ma esiste un popolo italiano. L’Italia come Nazione si é unificata solo nel 1860 e ancora adesso diversi milioni di italiani, in passato emigrati e spesso concentrati in città e quartieri stranieri, si dicono e sono tali. Una delle nostre maggiori ricchezze, é proprio quella di avere mescolato tanti popoli e avere scambiato con loro culture proprio “incrociandoci” fisicamente e culturalmente. Attribuire ad una inesistente “purezza del sangue” la “nobiltà” della “Nazione” significa ridurre alla omogeneità di una supposta componente biologica e agli abitanti dell’attuale territorio italiano un patrimonio millenario ed esteso di culture

  39. -Il razzismo é contemporaneamente omicida e sucida. Gli Imperi, da quello di Alessandro Magno a quello Romano , a quello attuale degli Stati Uniti, sono diventati tali grazie alla convivenza di etnie e culture diverse, ma sono improvvisamente collassati quando si sono frammentati. Così é avvenuto e avviene nelle Nazioni con le guerre civili e quando, per arginare crisi le minoranze sono state prese come capri espiatori. Il razzismo é suicida perchè non colpisce solo gli appartenenti a popoli diversi ma gli stessi che lo praticano. La tendenza all’odio indiscriminato che lo alimenta non è limitato alle etnie ma si estende per contagio ideale ad ogni alterità esterna o estranea rispetto ad una definizione sempre più ristretta della “normalità”. Colpisce quelli che stanno “fuori dalle righe”, i “folli”, i “poveri di spirito” , i gay e le lesbiche, i poeti, gli artisti, gli scrittori alternativi, tutti coloro che non sono omologabili a tipologie umane standard e che in realtà permettono all’umanità di cambiare continuamente e quindi di vivere. Qualsiasi sistema vivente resta tale infatti solo se é capace di cambiarsi e noi esseri umani cambiamo sempre meno con i geni e sempre più con le invenzioni dei nostri “benevolmente disordinati” cervelli. -I popoli non sono razze. Tutti gli esseri umani derivano da poche diecine di migliaia di africani per cui se il termine razza avesse senso dovremmo tutti considerarci tali. In realtà questo termine non ha senso e così non significa niente parlare di razza africana, come di razza ariana , ebraica, semitica , camitica ecc. Del resto basta solo pensare a come sono diversi gli algerini dai somali o dai ghaniani e gli svedesi da noi. .

  40. -Gli ebrei italiani sono contempoaraneamente ebrei ed italiani. Gli ebrei, come tutti i popoli migranti ( nessuno é migrante per volontà ma molti lo sono per necessità) si sono sparsi per il Mondo ed hanno fatto parte di diverse culture pur mantenendo contemporaneamente una loro identità di popolo e di religione. Così é successo ad esempio con gli Armeni, con gli stessi italiani e sta succedendo con i migranti di ora , cinesi, arabi dei diversi Paesi , popoli appartenenti all’Est europeo ecc. Tutti questi popoli hanno avuto la sfortuna di dover migrare ma anche la fortuna di arricchirsi unendo la loro cultura a quella degli ospitanti senza annullare, quando é stato possibile né l’una né l’altra. -Essere “bastardi” fa bene mentre si muore se si deriva da persone con patrimonio genetico troppo simile. Questo fatto é noto da sempre, tanto che é nato il tabù dell’incesto molto probabilmente perché i figli che ne derivano sono spesso affetti da gravi sindromi. Anche i lupi si sono conservati nel nostro Paese e sono sopravissuti nonostante che siano pochi evitando di accoppiarsi fra madri e figli o fra fratelli. Del resto gli europei sono diversissimi per origine ed hanno anche culture diverse a cui tengono, ognuna delle quali dà il suo contributo che viene potenziato dalla “ibridazione” dei pensieri. Questa é la ragione profonda e la maggiore fonte del progresso che é derivato dalla costituzione della Unione Europea. Guai a noi se l’Italia diventasse razzista e si frammentasse come alcuni ipotizzano in “etnie”, separate come é successo nella ex-Jugoslavia perché il razzismo significa perdita di cultura e di plasticità, omicidio e suicidio, dolore e sangue, frammentazione e distruzione non controllabili perché originati dall’odio indiscriminato per chiunque consideriamo “altro

  41. STRATEGIE ADATTATIVE -- RICERCA DELL’AMBIENTE ADATTO -- CACCIA, PESCA, RICERCA -- ACQUISIZIONE DELLA CAPACITA DI ASTRAZIONE ( ARTE) -- COSTRUZIONE DI OGGETTI SU PROGETTO -- MODIFICAZIONE DELL’AMBIENTE SECONDO PROGETTO -- INVENZIONE DELLO SCAMBIO DI OGGETTI -- INVENZIONE DELLA MONETA E DELLO SCAMBIO VIRTUALE

  42. Purtroppo durante la nostra evoluzione la percezione della realtà nostra e dei contesti in cui viviamo si è gradatamente distorta provocando una crescente difficoltà ad adattarci. • Il processo ha seguito due fasi: • L’affermazione del mito della ottimizzazione • La smaterializzazione della realtà • Nella prima fase, l’epoca moderna, i nostri stessi successi ci hanno spinto a pensare che il Mondo non vivente e vivente in realtà potesse essere “costruito” interamente dall’uomo come una macchina e quindi omogeneizzato ed ottimizzato ai nostri fini. • Nella seconda,contemporanea, la nostra attività non è più finalizzata alla produzione di beni ma di denaro. Questo è diventato in valore di per sé stesso, da perseguire con obbligata accelerazione. • In realtà il processo di omogeneizzazione e quello di virtualizzazione in questo momento convivono e non possono che essere definiti suicidarii.

  43. 1° FASE: La ottimizzazione Ottimizzare significa scegliere un modello definito come migliore e adeguare tutto ad esso -- Ottimizzare una automobile significa farne tante, tutte uguali e tutte ottime nel senso che ad esempio sono vincitrici sul mercato. -- Ottimizzare animali e piante significa scegliere un modello studiato a tavolino e selezionare animali e piante riducendo per quanto possibile la variabilità -- “Ottimizzare” gli esseri umani vuol dire decidere a priori quali sono i migliori ( generalmente quelli che decidono) ed eliminare o non far riprodurre gli altri. Significa anche però scegliere una cultura, un solo modo di vita, una unica scala di valori ed imporla agli altri con la forza e/o con la economia. --Ottimizzare il Pianeta significa costruirlo su un unico progetto e farne una sola macchina, morta come le altre.

  44. La velocità attuale di estinzione delle specie è mille volte quella del passato e nel futuro aumenterà almeno di un fattore dieci. Questo per il cambiamento climatico, per la deforestazione, la desertificazione, la cementificazione ecc.

  45. La ottimizzazione ha ridotto la variabilità delle piante coltivate

  46. Alcuni esempi di riduzione del numero di varietà In India sono stete perse il 75% delle varietà . Negli Stati Uniti il 90% delle varietà di 100 ani fa Globalmente secondo la FAO si sono perdute il 75% delle varietà. La restante variabilità genetica è in notevole parte conservata negli Istituti del sistema CGIAR e il resto è ancora presente soprattutto nelle zone in cui si pratica ancora agricoltura locale di sussistenza. Anche questa variabilità sta diminuendo rapidamente proprio per la diffusione della agricoltura industriale e, recentemente delle coltivazioni non utilizzate per la produzione di cibo.

  47. La variabilità di un solo campo (agricoltura di sussistenza) Nelle agricolture locali povere i contadini mantengono la variabilità genetica delle piante per avere almeno un po’ di raccolto ogni anno. In queste agricolture i contadini vivono di quello che producono.

  48. Nella agricoltura industriale sempre più prevalente le aziende possono essere enormi e si produce per vendere. Le varietà usate sono pochissime ( le “ottime”) e producono molto ma solo se “aiutate” con molta chimica , molte macchine, molta energia. Le operazioni colturali distruggono la vita nel suolo per cui ogni anno bisogna spendere di più E’ per questo che nessuna agricoltura “avanzata” vivrebbe se non avesse sovvenzioni perché i prezzi pagati ai produttori, con la grande quantità prodotta scendono mentre i costi salgono continuamente. La agricoltura industriale è quindi sempre di più nelle mani di pochi, quella di sussistenza viene distrutta a volte anche con la forza, i prodotti sono oggetti di speculazione e le persone “affamate” stanno di nuovo aumentando di numero Ultimamente i prezzi hanno avuto un salto preoccupante anche a causa della improvvisa espansione della agricoltura produttrice di energia e non di cibo

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