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Cd l. triennale in Sociologia Processi culturali e comunicativi a.a. 2011/12

Cd l. triennale in Sociologia Processi culturali e comunicativi a.a. 2011/12. Università di Milano-Bicocca. 4 ottobre 2011 Raymond Williams (1976) : ‘cultura’ è una delle due o tre parole più complicate con cui abbiamo a che fare

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Cd l. triennale in Sociologia Processi culturali e comunicativi a.a. 2011/12

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Presentation Transcript


  1. Cd l. triennale in Sociologia Processi culturali e comunicativia.a. 2011/12 Università di Milano-Bicocca

  2. 4 ottobre 2011 Raymond Williams (1976) : ‘cultura’ è una delle due o tre parole più complicate con cui abbiamo a che fare Il concetto di cultura è centrale sia per la sociologia sia per l’antropologia (vedi oltre).

  3. La cultura si riferisce alle dimensioni dell’agire umano che hanno carattere simbolico e appreso (linguaggio, religione, costumi, eccetera). • Differenze fra dimensione innata e appresa. Mondo animale mondo umano.

  4. Le diversità fra gli esseri umani sono fondamentalmente legate alla cultura • a) La cultura mette a disposizione significati (e sistemi di credenze); • b) la cultura mette a disposizione regole per l’azione sociale

  5. Due visioni contrapposte del mondo culturale: • 1. Centralità delle norme culturali (e dei valori) – la ‘dimensione ideale’ della cultura. Vedi T. Parsons • 2. centralità degli interessi materiali – la ‘dimensione ideologica’ della cultura. Vedi K. Marx

  6. Centrale è il passaggio dall’idea di cultura come ‘coltivazione dello spirito’ a cultura come insieme dei valori, delle norme, dei simboli, delle credenze, delle rappresentazioni e delle pratiche presenti in un dato contesto culturale quotidiano (Santoro e Sassatelli, 2009). • Importanza della dimensione del ‘dato per scontato’

  7. Gli esseri umani come esseri culturali (‘animali simbolici’, Cassirer). La cultura consente agli esseri umani non solo di adattarsi all’ambiente, ma di adattare l’ambiente a se stessi. La relazione ‘natura’ ‘cultura’

  8. Il valore universale della cultura - XVIII secolo, la prospettiva illuminista • La specificità culturale - XIX secolo, la visione dei pensatori romantici tedeschi, relazione fra cultura e specificità nazionale,

  9. Sull’antitesi fra ‘cultura’ e ‘civilizzazione’ La analisi di Norbert Elias (‘Il processo di civilizzazione’, 1936). Cultura rimanda qui all’unicità e specificità delle singole culture contro la ‘civilizzazione’ che richiama la visione illuminista della cultura 8aspetto universale)

  10. ‘Cultura’ diventa sinonimo di opposizione all’aristocrazia e alla società di corte (considerati mondi convenzionali, privi di autenticità – che rimandano ad un’idea superficiale e artificiale di ‘civiltà’)

  11. La visione antropologica della cultura • La cultura riguarda la dimensione collettiva • Tra Ottocento e Novecento: i grandi viaggi, le esplorazioni, le imprese coloniali. • Si affermano, e si documentano, le diversità fra culture

  12. E. Tylor (1871): cultura come insieme di conoscenze, credenze, arte, morale, diritto, costume e “qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo come membro di una società” • Le culture ‘primitive’

  13. Tre dimensioni centrali dell’universo culturale nella visione antropologica: a) il mondo delle credenze b) il mondo delle azioni quotidiane c) i prodotti del lavoro umano

  14. Quali sono i caratteri centrali della cultura nella visione dell’antropologia? 1. La cultura è appresa 2. La cultura rappresenta la totalità dell’ambiente sociale e fisico. Cultura e società finiscono per sovrapporsi 3. La cultura è condivisa. La cultura è uniformemente distribuita all’interno della società

  15. I simboli • Differenza tra segni e simboli • Segno: qualsiasi oggetto o evento usato come richiamo di altro oggetto o evento • Dimensione affine a ciò che significa (fumo > fuoco; orma > animale). • Simbolo (‘mettere insieme’). Segno di ordine superiore. Il simbolo come ricomposizione . L’usanza dell’antica Grecia.

  16. Simbolo: segno o contrassegno riferito a dimensioni astratte. Espediente che ci consente di operare astrazioni. I simboli si riferiscono a concetti (corona > regalità; buio > mistero; bandiera > patria). Appartengono alla dimensione ‘nascosta’ della cultura. Studiare i simboli per conoscere le diverse culture. Dimensioni universali e specifiche dei simboli. La dimensione mitologica.

  17. Non c’è nulla, nella natura delle cose, che conferisca al simbolo il suo significato. I significati sono prodotti umani, che i gruppi umani assegnano a determinati oggetti o eventi, • per accordo e convenzione. • Carattere arbitrario, ma condiviso del simbolo.

  18. Ruolo centrale della interazione sociale (e della socializzazione) nell’interpretazione comune dei simboli. Una collettività si riconosce in una serie di simboli condivisi. La scuola durkheimiana: la dimensione simbolica come cemento della società. Il ruolo dei simboli nel creare coesione sociale.

  19. Simboli sono qui anche le credenze e i rituali condivisi (E. Durkeim, ‘Le forme elementari della vita religiosa’, 1912). Società come comunità simbolica. Simboli comuni = identità comune. I simboli creano identità. Ruolo fondamentale, sotto questo profilo, delle credenze religiose e delle forme rituali.

  20. Centralità dei simboli naturali nelle religioni antiche. Dimensioni che appartengono alla natura, all’ambiente esterno - ad esempio rocce, alberi, fonti - possono trasformarsi in altrettante dimensioni simboliche. • Queste dimensioni non dipendono dalla creazione umana (diverso il caso, ad esempio, di una stele di pietra eretta – vedi Stonehange, UK).

  21. Diverse funzioni dei simboli: • Strumenti di espressione artistica • Strumenti di comunicazione. Linguaggio come sistema simbolico. Ma attraverso le azioni simboliche (ad esempio i rituali) si ha la possibilità di condividere idee senza fare uso di parole, o con una verbalizzazione minima.

  22. Relazione simboli & memoria. I simboli aiutano a ricordare il passato. La memoria collettiva e gli oggetti simbolici (es.: l’orologio della strage di Bologna del 1980). Gli oggetti simbolici generano significati in modi molteplici: registri verbali, visuali, olfattivi, e così via. Gli oggetti simbolici creano ambienti memonici che coinvolgono i partecipanti alla commemorazione.

  23. Ancora sulla relazione fra dimensione simbolica e dimensione del senso. Il senso è prodotto dall’interazione sociale . La lezione weberiana e simmeliana. La lezione etnometodologica (Garfinkel)

  24. 17/09/2011 Le religioni • Ruolo delle religioni nella produzione e trasmissione del senso (dell’agire e, più in generale, dell’esistenza). Mentre le istituzioni economiche e politiche (‘razionali rispetto allo scopo’) hanno tradizionalmente messo a disposizione significati funzionali e oggettivi, sono state le istituzioni religiose (‘razionali rispetto al valore’) a rendere disponibili riserve di senso per le più ampie condotte di vita.

  25. Questi schemi di significato collegano il tempo della vita ad un tempo che trascende (‘eternità’) l’esistenza individuale. La biografia ricava luce da questa connessione. • Che cosa accade oggi, quando si diffonde la crisi del tempo ‘lungo’: crisi non solo del ‘differimento delle gratificazioni’, e dunque del progetto di vita, ma difficoltà anche nella produzione del senso sul piano collettivo.

  26. Oltre alla dimensione del tempo (aspetto socio-culturale), quali sono le condizioni strutturali che favoriscono crisi di senso: Due tipi fondamentali di strutture sociali: 1. Società con un unico e vincolante sistema di valori. Le istituzioni sociali sono i referenti indiscussi della vita sociale (società aracaiche, grandi culture antiche)

  27. 2. Società in cui non esistono più valori comuni e vincolanti, a carattere prefissato; questa assenza impedisce che i diversi ambiti di vita siano tra loro interconnessi. Pluralismo degli orientamenti di valore, coesistenza di diverse comunità di senso (società moderne). In queste società è la sfera privata di vita a soddisfare l’esigenza di integrare l’esistenza personale in un sistema di valori sovraordinati.

  28. Da qui il significato di secolarizzazione: non perdita del senso religioso (interpretazione diffusa, ma erronea) ma, nella modernità, ‘privatizzazione’ della ricerca di senso nella sfera religiosa. Individualizzazione delle credenze. Più in generale va comunque rilevato che l’influenza delle chiese in Europa è diminuita a partire dal XVIII secolo.

  29. Il ruolo del ‘disincantamento del mondo’ (Weber) – la diffusione dell’idea che ogni aspetto della vita può essere, in linea di principio, controllato razionalmente – nel ridimensionamento moderno della dimensione pubblica della religione. • Disincantamento come tendenza all’eliminazione della dimensione magica dall’esistenza. Oggi: tendenza al ‘re-incantamento’ del mondo.

  30. Che cos’è invece il fondamentalismo: il tentativo di ricondurre l’intera società a valori e tradizioni antiche. Oggi legame fra ricerca dell’affermazione del fondamentalismo e rivendicazioni sociali e politiche (vedi, ad esempio, il gruppo dei ‘Fratelli Musulmani’ in Egitto).

  31. La visione di Durkheim della religione (‘Le forme elementari della vita religiosa’, 1912). • Secondo D., le società non possono sopravvivere senza una morale generale. Questo ordinamento morale-simbolico viene definito ‘religione’. • Si tratta di un ordinamento capace di garantire senso e, insieme coesione sociale.

  32. La differenza fondamentale fra mondo ‘sacro’ e ‘mondo profano’. Sacro come dimensione trascendente, ma capace di strutturare le vicende e le azioni umane. • Contrapposizione fra spazi e tempi sacri e spazi e tempi profani.

  33. Come conseguenza, grazie alla religione, le interpretazioni comuni della realtà (‘rappresentazioni collettive’) sono ricondotte ad una visione unificata. Durkheim concentra la sua attenzione sulla religione come dimensione simbolica e garante dell’ordine sociale a partire dagli aspetti meno elaborati dell’esperienza religiosa (vedi religioni totemiche).

  34. A differenza di quanto sottolineato da Durkheim, nella modernità la religione diventa un’’istituzione secondaria’, con funzioni più limitate e specializzate (vedi Berger e Luckmann, Lo smarrimento dell’uomo moderno). •

  35. Weber si concentra, per contro, sulle grandi religioni universali (cristianesimo, islam, buddismo, induismo, ebraismo). • Importanza, per Weber, delle immagini del mondo e dei modi di ottenere la salvezza per classificare le religioni universali * Immagini teocentriche - cristianesimo, islam, ebraismo - o cosmocentriche -induismo, buddismo). * Modi di ottenere la salvezza: differenze fra ascetismo e misticismo. L’’ascetismo intramondano’ dei primi imprenditori protestanti (‘L’etica protestante e lo spirito del capitalismo’).

  36. * Immagini teocentriche - cristianesimo, islam, ebraismo - o cosmocentriche -induismo, buddismo). * Modi di ottenere la salvezza: differenze fra ascetismo e misticismo. L’’ascetismo intramondano’ dei primi imprenditori protestanti (‘L’etica protestante e lo spirito del capitalismo’).

  37. 18/10/2011 Definizione di tempo sociale • Si intende con questo termine l’intreccio fra i tempi delle diverse istituzioni (lavoro, famiglia, scuola, chiesa…) esistenti in una società. In società storiche diverse esistono pertanto tempi sociali diversi. • All’interno del tempo sociale la dimensione temporale dominante è il tempo del lavoro remunerato.

  38. 19/10 2011 I valori Nel linguaggio comune i valori sono intesi come gli ideali verso i quali si tende. Due significati specifici nel linguaggio sociologico: • Dimensioni ritenute soggettivamente/ oggettivamente rilevanti • Criteri di valutazione dell’importanza di queste dimensioni

  39. Le diverse dimensioni dei valori: • Affettiva • Cognitiva • Selettiva • Normativa

  40. Nel discorso pubblico contemporaneo è entrato fortemente il tema della ‘crisi dei valori’. In realtà, non sono ‘i’ valori ad essere in crisi, ma alcuni specifici valori. La variabilità storica dei valori. Nuovi valori possono via via orientare l’azione.

  41. Un esempio del mutamento dei valori: un valore tradizionale: l’ʻonore’; un valore contemporaneo: l’autorealizzazione (Inglehart) e l’emancipazione personale Gli ‘indignati’ e la lotta intorno a nuovi valori. Il ruolo dei movimenti collettivi.

  42. Durkheim e i valori La distinzione fra morale – ideali normativi e valori - e mores - condotte abitudinarie, costumi. I valori non possono essere ricondotti al comportamento. La dimensione valoriale è centrale per la vita sociale ( la coesione sociale)

  43. T. Parsons sviluppa la visione durkheimiana dei valori: centralità del concetto di interiorizzazione dei valori nel corso del processo di socializzazione. • I valori entrano a far parte della struttura motivazionale della persona. Importanza strategica dei valori per l’integrazione sociale (ma i valori dividono tanto quanto uniscono – v. Weber)

  44. Il meccanismo di acquisizione dei valori secondo questa prospettiva teorica: il bambino/la bambina, apprendendo i ruoli si familiarizza e apprende i valori e le norme sociali ad essi collegate

  45. Le variabili strutturali di Parsons e gli orientamenti di valore. I dilemmi dell’azione.Scelta tra: • Universalismo o particolarismo • Prestazione o qualità • Neutralità affettiva o affettività • Specificità o diffusione

  46. Weber e i valori • Comprendere significato e funzione dei valori per comprendere l’azione sociale (valori come guida e orientamento delle scelte). • Politeismo dei valori: non solo numerosità dei sistemi di valore, ma loro inconciliabilità. I conflitti che possono nascere.

  47. Marx e i valori • Le idee e i valori dominanti in una società sono i valori della classe dominante. • Sono le ‘attività materiali’ ad ispirare i valori, e non viceversa. • I valori vanno compresi nel contesto di un’analisi sull’ideologia.

  48. Falsità dell’universalismo di valori quali libertà, uguaglianza, fraternità (i valori dell’Illuminismo). • Mascheramento, attraverso i valori, di interessi particolari. • Affinità fra la visione marxiana dei valori e quella utilitarista (accettazione dei valori in base all’interesse dell’attore sociale).

  49. I valori e l’azione sociale in linea generale va sottolineato come l’azione sociale risulti orientata non solo da valori, ma anche da interessi, consuetudini e, più in generale, aspirazioni. • Una questione teorica (e empirica) aperta: in che misura i valori influenzano effettivamente i comportamenti? (Weber e Pareto).

  50. Valori e norme sociali • Importanza della distinzione fra valori e norme (anche se i due termini vengono talvolta usati in modo indifferente). • Valori come principi generali, norme come dimensione vincolante che dai valori discende. Divieti e sanzioni (negative) come espressione delle norme.

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