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Letizia Caronia Dipartimento di Scienze dell’Educazione (Università di Bologna)

Crescere col cellulare: essere genitori ed essere figli nell'era della comunicazione digitale. 2. Il cellulare nella relazione genitori-figli. Letizia Caronia Dipartimento di Scienze dell’Educazione (Università di Bologna) Ozzano dell’Emilia, 19 marzo 2009.

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Letizia Caronia Dipartimento di Scienze dell’Educazione (Università di Bologna)

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  1. Crescere col cellulare: essere genitori ed essere figli nell'era della comunicazione digitale. 2.Il cellulare nella relazione genitori-figli Letizia Caronia Dipartimento di Scienze dell’Educazione (Università di Bologna) Ozzano dell’Emilia, 19 marzo 2009

  2. Il cellulare nella e per la relazione genitori-figli. Premessa. 1. Le persone costruiscono i modelli culturali attraverso la prassi e viceversa: i modelli culturali sedimentati ci portano verso certe prassi. 2. La prassi é costituita anche di azioni e comunicazioni tecnologicamente mediate. 3. In che modo l’uso del cellulare dà forma ai modelli culturali di “essere genitore” e “essere figli”? E, riflessivamente , in che modo il Ns modello culturale di genitorialità ha creato certi usi del cellulare?

  3. Negli ultimi 10 anni: • Il telefono cellulare é diventato uno strumento di comunicazione genitori-figli. • E’ stato interpretato secondo una pre-esistente cultura della genitorialità. • E’ stato addomesticato nei termini propri all’economia morale della famiglia e trasformato in uno strumento di educazione familiare.

  4. Cultura e uso quotidiano delle tecnologie • Il nostro modello culturale di genitorialità ha dato forma all’uso del cellulare come strumento di educazione familiare. • I genitori hanno strategicamente piegato il cellulare alle funzioni connesse col proprio ruolo.

  5. Il cellulare come “CORDONE OMBELICALE”. Es. n.1 • Mantenere il contatto con i figli. • Guy (padre, 55 anni): lo abbiamo anche usato come.. . adesso meno.. Era una specie di cordone ombelicale con i bambini. I ragazzi ci potevano chiamare.. Adesso è meno importante.. Hanno 19 e 20 anni adesso . Tutti e due hanno un pager. Bruno non lo voleva, lo abbiamo quasi costretto per poter restare in contatto.

  6. Es. 2 • Ricercatore:chiami spesso i tuoi genitori? • Louis (figlio 10 anni): eh, si, anche quando sto andando a scuola • Gerry (padre 45 anni): diciamo piuttosto.. Non sei tu che chiami, siamo noi che ti diciamo di chiamare • Ricercatore: Come mai non li chiami? • Louis: be, a volte quando è importante o qualcosa che.. • Madeleine (madre, 40): Ma non ci chiama! Dobbiamo insistere perchè ci chiami. • Gerry: Infatti. E’ che stiamo cominciando a lasciarlo solo a casa un poco. Allora gli diaciamo: “prima di uscire , telefona”.

  7. Il cellulare come kit di pronto soccorso: il discorso dell’urgenza e del pericolo • Ricercatore: mi avevi detto che avrai un cellulare, no? • Louis (figlio, 10 anni): si • Madeleine (madre 40): quand’è che avremmo parlato del fatto che avresti un cellulare? • Louis: quando eravamo in macchina • Gerry (padre, età 45): è vero • Louis: per poterci chiamare se ci sono emergenze • Gerry: cioè, che gli avremmo prestato uno dei nostri cellulari, come quando era in montagna, se fosse successo qualcosa, se si fosse perso.. Come quando eravamo andati sulla Green mountain e si era perso.. Cosi avrebbe il suo cellulare che poi ovviamente sarebbe da programmare. Perche lo puoi programmare , puoi programmare il numero da chiamare • Louis: a Green Mountain ce l’avevo. • Gerry: glielo hai prestato tu, no? • Madeleine: si si mi ricordo.

  8. Remote parenting: l’uso del cellulare riflette un modello di genitorialità Le funzioni date al cellulare riflettono alcune dimensioni caratteristiche del ns modello culturale di “genitore”: • Sono tutti tratti che definiscono il comportamento di ruolo del genitore indipendentemente dal cellulare • Esercitare una forma di controllo/supervisione. • Assicurarsi del benessere/sicurezza dei figli. • Far fronte alle emergenze. • Organizzare i tempi dei membri della famiglia per assicurare momenti di condivisione. • Supervisionare i tempi/luoghi/attività extrafamiliari dei figli. • Restare in contatto

  9. Ipotesi Il cellulare non é soltanto espressione di un modello già esistente di “fare il genitore”, é anche uno strumento per costruire o confermare questo modello. • Seguendo passo passo i movimenti dei figli • Conoscendo con chi sono e dove a far che cosa • Pretendendo di sapere se va tutto bene • Ricordando ai figli che é l’ora di rientrare I genitori agiscono in quanto genitori: assolvono i diritti e i doveri connessi all’ “essere genitore”. • Partecipando a queste interazioni mobili, i figli sono educati processualmente agli impegni e alle responsabilità connesse all’essere membri di una famiglia.

  10. Gli usi pratici del cellulare sono azioni simboliche. Usando il cellulare per comunicare con i figli, i genitori: • stabiliscono e confermano i confini familiari • enunciano: chi fa famiglia con chi • definiscono quali sono i comportamenti legittimi e attesi da ciascuno dei membri in relazione al ruolo. • L’uso e le regole d’uso del cellulare sono strumenti di insegnamento/apprendimento dei diritti e doveri propri a quella comunità specifica (famiglia). Attraverso i corsi di azione (le prassi) implicate nell’uso del cellulare, i genitori fanno molto più che esercitare il loro ruolo: Costruiscono cultura legittimando momento per momento le definizione di ciò che conta come “essere genitore” “essere figlio”, “essere famiglia” che sono inscritte nelle loro prassi “mobili”.

  11. 1. Serena a Laura: aspetta, un attimo . é serafini-milano ((leggendo sul display)) 2. Laura : okay 3. Serena a Matilde: si, amore sono al telefono con la Laura 4. Serena: ‘wear’? ((Inglese in originale)), w-e-a-r ? ((fa lo spelling)) significa ‘indossare’ 5. Serena: ‘back’? ((Inglese nell’ originale)), significa ‘dietro’ o ‘indietro’ dipende, devi vedere la frase 6. Serena: ‘appear’? ((Inglese in originale)), non lo so aspetta che chiedo alla Laura 7. Serena a Laura sul fisso: Laura, che vuol dire ‘appear’? a-p-p-e-a-r? 8. Laura: ‘sembrare’ 9. Serena a Matilde: ‘sembrare’, la Laura dice che significa ‘sembrare’ 10. Serena: ‘fail’ ((Inglese )), non lo so, chiedo alla Laura 11. Serena a Laura: e‘fail’? ((Inglese )), f-a-i-l? 12. Laura: fallire, fail, non riuscire a fare qualcosa 13. Serena a Matilde: non riuscire a fare, ok amore? E’ tutto a posto? ti voglio bene. 14. Serena a Laura: hei grazie mille, grazie mille anche da Matilde. É davvero fantastico, non mi era mai successo, di aiutare Matilde a fare i compiti così. Lei a milano, io a bologna, e tu a casa tua , é pazzesco. Un esempio di vita quotidiana. Scena: sabato pomeriggio, a Bologna, Serena (madre divorziata 40 anni) sta parlando al telefono fisso con Laura (38) Matilde (figlia 13 anni) é a Milano a casa del padre. Il cellulare di Serena squilla.

  12. Costruire un modello di genitore/costruire un modello di figlio. Attraverso l’uso del cellulare, la madre implicitamente costruisce e propone le dimensioni che definiscono il (suo) modello culturale di genitore: • essere sempre a disposizione • dare priorità alle necessità de figli rispetto a quelle degli adulti • interrompere il corso di azione attuale (parlare con Laura) per aprirne uno parallelo • usare il registro dell’affettività parlando con i figli • dare ai figli un supporto per superare le loro difficoltà Allo stesso tempo le azioni della madre propongono un modello culturale di “figlio”: • un figlio é un individuo dipendente i cui bisogni vengono per primi • un figlio ha il diritto di aspettarsi che il genitore storni l’attenzione dall’interazione adulto-adulto per prendersi cura del figlio.

  13. E la figlia? Partecipando a questa interazione, Matilde sta imparando molto di più che il significato di alcune parole di inglese. • E’ informalmente e processualmente educata ai modelli culturali di “madre” e di “figlio” che vigono in questa famiglia.

  14. Cultura genitoriale e tecnologie: un’alleanza. • Se l’essere disponibili e l’essere in contatto possono essere considerati tratto distintivi della cultura genitoriale, in cosa fa la differenza il cellulare? • Il cellulare rende possibile il contatto e la disponibilità perenne (perpetual contact). Offre una condizione di possibilità per l’azione, per nuovi o diversi modi di fare il genitore.

  15. L’iper-genitorialità • Una pre-esistente definizione culturale di genitore ha chiaramente informato l’uso del cellulare tra genitori e figli ben oltre la gestione dell’urgenza, sicurezza e controllo. • Ma in modo riflessivo la tecnologia ha permesso la creazione di nuovi modi di “fare il genitore”. • I genitori hanno colto questa proposta e la trasformano in risorsa: la possibilità (offerta dal cellulare) del remote parenting é stata trasformata in un hyper-parenting.

  16. Essere genitori oggi: l’hypergenitorialità e la complessità del quotidiano Attraverso le interazioni “mobili” che punteggiano la vita quotidiana, genitori e figli: • hanno trasformato la distanza fisica in prossimità relazionale. • Hanno superato i limiti spaziali e temporali della comunicazione a distanza o del telefono tradizionale. • Hanno trasformato praticamente qualunque luogo e momento in una opportunità per costruire azioni congiunte e per dare e ricevere cura, supporto e attenzione e supervisione.

  17. I paradossi della modernità • Un mondo senza fili e individui iperconnessi. • Genitori distanti eppure iperpresenti

  18. Prima i figli… , naturale no? • Prima i figli. Un modello del tutto storico – culturale di genitorialità. • La svolta culturale degli anni ’60.

  19. Genitorialità nel XXI secolo • Molte società occidentali hanno dismesso la nozione di “patria potestà” sostituendola con quella di Cure e responsabilità parentali. • La Convenzione dei diritti del bambino (1989) ratifica questo cambiamento. • La nozione di potere come probabilità di ottenere obbedienza non definisce più il modello contemporaneo di genitorialità. • Come é possibile conciliare questa nuovo modello culturale di bambino (soggetto di diritti) con la nozione di autorità parentale (governance) • Come é possibile parlare di un’ autorità senza potere? • Come fare fronte ad un bambino definito sia come vulnerabile e dipendente ( bisogni) sia come persona orientata all’autonomia e soggetto di diritti?

  20. Cambiamento nella definizione dello status di figlio e della nozione di autorità parentale e le pratiche di educazione familiare A parte alcune tragiche eccezioni, genitori e figli delle società occidentali contemporanee interagiscono secondo un quadro consensuale per cui: • La negoziazione più che l’obbedienza • La competenza più che il potere. • La fiducia più che l’autorità sono i principii di base che sottostanno alle interazioni tra genitori e figli. • L’appropriazione del cellulare come strumento materiale nella relazione genitori-figli é avvenuta secondo questo quadro di riferimento. • Il cellulare gioca un ruolo nel far fronte alla natura paradossale del modello contemporaneo di educazione familiare.

  21. I diritti incompatibili di genitori e figli: il cellulare come uno strumento di negoziazione • L’ambito in cui la natura paradossale dei ruoli di genitore e figlio é più evidente é il progressivo spostamento dei figli verso l’universo dei pari. (dalla preadolescenza in poi) • Cominciano a costruire legami significativi fuori dal filtro familiare. • É soprattutto in questo momento del loro percorso evolutivo che i figli rivendicano il loro diritto all’autonomia , alla libertà di prendere le proprie decisioni, di commettere i propri errori. • Non a caso é in questo momento che i genitori rivendicano il loro diritto/dovere alla supervisione e controllo e all’esercizio della “responsabilità parentale”

  22. I 2 modi tradizionali di gestire queste prospettive in conflitto 1. Modello dialogico • Si parla con i figli della loro vita extrafamiliare (cosa, dove, quando e come). 2. Modello autoritario • Si pongono limiti al tempo e al genere di attività extradomestiche. • A seconda del modello pedagogico della famiglia, la transizione verso l’universo dei pari può essere più orientata al dialogo o più orientata al controllo. • Il cellulare é stato interpretato come un ulteriore strumento per gestire l’appartenenza dei figli a più universi socioculturali

  23. Il cellulare in regalo: un marcatore simbolico di autonomia e di dipendenza • Consideriamo il “semplice” fenomeno del possesso del cellulare (in Italia il 60% dei ragazzini di 11 anni possiede e usa un cellulare). • In genere i genitori regalano il cellulare in corrispondenza di un rito di passaggio: fine delle scuole elementari, compimento del 10 compleanno. • Questo “dono” ha una potente valenza simbolica: il genitore riconosce al figlio un certo grado di autonomia (privatizzazione della comunicazione) .

  24. MA.... I costi restano a carico del genitore a causa delle dipendenza economica del figlio. Come altri “beni di consumo” offerti dai genitori, il cellulare marca simbolicamente sia l’inizio dell’autonoma sia la dipendenza del figlio dai genitori rispetto ad alcune attività, ivi compresa la gestione dei propri legami sociali.

  25. Quando i costi sono a carico del genitore, l’autonomia sociale dei figli é al guinzaglio economicodei genitori • Ricercatorer: in generale, tra voi, chi paga ? • In coro: I nostri genitori! • Mishan: A volte é metà e metà. Cioè.. quelli che vorrebbero un poco di indipendenza e quindi pagano la metà ma siccome non possono permettersi di pagare tutto, i genitori pagano il resto • Il cellulare é un ponte che connette il mondo della famiglia e l’universo extrafamiliare: l’accesso a questo ponte però é controllato dai genitori. • Il cellulare permette una “indipendenza economicamente controllata”: diventa uno oggetto culturale che favorisce la mediazione e la modulazione graduale dell’indipendenza.

  26. I modi di usare il cellulare come pratiche di mediazione • Karine (15 anni ):é anche per i miei genitori, perché loro loro vogliono sempre sapere dove sono, vogliono sempre potermi raggiungere, hanno sempre paura quando sono fuori. Quando esco non possono raggiungermi perchè non c’é telefono, quando sono da qualcuuno é tutto ok, ma se vado da qualche parte e non li chiamo quando vado, be vanno fuori di testa,. Ecco perché ne ho bisogno. • Pénélope (15 anni): spesso ci sono, cioé conosco alcuni che .. Sono i genitori che vogliono sapere dove sono i figli.. Ricercatori: ah si eh? Pénélope: É un forma di tranquilllità per loro, di sicurezza, ci sono genitori che lo comprano loro per i figli e glielo regalano cosi i figli hanno una certa libertà e nello stesso tempo i genitori possono sempre sapere dove sono

  27. Oltre gli aut-aut: articolare diritti incompatibili • Il diritto di essere in ansia: una conseguenza dell’ “aver cura”. • Oltre i divieti ansiolitici e i permessi ansiogeni, il cellulare rende possibile delle alternative: consentire l’autonomia avendo cura e contendendo la relativa preoccupazione. Esercitare il diritto/dovere di genitore (responsabilità educativa, monitorare il chi, quando, dove e come della vita extrafamiliare dei figli) e rispettareil diritto dei figli ad avere una vita autonoma

  28. L’uso strategico del contatto mobile: riconoscere il diritto dei genitori ad essere preoccupati - accettare il proprio dovere a rendere conto • Sophie (15) anni:É piu sicuro, non solo per noi , anche per i nostri genitori… a volte ci sono dei genitori separati, noi no siamo tutti insieme ma anche cosi mia madre vuole potermi raggiungere • Antoine ( 17 anni): e poi penso ci sia un altro vantaggio: é un modo forse per poter avere piu permessi per uscire perché gli puoi sempre dire: “ ehi, potete chiamarmi sempre, non ci sono problemi”. • Sophie: “Papà, mamma se c’é qualcosa vi chiamo.. • Karine (age 15): perché alcuni escono molto, hanno davvero una vita sociale molto piena e con i genitori, li aiuta non poco • Ricercatore: il fatto di poterli chiamare? • Karine: si, di poterli raggiungere, cosi non vanno fuori di testa i genitori, non cominciano a dire “AAHH..”!”

  29. Permettendo a genitori e figli di essere potenzialmente raggiungibili in ogni momento... • Il cellulare crea uno spazio simbolico in cui genitori e figli: • possono prendere in conto e farsi carico dei diritti della controparte • i genitori: hanno uno strumento che consente loro di agire da genitori (i.e. esercitando il loro diritto/dovere alla responsabilità educativa) e contemporaneamente accettare e rispettare il diritto dei figli all’autonomia. • i figli: hanno uno strumento che consente loro di agire da figli (esercitare il proprio diritto all’autonomia) e contemporaneamente accettare il diritto dei genitori ad esercitare la responsabilità educativa

  30. Il videofonino: uso dialogico e costruzione di una fiducia non cieca Layla ( 15 anni ): e poi puoi sempre dire” ehi mamma guarda i miei amici. Poi scatti una foto col cellulare cosi tua madre può vedere che sei davvero con quegli amici • Ricercatore: come hai detto scusa, puoi ripetere? • Layla: ma si per esempio chiamo mia madre e lei vuole sapere dove sono o se sono davvero con quegli amici, faccio una foto e poi le dico” si mamma, sono con i miei amici, guarda”” • Ricercatore: come dire che hai una prova. • Layla: si ho una prova.

  31. Il cellulare: costruire un contratto fiduciario • Inviare istantanee ai genitori é una pratica di soluzione del paradosso educativo: attraverso questa pratica genitori e figli articolano i loro diritti simmetrici e contradditori e costruiscono un terreno di mediazione: • La vita sotterranea é meno nascosta, diventa (parzialmente) condivisa. • E dunque si trasforma in qualcosa di negoziabile. • Ovviamente i cellulari sono utilizzati anche per trasgredire questo modello dialogico.

  32. I cellulari: strumenti di trasgressione • La trasgressione fa parte dei “compiti di sviluppo “ degli adolescenti : ignorare le norme familiari, spingere ai confini di ciò che é stato consensualmente definito legittimo, al limite rompere il contratto di fiducia sono tutte dimensioni tipiche della crescita. • 2 strategie: • Spegnere il cellulare • Il caller display : ignorare la chiamata

  33. Spegnere il cellulare • Tania (15): il fatto é che, non lo sopporto proprio.. Sei li con i tuoi amici e tua madre chiama • Ric: dunque preferiresti non averlo, é tua madre che insiste? • Tania: ma si, ed é davvero cioé, deve sapere dove sono, se ho intenzione di tornare tardi e cose cosi • Ric: e allora che fai? • Tania: lo spengo (ride) • Ric: ce l’hai ma lo tieni spento

  34. Ignorare la chiamata • Delphine (15 anni): Io non ho il caller display, non ho alternative devo rispondere per forza. • Sandrine (15 anni): Io ce l’ho. Quando é qualcuno , che so, sono da qualche parte e sono i miei e non ho voglia di parlarci, non ci ho voglia che mi rompono, non rispondo

  35. Il cellulare nella relazione genitori - figli. Conclusioni 1. • Il cellulare partecipa al processo invisibile attraverso cui le persone costruiscono il loro mondo della vita come un mondo (quasi) naturale. • in particolare: svolge un ruolo nella costruzione del modello contemporaneo di educazione familiare. • Il cellulare é stato totalmente integrato in un modello dialogico di esercitare la genitorialità • L’attuale definizione culturale di “autorità parentale “ e di “diritti dei minori” consegna al genitore contemporaneo un modello paradossale di educazione familiare.

  36. Il cellulare nella relazione genitori–figli. Conclusioni 2. • Il cellulare é usato come uno strumento per articolare i diritti simmetrici e opposti di genitori e figli. • Agire e interagire secondo questo modello di genitore (tanto culturale quanto normativo) é un modo per costruirlo e confermarlo. • Attraverso l’uso dialogico del cellulare genitori e figli partecipano al processo di costruzione del modello culturale di educazione familiare come pratica democratica • In un contesto socio-storico in cui il ruolo guida del genitore non é più legittimato in nome delle nozione di “potere” e “obbedienza”, il cellulare é usato come strumento educativo compatibile con una nozione di autorità parentale fondata sul consenso.

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