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Gestire e valorizzare le diversità primarie e secondarie nell’organizzazione

AIDP, Sorrento, 2 maggio 2008. Gestire e valorizzare le diversità primarie e secondarie nell’organizzazione. Introduzione alla sessione di lavoro . Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole (Genesi, 11,1)

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Gestire e valorizzare le diversità primarie e secondarie nell’organizzazione

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Presentation Transcript


  1. AIDP, Sorrento, 2 maggio 2008 Gestire e valorizzare le diversità primarie e secondarie nell’organizzazione Introduzione alla sessione di lavoro

  2. Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole (Genesi, 11,1) Per questo si chiamò Babel, perché là Javhe confuse la lingua di tutta la terra e Javhe li disperse di là sulla faccia di tutta la terra (Genesi, 11, 9) La torre di Babele

  3. After Babel(George Steiner, 1975) he finds the root of the "Babel problem" in our deep instinct for privacy and territory, noting that every people has in its language a unique body of shared secrecy

  4. Perché mai devono esistere due lingue diverse? Anzi, perché mai sono state parlate, ad occhio e croce, più di ventimila lingue su questo piccolo pianeta? Questa è la domanda che pone Babele. Perché l' homo sapiens sapiens, geneticamente uniforme sotto tutti gli aspetti, sottoposto a costrizioni biologico-ambientali e a possibilità di evoluzione identiche, deve parlare migliaia di lingue incomprensibili fra loro, alcune di esse a distanza di soltanto pochi chilometri? I vantaggi materiali, economici e sociali dell'uso di una singola lingua sono ovvi. Le barriere spinose create dalla mutua incomprensione, dalla necessità di acquisire una seconda o una terza lingua, spesso di impressionante difficoltà e «stranezza» a livello fonetico e grammaticale, sono evidenti.

  5. AFTER BABEL • a un secondo livello i modelli darwiniani offrono un suggerimento fecondo. In Dopo Babele, suggerisco che la forza costruttiva della lingua nella concettualizzazione del mondo ha avuto un ruolo cruciale nella sopravvivenza dell'uomo... • Perduriamo, e perduriamo creativamente, grazie alla nostra imperativa capacità di dire «no» alla realtà, di fabbricare finzioni di alterità, di una diversità sognata o voluta o aspettata…

  6. Forme di diversità Genere Fattori etnici Età Work ability

  7. Forme di diversità Diversità culturale Genere Fattori etnici Età Work ability

  8. Il confronto • Giuditta Alessandrini: mondo del lavoro e università • Carlo Cicolani: integrazione • Eliana Minelli – Gianmaria Strada: età • Francesco Perillo: formazione • Manuela Puritani: diversity and inclusion • Valeria Sborlino: genere • Donatella Turchetti: multiculturalità

  9. Dilemmi della diversità • Pragmatismo e realismo per l’oggi, innovazione e idealismo per il futuro • L’organizzazione perfetta vs. “gestire il cammello” • La dialettica tra pensiero ed emozione di fronte all’ambiguità delle situazioni • La comunicazione interculturale: l’effetto lost in traslation • Gestire il lato oscuro e conflittuale: la diversità non gestita è distruttiva • Il ruolo di regole e vincoli rispetto alla will to manage • Il rapporto fra alterità e identità

  10. Similar or different?Alterity/identity interplay in image construction Fonte: Barbara Czarniawska

  11. A British Business School is... • like other (US) business schools (“innovative, intellectually challenging and practical”) • unlike other business schools (“a business school within an ancient, multi-faculty, interdisciplinary University”) • unlike other University departments (“ossified, backward-facing”) Fonte: Barbara Czarniawska

  12. ? La questione dei livelli differenziati di work ability non emerge ancora nei nostri approcci

  13. dalla sfera medica a quella sociale dal singolo individuo al contesto di inserimento da una questione di minoranze a un interesse generale da una visione di causalità lineare a un modello dinamico e interattivo dalla logica di adattamento individuale a quella di cambiamento sociale l’intero ciclo di vita della persona, nel suo inserimento sociale, diviene orizzonte di integrazione delle diverse politiche, superando gli schemi dei fattori di disagio e crisi, separatamente riferiti a realtà segmentate quali lavoro, età anziana, disabilità, ecc WHO: Functioning, Dishability and Healthclassificazione internazionale in termini di funzionamento umano che supera i concetti tradizionali della disabilità o dell’handicap

  14. ELABORA • norme • vincoli • politiche • traduzione • pensiero • management • impegno • interpretazione • … • ACCOGLI • generi • etnie • età • work ability • culture • … • RESTITUISCI • efficienza • flessibilità • soddisfazione • innovazione • apprendimento • …

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