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REQUISITI E CRITERI PROGETTUALI PER LA PIANIFICAZIONE SOSTENIBILE DELLE AREE PRODUTTIVE

REQUISITI E CRITERI PROGETTUALI PER LA PIANIFICAZIONE SOSTENIBILE DELLE AREE PRODUTTIVE. Risparmio energetico e sostenibilità ambientale nelle aree industriali Ass. Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna SAIE, Bologna , 18 OTTOBRE 2008. Ing. Simona Tondelli

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REQUISITI E CRITERI PROGETTUALI PER LA PIANIFICAZIONE SOSTENIBILE DELLE AREE PRODUTTIVE

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  1. REQUISITI E CRITERI PROGETTUALI PER LA PIANIFICAZIONE SOSTENIBILE DELLE AREE PRODUTTIVE Risparmio energetico e sostenibilità ambientale nelle aree industriali Ass. Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna SAIE, Bologna, 18 OTTOBRE 2008 Ing. Simona Tondelli DAPT - Facoltà di Ingegneria Alma Mater Studiorum Università di Bologna

  2. Sviluppo economico e ambiente • “De-coupling” della crescita economica dagli impatti sull’ambiente (Strategia di Göteborg, 2001) • “sganciare le pressioni ambientali dalla crescita economica”, nell’ottica di un miglioramento generale dell’ambiente per “ripristinare e sviluppare il funzionamento dei sistemi naturali” (Commissione Europea, 2003) • L’aumento complessivo dell’efficienza ecologico-economica è il presupposto alla crescita economica (Consiglio Europeo, 2005) • “La limitata carryingcapacity dei sistemi ecologici di ricevere sostanze inquinanti e rifiuti di ogni tipo” (WuppertalInstitute, 1997) pone un limite immediato e cogente allo sviluppo economico

  3. Politiche di sviluppo industriale in Italia • Anni ‘50-’70 • “Cargo cult” (Alonso, 1987) • Cassa per il Mezzogiorno (1950) • legge n. 991/1952 per la montagna • il piano autostradale del 1955 • aree di sviluppo industriali e dei nuclei di industrializzazione (1957) • Piano per gli insediamenti produttivi (Pip) • Aree industriali attrezzate • Dalla fine degli anni settanta: • I temi ambientali diventano centrali • rottura del ritmo della crescita mondiale • Previsioni sull’esaurimento delle risorse • progressiva internazionalizzazione e adeguamenti normativi

  4. Sviluppo sostenibile Cicli naturali processi attuati dall'uomo • NEGHENTROPIA (McHarg, 1989) • GENERANO scarti, rifiuti ed inquinamento • Sono necessari nuovi strumenti in grado di attivare processi virtuosi che possano incidere positivamente sui costi delle imprese, rendendole più efficienti e competitive. • Il sistema delle imprese non può più essere concepito, come avveniva tradizionalmente, soltanto in termini di contributo alla crescita economica, ma deve internalizzare tutte le dimensioni insite nel concetto di sostenibilità

  5. Ecologia industriale • studio delle interazioni e interrelazioni fisiche, chimiche e biologiche tra i sistemi industriale ed ecologico (Garner e Keoleian, 1995) • eco-efficienza (intesa come efficienza con la quale le risorse ecologiche sono usate per andare incontro ai bisogni umani), • chiusura del ciclo (in termini di bilanciamento tra ingressi e uscite, attraverso lo scambio dei materiali di scarto e il loro reimpiego come materie prime all’interno delle filiere produttive) • simbiosi (ovvero lo spostamento dell’attenzione dalla singola azienda alla dimensione dell’intera area industriale). • premessa di quello strumento progettuale che va sotto il nome di Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (Apea) • Attuazione dello sviluppo sostenibile nell’ambito industriale e in quello di tutte le attività legate alla produzione di beni e servizi.

  6. Aree produttive ecologicamente attrezzate • modello avanzato di pianificazione, progettazione e gestione dei siti industriali finalizzato alla promozione di nuovi insediamenti produttivi o alla riconversione/espansione di quelli esistenti, attraverso l’applicazione dei principi di sostenibilità e tutela ambientale. • Parchi eco-industriali (Lowe, Moran e Holmes, 1996): comunità di imprese manifatturiere e di servizio, legate da una gestione comune, che cercano di migliorare le proprie performance ambientali, economiche e sociali, attraverso la collaborazione nel trattare questioni ambientali e l’impiego di risorse. • L. 59/1997: l’istituzione delle aree ecologicamente attrezzate • D.Lgs. 112/1998: definizione di Aree ecologicamente attrezzate (art. 26) • “aree industriali dotate delle infrastrutture e dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell'ambiente”, • competenze legislative in materia attribuite alle Regioni • Diverse esperienze avviate nelle Regioni per giungere alla definizione di criteri per l’individuazione, la realizzazione e la gestione di aree produttive ecologicamente attrezzate (Apea)

  7. Aree produttive ecologicamente attrezzate • Obiettivi • aumentare i livelli di performance economica delle aziende, minimizzando al tempo stesso l’impatto ambientale delle attività produttive insediate • gestione unitaria di tutte le reti • materiali (infrastrutture fisiche - hardware) • immateriali • logistiche e d’informazione - software, • istituzionali e organizzative - orgware, • finanziarie - finware e di salvaguardia ambientale – ecoware (Maggi e Nijkamp,1992)

  8. Aree produttive ecologicamente attrezzate • Caratteristiche • dimensioned’area, che sposta l’attenzione dalla singola azienda e dai singoli processi produttivi alla gestitone ambientalmenteintegrata delle imprese • approccio integrato che persegue il raggiungimento di benefici collettivi superiori a quelli che si avrebbero dalla somma dei benefici individuali che ciascuna impresa otterrebbe dall’ottimizzazione delle proprie performance. • individuazione preventivadegli effetti derivanti dalla realizzazione del nuovo insediamento, di determinare le misure volte ad impedire, mitigare o compensare i potenziali impatti negativi che ne deriveranno e delle prestazioni e condizioni di sostenibilità ( VAS)

  9. Requisiti • Prestazioni e dotazioni ambientali di un ambito produttivo, in modo da orientarne in senso ecologico, fin da una fase preliminare, la pianificazione e la progettazione. • Necessità di calibrare le indicazioni per l’ambito produttivo che dovrà configurarsi come Apea • specifico contesto ambientale ed economico locale • rispetto dei riferimenti normativi già individuati a livello nazionale e regionale. • Principali tematiche : • Integrazione con il contesto (qualità paesaggistica e architettonica) • Gestione sostenibile delle acque • Mobilità • Qualità dell’aria • Rumore • Gestione sostenibile dell’energia • Gestione sostenibile dei rifiuti • Management d’area

  10. Management d’area • trasformare l’area industriale da una semplice collezione di imprese ad un unico organismo, di cui considerare input e output in maniera complessiva • soggetto unico gestore come requisito indispensabile affinché un’area produttiva possa dirsi ecologicamente attrezzata, D.lgs. Bassanini (n. 112/98, art. 26), • attività preliminari alla configurazione dell’Apea • individuazione di obiettivi e target ambientali, • declinazione delle performance ambientali, • definizione del tipo di imprese ammesse nell’area industriale  • attività relative all’attuazione dell’Apea • fornitura e gestione delle infrastrutture e dei servizi comuni • garantire la possibilità di insediare nell’area servizi dedicati ai dipendenti • acquisizione delle autorizzazioni ambientali, • regolamento d’area e organizzazione di sistemi comuni per la gestione della sicurezza. • attività di monitoraggio • ottimizzare i consumi di energia e di acqua e ridurre gli sprechi • ridurre le emissioni  • garantire il mantenimento nel tempo della condizione di APEA

  11. Criticità • lunghi tempi di ritorno degli investimenti che conducono a una generale diffidenza di potenziali investitori e di conseguenza a una scarsa diffusione della metodologia. • problemi legato allo scambio di materiali (economici e legislativi) • Interdipendenza tra le aziende • richiede garanzie in termini di qualità e quantità delle forniture concesse, che spesso non possono essere assicurate in quanto legate a processi secondari ovvero a linee di produzione che non sono sotto il diretto controllo delle attività interessate. • rischi nel caso in cui una componente chiave del sistema dovesse “guastarsi” • Gestione comune (soggetto gestore)

  12. Opportunità • Benefici per le imprese • Accrescimento della capacità competitiva delle aziende • bilanciando gli eventuali costi aggiuntivi (iniziali) legati al rispetto di standard elevati di qualità ambientale attraverso la gestione concertata di servizi collettivi, infrastrutture, emergenze • riducendo i costi operativi legati soprattutto all’approvvigionamento di materiali, acqua ed energia, e lo smaltimento e il riutilizzo dei rifiuti, e attraverso lo scambio (o la vendita all’esterno) di sottoprodotti • maggiore facilità con cui le imprese possono accedere alle informazioni in merito alle migliori tecnologie disponibili o a riguardo delle opportunità di finanziamenti o agevolazioni fiscali • incremento del valore dei terreni di proprietà dell’area • aumento della competitività delle imprese insediate • Benefici per la comunità locale • avanzati servizi tecnologici, ambientali e informativi che hanno la capacità di attirare investimenti dall’esterno, creare nuove prospettive imprenditoriali, aprendosi anche ai mercati di nicchia. • creazione di nuove opportunità di lavoro. • Benefici ambientali • Riduzione delle sorgenti d’inquinamento, della quantità di rifiuti da smaltire in discarica e della richiesta di risorse naturali e di materie prime vergini.

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