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criteri e strumenti per la individuazione dei rischi

criteri e strumenti per la individuazione dei rischi. Che cosa è l'infortunio?. Menomazione della capacità lavorativa o morte provocata da causa violenta in occasione dei lavori. CAUSA VIOLENTA. ELEMENTO DETERMINANTE. IN OCCASIONE DEL LAVORO. ELEMENTO CIRCOSTANZIALE. INABILITA ’ O MORTE.

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Presentation Transcript


  1. criteri e strumenti per la individuazione dei rischi

  2. Che cosa è l'infortunio? Menomazione della capacità lavorativa o morte provocata da causa violenta in occasione dei lavori CAUSA VIOLENTA ELEMENTO DETERMINANTE IN OCCASIONE DEL LAVORO ELEMENTO CIRCOSTANZIALE INABILITA’ O MORTE ELEMENTO CONSEQUENZIALE

  3. L’INFORTUNIO DERIVA SEMPRE DA UN INCIDENTE INCIDENTE: evento improvviso e non previsto ANCHE SE PREVEDIBILE

  4. LA MALATTIA PROFESSIONALE O TECNOPATIA È LA CONSEGUENZA DI UNA SERIE DI AZIONI NOCIVE CHE MATURANO LENTAMENTE SULL’ORGANISMO DEL LAVORATORE PER POI TRASFORMARSI IN FORMA MORBOSA INVALIDANTE O MORTALE CONCENTRAZIONE AMBIENTALE DELLA SOSTANZA PERICOLOSA TEMPO DI ESPOSIZIONE FATTORI CARATTERISTICHE FISICHE DEL LAVORATORE

  5. CAUSA PROSSIMA DEL DANNO • Atto pericoloso di una o più persone • Condizione di pericolo esterna • Mancato rispetto delle normative di sicurezza • Casualità CAUSA REMOTA DEL DANNO • Mancanza di programmazione ed organizzazione

  6. SICUREZZA TECNOLOGICA • LA SICUREZZA TECNOLOGICA • È LA PROBABILITÀ DI NON AVERE UN GUASTO CHE POSSA PROVOCARE UN DANNO. • LA SICUREZZA • È QUINDI COSA DIVERSA DALL’AFFIDABILITÀ

  7. UN LIMITE ALLA SICUREZZA TECNOLOGICA probabilità di guasto residua probabilità di guasto dovuto a caso fortuito o di forza maggiore limite concettuale 1 sicurezza massima S I C U R E Z Z A raggiunta limite economico variabile da 0 a 1 sicurezza naturale costo della sicurezza dell'impianto rapportato al costo dell'impianto 0 tecnologicamente sostenibile spesa massima

  8. SICUREZZA SUL LAVORO • LA SICUREZZA SUL LAVORO • È LA PROBABILITÀ • DI NON ARRECARE UN DANNO SIGNIFICATIVO AL LAVORATORE.

  9. Il genere • Il concetto di genere, impiegato originariamente nei paesi anglosassoni, si riferisce non tanto al “sesso”, quanto al maschile e femminile intesi come risultante di un complesso di modelli culturali e sociali che caratterizzano storicamente ciascuno dei due sessi condizionandone il ruolo e il comportamento. Riguarda la condizione delle donne nel loro evolversi storico, le differenze sociali e culturali che le donne hanno sia subito che creato, la testimonianza della loro cultura, delle loro aspirazioni e diritti.

  10. Nella valutazione occorre valutare le specificità biologiche e le caratteristiche anatomiche e fisiologiche tra gli individui, in particolare tra: • uomini e donne • adulti e minori • persona e persona • i fattori di rischio possono provocare conseguenze e danni diversi a seconda dell’individuo esposto.

  11. il percorso della prevenzione che salvaguardi la salute della donna deve tener conto: • delle caratteristiche proprie del lavoro femminile • della specificità biologica • del lavoro domestico

  12. Nel 2003 è stata presentata ufficialmente la relazione dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro “Gender issues in safety and health - A review” (Problemi di genere nella sicurezza e la salute – Resoconto)

  13. tra gli obiettivi della “Strategia comunitaria in materia di salute e sicurezza sul lavoro” 2002-2006, figura il “mainstreaming”, ovvero l’integrazione della dimensione di genere nelle attività di sicurezza e salute sul lavoro.

  14. Tra la vita lavorativa delle donne e quella degli uomini vi sono differenze fondamentali che influiscono sulla loro Sicurezza e Salute sul Luogo di lavoro (SSL). Le misure attuate per la prevenzione dei rischi devono, quindi, tenere conto di tali differenze

  15. L’indagine rivela che nelle realtà lavorative europee la progettazione del lavoro, la sua organizzazione e la sua dotazione in attrezzature sono spesso basate sul modello dell’uomo “medio” Anche i rischi legati al lavoro per la sicurezza e la salute delle donne sono stati sottovalutati e trascurati rispetto a quelli per gli uomini, sia nella ricerca che nella prevenzione.

  16. Nella presentazione della relazione, il commissario Anna Diamantopoulou ha affermato “La presente relazione dimostra quanto, nella prevenzione dei rischi, sia importante prendere in considerazione il genere allo scopo di migliorare la prevenzione dei rischi connessi al lavoro sia per gli uomini che per le donne”

  17. Il direttore dell'Agenzia, Hans-Horst Konkolewsky, ha sottolineato “Il nostro studio rivela che l’orientamento tradizionale sulla prevenzione può dare una sottovalutazione dei rischi effettivi, specialmente nei confronti della salute delle donne……”

  18. La disuguaglianza tra i sessi all’interno del luogo di lavoro può influire sulla sicurezza e salute sul lavoro delle donne. Le donne svolgono ancora la maggior parte dei lavori domestici non retribuiti e si prendono cura dei bambini e dei parenti anche se lavorano a tempo pieno.

  19. PRINCIPALI CONCLUSIONI DELLA RELAZIONE • Le differenze di genere nelle condizioni di lavoro si ripercuotono sulle differenze di genere nelle conseguenze per la salute legate al lavoro.

  20. Un approccio globale, partecipato ed attento alle differenze alla SSL, migliorerebbe la prevenzione dei rischi professionali per il bene tanto delle donne quanto degli uomini. • Le donne non formano un gruppo omogeneo e non tutte le donne svolgono lavori tradizionalmente “femminili”. Lo stesso vale per gli uomini. Un approccio globale deve tenere conto della diversità.

  21. Stress • elevati tassi anche per gli uomini • donne • molestie sessuali (mobbing verticale) • discriminazione • lavori poco qualificati • lavori con elevato peso emotivo • doppio peso del lavoro domestico

  22. Legge di Murphy • «se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno lo farà.» • Anticipare gli errori che l'utente finale sarà propenso a fare. Ad esempio nessun designer competente farebbe una presa con due poli simmetrici etichettata "Questo lato in alto"; se ha importanza la direzione nella quale va inserita allora il design dovrebbe essere asimmetrico in modo che nessuno possa sbagliare (il cosiddetto "Design a prova di cretino").

  23. Legge di Murphy • «Edward A. Murphy Jr. era uno degli ingegneri degli esperimenti con razzo-su-rotaia fatti dalla U.S. Air Force nel 1949 per testare la tolleranza del corpo umano all'accelerazione (USAF project MX981). Un esperimento prevedeva un set di 16 accelerometri montati su diverse parti del corpo del soggetto. C'erano due maniere in cui ciascun sensore poteva essere incollato al suo supporto, e metodicamente qualcuno li montava tutti e 16 nella maniera sbagliata. • Murphy pronunciò la prima versione della sua storica frase, che fu riportata dal soggetto del test (il maggiore John Paul Stapp) a una conferenza stampa pochi giorni più tardi. • In pochi mesi "La Legge di Murphy" si diffuse in tutti gli ambienti dell'ingegneria aerospaziale. Furono prodotte molte varianti. La maggior parte sono variazioni del genere "Se qualcosa può andare storto allora lo farà"; questa è qualche volta conosciuta come legge di Finagle o legge di Sod. Un'altra famosa applicazione è alla probabilità domestica: • «La probabilità che una fetta di pane imburrata cada dalla parte del burro verso il basso su un tappeto nuovo è proporzionale al valore di quel tappeto.»

  24. Principio di precauzione Politica di gestione del rischio che viene applicata in circostanze caratterizzate da un alto grado di incertezza scientifica Riflette la necessità di intervenire nei confronti di un rischio potenzialmente grave senza attendere i risultati della ricerca scientifica

  25. Prudent avoidance Si intende una serie di provvedimenti semplici, facilmente raggiungibili e a basso costo, anche in assenza di rischi dimostrabili per evitare le esposizioni Semplice, facilmente raggiungibili e a basso costo sono termini che non hanno un significato preciso L’aggettivo prudente si riferisce ai costi, non all’atteggiamento verso il rischio

  26. ALARA As Low As Reasonably Achievable E’ una politica atta a minimizzare i rischi conosciuti, mantenendo l’esposizione ai livelli più bassi ragionevolmente possibili, considerando costi, tecnologia, benefici per la salute pubblica ed altri fattori sociali ed economici

  27. PERICOLO È LA POTENZIALITÀ DI CAUSARE DANNO È UNA REALTÀ:PUÒ O ESSERE O NON ESSERE (ON-OFF)

  28. RISCHIO ESPRIME 1) LA PROBABILITA’ CHE SIA RAGGIUNTO IL LIMITE POTENZIALE DI DANNO 2) LA MAGNITUDO DEL DANNO

  29. ZOO DOV’È LO ZOO IN QUESTA REGIONE? RISCHIO PER QUESTA SEDE ???? NO!!!!!!!!

  30. LEONE SCAPPA DA UN CIRCO DI QUESTA CITTA' RISCHIO PER QUESTA SEDE ???? SI !!!!!

  31. RISCHIO = PERICOLO + ESPOSTI PERICOLO PERSONE ESPOSTE

  32. rischio non professionale o generico TIPI DI RISCHIO rischio professionale

  33. rischio non professionale o generico situazione di pericolo comune che grava su ogni uomo nell'identico modo e pertanto esclude ogni rapporto col lavoro terremoti, fulmini, epidemie

  34. rischio professionale rischio Specifico rischio Generico aggravato o specifico improprio

  35. rischio Specifico deriva dalle condizioni peculiari di un determinato lavoro infermiere che si punge con l'ago

  36. rischio Generico aggravato o specifico improprio incombe su ogni cittadino ma grava in misura maggiore a causa delle condizioni di lavoro es: distorsione da zoccoli che fanno parte della divisa

  37. RISCHIO ACCETTATO TIPI DI RISCHIO RISCHIO IMPOSTO

  38. CATEGORIE DI RISCHIO POSSONO CAUSARE INFORTUNI CON DANNI ALLE PERSONE A CAUSA DI UN TRAUMA FISICO DI DIVERSA NATURA (MECCANICA, ELETTRICA, FISICA ECC.) RISCHI PER LA SICUREZZA O DI NATURA INFORTUNISTICA SONO I RISCHI CHE POSSONO COMPROMETTERE L’EQUILIBRIO BIOLOGICO DEI LAVORATORI PER ESPOSIZIONE A SOSTANZE CHIMICHE, BIOLOGICHE O A FATTORI FISICI RISCHI PER LA SALUTE O DI NATURA IGIENICO AMBIENTALE SONO I RISCHI CHE DERIVANO DAL RAPPORTO TRA UOMO ED ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO RISCHI PER LA SICUREZZA O LA SALUTE O DI TIPO TRASVERSALE ORGANIZZATIVO

  39. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO - CRITERI Strutture (ambienti) Macchine Impianti Agenti chimici Agenti fisici -biologici Identificazione delle sorgenti pericolose DOVE Rischi di infortunio Rischi di malattie professionali Rischi di esposizione per l’uso di macchine, attrezzature, sostanze QUALI Stima dell’entità del rischio Stima della probabilità Stima del danno COME

  40. Fattore di rischio o fonte di pericolo • qualsiasi materiale, attrezzatura, impianto, struttura, agente chimico, fisico o biologico, organizzazione, metodo, pratica o condizione di lavoro, ossia qualsiasi oggetto o situazione avente una caratteristica di pericolo.

  41. FATTORI DI RISCHIO • Strutture • Macchine • Impianti Elettrici • Sostanze pericolose • Sostanze combustibili • Sostanze esplosive RISCHI PER LA SICUREZZA RISCHI DI NATURA INFORTUNISTICADOVUTI A: RISCHI PER LA SALUTE RISCHI DI NATURA IGIENICO AMBIENTALEDOVUTI A: • Agenti Chimici • Agenti Fisici • Agenti Biologici RISCHI PER LA SICUREZZAE LA SALUTE RISCHI DI TIPO COSIDDETTO TRASVERSALEDOVUTI A: • Organizzazione del lavoro • Fattori psicologici • Fattori ergonomici • Condizioni di lav. difficili

  42. Concetti e strumenti di base per la valutazione dei rischi: le statistiche • L'analisi degli infortuni in azienda ha un ruolo rilevante nell'approccio alla valutazione dei rischi sul lavoro, ìn quanto fornisce e consente di elaborare i "dati storici" degli eventi di danno con causa istantanea effettivamente verificatisi: II registro infortuni • E' obbligatorio per qualsiasi azienda, registrare tutti gli infortuni che comportino l'assenza di almeno un giorno, escluso quello in cui l'evento si è verificato. • La normativa richiede che il registro degli infortuni sia vidimato in ogni pagina dall'ASL competente, e riporti per ogni infortunio: • => data di abbandono e di ripresa del lavoro • => nome, cognome, età, reparto e qualifica professionale dell'infortunato cause e circostanze dell'infortunio • => natura e sede della lesione • => conseguenze dell'infortunio (assenza per inabilità temporanea, % inabilità permanente, morte).In azienda la verifica della correlazione fra tali fattori e la frequenza e gravità degli infortuni può fornire indicazioni essenziali per guidare la determinazione delle misure, mirate di modifica delle condizioni lavorative.

  43. Concetti e strumenti di base per la valutazione dei rischi: le statistiche • Ai fini statistici è opportuna l'annotazione, oltre che dei dati del registro infortuni, anche delle seguenti . informazioni relative a ciascun infortunio, che potrebbero costituire la fonte dati per un semplice database aziendale: n° progressivo nel registro infortuni mansione o gruppo operativo dell'infortunato ora solare e ora del turno in cui è avvenuto l'infortunio giorno della settimana mese sesso dell'infortunato anzianità di lavoro descrizione dettagliata dell'evento agente materiale causa dell'infortunio (secondo la codifica INAIL) forma di accadimento (secondo la codifica INAIL).

  44. Concetti e strumenti di base per la valutazione dei rischi: gli indici • E' importante distinguere tra dati assoluti e dati pesati. • I primi derivano dalla pura registrazione degli eventi che si sono verificati, e descrivono l'estensione del fenomeno infortunistico in termini di cifre assolute, senza riferimento all'ampiezza del campione statistico a cui sono riferiti: sono espressi in termini di numero di infortuni o entità delle conseguenze. I dati pesati, anche detti indici di infortunio, rendono invece conto dell'intensità del fenomeno, essendo riscalati e quindi resi omogenei, tenendo conto delle dimensioni del campione statistico: sono espressi quindi in termini di numero di infortuni o 1 entità delle conseguenze per ora lavorata o lavoratore. • Gli indici di infortunio hanno un particolare valore euristico in quanto consentono raffronti fra ambiti lavorativi diversì per dimensioni, area geografica, macro e microsettori di attività lavorativa, tipologia di lavoratori ecc.. • I dati sugli infortuni, essendo relativi a condizioni di rischio, devono ovviamente rendere conto dei due aspetti che lo determinano: la probabilità e il danno. Distinguiamo infatti fra dati di frequenza, legati alla probabilità, e dati di gravità, legati all'entità dei danni verificatisi.

  45. INDICI DI FREQUENZA • La dimensione del rischio infortunistico si misura attraverso gli indici di frequenza, presi in esame anche dalla norma UNI 7249, "Statistiche degli infortuni sul lavoro".Gli indici di frequenza previsti dalla norma UNI hanno al numeratore gli infortuni verificatisi in un anno ed al denominatore le ore lavorate nello stesso anno. Allo scopo di rendere più leggibile il risultato, tale rapporto viene poi moltiplicato per 1.000.000 (un milione).L’indice dunque fornisce il numero di infortuni avvenuti ogni milione di ore lavorate. IF=n° infortuni x 1.000.000 • ore lavorate • In alcuni casi l’indice di frequenza è calcolato ponendo al denominatore il numero di operai (o di addetti) anziché le ore lavorate. Questa soluzione, benché sia più agevole, è teoricamente meno accurata, dovendo produrre un indicatore del rischio di infortuni.  IF=n° infortuni x 1.000 • n° operai anno

  46. INDICI DI GRAVITA’ • La norma UNI 7249, "Statistiche degli infortuni sul lavoro", prevede come principali misure del danno infortunistico (cioè della serietà delle conseguenze degli incidenti sul lavoro) gli indici di gravità. Essi vengono calcolati con una delle due formule seguenti (in realtà la norma UNI cita solo la prima): (somma dei giorni convenzionali di invalidità permanente)con perci = grado di inabilità permanente espresso in percentuale gM = 7.500M(somma dei giorni convenzionali di invalidità dei casi mortali) con M = n° dei casi di morte • In pratica l'indice di gravità rappresenta il numero di giornate mediamente perdute da ogni addetto a causa degli infortuni. Per il calcolo si fanno le seguenti considerazioni sul numero di giorni perduti: • per un infortunio con inabilità temporanea si considera l'effettivo numero di giorni perduti • per un infortunio con inabilità permanente si fa l'ipotesi che ogni grado di inabilità corrisponda a 75 giorni perduti • per un infortunio con morte si ipotizzano 7500 giorni perduti

  47. BANCHE DATI • Nel sito ISPESL, www.ispesl.it, accedendo alla sezione "Statistiche" si trovano le aree tematiche: • "Luoghi di lavoro": informazioni anagrafiche sulle aziende italiane, aggregate per regione e attività economic; per regione e settore produttivo ISPESL, nonché sulle aziende e gli esposti a rischio amianto • "Infortuni": "Banca dati interattiva degli infortuni 1994- 2002" (Dati assoluti, fonte e codifiche INAIL ), "Atlante degli infortuni anni 1994-1997". "Archivio storico infortuni e malattie e professionali" (tabelle e grafici dei dati assoluti sugli infortuni denunciati e dell'indice di frequenza di quelli indennizzati, per gli anni 1980-1997), "Infortuni mortali" (presentazione. e risultati del progetto di studio sugli infortuni mortali del periodo 2002-2004, promosso da regioni e province autonome, INAIL e ISPESL, su dati da fonti ASL e INAIL) • "Malattie professionali": "Secondo rapporto MALPROF" (Approfondimenti, grafici e tabelle con dati ASL assoluti e tassi di incidenza per 100.000 abitanti, su malattie professionali segnalate alle ASL di Lombardia e Toscana nel periodo 2001-2002, "Malattie professionali" (Dati INAIL su malattie indennizzate, manifestatesi negli anni 1990-1999, )

  48. BANCHE DATI INTERNAZIONALI • ILO (www.ilo.org, dati mondiali accedendo a "Social protectiòn", quindi "The Infocus programme on safework", e all'area tematica "Accident and desease information") • OSHA, Agenzia europea per la sicurema e la salute sul lavoro (http://europe.osha.eu.int, dati europei anche per paesi membri e non membri, cliccando su "accesso diretto" e quindi entrando nella sezione "Statistiche") • NIOSH (www.cdc.gov/niosh, dati U.S.A. nella sezione "Data & Statistics") • OSHA (http://www.osha.gov, dati U.S.A. nella sezione "Statistics"

  49. L'analisi dei quasi incidenti • Gli studi condotti fin dall'inizio degli anni '40 da H.W. Heinrich sulle statistiche degli infortuni in campo industrifile rivelarono che il verificarsi di un evento di danno significativo è sempre associato a quello di anomalie che producono danni solo lievi o nulli. In particolare i riscontri statistici dimostrarono che, con sufficiente regolarità, su1000 eventi indesiderati, solo 3 sono infortuni con conseguenze rilevanti, 88 hanno effetti minori, e i restanti sono "quasi incidenti" o "near misses", ossia episodi che, pur avendone il potenziale, non hanno prodotto danni. • I quasi incidenti sono da attribuire ad anomalie di funzionamento senza conseguenze, carenze anche organizzative, comportamenti non corretti ecc.. . • Se per individuare il rischio ci si deve riferire a una possibilità, ossia anche una semplice potenzialità, i quasi incidenti, per come sono stati definiti, sono indicatori di rischio né più né meno. degli eventi manifestatisi con infortuni. • Ciò vale anche per gli infortuni con conseguenze lievi, principalmente quelli che non hanno provocato assenze dal lavoro di almeno un giorno successivo a quello in cui si sono verificati, che non devono essere annotati nel registro degli infortuni aziendale. • E' anzi estremamente utile adottare procedure o prassi aziendali, previa un'adeguata informazione e formazione dei lavoratori, per assicurare la segnalazione, e quindi la registrazione dei quasi incidenti e degli infortuni con conseguenze leggere.

  50. LINEE GUIDA CEE SULLA VALUTAZIONE DEI RISCHI SUL LAVORO • Obiettivo della valutazione dei rischi • L’obiettivo della valutazione dei rischi consiste nel consentire al datore di lavoro di prendere i provvedimenti che sono effettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza e la sanità dei lavoratori. • Questi provvedimenti comprendono: • prevenzione dei rischi professionali • informazione dei lavoratori • formazione professionale degli stessi • organizzazione e mezzi destinati a porre in atto i provvedimenti necessari.

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