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CAP.IV I gruppi organizzati: organizzazioni

CAP.IV I gruppi organizzati: organizzazioni. Le organizzazioni. ORGANIZZAZIONI: uffici stabili appositamente costituiti per raggiungere determinati fini, con personale specializzato, retribuito e agli ordini di un responsabile ( burocrazia in M. Weber)

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CAP.IV I gruppi organizzati: organizzazioni

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Presentation Transcript


  1. CAP.IVI gruppi organizzati:organizzazioni

  2. Le organizzazioni • ORGANIZZAZIONI: uffici stabili appositamente costituiti per raggiungere determinati fini, con personale specializzato, retribuito e agli ordini di un responsabile ( burocrazia in M. Weber) • Anche le associazioni possono darsi organizzazioni per perseguire i propri fini, ma le organizzazioni non sono associazioni

  3. Organizzazioni/burocrazia MODELLO WEBERIANO DIBUROCRAZIA Per Weber la forma moderna di organizzazione è basata su principi universalistici e di razionalità. I caratteri distintivi della burocrazia sono: • una divisione stabile e specializzata di compiti • una struttura gerarchica, con una catena di comando ben definita • competenza specializzata per ogni posizione • remunerazione in denaro per le prestazioni effettuate, proveniente dall’organizzazione e mai dai clienti. • la posizione non può essere venduta né trasmessa per eredità.

  4. Efficienza della burocrazia Secondo Weber, la burocrazia è efficiente in quanto essa si fonda su un’organizzazione razionale, dove potere e controllo sono esercitati sulla base della conoscenza e della competenza. MA Chi ha studiato empiricamente le organizzazioni si è accorto che tale principio è spesso disatteso e la burocrazia molto spesso non è efficace e neppure efficiente. Efficacia = capacità di un’azione di raggiungere i risultati che si propone. Efficienza = capacità di valutare il dispendio di risorse impiegate per ottenere i risultati voluti. tabile e specializzata di

  5. Inefficienza della burocrazia • Tra le possibili spiegazioni proposte dalla sociologia, due teorie appaiono particolarmente importanti: • Il formalismo burocratico ( R. Merton) • I giochi di potere ( M. Crozier)

  6. Formalismo burocratico/1 • Merton : " Proprio le condizioni che normalmente portano all'efficienza in situazioni particolari e specifiche portano all'inefficienza". • Norme e procedure rigide ( per evitare favoritismi, ansie da decisione) = • eterogenesi dei fini = • le norme sono più importanti degli scopi che si dovrebbero conseguire. • =  • ritualismo burocratico

  7. Formalismo burocratico/2 • Più precisamente, essendo l'organizzazione burocratica rigidamente costruita su norme e procedure che prevedono categorie astratte entro cui considerare i casi concreti (onde evitare favoritismi o ansie da "decisione") è facile che in essa si sviluppino fenomeni di "eterogenesi dei fini": le norme e le procedure che erano state concepite come strumenti per raggiungere certi scopi diventano per il funzionario burocratico fini in sé. Seguire con precisione e scrupolo le regole diventa più importante che conseguire i risultati della organizzazione burocratica.

  8. Giochi di potere – Crozier • Non può esistere un'organizzazione in cui i compiti di tutti coloro che vi lavorano siano prevedibili e, dunque, regolabili. Anzi, nella maggior parte delle organizzazioni - anche in quelle burocratiche - vi sono ruoli più prevedibili e, dunque, regolabili e regolati ed altri difficilmente prevedibili e, dunque, meno regolabili e regolati (INCERTEZZA) • Fra il ruolo di un impiegato della prefettura addetto all'archiviazione delle pratiche e quello del funzionario capo dell'ufficio vi è grande divario di regolamentazione poiché il funzionario capo, per svolgere le sue mansioni, deve avere un certo margine di flessibilità dato che non è possibile prevedere quel che farà giorno dopo giorno.

  9. Discrezionalità dei ruoli • I ruoli poco regolamentati comportano un certo potere discrezionale per il detentore del ruolo: egli può chiedere maggiori risorse, uno stipendio più alto, orari flessibili in base alla valutazione che egli stesso dà del suo contributo all'organizzazione.

  10. Conflitto organizzativo Tipico conflittoorganizzativo è quello fra coloro che, avendo ruoli poco regolati, lottano per mantenere questo "privilegio" e coloro che, avendo ruoli molto regolamentati, chiedono che questi privilegi siano tolti agli altri. Le direzioni delle organizzazioni, specie di quelle burocratiche, gradiscono poco i ruoli poco regolamentati - meno controllabili - e spesso rischiano l'inefficienza dell'organizzazione, una sua scarsa capacità di adattamento ad un ambiente incerto, aumentando e precisando le regole, quantificando obbiettivi.

  11. Configurazioni organizzative Le condizioni in cui le organizzazioni operano sono contrassegnate da: certezza o incertezza ambientale (H. Mintzberg). A seconda del grado di certezza o incertezza ambientale possono esservi: • a) organizzazioni a struttura semplice • b) burocrazia meccanica (burocrazia weberiana) • c) burocrazia professionale • d) a struttura divisionale • e) adhocrazia ( gruppi di lavoro con compiti specifici, senza gerarchie interne)

  12. Razionalità degli attori nelle organizzazioni: teorie/1 • M.WEBER: RAZIONALITA’ RISPETTO ALLO SCOPO: valutazione dei mezzi rispetto ai fini, valutazione dei fini rispetto alle conseguenze, valutazione dei diversi fini e dei loro rapporti (ambiente stabile e completamente conoscibile) • H. SIMON: RAZIONALITA’ LIMITATA: aspira non ad ottenere i massimi risultati astrattamente possibili ma risultati soddisfacenti. La razionalità limitata è la razionalità possibile e concretamente perseguibile in normali condizioni di incertezza. • C.H. LINDBLOM: Razionalità di carattere SINOTTICO: stabilità dell’ambiente. • Razionalità di carattere INCREMENTALE O STRATEGICA: incertezza ambientale.

  13. Razionalità degli attori nelle organizzazioni: teorie/2 • RAZIONALITA' INDIVIDUALE RAZIONALITA' COLLETTIVA: H. Simon •  H.SIMON: " l'organizzazione deve essere tale da permettere che una decisione soggettivamente razionale rimanga razionale quando è esaminata dal punto di vista del gruppo" • a) l'organizzazione è razionale se coloro che vi lavorano si comportano razionalmente. • b) Gli obbiettivi dell'organizzazione e delle persone che vi lavorano devono essere compatibili fra loro. • c) l'orientamento degli attori - vertici e gerarchia - è dettata dalla posizione che essi occupano e dalla percezione di essere in grado di gestire le conseguenze della decisione.

  14. Razionalità degli attori nelle organizzazioni: teorie/3 • RAZIONALITA’ FUNZIONALE: adattamento agli ordini ricevuti; conformità alle procedure e agli obiettivi stabiliti (K. Mannheim). • RAZIONALITA’ SOSTANZIALE: "Atto di coscienza". Il tentativo di capire il significato della propria azione all'interno dell'organizzazione, come le diverse azioni siano fra loro collegate, quali i fini dell'organizzazione.

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