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Cmc e decisione

Cmc e decisione. La concezione di piano come un ordine prestabilito capace di controllare l’azione nella realtà quotidiana serve ad alcuni filoni della scienza cognitiva per mantenere un’immagine di razionalità

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Cmc e decisione

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Presentation Transcript


  1. Cmc e decisione • La concezione di piano come un ordine prestabilito capace di controllare l’azione nella realtà quotidiana serve ad alcuni filoni della scienza cognitiva per mantenere un’immagine di razionalità • Modelli mentali->prospettiva di studio scientificamente robusta estremamente sensibile ai contesti ed alle situazioni. Rappresentazione analogica degli gli aspetti rilevanti delle configurazioni reali (problemi). • Nella prospettiva dell’azione situata L’attività cognitiva sarebbe sempre contestualizzata, non seguirebbe un rigoroso formalismo di regole astratte.

  2. La decisione come artefatto • Anche nella Decisione ->attività che media tra azione e situazione, si ha uno slittamento verso modelli contestuali e semantici piuttosto che formali e sintattici. • La decisione come artefatto culturale: proietta un’idea di razionalità fondata sulla raccolta ed elaborazione accurata della maggior quantità possibile di informazioni. La bontà della decisione dipenderebbe dalla maggior o minor completezza dell’informazione a disposizione del decisore. • Le situazioni: non sono catturabili una volta per tutte, sono costruite e riscostruite . • Le informazione più che raccolte sono cercate in base a certi scopi e poi opportunamente assemblate e interpretate. Importante “quali” ->per gli obiettivi dell’attore .

  3. Decisione come interpretazione • Ciò che ora viene respinto è la presa di decisione come calcolo razionale, fondato sulla sulla gestione ottimale delle informazioni -> ambiguità delle preferenze degli attori sociali in situazione . • Gli attori spesso vedono nell’incoerenza e conflittualità del sistema di interessi, ->risorsa da salvaguardare. • La decisone è essenzialmente un processo di interpretazione in cui opera un filtro che da un lato provvede alla selezione interpretazione degli aspetti rilevanti della situazione e dall’altro opera una interpretazione delle opportunità offerte dall’ambiente.

  4. Decisione situata: selezione di un corso d’azione in risposta a una data situazione interpretazione dei risultati attuali dell’azione valutazione delle prospettive future retroazione sull’interpretazione della nuova situazione, che si è formata sulla base dell’azione intrapresa all’inizio del ciclo. • Decidere: significa interpretare l’azione compiuta, questo spesso porta alla scoperta di nuove preferenze e chiarificazioni. Significare selezionare un’azione da compiere che porti al miglior adattamento possibile.

  5. Prendere decisioni nella vita quotidiana->regole di appropriatezza nell’interpretare la situazione e nello scegliere una linea di azione • Regole di appropriatezza->stabiliscono una corrispondenza tra situazioni e identità. • La domanda fondamentale, nei giudizi di appropriatezza è: quale scelta è conveniente, - nel senso di adatto e appropriato per una persona come me e in una situazione come quella che ho di fronte? Teoria dell’immagine. • In generale le teorie tradizionali della decisione non colgono i processi della vita reale , tanto che le strategie analitiche e formali, sono usate di rado anche dalle persone che le conoscono.

  6. Allora all’interno della prospettiva delineata i passi da fare per capire la decisione sono due: • 1. Come si forma la gamma di alternative che il decisore prende in considerazione: selezione principale delle opzioni che l’attore può prendere in considerazione. • 2. selezione dell’alternativa migliore sulla base di un confronto di ciascuna alternativa con un’insieme limitato di standard o immagini. • Immagini: imperativi del decisore, La sua morale i suoi valori e credenze. L’ego -identity controlla le linee d’azione possibilei • Così averrebbe la presa di decisione automatica e intuitiva secondo Mitchell e Beach

  7. Discussione norme culturali • Teoria dell’immagine e inquadramento della decisione (decision framing): ossia creazione dello scenario della situazione e del ruolo dell’attore in essa. • È preliminare alla formazione del set di possibili opzioni • possibilità di produrre inquadramenti sbagliati->cambia il contesto oppure non viene correttamente identificato dal decisore. • Misframes-> spesso di origine culturale. Decisioni automatiche in cui l’inquadramento controlla direttamente la decisione------------------> inappropriate. • Nella teoria dell’immagine la cornice culturale è fondamentale per la presa di decisione, in quanto pre-condizione per l’interazione e la comunicazione dell’attore con l’ambiente. La cornice culturale permette all’attore di leggere se stesso e gli eventi in modo congruente con un repertorio di significati.

  8. Il contesto sociale • Ancora sulla decisione: decisione azione simbolica che attribuisce un senso alle situazioni e alle azioni • “la decisione è un’arena per l’azione simbolica e per sviluppare e apprezzare un’interpretazione della vita e la propria posizione in essa . I rituali di scelta collegano gli eventi della routine alle credenze sulla natura delle cose.” (March 1991). • La costruzione dei contesti, non è una libera invenzione in cui gli attori possono assegnare loro arbitrio dei significati alle varie possibili configurazioni ambientali, ma un’attività in cui gli attori applicano un preesistente reticolo di regole.

  9. Concettualizzazione del contesto sociale: • si articola su tre livelli interconnessi e interdipendenti: • 1) il contesto sociale in generale: fornisce gli elementi che permettono l’interpretazione delle situazioni quotidiane • 2) interpretazione delle situazioni: foirmazione degli scopi che guidano poi l’interazione locale con l’ambiente • 3) interazione locale con l’ambiente: avviene tramite gli artefatti

  10. Artefatti tecnologici e normativi • Nella realizzazione dei progetti pratici e dei rapporti sociali, gli esseri umani espongono le categorie culturali a rischi empirici • Nell’interpretazione di ciascuno degli innumerevoli aspetti delle situazioni quotidiane si scontrano e si incontrano significati pre-codificati che discendono dall’alto, dalla tradizione culturale, e significati nuovi che salgono dal basso, generati dalle pratiche->uso degli artefatti • nell’approccio dell’azione situata, questa riformula l’ordine simbolico a partire dalla pratica, ossia le norme culturali. • Pertanto: le situazioni sono sia illuminate dall’alto, dal sistema simbolico preesistente e contemporaneamente dal basso, dalle concrete interazioni tra gli attori e gli ambienti, dalle pratiche e dall’uso degli artefatti

  11. Artefatti come progetti incorporati in strumenti e norme • Lo strumento modifica, non solo la pratica, ma anche le abilità, le competenze professionali, il modo di pensare che accompagnava l’operazione precedente. • Altera la struttura sociale degli ambienti in cui i compiti venivano svolti. I cambiamenti tecnologici possono innescare vere e proprie mutazioni culturali, trasformare la mentalità delle persone. • Gli strumenti, non sono mai solo mezzi per raggiungere scopi predefiniti, ma sono anche occasioni per identificare nuovi fini e nuovi significati per l’azione situata. • Dobbiamo pertanto incominciare a pensare agli artefatti non solo come a strumenti fisici inventati per svolgere compiti particolari ma come a strumenti concettuali che ci permettono di comprendere la realtà fisica e sociale

  12. In questo senso sono artefatti concettuali: le idee che una data cultura ha ad esempio sul lavoro, sullo studio sulla giustizia. • Gli artefatti in questo senso, stabiliscono cosasi debba fare e come vada fatto. Ossia coglie la strutturazione sociale di un ambiente e il suo criterio di interpretazione condivisa. • Quindi gli artefatti strumenti, utilizzati per svolgere i compiti, e gli artefatti concezioni esprimenti principi che informano una cultura, sono progetti che in un caso hanno assunto un corpo fisico nell’altro un corpo sociale. • Tecnologie e norme cessano di apparire come realtà esterne all’azione delle persone per diventare quello che sono: • L’uso previsto è implicito nello strumento: “progettando strumenti progettiamo modi di essere delle persone” (Winograd e Flores 1986) • gli Artefatti sono l’interfaccia tra attori e ambiente.

  13. Oggi i processi di comunicazione appaiono profondamente caratterizzati dall’influenza delle nuove tecnologie di comunicazione • Comunicazione mediata dal computer: sincrona vs asincrona • CMC l’orizzonte reale della comunicazione, si somma e si moltiplica con l’orizzonte virtuale, nel quale la finzione e la simulazione possono ottenere e realizzare il massumo delle loro potenzialità.

  14. Le principali differenze tra comunicazione mediata e comunicazione faccia a faccia • Nella CMC sono assenti:gli aspetti di metacomunicazione che caratterizzano la conversazionequotidiana e che indicano come intendere i contenuti di ciò che è comunicano: mimica facciale, postura tono della voce etc.. • Gli emoticons che simulano la mimica facciale assolverebbero proprio questa funzione • la CMC: non offre garanzie sull’identità dei soggetti interagenti • l’impegno comunicativo e il processo cooperativo fra i comunicanti avviene in modo asimmetrico . Il ricevente può di volta in volta decidere se continuare o meno l’interazione trasformandosi in emittente->opportunismo elettronico

  15. CMC caratterizzata da un maggior presenza di atti comunicativi disfunzionali esempi sono il lurking e il flaming, blombing, spamming. • CMC più lenta: uso di abbreviazioni e parole tronche: t6r8? • Non consente una precisa definizione dell’alternanza dei turni negli scambi comunicativi • La cmc comporta una diversa grammatica comunicativa rispetto alla comunicazione immediata e diretta -> ciò da un lato aumenta enormemente le possibilità comunicative dei soggetti, dall’altro essendo un artefatto culturale impone nuovi vincoli che creano una diversa impostazione comunicativa rispetto quella faccia a faccia. • CMC->comunicazione rarefatta

  16. Modelli esplicativi della CMC • Reduced Social Cues Theory: riduzione dei segnali sociali • Sproull e Kiesler (‘80) la CMC si caratterizzerebbe per la mancanza di aspetti relazionali (segnali di feedback) durante il processo comunicativo. Parlano di VUOTO relazionale, in cui si perderebbe l’identità degli attori. • Corollario della teoria: • a) libertà di espressione • b) possibilità di violare le norme sociali • c) informazioni più disponibili per tutti (effetto di egualizzazione e democratizzazione)

  17. Social Identity De- Individuation Model • SIDE (Spears e Lea 1992) • distinzione tra media richness e trasmissione di indici sociali, che possono venire ricavati in modo indipendente dalla quantità di informazioni trasmesse • SIDE: riferimento alla teoria dell’identità sociale e della categorizzazione del sé. • In base a questi approcci teorici le persone utilizzerebbero le norme sociali di riferimento che hanno interiorizzato per guidare il loro comportamento. • CMC e paradosso di internet: sviluppa al massimo la globalizzazione sociale ma può ridurre il comportamento reale dei suoi utenti

  18. Social information processing theory • In che modo gli individui utilizzerebbero il modesto numero di indici sociali per creare relazioni sociali soddisfacenti? • Rheingold(1993): descrive l’esistenza delle Comunità elettroniche. • Adattamento delle proprie strategie comunicative alle opportunità offerte dal media che stanno utilizzando. Il comportamento umano è dominato dall’orientamento sociale per cui gli attori cercano comunque di formare una relazione e una comunicazione interpersonale con qualsiasi interlocutore che possa fornire un senso di interattività e trasmettere un’intenzione.

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