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LE RICORDANZE di Giacomo Leopardi I a parte

LE RICORDANZE di Giacomo Leopardi I a parte. Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea tornare ancor per uso a contemplarvi sul paterno giardino scintillanti, e ragionar con voi dalle finestre di questo albergo ove abitai fanciullo, e delle gioie mie vidi la fine.

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LE RICORDANZE di Giacomo Leopardi I a parte

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Presentation Transcript


  1. LE RICORDANZE di Giacomo Leopardi Iaparte

  2. Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea tornare ancor per uso a contemplarvi sul paterno giardino scintillanti, e ragionar con voi dalle finestre di questo albergo ove abitai fanciullo, e delle gioie mie vidi la fine.

  3. Quante immagini un tempo, e quante fole creommi nel pensier l'aspetto vostro e delle luci a voi compagne! Allora che, tacito, seduto in verde zolla, delle sere io solea passar gran parte mirando il cielo, ed ascoltando il canto della rana rimota alla campagna!

  4. E la lucciola errava appo le siepie in su l’aiuole, susurrando al ventoi viali odorati, ed i cipressilà nella selva; e sotto al patrio tettosonavan voci alterne, e le tranquilleopre de’ servi.

  5. E che pensieri immensi,che dolci sogni mi spirò la vistadi quel lontano mar, quei monti azzurri,che di qua scopro, e che varcare un giornoio mi pensava, arcani mondi, arcanafelicità fingendo al viver mio!

  6. Ignaro del mio fato, e quante volte questa mia vita dolorosa e nudavolentier con la morte avrei cangiato.

  7. Né mi diceva il cor che l’età verdesarei dannato a consumare in questonatio borgo selvaggio, intra una gentezotica, vil; cui nomi strani, e spessoargomento di riso e di trastullo,son dottrina e saper;

  8. che m’odia e fugge,per invidia non già, che non mi tienemaggior di sé, ma perché tale estimach’io mi tenga in cor mio, sebben di fuoria persona giammai non ne fo segno.

  9. Qui passo gli anni, abbandonato, occulto,senz’amor, senza vita; ed aspro a forzatra lo stuol de’ malevoli divengo:qui di pietà mi spoglio e di virtudi,e sprezzator degli uomini mi rendo,per la greggia ch’ho appresso:

  10. e intanto volail caro tempo giovanil; più caroche la fama e l’allor, più che la puraluce del giorno, e lo spirar: ti perdosenza un diletto, inutilmente, in questosoggiorno disumano, intra gli affanni,o dell’arida vita unico fiore.

  11. Viene il vento recando il suon dell’oradalla torre del borgo. Era confortoquesto suon, mi rimembra, alle mie notti,quando fanciullo, nella buia stanza,per assidui terrori io vigilava,sospirando il mattin.

  12. Qui non è cosach’io vegga o senta, onde un’immagin dentronon torni, e un dolce rimembrar non sorga.

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