1 / 20

LE RICORDANZE di Giacomo Leopardi II a parte

LE RICORDANZE di Giacomo Leopardi II a parte. Dolce per sé; ma con dolor sottentra il pensier del presente, un van desio del passato, ancor tristo, e il dire: io fui. Quella loggia colà, volta agli estremi raggi del dì; queste dipinte mura, quei figurati armenti, e il Sol che nasce.

grazia
Download Presentation

LE RICORDANZE di Giacomo Leopardi II a parte

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. LE RICORDANZE di Giacomo Leopardi IIa parte

  2. Dolce per sé; ma con dolor sottentra il pensier del presente, un van desio del passato, ancor tristo, e il dire: io fui..

  3. Quella loggia colà, volta agli estremi raggi del dì; queste dipinte mura, quei figurati armenti, e il Sol che nasce

  4. su romita campagna, agli ozi miei porser mille diletti allor che al fianco m'era, parlando, il mio possente errore

  5. sempre, ov'io fossi. In queste sale antiche, al chiaror delle nevi, intorno a queste ampie finestre sibilando il vento

  6. rimbombaro i sollazzi e le festose mie voci al tempo che l'acerbo, indegno mistero delle cose a noi si mostra RENOIR

  7. pien di dolcezza; indelibata, intera il garzoncel, come inesperto amante, la sua vita ingannevole vagheggia, RENOIR

  8. e celeste beltà fingendo ammira. O speranze, speranze; ameni inganni della mia prima età! sempre, parlando, SARGENT

  9. ritorno a voi; che per andar di tempo, per variar d'affetti e di pensieri, obbliarvi non so. TISSOT

  10. Fantasmi, intendo son la gloria e l'onor; diletti e beni mero desio; non ha la vita un frutto, inutile miseria.

  11. E sebben vòtison gli anni miei, sebben deserto, oscuro il mio stato mortal, poco mi toglie la fortuna, ben veggo.

  12. Ahi, ma qualvolta a voi ripenso, o mie speranze antiche, ed a quel caro immaginar mio primo; indi riguardo il viver mio sì vile

  13. e sì dolente, e che la morte è quello che di cotanta speme oggi m'avanza; sento serrarmi il cor, sento ch'al tutto

  14. consolarmi non so del mio destino. E quando pur questa invocata morte sarammi allato, e sarà giunto il fine

  15. della sventura mia; quando la terra mi fia straniera valle, e dal mio sguardo fuggirà l'avvenir; di voi per certo

  16. risovverrammi; e quell'imago ancora sospirar mi farà, farammi acerbo l'esser vissuto indarno, e la dolcezza

  17. del dì fatal tempererà d'affanno. E già nel primo giovanil tumulto di contenti, d'angosce e di desio, SUGHI

  18. morte chiamai più volte, e lungamente mi sedetti colà su la fontana

  19. pensoso di cessar dentro quell'acquela speme e il dolor mio.

  20. musica:“ INTERMEZZO “ da Manon Lescaut di Giacomo Puccini elaborazione: marcello abbondi

More Related