
MALATTIE CISTICHE RENALI. introduzione. Le malattie cistiche dei reni sono caratterizzate da disordini strutturali, ad eziologia variabile, che compaiono sia nell’ adulto che nel bambino.
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Le malattie cistiche dei reni sono caratterizzate da disordini strutturali, ad eziologia variabile, che compaiono sia nell’ adulto che nel bambino.
La sintomatologia è variabile e può andare dall’ assenza di sintomi alla insufficienza renale cronica terminale.
In diversi casi il disordine è sistemico perché oltre ai reni possono essere colpiti altri organi.
classificazione
A) FORME GENETICHE
Con trasmissione ereditaria che può essere:
- autosomica dominante ( rene policistico dell’ adulto )
- recessiva (rene policistico del bambino )
B) FORME NON GENETICHE
- disordini dello sviluppo ( rene multicistico, rene a spugna)
- disordini acquisiti ( cisti renali semplici)
patogenesi
Nella formazione delle cisti renali intervengono tre fattori:
Aumento della proliferazione delle cellule tubulari
Aumentata produzione di liquido cistico da parte delle cellule epiteliali tubulari (tendenza all’aumento di volume delle cisti)
Alterazioni anatomiche della membrana basale del tubulo (alterata composizione dei proteoglicani)
Nelle forme congenite esiste un’ alterazione della maturazione delle cellule tubulari che tendono, quindi, a riprodursi in maniera continua e più veloce.
Valutazione del paziente
Di fronte ad una malattia cistica del rene è necessaria:
E’ una malattia ereditaria con incidenza di circa 1/1000.
E’ la causa di IRC nel 10% dei pazienti che si sottopongono a dialisi cronica.
E’ caratterizzata da numerose cisti che interessano entrambi i reni.
L’aumento di volume delle cisti determina distruzione del parenchima renale circostante con progressiva diminuzione della funzione renale.
Mutazioni geniche
Nel 85% dei casi vi è la mutazione del gene PKD1 presente nel braccio corto del cromosoma 16: codifica per la proteina “Policistina 1”.
Nel 10% dei casi vi è la mutazione del gene PKD2 situato nel braccio lungo del cromosoma 4: codifica per la proteina “Policistina 2”.
Nel 5% dei casi mutazione del gene PKD3.
Ruolo delle Policistine
La Policistina 1 e 2 formerebbero un complesso funzionale deputato all’ancoraggio delle cellule alla matrice intercellulare.
patogenesi
L’ anomalo ancoraggio delle cellule alla matrice determinerebbe un cambiamento della loro forma e della loro sensibilità ai fattori di crescita (cosiddetta “sdifferenziazione”), andando incontro, quindi ad un aumento della proliferazione cellulare.
anatomia patologica
La prima fase della formazione della cisti è la dilatazione del tubulo che colpisce tutti i nefroni.
Seguono le alterazioni delle cellule tubulari, con perdita della normale funzione.
Macroscopicamente i reni sono aumentati di volume ed hanno superficie irregolare per la presenza di numerose cisti di varie dimensioni.
Microscopicamente le cisti sono rivestite di epitelio cubico; il parenchima circostante è caratterizzato da fibrosi peritubulare e segni di pielonefrite.
Storia clinica
Dal punto di vista clinico:
Sedi extrarenali
Si possono riscontrare:
- cisti in altri organi come fegato ( che non portano sintomi di insufficienza epatica ), ovaio, pancreas, testicoli, tiroide e milza
- aneurismi intracranici che possono andare incontro a rottura tra i 30 ed i 40 anni
- anomalie delle valvole cardiache e aneurismi dell’aorta addominale
sintomi
Dolore al fianco di tipo gravativo dovuto ad aumento di peso del rene, stiramento del peduncolo vascolare, distensione della capsula.
Diagnosi differenziale con:
- colica renale da calcolosi reno-ureterale semplice
- pielonefrite acuta
B) Ipertensione arteriosa (da attivazione locale del sistema renina-angiotensina-aldosterone)
C) Ematuria macroscopica e microscopica per rottura di vasi nelle cisti, calcoli, infezioni, tumori
D) Infezioni delle vie urinarie
Diagnosi strumentale
La diagnosi strumentale si avvale della ecografia e della TC.
Si evidenza la presenza di reni aumentati di volume caratterizzati da numerose cisti, di diverse dimensioni, ripiene di liquido.
Angio-RM per la ricerca di eventuali aneurismi intracranici.
CRITERI ECOGRAFICI
< 30 anni: almeno 2 cisti unilaterali o bilaterali
30-59 anni: almeno 2 cisti in ciascun rene
> 60 anni: almeno 4 cisti in ciascun rene
Terapia 1
Le strategie terapeutiche comprendono:
A) Rallentamento della progressione del danno renale
Terapia 2
E’ una malattia autosomica recessiva, con incidenza di 1/10000 nati.
I reni sono aumentati di volume, a superficie irregolare.
L’eziologia è sconosciuta. Recentemente è stata individuata una alterazione genica potenzialmente responsabile della malattia: anomalia del gene PKHD1, localizzato su braccio corto del cromosoma 6, che codifica per la proteina fibrocistina-poliduttina.
RENE POLICISTICO DEL BAMBINO 2
Nei casi più severi i neonati sopravvivono per pochi giorni a causa della concomitante ipoplasia polmonare.
In caso di superamento del primo mese di vita i maggiori problemi derivano dalla presenza di scompenso cardiaco e ritardo di crescita.
Dopo il primo anno di vita il problema maggiore è la fibrosi epatica irreversibile.
E’ una delle cause più frequenti di massa addominale nel neonato.
Le forme unilaterali sono spesso silenti.
Le forme bilaterali sono incompatibili con la vita.
Non è ereditaria ma congenita.
Il normale parenchima renale è sostituito da cisti e tessuto fibroso.
La patogenesi è legata ad alterazioni del tubulo collettore.
Spesso si associano segni di infezioni, calcoli e ipertensione.
La diagnosi si attua con l’ecografia indicata dopo un reperto obiettivo di massa addominale palpabile, mobile e con superficie irregolare.
E’ una malattia congenita, bilaterale, trasmessa con tratto autosomico-dominante, caratterizzata da ectasia cistica dei dotti collettori papillari.
Spesso si associa a reflusso vescico-ureterale, con possibile danno del rene controlaterale per infezione.
Cisti renali acquisite di tipo semplice possono comparire frequentemente nel soggetto affetto da IRC ed aumentano di numero e volume nei pazienti in trattamento dialitico cronico.
In casi molti rari all’interno di una delle cisti si può sviluppare un carcinoma renale; il sospetto viene posto in presenza di cisti sepimentate e/o con contenuto a densità variabile.
E’ consigliabile un controllo ecografico annuale delle cisti renali nei soggetti in trattamento dialitico cronico.
La gestosi gravidica o preeclampsia è un quadro clinico che può insorgere nel terzo trimestre di gravidanza e che è caratterizzato da edema associato a proteinuria e ipertensione arteriosa.
L’ edema isolato non ha valore patologico.
La presenza di convulsioni configura il quadro della sindrome eclamptica.
I criteri
IPERTENSIONE
P.diastolica > 90 mmHg in 2 misurazioni a distanza di 4 ore
o > 110 mmHg in unica misurazione
P. sistolica > 140 mmHg (indipendentemente dai valori della pressione diastolica)
PROTEINURIA
> 300 mg/24 ore
epidemiologia
E’ presente nel 6-8% delle gravidanze, nel 85% dei casi compare alla prima gravidanza.
E’ presente con maggiore frequenza in:
Emodinamica 1
La gravidanza normale è caratterizzata da:
Emodinamica 2
Nella paziente con ipertensione gestazionale, la situazione emodinamica è caratterizzata da:
clinica
I sintomi sono:
La pre-eclampsia è considerata di grado lieve quando la P.diastolica è di circa 100 mmHg e la proteinuria è < 1gr/24h.
E’ grave quando la P.diastolica è > 110mmHg e la proteinuria è maggiore di 1gr/24h.
Si può associare cefalea,disturbi visivi, oliguria ed insufficienza renale.
Una espressione particolare della gestosi è la sindrome HELLP (hemolysis, elevated liver enzymes, low platelet count) caratterizzata da:
Gravidanza ed IRC
Nelle donne con PA normale e funzione renale normale o lievemente ridotta (creatinina superiore a 1,5 nell’ uomo e 1.4 mg/dl nella donna) la gravidanza può procedere normalmente
Nelle pazienti con IRC lieve ( creatinina tra 1.5 e 3mg/dl), si può osservare un peggioramento della funzione renale, talvolta irreversibile
Nelle pazienti con IRC avanzata ( creatinina superiore a 3 mg/dl ) la gravidanza va sconsigliata
Un’aumento della frequenza della gestosi si può verificare nelle malattie autoimmuni nel diabete e nell’ipertensione
Anatomia patologica
La biopsia renale può mostrare:
terapia
A) Riposo a letto (miglioramento della perfusione utero-placentare e renale)
B) terapia medica anti-ipertensiva
- nifedipina (in genere 40 mg/die)
- labetalolo ( 400 mg/die)
NON i diuretici! Riducono ulteriormente il volume plasmatico.
C) Dieta con 1800-2200 Kcal, 1gr/Kg di proteine, normale apporto di sodio e acqua
In caso di mancato controllo del quadro ipertensivo e/o insoddisfacenti condizioni fetali (dal monitoraggio) l’unico provvedimento valido è l’ESPLETAMENTO DEL PARTO tramite taglio cesareo.