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L’impatto del trasferimento tecnologico sul sistema delle imprese

L’impatto del trasferimento tecnologico sul sistema delle imprese. Pier Paolo Puliafito, Stefania Testa Università degli Studi di Genova. Dallo studio condotto emerge che la percentuale di imprese innovative è molto elevata, superiore a quanto riportato dalle statistiche “ufficiali”

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L’impatto del trasferimento tecnologico sul sistema delle imprese

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Presentation Transcript


  1. L’impatto del trasferimento tecnologico sul sistema delle imprese Pier Paolo Puliafito, Stefania Testa Università degli Studi di Genova

  2. Dallo studio condotto emerge che la percentuale di imprese innovative è molto elevata, superiore a quanto riportato dalle statistiche “ufficiali” • Sorprendente è la percentuale di imprese che sostiene di aver introdotto innovazioni radicali. • Relativamente bassa (10%) è la percentuale di imprese che dichiara rilevante il ruolo dei facilitatori nel promuovere le collaborazioni utili al processo di innovazione (bridging e networking)

  3. SETTORE ELETTRONICA • IMPRESE: 16 • NUMERO MEDIO DIPENDENTI: 40 • FATTURATO MEDIO: 5.958.000 euro • IMPRESE CHE HANNO INTRODOTTO ALMENO UNA INNOVAZIONE NEGLI ULTIMI 5 ANNI: 16 • IMPRESE CHE HANNO INTRODOTTO ALMENO UNA INNOVAZIONE RADICALE NEGLI ULTIMI 5 ANNI: 10 • NUMERO TOTALE INNOVAZIONI: 36 • DI CUI: • RADICALI: 19 • INCREMENTALI: 17 • % AZIENDE INNOVATIVE: 100% • % AZIENDE INNOVATIVE (RADICALI): 62,5%

  4. MOLTE DELLE IMPRESE DEL CAMPIONE, PUR DICHIARANDO INNOVAZIONI RADICALI NEGLI ULTIMI 5 ANNI, HANNO UN FATTURATO CHE NON SUPERA i 300.000 EURO MA DI COSA STIAMO PARLANDO? “bisogna individuare l’onda e non soltanto il surfer”

  5. Alcune osservazioni metodologiche • Il metodo più comunemente utilizzato (Sonfield, 2001) per indagare i temi legati all’innovazione è l’indagine basata su questionari ove l’innovazione è per lo più misurata attraverso dati di natura percettiva, riportati dalle persone direttamente coinvolte nel processo • Il problema dell’ambiguità è difficile da eliminare anche dopo un accurato sviluppo del questionario e l’utilizzo di interviste faccia-a-faccia per facilitare l’interpretazione delle domande • Il manuale di Oslo indica come linea guida base per la raccolta di dati sull’innovazione il ricorso alle opinioni di dirigenti ed imprenditori

  6. La letteratura riporta in alcuni casi (Kahn and Manopichetwattana (1989); Jennings and Young (1990))una forte correlazione tra le misure di innovazione percettive e quelle oggettive • Altre ricerche (Flor et al 2004, Coombs et al 1998 ) segnalano una sovrastima delle attività innovative quando sono gli intervistati a descrivere i loro stessi risultati • Eliminare il problema della percezione non è però possibile né desiderabile • La percezione del fenomeno è infatti molto importante perché ha forte influenza sul comportamento e quindi sulle performance (vedansi ad es. Stewart et al, 2001, Stewart et al 2003, Lerner et al. (2002), Cooper et al (1988)). • Se questo è vero per le grandi imprese è ancora più vero per le PMI ove il comportamento dell’impresa coincide per lo più con quello dell’imprenditore

  7. La complessità del problema • Cosa si intende per innovazione tecnologica? • Chi “deve” decidere se una innovazione sia importante o meno? L’esperto, l’imprenditore? • Quali sono i presupposti per una efficace collaborazione tra imprese, università e facilitatori nello sviluppo di innovazione tecnologica? • Quali potrebbero essere le linee guida per il processo decisionale che conduce alla scelta delle priorità, all’allocazione dei fondi e alla gestione delle risorse umane in modo da soddisfare i portatori di interesse e da promuovere l’efficienza e l’efficacia del sistema innovativo locale?

  8. La formulazione di una definizione chiara, concisa e precisa di innovazione tecnologica è un esercizio al quale sono state dedicate negli ultimi anni parecchie risorse come è possibile rilevare dal lungo processo di convergenza verso il Manuale di Oslo, redatto dall’OCSE (Grandi et al., 2005) • A differenti definizioni corrispondono diversi criteri di scelta delle variabili proxy così come differenti criteri per definire l’intensità dell’innovazione

  9. Secondo Ronald Mascitelli (2000) : “Scholars have employed an expanding set of adjectives to bifurcate innovation into manageable subsets: evolutionary versus revolutionary, incremental versus radical, continuous versus discontinuous, and sustaining versus disruptive. Contrary to the popular notion that revolutionary innovations always involve new technologies or new markets (Veryzer 1998), I assert that a large percentage of economically valuable innovations employ existing technologies as a creative medium to expand or redirect existing flows of revenue. The Sony Walkman, for example, employed relatively mundane technology and serviced a very mature market, yet clearly represented an economic windfall. In this case, the “revolution” was embodied in the product concept itself (Zien at al. 1997). I will use the term “breakthrough innovation” to represent any creative and original action by individuals or project teams that enables firms to capture at least temporary monopoly profits or that results in a significant increase in market share”.

  10. Secondo Veryzer (1998): “Innovation refers to the creation of a product, service or process. Terms such as “radical”, “breakthrough”, “revolutionary”, “really new”, “game changing” and “boundary expanding” have all been used to refer to products that involve dramatic departures from existent products or their logical extensions. In reviewing the literature it is apparent that various bases have been used for determining the “radicalness” of an innovation. One reason for this may be the different perspectives that firms have with respect to innovation…”

  11. Sebbene il focus sull’innovazione sia storicamente economico, la percezione dell’innovazione è sociale (Blackman, 2004, Zaltman 1973, Burns and Stalker 1979, Bouwen et al, 1991; Steyaert et al, 1996, Coopey et al. 1997). • Secondo Zaltman “the distinguishing characteristic of an innovation is that, instead of being an external object, it is the perception of a social unit that decides its newness”. • Alcuni autori dichiarano che la “radicalità” di una innovazione è la percezione dei membri dell’organizzazione e dipende dal livello di esperienza che le persone dell’organizzazione hanno con l’innovazione che stanno sviluppando o hanno sviluppato • Altri (Danneels et al., 2001) suggeriscono di focalizzarsi su chi sono coloro che applicano i criteri per la classificazioni delle innovazioni (imprese, istituzioni, accademici).

  12. Necessità di enfatizzare gli aspetti sociali e culturali relativi ai temi dell’innovazione, introducendo le diverse prospettive dei portatori di interesse. • I casi di insuccesso riportati in letteratura (ad es. Bakouros et al., 2002, Westhead and Cowling, 1995; Massey et al, 1992; Oakey and Mukhtar, 1999; Vedovello, 1997, Hansson, 2005) relativi ad azioni per l’innovazione potrebbero in parte essere ricondotti alle diverse prospettive degli attori coinvolti • Come conciliare le diverse prospettive? Su chi/cosa agire?

  13. Portatori di interesse Fattori di competitività per il sistema locale di innovazione Imprese • Talento / motivazione imprenditoriale • Attività di networking tra imprese • Competenze manageriali • Apertura internazionale / orientamento all’export • Accesso alla finanza privata • Altri servizi privati alle imprese (consulenze strat., legali, fiscali) • Finanziamenti pubblici / incentivi fiscali • Altri servizi pubblici alle imprese / visibilità (ag. di sv., camcom) Istituzioni Università • Presenza – istruzione del capitale umano e attività di ricerca • Forme di collaborazione imprese – università (es., istituzione • di labs e centri di ricerca, finanziamenti di progetti universitari) • Attività di spin-off

  14. Quali sono le esigenze delle imprese in tema di supporto all’innovazione?

  15. Qual è il ruolo delle università e dei centri di ricerca nel processo di innovazione?

  16. Linee guida • Promuovere attività di “osservatorio tecnologico” in grado di monitorare l’attività di innovazione tecnologica delle imprese locali e l’attività scientifica del mondo della ricerca • Promuovere identificazione di best practice esterne al sistema locale • Attuare azioni di technology foresight finalizzate a delineare i possibili scenari tecnologici futuri e ad individuare eventuali possibilità di collaborazione, anche a livello internazionale. • Aiutare la crescita della dimensione media di impresa aggiungendo alle tradizionali attività di finanziamento delle imprese strumenti finanziari specificamente ideati per facilitare la crescita di impresa(ad es. fondi per private equity e venture capital) • Promuovere strutture condivise per l’attività di ricerca tra università/centri di ricerca e imprese • Aiutare le imprese a trovare la connessione ai mercati • Evitare di considerare la tecnologia ICT come una panacea per tutti i mali (Piano per l’introduzione di tecnologie ICT nelle PMI recentemente sviluppato dal Ministero per l’innovazione e le tecnologie) • Sperimentare sì, ma sempre ricordarsi di MISURARE!

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