1 / 20

PRINCIPIO DI RECIPROCITÀ

PRINCIPIO DI RECIPROCITÀ. Bibliografia. Caritas in Veritate 3, 8, 34,35,36,37,38,39 . L. Bruni , L’impresa civile , Università Bocconi editore, Milano 2009. S. Zamagni , Per un’economia a misura di persona , Città nuova, Roma 2012. REGALI E DONO.

kailey
Download Presentation

PRINCIPIO DI RECIPROCITÀ

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. PRINCIPIO DI RECIPROCITÀ

  2. Bibliografia Caritas in Veritate 3, 8, 34,35,36,37,38,39. L. Bruni, L’impresa civile, Università Bocconi editore, Milano 2009. S. Zamagni, Per un’economia a misura di persona, Città nuova, Roma 2012.

  3. REGALI E DONO I regali ed i doni sono atti umani diversi, convivono gli uni accanto agli altri ma non vanno confusi tra loro.

  4. REGALI Convenzioni sociali meritato obbligo Joel Waldfogel ha dimostrato che i regali di Natale distruggono il 20% del valore dei beni regalati, poiché se le persone scegliessero i propri regali invece di riceverli dagli altri, la loro soddisfazione sarebbe maggiore. Questo economista propone di regalare denaro, è una via più semplice, ma questi regali in denaro non sono un dono. DONO GRATUITA’ BENI RELAZIONALI SORPRESA

  5. DONO c’è bisogno di un investimento di tempo, di entrare in profonda sintonia con l’altro, di creatività, fatica, e rischiare anche l’ingratitudine. Quando il dono si esprime con un oggetto donato, quel dono incorporerà per sempre quell’atto di amore, quel bene relazionale da cui è nato e che a sua volta fa rinascere.

  6. Cosa distingue un dono da un regalo La forma conta come la sostanza: in un dono vale non solo il che cosa ma anche il come, il quando, il dove il dono viene donato – ricevuto. Non c’è dono senza un biglietto personale e accurato che lo accompagni. La consegna del dono non è mai anonima né frettolosa: è essenziale saper sprecare tempo, e la conpresenza di chi dona e di chi riceve.

  7. IL PRINCIPIO DI SCAMBIO DI EQUIVALENTI qualunque cosa un soggetto A faccia o dia a B, con il quale ha liberamente deciso di entrare in rapporto di scambio, deve essere controbilanciato dalla corresponsabilità da parte di B di qualcosa di egual valore. c’è libertà ante scambio ma non post prezzo una volta negoziato non si può non adempiere all’accordo/contratto.

  8. Nella reciprocità non solo non vi è accordo previo ma neppure un’obbligazione a carico di B di reciprocare. IL PRINCIPIO DI RECIPROCITA’ A si muove liberamente verso B per aiutarlo in qualche modo e forma sulla base dell’aspettativa che B farà altrettanto, in un tempo successivo, nei suoi confronti o nei confronti di C. A formula solamente un’aspettativa e se questa andrà delusa ciò che potrà accadere è che A interrompa o modifichi la relazione con B. Il valore di quanto B darà non deve essere equivalente a quanto ha ricevuto da A, la reciprocità postula la proporzionalità non l’equivalenza. una relazione intersoggettiva fragile

  9. La reciprocità inizia sempre da un atto di gratuità IL PRINCIPIO DI RECIPROCITA’ A va verso B con l’atteggiamento di chi vuol fare un dono, non di chi vuol stringere un affare. famiglia, cooperativa, impresa sociale, associazioni Il progresso civile ed economico di un paese dipende basicamente da quanto diffuse tra i suoi cittadini sono le pratiche di reciprocità

  10. ECONOMIA CIVILE una civiltà dove i mercati erano alleati del bene comune e le città erano i nodi di una rete europea di scambi non solo economici. XII - XIV secolo Francesco Nell’umanesimo civile del quattrocento si diffonde un modello di ordine sociale chiamato economia di mercato: è lo scambio a consentire una grande diversità genetica nelle popolazioni umane. Lo scambio consente di includere anche chi è più relativamente meno forte ma diverso.

  11. ECONOMIA CIVILE una civiltà dove i mercati erano alleati del bene comune e le città erano i nodi di una rete europea di scambi non solo economici. XII - XIV secolo RIFORMA PROTESTANTE FEDE CRISTIANA UNITA’ COMUNIONE VALORI COMUNI

  12. ECONOMIA CIVILE RIFORMA PROTESTANTE scandalo della gratia ciò che ha un valore infinito diventa merce di scambio economico. MERCATO CAPITALISMO FILANTROPICO netta distinzione DONO individui senza comunità l’individualismo diviene la principale malattia del modello anglosassone.

  13. ECONOMIA CIVILE LIBERTA’ INDIVIDUALE CONTRORIFORMA Reazione contro il mercato non è mai decollato veramente, perché bloccato e invischiato nelle trame dei legami forti della comunità e della famiglia. Mafia, totalitarismo, paternalismo di stato sono le malattie tipiche del modello comunitario INIZIATIVA PRIVATA MODELLO COMUNITARIO PATERNALISMO DI STATO Comunità senza individui

  14. STATALISTI DISSIDIO dissolvere la soggettività nel collettivo esaltano la soggettività riducendo il sociale a mera aggregazione di preferenze individuali LIBERISTI

  15. PRIVATO GRATUITA’ STATALISTI LIBERISTI al fine del benessere bastino i contratti, gli incentivi e ben definite, e fatte rispettare, regole del gioco per realizzare nella pratica la solidarietà basti lo stato sociale, il quale può bensì appellarsi alla giustizia ma non certo alla gratuità.

  16. La sfida della Caritas in Veritate restituire Il principio di gratuità alla sfera pubblica

  17. DICOTOMIA PUBBLICO PRIVATO quello di non presupporre per il loro consumo un azione comune, né la conoscenza dell’identità delle persone coinvolte. I beni privati e i beni pubblici condividono un comune tratto opposto dell’idea di relazione e di bene comune tipico della tradizione classica Una scienza economica che non vede le relazioni ma solo individui, non è capace di vedere i beni relazionali. La produzione dei beni relazionali non può avvenire secondo le regole di produzione dei beni privati, né di fornitura dei beni pubblici. che sono il cemento che tiene assieme le nostre società

  18. BENI RELAZIONALI è il bene che può essere prodotto e fruito soltanto assieme e simultaneamente da coloro i quali sono gli stessi produttori delle relazioni che li coinvolgono. Amicizia, fiducia, felicità, rapporti familiari sono altrettanti esempi di ambiti caratterizzati dal ruolo essenziale dei beni relazionali.

  19. I REGALI sono manutenzione di un rapporto, ma non li sanano, trasformano, ricreano. Il dono è uno strumento fondamentale se non indispensabile per curare, riconciliarsi, per ricominciare. IL DONO è una cosa molto seria, faccenda politica, fonda e rifonda le civiltà e la vita: non saremo sopravvissuti alla nascite se qualcuno non ci avesse donato attenzione, cura ed amore. E nessuna istituzione e comunità umana nasce e rinasce senza doni.

  20. Tre sono le modalità di rapporti interpersonali INFORMAZIONE: è un rapporto unidirezionale da A a B. Quando A trasferisce un messaggio a B, non c’è ritorno. B non ha la possibilità di intervenire, può solo decidere se accettare o meno l’informazione e poi cosa farne. RELAZIONE: né A né B detengono alcun potere, dal momento che esso si alterna continuamente tra i due soggetti. La relazione postula il dialogo, che non è mera conversazione, poiché nel dialogo ciascun partecipante deve impegnarsi eticamente a tener conto del punto di vista dell’altro, il che non accade nella comunicazione e tantomeno nella informazione. COMUNICAZIONE: è un rapporto bidirezionale, dove il termine chiave è quello di ascolto. Prima di decidersi a comunicare A si chiede cosa pensa B; deve dunque ascoltarlo. Nella comunicazione c’è reciprocità perché anche B deve ricevere gratificazione dalla partecipazione al processo comunicativo. Comunicare è più impegnativo che informare; si tratta di mettere qualcosa in comune con qualcun altro.

More Related