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Segreteria Regionale all' Ambiente e Territorio Servizio Rete Natura 2000

Segreteria Regionale all' Ambiente e Territorio Servizio Rete Natura 2000 Dirigente del Servizio Rete Natura 2000 arch. Antonella Camatta Palazzo Linetti Calle Priuli, 99 - Cannaregio 30121 VENEZIA. Principi e obiettivi della Rete Ecologica Europea Natura 2000 le direttive comunitarie

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Segreteria Regionale all' Ambiente e Territorio Servizio Rete Natura 2000

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Presentation Transcript


  1. Segreteria Regionale all' Ambiente e Territorio Servizio Rete Natura 2000 Dirigente del Servizio Rete Natura 2000 arch. Antonella Camatta Palazzo Linetti Calle Priuli, 99 - Cannaregio 30121 VENEZIA

  2. Principi e obiettivi della Rete Ecologica Europea Natura 2000 le direttive comunitarie e la normativa nazionale

  3. Cos’è Natura 2000? E’ una rete a livello comunitario di zone naturali protette istituite nel quadro della direttiva “Habitat”, che comprende anche le zone designate nell’ambito della direttiva “Uccelli”. Quale è lo scopo? Garantire la sopravvivenza a lungo termine delle specie e degli habitat più vulnerabili. Svolge un ruolo chiave nella protezione della BIODIVERSITA’.

  4. Normativa Comunitaria

  5. TRATTATO CHE ISTITUISCE LA CE La protezione e il miglioramento della qualità dell’ambiente rientrano tra gli obiettivi individuati dall’articolo 2 del Trattato che istituisce la CE OBIETTIVO Lo strumento pertinente è fornito dalla politica della Comunità nel settore dell’ambiente prevista dall’articolo 3 del Trattato che istituisce CE STRUMENTO

  6. LA RETE NATURA 2000 DEFINIZIONE La Rete NATURA 2000 è una rete ecologica europea coerente di zone naturali protette istituita nel quadro della direttiva 92/43/CEE (HABITAT) SCOPO Garantire la conservazione della diversità biologica e la sopravvivenza a lungo termine delle specie e degli habitat COMPOSIZIONE Comprende ZONE SPECIALI DI CONSERVAZIONE (ZSC) designate ai sensi della direttiva 92/43/CEE (HABITAT) e ZONE DI PROTEZIONE SPECIALE designate ai sensi della direttiva 79/409/CEE (UCCELLI)

  7. LE BASI GIURIDICHE DELLA RETE ZSC - Direttiva “HABITAT” 92/43/CEE ZPS - Direttiva “UCCELLI” 79/409/CEE RETE NATURA 2000

  8. DIRETTIVA 92/43/CEE “HABITAT” • SCOPO • Contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo • MEZZI • Istituzione di zone speciali di conservazione (ZSC) individuate come siti di importanza comunitaria (SIC) per la tutela degli habitat naturali di interesse comunitario e degli habitat delle specie animali e vegetali di interesse comunitario • Regime di tutela per le specie animali e vegetali di interesse comunitario che necessitano di una protezione rigorosa

  9. Gli Allegati della Direttiva “HABITAT” ALLEGATO I: TIPI DI HABITAT NATURALI D’INTERESSE COMUNITARIO LA CUI CONSERVAZIONE RICHIEDE LA DESIGNAZIONE DI AREE SPECIALI DI CONSERVAZIONE ALLEGATO II: SPECIE ANIMALI E VEGETALI D'INTERESSE COMUNITARIO LA CUI CONSERVAZIONE RICHIEDE LA DESIGNAZIONE DI ZONE SPECIALI DI CONSERVAZIONE ALLEGATO III: CRITERI DI SELEZIONE DEI SITI ATTI AD ESSERE INDIVIDUATI QUALI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA E DESIGNATI QUALI ZONE SPECIALI DI CONSERVAZIONE ALLEGATO IV: SPECIE ANIMALI E VEGETALI DI INTERESSE COMUNITARIO CHE RICHIEDONO UNA PROTEZIONE RIGOROSA ALLEGATO V: SPECIE ANIMALI E VEGETALI DI INTERESSE COMUNITARIO IL CUI PRELIEVO NELLA NATURA E IL CUI SFRUTTAMENTO POTREBBERO FORMARE OGGETTO DI MISURE DI GESTIONE ALLEGATO VI: METODI E MEZZI DI CATTURA E DI UCCISIONE NONCHÉMODALITÀ DI TRASPORTO VIETATI

  10. pSIC – SIC - ZSC Regioni Stati membri Definiscono Specie Habitat naturali pSIC Commissione Europea SIC Stati membridesignano ZSC

  11. Direttiva «Uccelli» 79/409/CEE SCOPO Contribuire alla conservazione di tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo MEZZI • Istituzione di zone di protezione speciale (ZPS) per la tutela delle specie soggette a speciali misure di conservazione • Regime generale di protezione di tutte le specie di uccelli selvatici

  12. Allegati della Direttiva “UCCELLI” ALLEGATO I: SPECIE SOGGETTE A SPECIALI MISURE DI CONSERVAZIONE ALLEGATO II: SPECIE DI CUI PUÒ ESSERE AUTORIZZATA LA CACCIA IN TUTTA L’UNIONE O IN ALCUNI STATI ALLEGATO III: SPECIE DI CUI PUÒ ESSERE AUTORIZZATO IL COMMERCIO IN TUTTA L’UNIONE O IN ALCUNI STATI ALLEGATO IV: MEZZI DI CATTURA VIETATI ALLEGATO V: AREE PRIORITARIE PER LA RICERCA

  13. ZPS Regioni individuano le ZPS Ministero dell’Ambiente designa le ZPS Commissione Europea viene informata

  14. Important Bird Areas - IBA La Commissione Europea negli anni ‘80 ha commissionato un’analisi della distribuzione dei siti importanti per la tutela delle specie di uccelli in tutti gli Stati dell’Unione (Important Bird Areas, IBA). Questo elenco è il riferimento legale per la Commissione rispetto alle aree che ogni Stato è tenuto a designare come ZPS.

  15. ZPS In Italia l’individuazione delle aree Zone di Protezione Speciale (ZPS) viene svolta dalle Regioni, che ne richiedono successivamente la designazione al Ministero dell’Ambiente, Servizio Conservazione della Natura presentando un formulario Natura 2000 e la cartografia dei siti proposti. Dopo la verifica della completezza e congruenza delle informazioni trasmesse il Servizio Conservazione della Natura passa la documentazione al Ministro dell’ambiente che, con proprio atto, trasmette la lettera di designazione, le schede e le cartografie alla Commissione Europea, tramite la Rappresentanza Permanente Italiana. Dalla data di designazione con lettera del Ministro le Zone di Protezione Speciale entrano automaticamente a far parte della rete Natura 2000 e su di esse si applicano pienamente le indicazioni della direttiva Habitat in termini di tutela e gestione.

  16. Osservazioni La direttiva Habitat non stabilisce norme sulla procedura di consultazione pubblica per la selezione dei siti. Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) fanno già parte di Natura 2000 dal momento della loro designazione mentre per i Siti di Importanza Comunitaria (SIC) si dovrà aspettare la definizione delle liste ufficiali e la designazione dei siti da parte del Ministro dell’Ambiente (ZSC). Fino alla redazione delle liste ufficiali, pur non essendo i pSIC definitivamente inseriti nella rete essi devono comunque essere tutelati. Il regime di protezione si applica ai Siti di Importanza Comunitaria proposti (pSIC) e alle Zone di Protezione Speciale (ZPS) dal momento della loro individuazione da parte della regione o della provincia autonoma

  17. Normativa Nazionale

  18. Normativa Natura 2000 D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 Il recepimento della direttiva è avvenuto in Italia con il D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, «Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche.» (G.U. serie generale n. 248 del 23 ottobre 1997). D.P.R. 12 marzo 2003, n. 120 «Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, concernente attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonche' della flora e della fauna selvatiche.» (GU n. 124 del 30-5-2003) D. M. 3 settembre 2002 Linee guida per la gestione dei siti della Rete Natura 2000 (G.U. n. 224 del 24-9-2002).

  19. Concetto di “armatura ecorelazionale” del territorio insediato Comprende l’insieme degli spazi naturali, seminaturali e residualiE’ un sistema “multimaterico”, fatto di terra e di acqua che assumono molteplici fisionomie e caratteriRibalta il concetto di “impalcatura infrastrutturale”Fa da supporto alle reti ecologiche delle specie più importanti (sottosistema) e può favorire un incremento di biodiversitàAssolve funzioni di mitigazione degli effetti urbani deterioriPuò ospitare percorsi urbani alternativiDetiene funzione di controllo per una larga varietà di rischi ambientaliRedistribuisce sul territorio le penalità dei vincoli, così come lo sprawl distribuisce i vantaggi delle rendite immobiliariE’ attuabile in una vasta gamma di realtà territoriali: avrà connotati di “matrice” nei territori con più alti livelli di naturalità diffusa,, mentre assumera più fisionomia di “greenway” (griglia) nei contesti più densamente insediatiPone in connessione ambienti e paesaggi di maggiore caratura adiacenti seppur con un minor livello di pregio naturaleE’ identificabile in tutte le realtà territoriali e insediative: varia la qualità, le dimensioni e il livello funzionaleSmorza le rigorose geometrie urbaneE’ ottenibile con impegni tecnico-economici fortemente variabiliPotrebbe consentire maggiori carichi utilizzativi urbanistici degli spazi interstizialiCrea vantaggi per tutte le biocenosi presenti sul territorio

  20. Concetto di “armatura ecorelazionale” del territorio insediato • Può coinvolgere spazi verdi pubblici e spazi privati con una ampia molteplicità di funzioni: • naturale e seminaturale; • di arredo urbano; • residuale agricolo; • di arredo stradale; • ornamentale pubblico e privato; • continuo a macchia o a filari; • discontinuo. • In quasi tutti i contesti urbani una armatura ecorelazionale, almeno di efficienza basale, è realizzabile con costi limitati esclusivamente governando con una visione strategica locale le dislocazioni (quasi mai le dimensioni) degli spazi funzionali.L’impegno finanziario cresce naturalmente quando si vogliano realizzare “saldature” o aree Core aggiuntive in grado di innalzare la qualità ecologica della struttura

  21. GRADO DI FRAMMENTAZIONEDA INFRASTRUTTURE E DISTURBI DENSITA’ URBANA tempo

  22. GRADO DI FRAMMENTAZIONEDA INFRASTRUTTURE E DISTURBI DENSITA’ URBANA tempo

  23. GRADO DI FRAMMENTAZIONEDA INFRASTRUTTURE E DISTURBI DENSITA’ URBANA tempo

  24. GRADO DI FRAMMENTAZIONEDA INFRASTRUTTURE E DISTURBI DENSITA’ URBANA tempo

  25. GRADO DI FRAMMENTAZIONEDA INFRASTRUTTURE E DISTURBI DENSITA’ URBANA tempo

  26. GRADO DI FRAMMENTAZIONEDA INFRASTRUTTURE E DISTURBI DENSITA’ URBANA tempo

  27. INDICI DI INTERFERENZA AMBIENTALE DELL’INSEDIAMENTO SUL TERRITORIO Urban Fragmentation Index: Esprime l’entità di presenza di urbanizzazione lineare rispetto alla urbanizzazione totale nella unità di riferimento UFI = ∑(Li * Si)oi/At IFI = ∑ (Li *oi) * Np*ls/At SFI= IFI+UFI Infrastructural Fragmentation Index: Esprime l’effetto di frammentazione dovuta a diverse tipologie di infrastruttura sulle unità di riferimento Settlement Fragmentation Index: Esprime l’entità complessiva della frammentazione dovuta ai due fenomeni tradotti nell’UFI e nell’IFI Sprawl Index : Esprime la sensibilità del territorio verso i fenomeni insediativi diffusi e può collegarsi alle forme di frammentazione tendenziale dell’ecosistema. SIX = Calt + Csl+Casp+Cacc+Cstr Environmental Reversibility Index: Si collega al livello di “energia” tecnologica, politica e finanziaria necessaria per invertire i processi di trasformazione attuati in un territorio. E’ la percentuale di superficie in condizioni ancora “naturali” ragguagliate rispetto a quella totale dell’unità di riferimento. ERI= ∑ SnCrn/Stot

  28. Concetto di Reversibilità nella conduzione di piani e di progetti

  29. Carta Nazionale della reversibilità ambientaleParticolare del VenetoCalcolo su base comunale e dati Corine Land cover Level 3 (1:100.000)

  30. Quadro di corrispondenza tra i parametri urbanistici e le idoneità faunistiche di un territorioda: M. Biondi, G. Corridore, B. Romano, G. Tamburini, P. Tetè, 2003, Evaluation and planning control of the ecosystem fragmentation due to urban development, ERSA 2003, 27.-30. Aug. 2003, Jyväskylä, Finland

  31. La biopermeabilità nel Veneto SETTORI A BIOPERMEABILITA’ ISOTROPA SETTORI A BIOPERMEABILITA’ DIREZIONALE

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