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Corso 4 – Le funzioni della mente – La Memoria: amnesie

Corso 4 – Le funzioni della mente – La Memoria: amnesie. Modelli, sistemi ed amnesie H.M. e la perdita della memoria recente K.C. e il deficit della memoria episodica P.N. e il deficit della memoria semantica Valentina e l’amnesia psicogena. Capitolo 1 Modelli, sistemi ed amnesie.

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  1. Corso 4 – Le funzioni della mente – La Memoria: amnesie Modelli, sistemi ed amnesie H.M. e la perdita della memoria recente K.C. e il deficit della memoria episodica P.N. e il deficit della memoria semantica Valentina e l’amnesia psicogena

  2. Capitolo 1 • Modelli, sistemi ed amnesie

  3. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e I modelli di memoria • La memoria ha la funzione di permettere agli organismi di trarre vantaggio dall’esperienza passata. • Nel corso dell’evoluzione si sono selezionati, però, diversi modi per realizzare tale obiettivo e lo studio della memoria umana ha permesso di frazionare la nostra capacità di ritenere nuove informazioni portando all’individuazione di diversi sistemi di memoria. • Atkinson e Shiffrin (1968) il modello classico della Human lnformation Processing dei 3 sistemi di memoria • La memoria sensoriale ha la funzione di mantenere attivo lo stimolo sensoriale che viene conservato in maniera fedele (garantendo una sorta di prosecuzione del processo sensoriale) per permetterne l’elaborazione successiva, fino al suo riconoscimento. • La memoria a breve terminepuò contenere una quantità limitata di informazioni per un tempo limitato (fino a che il soggetto non sposta l’attenzione) • La memoria a lungo terminepuò contenere un’illimitata quantità di informazioni per un periodo di tempo virtualmente illimitato. • Tulving (1972) ha proposto un frazionamento della MLT, distinguendo 3 altri differenti sistemi • memoria episodica • memoria semantica • memoria procedurale

  4. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e Figura dei sistemi di Memoria MEMORIA Memoria sensoriale Memoria a brevetermine Memoria di lavoro Memoria a lungo termine Memoria esplicita (dichiarativa) Memoria implicita (non dichiarativa) Episodica Semantica Procedurale Apprendimento associativo Apprendimento non associativo Autobiografica Priming (percettivo- semantico) Condiziona-mento classico Abilità motorie Sensibilizzazione Assuefazione Eventi personali specifici Significati Conoscenze generali Coscienza anoetica Coscienza noetica Coscienza autonoetica

  5. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e Amnesia • MBT vs MLT  • Disturbo MLT (amnesia classica) • da lesione bitemporale • da lesione mammillo-talamica (es. sindrome di Korsakov) • Disturbo MBT (parietali sx inf.) • Episodica vs Semantica  • Disturbo episodica (amnesia classica) • Disturbo semantica (afasie) • Retrograda e Anterograda  • Retro: incapacità a rievocare esplicitamente materiale vecchio. • Antero: incapacità a memorizzare esplicitamente materiale nuovo.

  6. Capitolo 2 • H.M. e la perdita della memoria recente

  7. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e H.M.  Asportazione dei lobi temporali 1/12 • William BeecherScoville e Brenda Milner(1957) Loss ofrecentmemoryafterbilateralhippocampallesions. • Uno dei dieci pazienti descritti in questo lavoro è indicato con le iniziali H.M.(Henry Molaison,1926–2008) che forse a causa di un incidente che aveva subito l’anno precedente mentre andava in bici, soffriva dall’età di dieci anni di crisi epilettiche. • Dai sedici anni in poi le crisi erano diventate sempre più gravi e frequenti, nonostante i tentativi di terapia farmacologica. Così, a ventisette anni, in un giorno di settembre del 1953, i medici decisero che l’unico modo per intervenire sull’epilessia fosse un intervento chirurgico di asportazione della porzione mediale di entrambi i lobi temporali: la resezione comprese l’amigdala, l’uncus, il giro ippocampico ed i due terzi anteriori dell’ippocampo. Continua 

  8. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e FIG. 1 – Area removed bilaterally from the medial temporal lobes 2/12 Continua 

  9. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e Fig. 2 – Gran parte della formazione ippocampale di H.M. fu rimossa bilateralmente

  10. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e H.M.  Le capacità cognitive 3/12 • L’intervento non avrebbe eliminato del tutto le crisi ma queste sarebbero poi diventate menogravie frequenti. • Tuttavia dopo l’operazione subito divenne evidente un grosso cambiamento nelle capacitàcognitive di H.M. • Egli non riconosceva i medici e gli infermieri dell’ospedale e non riusciva ad imparare ilpercorso per recarsi in bagno. Negava che un medico o un infermiere fossero venuti nella sua stanza cinque minuti prima, rileggeva più volte la stessa rivista, senza trovarne familiare ilcontenuto. • Dopo aver pranzato in presenza della Milner, a distanza di pochi minuti era incapace di ricordare anche uno solo dei cibi che aveva mangiato e sosteneva di non aver mangiato affatto. Continua 

  11. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e H.M.  La memoriaanterograda4/12 • H.M. era incapace di ricordare le vicende della vita di ogni giorno, i gesti appena compiuti, le parole appena pronunciate, i discorsi appena ascoltati. Cancellava dalla sua mente qualsiasi episodio immediatamente dopo il suo accadimento. Sembrava che i medici, insieme al tessuto cerebrale, avessero rimosso la sua capacità di formare nuovi ricordi (memoria anterograda, relativa alle informazioni acquisite dopo l’insorgenza del disturbo). • Poco tempo dopo l’intervento, la sua famiglia traslocò, ma egli non fu mai in grado di trovare da solo la strada di casa, né ricordava il nuovo indirizzo, continuando a fornire quello precedente. Non riusciva ad imparare dove fossero riposti gli oggetti che usava quotidianamente. • Ad esempio sua madre doveva ricordargli ogni volta dove fosse il tosaerba, anche se lo aveva usato il giorno precedente. Quando, nell’aprile del 1955, all’età di 29 anni, nel corso di una valutazione psicologica gli fu chiesto che giorno fosse egli rispose che era un giorno di marzo del 1953 e che aveva 27 anni. Era come se il tempo si fosse fermato per H.M. ed egli era a mala pena consapevole di aver subito un intervento chirurgico. Continua 

  12. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e H.M.  La memoriaretrograda5/12 • I suoi ricordi più antichi (memoria retrograda, relativa alle informazioni acquisite prima dell’insorgenza del disturbo), tuttavia, erano in buona parte conservati. • Ad un osservatore superficiale, tuttavia, H.M. sarebbe apparso come un individuo normale. Infatti le sue abilità intellettive erano risparmiate, come pure le abilità verbali, né la personalità aveva subito sostanziali cambiamenti, come riferito anche dai familiari. • Alla valutazione psicologica eseguita nel 1955 il suo Quoziente Intellettivo risultò di 112 (superiore alla norma), addirittura migliorato rispetto a quello misurato prima dell’operazione (104), forse grazie alla riduzione della sonnolenza connessa all’epilessia. Continua 

  13. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e H.M.  Il linguaggio e la memoria a brevetermine6/12 • Il linguaggio è sempre stato adeguato né sono stati rilevati deficit significativi della comprensione di frasi, anche quando queste erano caratterizzate da particolare complessità sintattica o contenevano ambiguità semantiche e giochi di parole. • Non aveva, inoltre, difficoltà a ripetere un numero di telefono e poteva ricordare il compito che stava eseguendo (memoria a breve termine), a patto che non fosse interposto un periodo, anche breve, di distrazione. Continua 

  14. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e H.M.  Le conoscenze 7/12 • Anche le conoscenze che H.M. aveva acquisito sul mondo prima dell’intervento erano risparmiate, mentre non era al corrente dei fatti nuovi né dei nuovi vocaboli entrati in uso successivamente, con poche eccezioni. • Ad esempio, sapeva che era stato assassinato un uomo pubblico di nome Kennedy (ma non sapeva aggiungere alcun ulteriore informazione) e che la musica “rock” era un nuovo tipo di musica o che “erba” poteva riferirsi alla marijuana, ma non sapeva cosa fosse il Watergate (nonostante H.M. passasse molto tempo a guardare la televisione) e rispondeva che “hippie” fosse un ballerino. • Nel 2000 gli furono mostrate delle foto di persone che erano diventate famose tra il 1920 ed il 1980 e gli fu chiesto chi fossero, quando fossero diventate famose e per quale motivo. • Egli rispose meglio dei controlli normali per le facce divenute famose tra il 1920 ed il 1930, ma molto peggio per i personaggi pubblici dagli anni ‘50 in poi. Tuttavia, per molti di questi, fu in grado di denominare le foto che gli venivano mostrate se contemporaneamente gli venivano forniti dei suggerimenti fonemici. Ad esempio, “G.B.” rispondeva: “George Bush”; “Woody A.”: “Woody Allen”; “Madre”: “Madre Teresa”. Continua 

  15. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e H.M.  Capacità residue di apprendimento 8/12 • Ma le osservazioni più interessanti, da un punto di vista teorico, furono quelle relative alle capacità residue di apprendimento dimostrate in alcuni compiti. • Nel 1962 Brenda Milner mostra come H.M. diventasse sempre più veloce ed accurato a tracciare una linea all’interno di uno stretto percorso (costituito da due linee) a forma di stella, ma controllando la propria esecuzione guardando in uno specchio (quindi con l’inversione di destra e sinistra, un po’ come quando bisogna imparare a radersi allo specchio). • L’apprendimento di questa abilità attraverso le diverse sessioni di allenamento avvenne anche se H.M. ogni volta sosteneva che fosse il suo primo tentativo, non ricordando di avere già eseguito il compito altre volte. Continua 

  16. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e H.M.  Il priming 9/12 • Nel 1968 viene dimostrata un’altra abilità di memoria risparmiata: il priming. • Il fenomeno si riferisce all’effetto che un’informazione presentata precedentemente produce, in maniera inconsapevole, sul comportamento successivo di un soggetto (può essere usato, ad esempio, dalla pubblicità per indirizzare alcuni comportamenti dei consumatori). • H.M. dimostrò di subire l’effetto della precedente presentazione di una lista di parole, anche se naturalmente negava di avere mai partecipato all’esecuzione di quel compito. • Quindi, sebbene non serbasse alcun ricordo consapevole dell’episodio, alcune informazioni continuavano a produrre un effetto sul comportamento di H.M. in un momento successivo, dimostrando un loro apprendimento implicito. Continua 

  17. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e Esercizio di priming 10/12 • Tipicamente, si chiede ai soggetti di eseguire un compito cognitivo su una lista di parole. Ad esempio  • gli si può far decidere, per ogni parola, se si tratta di un nome o di un sostantivo (quindi non viene loro chiesto di imparare la lista, né sono al corrente che questo compito è in relazione con compiti successivi). • Poi vengono sottoposti ad un compito non correlato con il precedente, in cui si presenta loro una parola incompleta e si chiede di completarla nel più breve tempo possibile. Ad esempio • “lib...” verrebbe completata dalla maggior parte delle persone come “libro”. Tuttavia, se nella lista precedentemente mostrata (con il compito di decidere se questa fosse un nome o un sostantivo) era contenuta, tra le altre, la parola “Libia”, è molto probabile che “lib...” venga completata da questi soggetti (ma non da quelli di controllo che non sono stati sottoposti al compito di decisione nome/sostantivo) come “Libia” invece che come “libro”, vocabolo sicuramente più usuale. Continua 

  18. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e H.M.  La consapevolezza dei disturbi 11/12 • H.M. ha consapevolezza dei propri disturbi. • Quando Suzanne Corkin gli chiese: «Cosa fai quando provi a ricordare?», egli rispose, ridendo: «Non lo so, perché non ricordo quando provo a farlo». Ed una volta ebbe ad affermare: «Ogni giorno è solo in se stesso qualsiasi gioia abbia provato e qualsiasi pena abbia avuto». • Nel 2002 Corkin riferisce che H.M., settantacinquenne, gode di una discreta salute generale, anche se la sua mobilità è ridotta dall’osteoporosi, un effetto collaterale dei farmaci che è costretto a prendere. • Sebbene non ricordi la sua età né di avere i capelli grigi, non si stupisce quando vede allo specchio la sua immagine di uomo anziano, che continua a rimanergli familiare forse a causa del fatto che il suo cambiamento è stato graduale e gli ha permesso di abituarsi ad essa. • H.M. ha accettato di donare il suo cervello per un esame post-mortem, contribuendo fino alla fine al progresso della scienza, anche se il suo disturbo non gli permette di ricordare il grande ruolo che ha avuto nello sviluppo della conoscenza e la fama di cui gode tra la comunità scientifica internazionale. Continua 

  19. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e Gli aspetti teorici del caso di H.M. 12/12 • Effettivamente il caso di H.M. ha permesso di chiarire importanti aspetti teorici. • La separazione tra memoria a breve termine e memoria a lungo termine. Egli poteva ripetere delle cifre appena gli venivano presentate e sostenere una conversazione, ma, appena veniva distratto dal compito in corso, dimenticava tutto quanto. • La differenza tra memoria anterograda (gli eventi accaduti dopo l’operazione), deficitaria, e memoria retrograda (eventi che precedevano l’intervento), in buona sostanza risparmiata. • La differenza tra memoria esplicita (o dichiarativa) e memoria implicita. • Egli, infatti, nonostante l’incapacità a ricordare le cose che accadevano o ad imparare una lista di parole, era capace di acquisire abilità motorie (compito allo specchio) ed era sensibile all’effettopriming. • Queste osservazioni dimostrano la possibilità di frazionare la memoria sulla base del tipo di informazione da acquisire oltre che sulla base della sua durata (breve/lungo termine) e chiariscono l’autonomia degli apprendimenti automatici ed inconsapevoli rispetto agli apprendimenti ottenuti attraverso una riflessione consapevole.

  20. Capitolo 3 • K.C. e il deficit della memoria episodica

  21. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e K.C. Lesioni agli ippocampi e alle aree frontali 1/8 • Tulving et al. (1988) Priming of semantic autobiographical knowledge: A case study of retrograde amnesia studiò un altro paziente che ha permesso di comprendere importanti aspetti del funzionamento della memoria. • K.C., nell’ottobre del 1981, all’età di trenta anni, subì un incidente di motocicletta mentre tornava a casa dal lavoro, riportando un esteso danno cerebrale che includeva ampie lesioni degli ippocampi (come H.M.), ma anche danni alle areefrontali ed occipitali. • Riprese conoscenza dopo 72 ore dal trauma e rimase in rianimazione per 1 mese. Poi fu trasferito in un ospedale riabilitativo per altri sei mesi. Tornato a casa, i suoi disturbi cognitivi divennero sempre più evidenti. Continua 

  22. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e K.C. Memoria episodica e semantica 2/8 • K.C. era incapacediricordare le cose che accadevano (memoria episodica), se non per pochi minuti. • Egli poteva descrivere questi ricordi recentissimi, consapevole che erano appena accaduti, ma dopo qualche minuto li dimenticava per sempre. • Anche la capacità di imparare nuove conoscenze generali era danneggiata, ma meno gravemente (memoria semantica). Infatti, nonostante il loro apprendimento fosse laborioso, era tuttavia possibile e le acquisizioni erano durevoli. • Ad esempio, poteva imparare informazioni insolite, costruite appositamente dall’esaminatore («Chi è così alto da non poter vedere i lacci delle proprie scarpe?»; risposta: «giraffa»). Continua 

  23. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e K.C. Acquisizione di nuove conoscenze 3/8 • Fu osservato accidentalmente come egli avesse acquisito nuove conoscenze. • Ad esempio, aveva imparato che cosa fosse lo Sky Dome di Toronto (l’attuale Rogers Centre), lo stadio per il baseball costruito nel 1986, quindi dopo che K.C. era diventato amnesico. • Naturalmente non era in grado di dire quando l’avesse visto precedentemente. Anzi, alla domanda se l’avesse mai visto prima egli rispondeva che non lo ricordava, ma che supponeva di averlo fatto, altrimenti non avrebbe potuto sapere il suo nome. Continua 

  24. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e K.C. Abilità intellettive 4/8 • Le sue abilità intellettive erano conservate (il suo QI, pari a 94, era nella norma) come pure il linguaggio, la memoriaa breve termine e la maggior parte delle abilità percettive ed immaginative. Anche le conoscenze generali sul mondo e su sé stesso erano buone. • Conosceva come ci si comporta al ristorante o come si fa una telefonata internazionale. Poteva giocare a carte e svolgere le attività quotidiane senza difficoltà. Conservava ancora discretamente le conoscenze tecniche del proprio lavoro e sapeva molte cose che lo riguardavano. • Ad esempio, sapeva quale scuola aveva frequentato, i nomi di molti compagni di classe, alcuni professori e dove aveva lavorato. Sapeva di possedere una moto ed un’auto e poteva riferirne il tipo ed il colore. Conosceva la villetta dove passava le vacanze con la famiglia e poteva indicarne correttamente la posizione su una carta geografica. Sapeva che il fratello era morto annegato Continua 

  25. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e K.C. Memoria episodica 5/8 • K.C.non poteva ricordare alcun evento della propria vita. • Né quelli accaduti dopo il trauma (memoria anterograda), né quelli precedenti (memoria retrograda). • Diversamente da H.M. che, come abbiamo visto, presentava un’amnesia retrograda limitata a qualche anno prima dell’operazione, K.C.aveva perso tutti i ricordi della propria vita. Continua 

  26. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e K.C. Gli eventi passati 6/8 • Nonostante sapesse molte cose di sé, non poteva ricordarne i dettagli e le circostanze specifiche. Insomma, non era in grado di narrare alcun aneddoto tratto dalla propria vita. • Non ricordava, ad esempio, che, quando aveva 28 anni, nei pressi della sua abitazione era deragliato un treno che trasportava sostanze chimiche e le autorità decisero di evacuare la zona, costringendolo a rimanere lontano da casa per una settimana. Non ricordava le corse in moto cui aveva partecipato con gli amici, né le visite ai pub. Aveva dimenticato che una volta aveva litigato in un bar fratturandosi una spalla e, per tornare a casa, aveva dovuto guidare la moto per due ore, nonostante il forte dolore procurato dalla frattura. • Egli sapeva che il fratello, cui era molto legato, era deceduto qualche anno prima del suo incidente, ma non ricordava le circostanze in cui era venuto a conoscenza della terrlbile notizia (dove si trovasse, chi lo avesse informato), né ricordava la propria reazione emotiva. K.C. non aveva passato. Continua 

  27. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e K.C. Gli eventi futuri 7/8 • Ma ad un’attenta osservazione non sembrava avere neanche un futuro. • K.C. non sembrava in grado di immaginare il proprio futuro. Non poteva rispondere a domande su programmi e progetti per il pomeriggio, per la settimana successiva o per l’anno dopo, pur non avendo difficoltà a padroneggiare i concetti relativi al tempo fisico, conoscendone, ad esempio, le unità di misura e potendo rispondere a domande sul funzionamento del calendario o dell’orologio. Continua 

  28. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e K.C. Differenza tra memoria episodica e semantica 8/8 • Il caso di K.C. aggiunge un importante tassello alla ricostruzione dei sistemi di memoria. Infatti permette di inferire l’esistenza di una ulteriore suddivisione all’interno della memoria esplicita o dichiarativa: quella tra memoria episodica e memoria semantica. • Anche H.M. aveva conservato una buona conoscenza dei fatti del mondo. Tuttavia questa poteva essere ascritta al relativo risparmio della memoria retrograda. Le cose imparate prima dell’intervento potevano essere state risparmiate al pari degli episodi relativi alla propria giovinezza. Infatti la maggior parte delle cose che conosciamo le abbiamo imparate presto nella vita. • Il caso di K.C., invece, presenta la particolarità di una amnesia retrograda totale. • Quindi, il risparmio delle conoscenze semantiche deve necessariamente derivare da una differenza relativa ai contenuti della memoria e non al periodo di acquisizione dei ricordi.

  29. Capitolo 4 • P.N. e il deficit della memoria semantica

  30. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e Evidenze dalla doppia dissociazione • La controprova dell’esistenza di sistemiseparatidimemoriaderiva dallo studio di casi clinici che realizzano la configurazione opposta di abilità danneggiate e risparmiate. In neuropsicologia questa evenienza viene indicata come doppia dissociazione. • Se esiste un caso in cui l’abilità A è danneggiata e quella B risparmiata, ed un altro in cui l’abilità A è risparmiata e quella B danneggiata, allora vuol dire che le due abilità sono indipendenti. • La distinzione tra memoria semantica e quella episodica sembra dunque confermata dalla descrizione di alcuni casi che presentano un deficit selettivo della memoria semantica.

  31. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e P.N. Amnesia semantica 1/5 • Grossi et al. (1988) Selective “semantic amnesia” after closed-head injury. A case report • P.N.era una ragazza di diciotto anni che frequentava il quarto anno di scuola superiore quando, nel 1983, ebbe un incidente d’auto, riportando un trauma cranico. • Al risveglio dal coma dopo circa quindici giorni, furono rilevate emiplegia destra, marcate difficoltà di comprensione del linguaggio, della lettura, un’estesa amnesiaretrograda e disorientamentospazio-temporale. Una TAC del cranio evidenziò la presenza di una estesa area di ipodensità nella regione parietalesinistra. Continua 

  32. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e P.N. Amnesia retrograda 2/5 • Nel giro di pochi mesi, all’incirca un anno dopo l’incidente stradale, P.N.aveva riacquistato l’utilizzo degli arti, il linguaggio spontaneo era fluente e la struttura sintattica e grammaticale delle frasi era corretta, anche se la produzione linguistica era povera, limitata a parole comuni. P.N. era comunque in grado di sostenere una normale conversazione, anche se semplice. • L’amnesia retrograda era ristretta al periodo che andava da poche ore prima dell’incidente stradale fino al risveglio dal coma. Molti dei disturbi riscontrati inizialmente, dunque, si erano ridotti notevolmente. Continua 

  33. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e P.N. Amnesia semantica 3/5 • P.N., tuttavia si lamentava con frequenza e assiduità del fatto che non riusciva a ricordare ciò che leggeva o quello che ascoltava. Inoltre si era resa conto che non riusciva più a ricordare cose che in precedenza sapeva bene. • Le informazioni imparate a scuola su arte, geografia, letteratura latina, matematica sembravano andate perdute. Ad esempio, P.N. non sapeva più chi fossero Michelangelo o Cicerone e non ricordava il nome delle principali città italiane. • Mentre poteva ricordare di aver ottenuto un buon voto in pedagogia (una delle materie più importanti nel suo corso di studi) e sapeva riportare diversi episodi connessi con le lezioni della propria professoressa, P.N. non sapeva fornire nemmeno una vaga definizione della materia. Continua 

  34. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e P.N. Test di dissociazione 4/5 • Una batteria di test confermò la dissociazione tra memoria semantica ed episodica intuita all’esame clinico. • P.N. si mostrò in grado di riportare correttamente delle descrizioni dettagliate di 20 episodi della propria vita (selezionati intervistando i familiari), quali, ad esempio, “il giorno della Prima Comunione”, “il giorno che hai conosciuto il tuo fidanzato”, “il viaggio che facesti a Pisa”. • Riportò, invece, soltanto 3 su 10 eventi pubblici accaduti negli ultimi cinque anni e di cui i media avevano parlato a lungo. Inoltre i suoi risultati a prove di cultura generale furono molto scadenti. • Ad esempio, mentre il gruppo di controllo rispose correttamente a tutte le domande su chi fossero gli autori di cinque famose opere letterarie (“chi ha scritto la Divina Commedia”), P.N. non fu in grado di rievocarne nessuno. I risultati furono scadenti anche in prove di geografia (indicazione di 10 regioni italiane sulla cartina geografica), geometria (riconoscimento di semplici figure geometriche), aritmetica (indicazione di unità, decine etc. in numeri da 2 a 4 cifre), storia (“Kennedy era un artista, un politico o un attore”), conoscenza del vocabolario (riportare il significato di una serie di parole). Continua 

  35. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e P.N. Deficit della memoria semantica 5/5 • La prestazione di P.N. confermò la presenza di un deficit selettivo della memoria semantica. • Un esempio emblematico  P.N.ricordò, con facilità e precisione, il terremoto avvenuto in Irpinia nel 1980, descrivendo con numerosi dettagli il suo comportamento e quello dei suoi familiari, i suoi pensieri e le sue emozioni, mentre non riuscì a fornire informazioni che non rientravano nella sua esperienza personale dell’evento, come ad esempio la data, il numero delle vittime, l’epicentro, elementi, questi, ripetutamente presentati dai media.

  36. Capitolo 5 • Valentina e l’amnesia psicogena

  37. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e La storia di Valentina 1/7 La storia di Valentina Valentina e la sua famiglia si rivolgono allo psicologo su consiglio del medico di famiglia. Quando, ormai ventenne, si blocca di fronte ad un esame universitario “difficile”, il medico l’ascolta, prova a rassicurarla e le prescrive un leggero tranquillante. L’ansia però cresce e le impedisce di concentrarsi nello studio: giorno dopo giorno l’esame che sta preparando diventa, nella sua fantasia, un ostacolo insuperabile. Per lei, abituata a risultati scolastici brillanti, questa situazione risulta intollerabile e lo sforzo che durante la giornata compie per tenere sotto controllo la preoccupazione, lo scoraggiamento, la sensazione del fallimento delle proprie ambizioni, la paura di deludere i propri genitori, a sera, quando va a letto, questo sforzo, appunto, fallisce e “tutto crolla”, una terribile angoscia l’attanaglia, il cuore sembra uscirle dal petto, trema, suda ed è convinta di stare per morire. Desidererebbe la vicinanza dei suoi genitori, della madre in particolare, ma se ne vergogna e si sforza di non svegliarli. Le difficoltà della ragazza, però, non sfuggono alla madre che, con l’orecchio sempre attento, si accorge che la figlia non dorme e va a sedersi al suo fianco. Il medico prova con un farmaco più incisivo, ma quando Valentina ulteriormente spaventata dai primi effetti collaterali e dal ritardo di quelli terapeutici ritorna da lui, la invia allo psicologo del competente Centro di Salute Mentale. Lo psicologo si trova davanti una ragazza ben curata, ma che mostra un’età inferiore a quella reale, e una donna, la madre, visibilmente in apprensione. Entrano insieme nella stanza di consultazione, anche se la madre vuole che sia la figlia a rispondere alle domande del professionista. Continua 

  38. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e La storia di Valentina 2/7 Alla prima domanda: «Come mai siete qui?», Valentina resta immobilizzata e, con la voce rotta dall’emozione, dice: «Non riesco a parlare!». Lo psicologo (P.): «È imbarazzata?». Valentina (V.), piangendo: «È un periodo che sto così ... penso sempre alla morte!». P.: «È successo qualcosa che potrebbe giustificare questo pensiero?». V.: «Non lo so ... Ho paura di perdere tutto all’improvviso ». P.: «Quindi è la morte degli altri che le fa paura, non la sua ». V.: «Anche la mia... Non so da che deriva tutto questo, ho paura che da un giorno all’altro, non so cosa mi potrebbe succedere se qualcuno morisse...». P.: «Alla morte di chi pensa?». V.: «Ai miei genitori, ai miei nonni». Valentina, controllando meglio i singhiozzi, racconta di quanto lei sia legata ai nonni materni, che praticamente l’hanno allevata visto che la madre lavorava. Anche crescendo, la casa dei nonni ha continuato a rappresentare per Valentina un punto di riferimento quotidiano. Lei è la prima nipote per questa anziana coppia, e insieme alla sorella, fino a poco tempo prima hanno condiviso il privilegio di essere gli unici nipoti. Da quando è nato un nipotino, figlio dello zio che vive attualmente con i nonni, ha «la sensazione di essere messa da parte». I nonni appaiono, agli occhi di Valentina, ravvivati dalla presenza di questo neonato che sembra somigliare molto più di lei alla famiglia, mentre lei, confabula la ragazza, somiglia più alla famiglia del padre. Valentina, insomma, è presa in un vortice di rimuginazioni che tendono tutte a confermarla nell’idea che sta perdendo il premuroso ed esclusivo affetto dei nonni. Dal canto suo, la madre, di fronte a queste reazioni irrazionali, non può fare altro che concludere che la figlia soffra di gelosia nei confronti del cuginetto. Continua 

  39. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e La storia di Valentina 3/7 Alla fine dell’incontro lo psicologo resta con una serie di quesiti irrisolti. Come mai una giovane donna che finora ha superato le tappe evolutive con successo (almeno apparentemente) è rimasta bloccata da un evento così normale? Valentina è stata finora una studentessa brillante, fidanzata felicemente già da alcuni anni, che si assume le proprie responsabilità nella gestione della casa collaborando con la madre lavoratrice. La stessa Valentina ritiene che ciò che le sta accadendo è del tutto ingiustificato ed è perfettamente consapevole della irrazionalità delle proprie paure, eppure l’idea che la morte la possa privare degli affetti più cari (nonni e genitori) le invade la mente, le impedisce di concentrarsi, le impedisce di dormire la notte. Ricorrendo alle teorie psicodinamiche classiche, lo psicologo potrebbe ipotizzare la presenza di inconsapevoli sentimenti aggressivi, che, proprio perché inaccettabili, si trasformano in angosce insostenibili nei confronti di impulsi che, proiettati all’esterno, ricadono sui propri oggetti di amore. Ma perché Valentina dovrebbe essere così arrabbiata nei confronti dei propri familiari, visto che descrive la propria famiglia come armoniosa e unita? Le premure e l’affetto dimostrato nei confronti di nonni e genitori vanno considerate formazioni reattive, cioè frutto di operazioni mentali inconsce miranti a negare a se stessa il proprio odio trasformandolo in amore? Continua 

  40. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e La storia di Valentina 4/7 Come avviene la maggior parte delle volte, dopo il primo colloquio lo psicologo offre al cliente la possibilità di esplorare meglio i vissuti che sono causa della richiesta di aiuto e propone il proseguimento della consulenza. Negli incontri successivi, naturalmente, il quadro si arricchisce. Innanzitutto, emerge la polarizzazione di due spinte opposte. La prima è una spinta all’indipendenza che emerge dalle sue riflessioni sul futuro, sulla necessità di lasciare il proprio paese non solo per trovare una sistemazione adeguata agli studi che sta compiendo, ma anche per offrire migliori possibilità ai propri figli e liberarsi dell’ambiente pettegolo di provincia. Naturalmente, precisa, tutto questo non perché si sia trovata male in famiglia, anzi lei può vantare una solida famiglia alle spalle al pari di poche altre persone. Perciò, quando pensa a questi progetti, non può evitare di essere inondata da emozioni e lacrime che la rimandano all’idea del tempo sottratto allo stare vicino ai genitori che intanto invecchiano e alla fine moriranno. Questi pensieri la mettono in contatto con i suoi bisogni di dipendenza (la seconda spinta) prima negati: in fondo ha ancora bisogno della madre per comprarsi un vestito e il passare quotidianamente a salutare i nonni è una fonte di benessere a cui non crede di poter rinunciare. È per questo che la paura della propria morte si sovrappone a quella per i propri cari. Lo psicologo, approfondendo l’argomento, apprende una cosa curiosa: Valentina giustifica la paura della propria morte soprattutto con il fatto che non sa dove rinascerà, in quale famiglia. Si chiede se sarà una famiglia disgregata, litigiosa, o peggio ancora, una famiglia di delinquenti in cui il padre sta spesso in carcere. Ha aderito a qualche religione orientale? Valentina si premura di chiarire che, anche se è diventata vegetariana (per non mangiare animali morti), ha mantenuto la fede cristiana di famiglia. Queste credenze bizzarre preoccupano lo psicologo che si chiede se non abbia minimizzato la gravità del problema della ragazza. Continua 

  41. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e La storia di Valentina 5/7 All’incontro successivo, Valentina dichiara di stare meglio: i pensieri di morte sono diminuiti e, quando vengono, lei riesce a gestirli meglio, si distrae con la musica o pensando ad altro, certo è che il suo volto appare più disteso, forse anche perché questa settimana ha dormito. In queste condizioni, per Valentina è facile parlare d’altro, dei suoi studi, dei suoi divertimenti, del suo fidanzato. Deve essere lo psicologo a ritornare sulle fantasie di rinascita. Senza scomporsi, Valentina spiega che deve esserci per forza una rinascita perché non può finire così: «Ci sono tanti bambini che purtroppo nascono in famiglie in cui vengono maltrattati o abbandonati e questo non è giusto. Perciò penso che in un’altra vita potranno nascere in famiglie migliori. Io invece sono stata molto fortunata, i miei genitori non mi hanno fatto mancare niente, ho avuto tutto; per questo motivo rinascerò in una famiglia di terroristi o con il padre in prigione». Per chi non è psicologo è difficile credere al profondo disagio in cui è rimasto, dopo quella seduta, l’interlocutore della ragazza. Tecnicamente appariva come un delirio abbastanza organizzato eppure né nel colloquio né nei test somministrati a scopo diagnostico emergevano elementi psicotici. Che Valentina non riuscisse a fare i conti con la propria rabbia, questo sì che era chiaro, ma bisognava avere pazienza e aspettare che lei fosse pronta per cominciare a prendere contatto con queste emozioni rifiutate con tanta forza. Continua 

  42. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e La storia di Valentina 6/7 Il varco però si apre presto. Alla seduta successiva, mentre racconta di un diverbio avuto con uno zio paterno, riconosce che tutti i parenti del padre hanno dei modi bruschi di relazionarsi agli altri. Poi le scappa: «Anche mio padre è così, non ci pensa due volte se deve urlare o darti uno schiaffo. Durante l’adolescenza mi sono presa tante di quelle botte perché non voleva farmi uscire ... ». Se ilpadre la incontrava per strada insieme ad amici, maschi o femmine che fossero, la costringeva platealmente a rientrare in casa scortata da lui. Nel raccontare questi fatti, Valentina sembra non accorgersi di stare sconfermando l’immagine che fino a quel punto aveva dato della propria famiglia. Anzi man mano che la seduta procede, prende forma un quadro del tutto diverso e compare un risentimento verso il padre che Valentina aveva negato ed occultato in vario modo. Tra l’altro, alla domanda “Mio padre è una buona persona” in un test di personalità (Hathaway, McKinley, 1989), Valentina aveva risposto “Vero”. Il genitore, in realtà, era un tipo molto violento, soprattutto nei confronti della moglie, che spesso picchiava violentemente. Valentina ricorda un episodio: una sera dalla sua stanza sentì le urla della madre, vide il padre che la strattonava tirandole i capelli, provò a difendere la donna, ma le prese anche lei. Mentre racconta questi fatti, Valentina è soffocata dall’emozione e piange a dirotto: le sovviene che in fondo la madre le aveva prese perché aveva soddisfatto un desiderio della propria bambina (cioè Valentina stessa). Sembra riuscire finalmente a guardare la sua rabbia, il suo dolore, la sua impotenza. Continua 

  43. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e La storia di Valentina 7/7 Dopo pochi incontri Valentina ha ricominciato a fare esami all’università, non ha più paura delle sue paure, e gli incontri con lo psicologo non rappresentano più per lei uno sfogo alle proprie angosce, ma un’occasione per ricostruire la propria storia, raccontandosela in maniera più coerente. Eppure gli episodi ricordati non risultavano essere stati “rimossi” o “dissociati”, erano a sua disposizione, ma come in un altro archivio, evidentemente diverso da quello che conteneva quelle informazioni che utilizzava per difendersi dalle paure di abbandono e di perdita.

  44. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e Amnesia psicogena 1/3 • La memorianon è un sistema unitario, ma consiste di diversi sottosistemi che si sviluppano in maniera separata • Un riprova è data dal fatto che possono essere danneggiati selettivamente da patologie neurologiche. • Questi sistemi naturalmente interagiscono tra loro: ad esempio, la memoria semantica influenza l’interpretazione degli eventi poi immagazzinati nella memoria episodica. • Anche in assenza di patologie neurologiche, sono possibili alterazioni anche importanti del funzionamento mnestico.

  45. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e Amnesia psicogena 2/3 • L’amnesia psicogena  • I ricordi episodici possono essere dimenticati dal soggetto perché troppo penosi e può essere relativa a • tutti i ricordi autobiografici di una persona (amnesiaglobale)  • Improvvisa amnesia per i propri ricordi episodici, spesso accompagnata anche dalla perdita delle conoscenze semantiche relative alla propria persona (il paziente non sa chi è, dove abita ecc.). • I soggetti che ne sono colpiti vengono spesso trovati che vagano per strada, senza ricordare niente di sé. • soltanto alcuni eventi • possono essere risparmiati frammenti di ricordi, che però vengono vissuti come estranei. • La memoria procedurale è invece raramente coinvolta dal disturbo.

  46. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e Amnesia psicogena 3/3 • Cause dell’amnesia psicogena  • In genere l’insorgenza di queste amnesie funzionali globali vengono sempre precedute da un evento fortemente stressante, come litigi in famiglia, gravi problemi finanziari, situazioni di combattimento e, molte volte, sono precedute da una depressione dell’umore. • Nel caso di amnesie funzionali limitate a specifici eventi, invece, è soltanto un particolare episodio che viene dimenticato. • Molte volte questo avviene in situazioni in cui il soggetto ha commesso un reato o ne è stato vittima. • Ad esempio, è particolarmente dibattuta la questione relativa alla dimenticanza di episodi di abusi sessuali infantili, anche se alcuni studi indicano che forse una perdita completa del ricordo è improbabile, mentre è possibile che questo sia vago, poco elaborato e mal collocato nel contesto spazio-temporale. • Altre volte viene dimenticata una grave situazione di pericolo, come un incidente stradale, un terremoto, un’esplosione.

  47. 1. Modelli, sistemi ed amnesie • 2. H.M. e la perdita della memoria recente • 3. K.C. e il deficit della memoria episodica • 4. P.N. e il deficit della memoria semantica • 5. Valentina e l’amnesia psicogena P s i c o l o g i a G e n e r a l e Interpretazione del caso di Valentina • I ricordi di Valentina dimostrano una marcata discrepanza tra memoria semantica ed episodica. • Memoria semantica: • l’immagine di sé in rapporto ai genitori risulta idealizzata: una famiglia che non le ha fatto mancare nulla ed a cui si può sempre ricorrere in caso di bisogno. Una visione di questo tipo la proteggeva dall’accesso ai sentimenti ostili che non trovavano giustificazione nel materiale archiviato all’interno di questo magazzino di memoria. • La storia ci dice che Valentina aveva trovato rifugio nella relazione sostitutiva con i nonni. • Quando, però, in modo infantile, ha sentito minacciata tale relazione dalla nascita del cuginetto, tale equilibrio si è rotto e le emozioni di rabbia e paura sono riaffiorate prepotentemente. • La fantasia bizzarra di una giustizia universale che si afferma attraverso un’alternanza delle rinascite in famiglie buone e in famiglie cattive, inoltre, era un modo originale della mente di Valentina per gestire informazioni incompatibili che, non riuscendo ad incontrarsi, emergevano nella incongruenza delle emozioni provate, che proprio per questo apparivano patologiche. • Memoria episodica: • Quando la relazione con lo psicologo è divenuta sufficientemente sicura, allora Valentina ha potuto cominciare ad esplorare la propria memoria episodica, consentendole di passare da un archivio all’altro e di confrontarne le informazioni contenute.

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