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Che cos’è la giornata della memoria?

Che cos’è la giornata della memoria?. ‘’Il G iorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.’’ .

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Che cos’è la giornata della memoria?

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Presentation Transcript


  1. Che cos’è la giornata della memoria? ‘’Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.’’

  2. Perché il 27 gennaio? ‘’La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa, ‘’Giorno della Memoria’’, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi raziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte. ‘’ Legge 20 luglio 2000, n. 211, art. 1

  3. ..ma perché proprio gli ebrei? Nel XX secolo, in Russia, fu diffuso dalla polizia segreta zarista, un falso documento nel quale si dichiarava la volontà da parte della popolazione ebraica di impadronirsi del mondo. Si tratta de I Protocolli dei Savi di Sion, lo scritto inattendibile a cui si ispirò Hitler per affermare il dominio della <<razza>> ariana su tutte le altre.

  4. PER NON DIMENTICARE Senza capelli in testa in fila indiana vanno incontro alla morte. Vecchi, donne, bambini. Il vento che porta lontano il suono delle sirene, sventola bandiere nere. Lucida follia resta sopra ai muri sale sul treno della morte. Alcuni non possono dimenticare, davanti agli occhi avranno sempre immagini orribili.

  5. Ma noi che non sappiamo che non eravamo lì, non dobbiamo lasciare che si dimentichi, che l'orrore, la follia possano tornare.

  6. Binario 21 Fu dal binario 21 - un binario ferroviario situato nei sotterranei della Stazione di Milano Centrale - che il 30 gennaio 1944circa 650 ebrei tenuti in prigionia nel carcere di San Vittore vennero avviati al campo di concentramento di Auschwitz, ovvero verso morte certa.

  7. Dovevano sbrigarsi, depositare pacchi e valigie sulla banchina dove si affannavano uomini di una magrezza incredibile, con i crani rasati, vestiti con abiti a righe, simili a pigiami.

  8. Le donne furono costrette a spogliarsi.A quei tempi mettersi nudi davanti a sconosciuti rappresentava un trauma. Per molte di loro, questa fu la prima umiliazione. Poi vennero perquisite fin negli orifizi più intimi, portate sotto le docce, rasate: testa, ascelle, pube. Seguì la distribuzione dei vestiti. Non pigiami o abiti a righe, ma abiti qualsiasi, tutti sbrindellati, di una sporcizia ripugnante. Erano vestiti recuperati nelle valigie delle deportate che le avevano precedute.

  9. Servendosi di una specie di stilografica metallica e di un inchiostro azzurro, incisero nelle loro carni un numero indelebile; contribuiva a privarli dell’ultima cosa che ancora possedevano, il loro nome. Ormai venivano chiamati solo con quel numero, inciso per sempre sulla pelle.

  10. I simboli d’identificazione dei prigionieri: triangoli in stoffa, cuciti sui vestiti, la cui forma e il cui colore avevano significati precisi.

  11. Triangolo rossoPrigionieri politici

  12. Triangolo gialloEbrei

  13. Triangolo verdeCriminali

  14. Triangolo neroasociali

  15. Triangolo violaTestimoni di Geova

  16. Triangolo rosaOmosessuali

  17. Triangolo marroneZingari

  18. Le torture più atroci • I deportati venivano malmenati, torturati e sottoposti alle più terribili umiliazioni per semplice divertimento delle SS, così da distruggerli sul piano fisico ma soprattutto su quello psicologico; • Costrizione escrementizia e alla nudità; • Obbligo di mangiare come cani, senza cucchiai, nonostante questi non mancassero; • Far restare i deportati per 2 o 3 ore sotto la pioggia a 10-20 gradi sotto zero; • ‘’Vitamine’’: erano sottoposti a una serie di esercizi fisici serali o costretti alla marcia sulle ginocchia, sui gomiti o a trasportare per ore pietre pesanti, o ancora a creare ‘’combattimenti tra gladiatori’’.

  19. I metodi di uccisione: • Strangolamento; • Impiccagione per i piedi, così procurare una morte più lenta e dolorosa; • Fucilazione di vittime riunite in uno stretto corridoio tra due alte staccionate e talvolta costretti ad attendere la morte per giorni; • Far precipitare i deportati dall’alto della cava; • Camere a gas: si toglieva loro gli abiti, per introdurli poi in locali apparentemente adibiti a docce. In questi locali veniva immesso un gas mortale che li asfissiava rapidamente.

  20. I loro corpi venivano trasportati fuori e bruciati in grandi forni crematori

  21. Le camere a gas vennero utilizzate dai nazisti durante l'Olocausto. Diversi esperimenti furono condotti per trovare il metodo più rapido ed efficace: inizialmente si usò monossido di carbonio prodotto spesso usando i gas di scarico di camion o carri armati, poi si passò allo Zyklon B, che permetteva di uccidere in maniera veloce un gran numero di persone contemporaneamente (1000-1500 in circa trenta minuti)

  22. Neanche i bambini furono risparmiati.. in tutto, si calcola che almeno un milione e mezzo di bambini e ragazzi sia stato ucciso dai Nazisti e dai loro fiancheggiatori; di queste giovani vittime, più di un milione erano Ebrei, mentre le altre decine di migliaia erano Rom (Zingari), Polacchi e Sovietici che vivevano nelle zone occupate dalla Germania.

  23. Le vittime totali furono da 13.000.000 - 20.000.000 (di cui 6.000.000 Ebrei) Più precisamente: • Omosessuali: si va da un minimo di 10.000 fino a un massimo di 600.000 • Zingari: tra le 500 mila ed il milione e mezzo di vittime • Testimoni di Geova: circa 25.000 • Disabili e Pentecostali: 200.000–250.000 • Massoni 80.000–200.000  • Prigionieri di guerra sovietici 2–3 milioni • Dissidenti politici 1-1,5 milioni  • Slavi 1-2,5 milioni 

  24. Furono recuperati: • 368.820 abiti da uomo • 836.255 cappotti e vestiti da donna • 5.525 paia di scarpe • 13.497 tappeti • Molti abiti da bambino • 7 tonnellate di capelli

  25. ..ma in tutto ciò, Dio dov’era?

  26. Dio era tra i Giusti, i non-ebrei che hanno trovato il coraggio e la forza d’animo di agire in modo eroico a rischio della propria vita, così da salvarla anche ad un solo ebreo.

  27. Ad oggi, sono stati riconosciuti oltre 24.000 Giusti tra le nazioni Oltre 24.000 uomini hanno sfidato la morte per salvare gli ebrei dalla Shoah

  28. Tra questi 525 erano cittadini italiani, Uomini e donne di ogni ceto che ospitarono e protessero gli ebrei, sacrificando la loro stessa vita. Giorgio Perlasca, Angelo Rotta, le cui azioni hanno portato alla salvezza migliaia di persone, gestendo reti di assistenza clandestina; Persone che più semplicemente, ma con uguale dedizione, hanno salvato anche una sola vita; Giovanni Palatucci, proclamato martire da Papa Giovanni Paolo II, in quanto giudicato responsabile della deportazione di ebrei; solo nel 2013, fu assolto e dichiarato salvatore di decine di deportati.

  29. Giovanni Palatucci Giorgio Perlasca Angelo Rotta

  30. Ad ogni Giusto viene dedicata, oltre ad un posto nel Giardino dei Giusti - museo di Gerusalemme -, la piantumazione di un albero, simbolo di ricordo eterno secondo la tradizione ebraicaC’è un albero per ogni uomo che ha scelto il Bene

  31. <<Non so come ringraziarla.>> <<Ringrazi Dio, non me. Lui vuole che noi sopravviviamo. O meglio, è quello che dobbiamo credere.>> Roman Polanski, Il Pianista

  32. Un piccolo giardino profumato e pieno di rose c’è un vialetto sottile e un bambino vi cammina. Un bambino piccolo, un bambino dolce come i boccioli che crescono. quando i boccioli fioriscono il bambino non c’è più. Franta Bass

  33. C’è una voce femminile che si solleva dai campi di sterminio. E’ la voce di tutte quelle donne passate per i campi, derubate di tutto, in pericolo ancor più degli uomini, assassinate nell’intimo. Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz

  34. I campi di concentramento e di sterminio erano sotto gli occhi di tutti. La gente non poteva non sapere. La gente vedeva ma non guardava. Gordon J. Horwitz

  35. PER NON DIMENTICARE

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