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Disturbi

Disturbi. Somatoformi. Borghesi dr. Roberto. Con la collaborazione di. UFSM Cortona. Claudia Borghesi. • Criteri diagnostici: Disturbo di Somatizzazione . A. Una storia di molteplici lamentele fisiche, cominciata prima dei 30 anni,

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Presentation Transcript


  1. Disturbi Somatoformi Borghesi dr. Roberto Con la collaborazione di UFSM Cortona Claudia Borghesi

  2. • Criteri diagnostici: Disturbo di Somatizzazione A. Una storia di molteplici lamentele fisiche, cominciata prima dei 30 anni, che si manifestano lungo un periodo di numerosi anni, e che conducono alla ricerca di trattamento o portano a significative menomazioni nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree importanti. B. Tutti i criteriseguenti debbono essere riscontrabili, nel senso che i singoli sintomi debbono comparire in qualche momento nel corso del disturbo: • quattro sintomi dolorosi: una storia di dolore riferita ad almeno quattro localizzazioni o funzioni (per es. testa, addome, schiena, articolazioni, arti, torace, retto, dolorimestruali, dolore nel rapporto sessuale o durante la minzione); 2) due sintomi gastro-intestinali: una storia di almeno due sintomi gastro- intestinali in aggiunta al dolore (per es. nausea, meteorismo, vomito al di fuori della gravidanza, diarrea, oppure intolleranza a numerosi cibi diversi); 3) un sintomo sessuale: una storia di almeno un sintomo sessuale o riproduttivo in aggiunta al dolore (per es. indifferenza sessuale, disfunzioni dell’erezione o della eiaculazione, cicli mestruali irregolari, eccessivo sanguinamento mestruale, vomito durante la gravidanza);

  3. 4) un sintomo pseudo-neurologico:una storia di almeno un sintomo o deficit che fa pensare ad una condizione neurologica non limitata al dolore (sintomi di conversione, come alterazioni della coordinazione o dell’equilibrio, paralisi o ipostenia localizzate, difficoltà a deglutire o nodo alla gola, mancamenti, afonia, ritenzione un nana, allucinazioni, perdita della sensibilità tattile o dolorifica,diplopia, cecità, sordità, convulsioni, sintomi dissociativi come amnesia, oppure perdita di coscienza con modalità diverse dai mancamenti). C. L’uno o l’alto di 1) e 2): 1) dopo le appropriate indagini, ciascuno dei sintomi del Criterio B non può essere esaurientemente spiegato con una condizione medica generale conosciuta o con gli effetti diretti di una sostanza (per es. una droga di abuso, o un medicinale); 2) quando vi è una condizione medica generale collegata, le lamentele fisiche o la menomazione sociale o lavorativa che ne deriva risultano sproporzionate rispetto a quanto ci si dovrebbe aspetta re dalla storia, dall’esame fisico e dai reperti di laboratorio. D. I sintomi non sono prodotti intenzionalmente o simulati (come nel Disturbo Fittizio o nella Simulazione).

  4. • Criteri diagnostici: Disturbo Somatoforme Indifferenziato A. Una o più lamentele fisiche (per es. stanchezza, perdita di appetito, problemi gastro-intestinali o urinari). B. 0 l’uno ol’altrodi 1) e 2): • dopo le appropriate indagini, i sintomi non possono essere pienamente spiegati • con una condizione medica generale conosciuta, o con gli effetti diretti di una • sostanza (per es. una droga di abuso o un medicinale); 2) quando vi è una condizione medica generale collegata, le lamentele fisiche o la menomazione sociale o lavorativa conseguente sono sproporzionate rispetto a quanto ci si dovrebbe aspettare dalla storia, dall’esame fisico o dai reperti di laboratorio. C. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o menomazione nei funzionamento sociale, lavorativo o in altre importanti aree. D. La durata del disturbo è di almeno 6 mesi. E. L’alterazione non risulta meglio spiegabile con un altro disturbo mentale (per es. un altro Disturbo Somatoforme, Disfunzione Sessuale, Disturbo dell’Umore, Disturbo d’Ansia, Disturbo del Sonno o Disturbo Psicotico). F. I sintomi non sono prodotti o simulati intenzionalmente (come nel Diswrbo Fittizio o nella Simulazione).

  5. • Criteri diagnostici: Disturbo di Conversione A. Uno o più sintomi o deficit riguardanti funzioni motorie volontarie o sensitive, che suggeriscono una condizione neurologica o medica generale. B. Si valuta che qualche fattore psicologico sia associato col sintomo o col deficit, in quanto l’esordio o l’esacerbazione del sintomo o del deficit è preceduto da qualche conflitto o altro tipo di fattore stressante. . C. Il sintomo o deficit non è intenzionalmente prodotto o simulato (come nei Disturbi Fittizi o nella Simulazione). D. Il sintomo o deficit non può, dopo le appropriate indagini, essere pienamente spiegato con una condizione medica generale, o con gli effetti diretti di una sostanza, o con una esperienza o comportamento culturalmente determinati. E. Il sintomo o deficit causa disagio clinicamente significativo, o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree importanti, oppure richiede attenzione medica. F. Il sintomo o deficit non è limitato a dolore o disfunzioni sessuali, non si manifesta esclusivamente in corso di Disturbo di Somatizzazione, e non è meglio spiegabile con qualche altro disturbo mentale. Codificare tipo di sintomo o deficit: .4 Con Sintomi o Deficit Motori .5 Con Attacchi Epilettiformi o Convulsioni .6 Con Sintomi o Deficit Sensitivi .7 Con Sintomatologia Mista.

  6. • Criteri diagnostici: Disturbo Algico A. Il dolore in uno o più distretti anatomici rappresenta l’elemento principale del quadro clinico, ed è di gravità sufficiente per giustificare attenzione clinica. B. Il dolore causa malessere clinicamente significativo oppure menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o in altre importanti aree. C. Si valuta che qualche fattore psicologico abbia un ruolo importante nell’esor- dio, gravità, esacerbazione o mantenimento del dolore. . D. Il sintomo o deficit non viene intenzionalmente prodotto o sìmulato (come nei Disturbi Fittizi o nella Simulazione). E. Il dolore non è meglio attribuibile ad un Disturbo dell’Umore, d’Ansia, o Psicotico e non incontra i criteri per la Dispareunia. Specificare il tipo: Disturbo Algico Associato con Fattori Psicologici: si giudica che qualche fattore psicologico abbia il ruolo principale nell’esordio, gravità, esacerbazione o mante-nimento del dolore (se è presente una condizione medica generale, essa non ha un ruolo predominante nell’esordio, gravità, esacerbazione o mantenimento del dolore). Questo tipo di Disturbo Algico non viene diagnosticato se sono riscontra-bili i criteri per il Disturbo di Somatizzazione.

  7. Disturbo Algico Associato con Fattori Psicologici e con una Condizione Medica Generale: si valuta che sia i fattori psicologici, sia una condizione medica generale, abbiano ruoli importanti neIl’esordio, gravità, esacerbazione o mantenimento del dolore. La condizione medica generale associata o la localizzazione anatomica del dolore (vedi sotto) vengono registrate sull’asse III. Specificare Se: Acuto: durata inferiore ai 6 mesi Cronico: durata di 6 mesi o più Nota bene: quello che segue non considerato un disturbo mentale, ed è stato riportato per facilitare la diagnosi differenziale. Disturbo Algico Associato con una Condizione Medica Generale: una condizione medica generale ha un ruolo importante nell’esordio, gravità, esacerbazione o mante-nimento del dolore. (Se sono presenti fattori psicologici, sì valuta che essi non ab-biano un ruolo importante nell’esordio, gravità, esacerbazione o mantenimento del dolore). Il codice diagnostico per il dolore viene scelto in base alla condizione medica generale associata, se ne è stata individuata una, oppure in base alla localizzazione anatomica del dolore se la condizione medica generale sottostante non è stata ancora chiaramente stabilita: per es.: lombare, sciatico, pelvico, cefalea, facciale, torace, articolare, osseo, addominale, mammario, renale, auricolare, oculare, faringo-laringeo, dentale, urinario.

  8. • Criteri diagnostici:Ipocondria A. La preoccupazione legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere, una malattia grave, basate sulla erronea interpretazione di sintomi somatici da parte del soggetto. B. La preoccupazione persiste nonostante la valutazione e la rassicurazione medica appropriate. C. La convinzione di cui al Criterio A non risulta di intensità delirante (come nel Disturbo Delirante, Tipo Somatico) e non è limitata a una preoccupazione circoscritta all’aspetto fisico (come nel Disturbo di Dismorfismo Corporeo). D. La preoccupazione causa disagio clinicamente significativo oppure menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree importanti. E. La durata dell’alterazione è di almeno 6 mesi. F. La preoccupazione non è meglio attribuibile a Disturbo d’Ansia Generalizzato, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Disturbo di Panico, Episodio Depressivo Maggiore, Ansia di Separazione, o un altro Disturbo Somatoforme. Specificare se: Con Scarso Insight: se, per la maggior parte del tempo durante l’episodio in atto, la persona non è in grado di riconoscere che la preoccupazione di avere una malattia grave è eccessiva o irragionevole.

  9. •Criteri diagnostici: Disturbo di Dismorfismo Corporeo A. Preoccupazione per un supposto difetto nell’aspetto fisico. Se è presente una piccola anomalia, l’importanza che la persona le dà è di gran lunga eccessiva. B. La preoccupazione causa disagio clinicamente significativo oppure menomazione nel Funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree importanti. C. La preoccupazione non risulta meglio attribuibile ad un altro disturbo mentale (l’insoddisfazione riguardante la forma e le misure corporee nella Anoressia Nervosa).

  10. CASI CLINICI

  11. Disturbo di Somatizzazione Una donna di 36 anni, divorziata, che lavora come commessa, giunge al Pronto Soccorso alle 2 di mattina, lamentando dei problemi allo stomaco. Piange, appare agitata, e si tiene le mani sull’addome; riferisce che poco dopo la cena ha cominciato ad avere nausea, a sentirsi “gonfia”, e che ha vomitato una certa quantità di cibo non digerito. Menire vomitava, ha cominciato a sentire un dolore sordo nell’area periombelica che è diventato progressivamente più acuto, e si è poi diffuso all’intero addome; quando il dolore è diventato “insopportabile”, ha deciso di recarsi al pronto soccorso. Dopo essersi calmata ed essersi messa a suo agio, riferisce di avere già avuto molti episodi simili, e cioè di disturbi addominali, negli ultimi 15 anni, ma che nessun medico è mai riuscito a determinarne le cause. A 18 anni ha avuto una grave salpingite, che ha richiesto l’exeresi dell’ovidotto di sinistra, e 2 anni dopo, a causa dei persistenti dolori addominali, le è stato rimosso l’ovaio di destra. A 22 anni si è sottoposta a colecistectomia e, nei successivi 10 anni, ha avuto 3 interventi di chirurgia addominale per la eliminazione di ‘aderenze” che le causavano dolori addominali. In varie occasioni, dice, i medici le hanno detto che aveva “un’ulcera”, o la “colite”, ma i suoi sintomi hanno continuato ad essere presenti nonostante una varietà di trattamenti medici. Ulteriormente interrogata, riferisce episodi sporadici di “mancamento”, di dolore toracico che la sveglia nel sonno, cronica disuria, occasionaIe ritenzione urinaria che ha richiesto la cateterizzazione, dolori lombari cronici. Concludendo la sua storia, commenta che “solo una persona con una costituzione cagionevole potrebbe rimanere ammalata per così lungo tempo”. Riferisce di assumere del diazepam, al dosaggio di 10mg x 4 al giorno, per i “nervi”; del fenobarbital, al dosaggio di 30mg x 4 al giorno, per i suoi sintomi gastrici; e qualche pillola contro il dolore “tutte le volte che ne sente il bisogno”. Ognuno dei farmaci è stato prescritto da un medico diverso; se si eccettua la volontaria reazione di allarme alla palpazione dell’addome, e la presenza delle cicatrici dei precedenti interventi, l’esame obiettivo somatico appare del tutto normale.

  12. Disturbo Algico Un uomo di 32 armi, laureato, disoccupato, giunge il Pronto Soccorso spaventato e dispnoico, lamentando un forte dolore toracico retrostemale, che definisce come una intollerabile sensazione di ‘costrizione’. Se si eccettua per una lieve tachicardia, i segni vitali ed il tracciato elettrocardiografico appaiono normali. Nonostante le rassicurazioni del medico, il paziente continua a lamentare un forte dolore, e fa richiesta di “una iniezione di Demerol”. Dopo un pò d tempo il medico gli somministra 75 mg di meperidina intramuscolo, dopo di che il paziente comincia a “sentirsi un pò meglio”. Una telefonata al medico di famiglia sortisce le seguenti informazioni: vi è una consistente anamnesi familiare per le cardiopatie. Il padre del paziente è morto improvvisamente, per infarto acuto del miocardio, 4 anni prima, e in presenza del paziente stesso. Il paziente ha avuto il primo episodio di dolore toracico un anno dopo, svegliandosi dal sonno, la notte prima di comparire in tribunale per testimoniare in un procedimento che contestava le ultime volontà del padre. Da quel momento ha presentato accessi di dolore toracico, che hanno richiesto solitamente la somministrazione di farmaci narcotico-analgesici, circa 2 volte al mese, e talora anche 3-4 volte in una settimana. Un accurato esame fisico, che ha compreso l’esecuzione di un ‘angiografia coronarica, ha Escluso la presenza di disturbi organici.

  13. Ipocondria Enrico ha 20 anni: da otto mesi ha cominciato ad essere distante, distaccato, lontano, a non riuscire a seguire più le lezioni della facoltà di legge, ad apparire fatuo e stolido, a rispondere a monosillabi o a non rispondere affatto alle domande. Parla poco, il linguaggio è intoppato, deragliante, i contenuti di pensiero difficili da seguire, E’ decisamente allucinato: avverte il commento sonoro dei suoi atti, sente ripetere il proprio pensiero. Da qualche giorno si tocca ripetutamente, con due dita, in modo stereotipato, l’area epigastrica. Pazientemente interrogato, riferisce che egli avverte lo stomaco malato, dolorante, perché il suo stomaco è di vetro, si è spezzato ed un pezzo di vetro si è conficcato nella parete esterna dell’addome, ed egli cerca con le dita di respingere dentro quella che egli definisce una ‘vetrosi”. Dopo alcuni giorni questo sintomo scompare ed è sostituito da altri molto diversi. Si tratta dunque di un contenuto frammentario, bizzarro e labile, in cui la distinzione tra egosintonico ed egodistonico, e tra vissuto corporeo e rappresentazione mentale è inconsistente, e prevale la componente del pensiero dissodato, del neologismo e dell’allucinazione propriocettiva.

  14. Disturbo Dismorfofobico Quando Carlo giunge all’osservazione, ha 19 anni e ha già avuto cure psichiatriche. E’ figlio di un padre prepensionato, già capotecnico di una industria, e di una madre casalinga, già soggetta ad “esaurimenti”. Non è riuscito a completare un corso tecnico di istruzione superiore. Passa la giornata a dormire o al bar. Ha un solo amico stretto. E’ da tempo afflitto da uno stato di preoccupazione riguardante a sua faccia. Non ha mai avuto delle ragazze. Non beve e non fuma, ma ha fatto uso di qualche spinello, e ha avuto per un periodo la passione per le arti marziali. A circa 15 anni ha subito un intervento chirurgico per la separazione di due dita del piede; per questa malformazione si era sempre sentito inferiore, e gli era anche capitato di essere preso in giro dai coetanei. Il paziente è giunto allo psichiatra dopo aver consultato numerosi chirurghi plastici ed estetici, allo scopo Ietterale di “farsi cambiare i connotati”. La sintomatologia dismorfofobica sarebbe esordita a seguito di un periodo di surmenage. Trattata subito con terapia psicofarmacologica (neurolettici e benzodiazepine), e con sedute individuali di psicoterapia, la sintomatologia è successivamente evoluta in un franco quadro di psicosi, con idee deliranti (il papà era un capomafia, il paziente era “un’opera d’arte”, poteva leggere nel pensiero, e gli altri potevano leggere il suo), con allucinazioni (la frequente sensazione di sentire chiamare il suo nome) con ansia e sintomi di somatizzazione (nodo alla gola, continuo stimolo a deglutire, frequente vomito), e con depressione d’umore e connesse idee di suicidio, secondarie alle preoccupazioni deliranti). Il quadro sì è rilevato assai scarsamente sensibile alla terapia psicofarmacologica e alla psicoterapia, per cui è attuaImente allo studio una ipotesi di trattamento elettroconvulsivante. Ai reattivi psicometrici il paziente ha rivelato un QI di 97 (livello medio). Al Rorschach sono stati riscontrati inibizione dell’intelligenza, coartazione dell’affettività, ansia, angoscia, difficoltà di adattamento delle valenze aggressive, tratti anancastici, elementi scissionali, difficoltà nel contatto umano.

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