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Efficacia clinica delle trasfusioni piastriniche: Survey Anna Maria Quaglietta

Efficacia clinica delle trasfusioni piastriniche: Survey Anna Maria Quaglietta Dipartimento di Medicina Trasfusionale Pescara. Pisa 30/9-3/10/2009.

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Efficacia clinica delle trasfusioni piastriniche: Survey Anna Maria Quaglietta

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Presentation Transcript


  1. Efficacia clinica delle trasfusioni piastriniche: Survey Anna Maria Quaglietta Dipartimento di Medicina Trasfusionale Pescara Pisa 30/9-3/10/2009

  2. Platelet transfusion for patients with cancer: clinical practice Guidelines of the American Society of Clinical Oncology. J Clinical Oncology 2001;19:1519-38 British committee for standatds in haematology Guidelines for the Use of Platelet Transfusion.British J Haematology 2003;122:10-23 Superior healt Council. Guidelines for transfusion of platelet (SCH 8068 ) ;2005. http://www.healt.fgov.be/CSH_HGR Italian Society of Transfusion medicine and ImmunohaematologySIMTI recommendations on the corret use of blood component and plasma derivates2008

  3. (Plts post-trasf. - Plts pre-trasf.) x BSA Plts trasfuse x 1011 Modalità di valutazione della efficacia 1) (CCI)Incremento corretto 2) (AI)Incremento assoluto 3) (PPI)% incremento piastrinico 4)Intervallo trasfusionale 5)Incidenza di eventi emorragici 6)Consumo di GRC 7)Numero totale di trasfusioni di PLT >7500 1h; >4500 18-24 h Plts post-trasfusione - Plts pre-trasfusione >10000 18-24 h Valore osservato/Valore atteso Grado 0= nessun segno Grado 1= petecchie diffuse Grado 2= lieve sanguinamento Grado 3= sanguinamento più importante Grado 4 = perdità debilitante del sangue

  4. Scopo del questionario • Scopo del questionario è di indagare come in Italia sia valutata l’efficacia della trasfusione piastrinica • Chi sono gli specialisti che abitualmente se ne occupano • Quali sono i problemi che incontrano, e se essi sono legati ad una valutazione del prodotto o al paziente • Valutare la possibilità di effettuare studi multicentrici sull’argomento

  5. Tasso di risposta e distribuzione geografica dei centri che hanno aderito alla survey • ,, TASSO DI RISPOSTA: 52%

  6. Numero di trasfusioni annue effettuate e divisione per collocazione geografica

  7. Tipo di concentrati trasfusi e distribuzione geografica Plt da aferesi 32,8% 56,8% 54,7% Pool di B.Coats 56,9% 23,9% 21,9% Da singola unità 26,9% 19,3% 23,5% Nord Centro Sud

  8. Tipo di concentrati trasfusi e numero di trasfusioni per centro Plt da aferesi 48,5% 40,4% 44,9% Pool di B.Coats 43,4% 32,9% 41.8% Da singola unità 16,3% 22,4% 9,7% <500 500-1000 >1000

  9. Lavorazioni effettuate sui concentrati piastrinici trasfusi

  10. Pazienti su cui viene valutata l’efficacia trasfusionale La tipologia di pazienti che accede ai Centri per effettuare la trasfusione piastrinica è costituita in media dal 70% di pz oncoematologici e dal 30% di pz medico-chirurgici piastrinopenici.

  11. Figura che si occupa di valutare la refrattarieta’ alla trasfusione piastrinica 27.8 %

  12. Momento in cui viene effettuato il controllo del valore piastrinico nei pazienti ricoverati

  13. Momento in cui viene effettuato il controllo del valore piastrinico nei pazienti ambulatoriali

  14. Modalita’ di valutazione dell’efficacia trasfusionale Formule utilizzate per il calcolodell’efficacia trasfusionale Modalità di applicazione di tali formule

  15. Valutazione clinica dell’efficacia trasfusionale 44,6% Score emorragico

  16. Fattori che vengono specificati nella richiesta di concentrati piastrinici

  17. Tipo di unità su cui viene effettuato il calcolo della resa 6.5% anche su refrattari 3.2% anche su aferesi 3.2% anche su aferesi e refrattari 9.8%

  18. Dose piastrinica utilizzata in profilassi

  19. Tempo tra diagnosi di refrattarietà e prima trasfusione efficace Modalità di gestione della refrattarietà

  20. Priorità nella scelta dei prodotti piastrinici dedicati al paziente refrattario

  21. Ulteriori informazioni sui pazienti sottoposti a trasfusione piastrinica Numero di centri disponibili a collaborare a studi multicentrici

  22. Conclusioni L’ efficacia trasfusionale viene valutata su tutti i pazienti trasfusi solo nel 30% dei centri che hanno risposto al questionario. La percentuale aumenta al 60% nel caso dei pazienti oncoematologici. Viene considerato sufficiente un controllo dei valori post trasfusionali effettuato a 18-24 h dalla trasfusione nel 51.7 % dei centri. Una buona percentuale (41.7%) utilizza il doppio controllo ad 1h e 18-24h dalla trasfusione. La formula maggiormente utilizzata e l’incremento assoluto IA (54%). Il 44,6 % dei Centri dichiara che viene effettuata anche una valutazione clinica costituita dallo score emorragico nel 98% dei casi Il medico richiedente ( 47.7 %) controlla che la trasfusione sia stata efficace, e gestisce la refrattarietà con una valutazione caso per caso . Nel 24.5% tale compito è eseguito dal trasfusionista

  23. Conclusioni Le problematiche che si incontrano sono dovute alla mancanza dei dati relativi alla resa infusa (26.3%) ed alla mancata indicazione dei dati relativi al paziente sulle richieste, ed alla necessità di calcolare manualmente l’efficacia. Nel 36,7% la diagnosi di refrattarietà viene fatta dopo settimane o mesi 52centri sono disponibili a partecipare a studi prospettici ed una piccola parte 14 ha già a disposizione dei dati. Sono necessarie osservazioni molto ampie, nell’ambito di studi controllati, per indagare ed intervenire ulteriormente sulle cause di mancata efficacia, e per la produzione di protocolli comuni per una migliore gestione della refrattarietà

  24. Grazie a tutti i Centri che hanno partecipato

  25. Grazie alla Segreteria SIdEM Istituto M. Negri Sud

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