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LA RICOSTRUZIONE DEL SENO

Unità Operativa di Chirurgia generale Dir.: Dott. Stefano Artuso. LA RICOSTRUZIONE DEL SENO. Dott. Paolo A. Riccio. MASTECTOMIA Quando? tumore multicentrico recidive locali dopo quadrantectomia ca. in situ esteso localizzazione del tumore dimensioni del tumore chirurgia profilattica.

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LA RICOSTRUZIONE DEL SENO

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Presentation Transcript


  1. Unità Operativa di Chirurgia generale Dir.: Dott. Stefano Artuso LA RICOSTRUZIONE DEL SENO Dott. Paolo A. Riccio

  2. MASTECTOMIA • Quando? • tumore multicentrico • recidive locali dopo quadrantectomia • ca. in situ esteso • localizzazione del tumore • dimensioni del tumore • chirurgia profilattica

  3. la chirurgia ricostruttiva è una tappa fondamentale del processo terapeutico che conduce alla guarigione completa, fisica e psichica, ma la decisione di eseguire la ricostruzione del seno deve essere presa in modo consapevole

  4. quanto è importante per te la ricostruzione del seno? vuoi un seno che sia sempre al suo posto oppure puoi convivere anche con qualcosa da togliere e mettere? per sentirti completa, hai bisogno di entrambi i seni?  

  5. Aspettative realistiche • non esiste garanzia che sarai del tutto soddisfatta • il tuo nuovo seno potrebbe non essere morbido come vorresti o non avere un aspetto naturale • la simmetria potrebbe non essere perfetta e qualsiasi intervento chirurgico comporta anche dei rischi

  6. L'indicazione alla ricostruzione dopo mastectomia dipende da diversifattori: • dalla qualità di pelle presente sulla parete toracica e dallo stato delmuscolo pettorale • dall'eventuale indicazioni a terapie associate (radioterapia) • dal volume e/o dalla forma della mammella che deve essere ricostruita

  7. Le tecniche chirurgiche post-mastectomia possono prevedere l’impiego di: - protesi- protesi-espansore permanente- espansore provvisorio e successiva protesi definitiva- lembo muscolo-cutaneo di gran dorsale con protesi- lembo muscolo-cutaneo di retto addominale senza protesi.

  8. RICOSTRUZIONE IMMEDIATA Può essere impiantata direttamente una protesi a volume definitivo (seno piccolo e non cadente). La tecnica che utilizza un espansore temporaneo, oggi fra le più diffuse, prevede invece due tempi chirurgici: il primo di impianto ed il secondo di sostituzione, dopo almeno 4-5 mesi, con una protesi definitiva RICOSTRUZIONE DIFFERITA L’impianto dell'espansore è sempre possibile realizzarlo anche in tempi successivi: in questo caso oltre all'operazione demolitiva, saranno però necessari due ulteriori interventi

  9. Ricostruzione con tessuti autologhi

  10. Protesi mammaria anatomica

  11. Silicone riabilitato • la FDA, l’ente americano che presiede al controllo di farmaci e presidi medici, aveva interdetto l’uso di queste protesi, per poi riabilitarle di recente • utilizzo di un gel di silicone ad alta coesività, mentre prima era più liquido, col rischio di sgonfiare il seno e indurre tossicità • solo in seguito a impatti importanti sulla parete toracica, come può avvenire in un incidente stradale, la protesi – collocata sotto il muscolo pettorale – potrebbe rompersi

  12. la protesi di silicone non ostacola eventuali terapie future né gli esami di controllo chi ha una protesi deve controllarla annualmente con una semplice ecografia; se l’ecografia non è chiara, allora si ricorre alla risonanza dopo 10-15 anni, la protesi di silicone va sostituita nessun problema, invece, per i controlli legati al tumore stesso: la mammografia continua a essere eseguita nel seno controlaterale a quello operato o sul tessuto ghiandolare residuo in caso di asportazione parziale.

  13. Gli interventi di chirurgia plastica ricostruttiva sono relativamente sicuri ed efficaci, ma come tutti gli atti medici possono dar luogo a complicanze: • mancanza di sensibilità del seno • consistenza leggermente diversa • retrazione capsulare

  14. Mastectomia destra e ricostruzione immediata con protesi

  15. Mastectomia sin. e ricostruzione immediata con protesi

  16. Mastectomia sinistra e ricostruzione immediata con protesi

  17. Espansore mammario anatomico

  18. Ricostruzione con espansore

  19. Espansore tissutale sinistro a pieno riempimento

  20. Correzione della mammella controlaterale La ricostruzione mammaria conduce ad una mammella conica e non cadente. Ne consegue che molto spesso per ovviare a questa asimmetria si debba intervenire sul seno controlaterale nei seguenti modi:1. correggendone il grado di ptosi mediante mastopessi (lifting del seno) di bilanciamento2. riducendone il volume con una vera e propria mastoplastica riduttiva3. aumentandone il volume con una mastoplastica additiva calibrata

  21. Ricostruzione della mammella sinistra in due tempi e mastopessi destra

  22. Ricostruzione della mammella sinistra in due tempi e mastoplastica destra

  23. Ricostruzione della mammella sinistra e mastoplastica riduttiva destra

  24. Mastectomia, ricostruzione immediata destra e mastoplastica additiva sinistra

  25. Ricostruzione differita sinistra e mastoplastica additiva destra

  26. Ricostruzione differita della mammella destra e mastopessi sinistra

  27. 244 RICOSTRUZIONI (1996-2008) • 174 in due tempi con espansore temporaneo • 57 protesi definitiva (19 bilaterali) • 13 protesi di Becker Chirurgia Imola

  28. TRATTAMENTO DEL SENO CONTROLATERALE • Mastoplastica riduttiva 53 • Mastopessi 31 • Mastoplastica additiva 11 • Chirurgia Imola

  29. Ricostruzione del complesso areola-capezzolo 126 casi (1996-2008) Chirurgia Imola

  30. L’evoluzione della mastectomia Nipple sparing mastectomy una tecnica innovativa per ridurre i danni psicologici della mastectomia

  31. Nipple sparing mastectomy Quando? • neoplasia non estesa al complesso areola-capezzolo e alla cute • almeno 1 cm di distanza tra l’areola e il tumore (valutazione ecografica)

  32. Mastectomia con conservazione di cute, areola e capezzolo “nipple sparing” 20 casi (2006-2008)

  33. Mastectomia nipple sparing

  34. Mastectomia nipple sparing bilaterale

  35. il seno riveste un ruolo troppo importante per l’autostima della donna • oggi la ricostruzione del seno è una realtà consolidata e non costituisce più l’aspetto “superfluo” della cura • non importa l’età della paziente: dal punto di vista tecnico non vi sono sostanziali differenze fra una ventenne e una donna di 75 anni

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