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Dipartimento di AGRARIA Università di Sassari

Università Terza Età Sassari Aa 2012/13. A S P A ASSOCIAZIONE PER LA SCIENZA E LE PRODUZIONI ANIMALI ANIMAL SCIENCE AND PRODUCTION ASSOCIATION. Produzione di alimenti zootecnici e impatto ambientale Giuseppe Pulina. Dipartimento di AGRARIA Università di Sassari. da Marco Pagani, 2010.

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Presentation Transcript


  1. Università Terza Età Sassari Aa 2012/13 A S P A ASSOCIAZIONE PER LA SCIENZA E LE PRODUZIONI ANIMALI ANIMAL SCIENCE AND PRODUCTION ASSOCIATION Produzione di alimenti zootecnici e impatto ambientale Giuseppe Pulina Dipartimento di AGRARIA Università di Sassari

  2. da Marco Pagani, 2010 Sarzana, 18 settembre 2010 Oltre il 90% del nostro nutrimento viene dalla terra In Italia nel 2010 i prodotti della terra hanno fornito, direttamente o indirettamente il 98% del consumo alimentare e il 94% delle proteine (FAOSTAT)

  3. Un mondochechiedealimenti POPOLAZIONE MONDIALE IN CRESCITA miliardi Population Reference Bureau - 2008 WORLD POPULATION

  4. E che potrebbe chiederne anche più del previsto

  5. Anche come conseguenza dell’inurbamento

  6. Negli ultimi 50 anni siamo stati in grado di tenere il passo…

  7. Ma non sarà sempre così, come dimostrato dalla volatilità attuale dei prezzi delle SftComm

  8. Perchè questo aumento è imputabile all’aumento di consumo di energia, terra e acqua.

  9. Source: FAO, 2006 Più alimenti, ma zootecnici. Consumoannuo per persona di carne e di latte 1980 - 2030 Latte Carne Kg Kg

  10. La sfida é produrre di più con minori impatti per l’ambiente e per la salute umana MIRACOLO!

  11. da Marco Pagani, 2010 Impronta alimentare L' impronta alimentareè l'estensione media di terra coltivabile necessaria a sostenere i consumi alimentari diretti (prodotti vegetali) e indiretti (mangime per animali) di un essere umano. A differenza dell'impronta ecologica è riferita solo alla terra coltivabile e non tiene conto dei consumi energetici e altro. L‘ impronta agricola-alimentare è una realtà fisica ben precisa, dal momento che in qualche luogo del pianeta esistono parcelle di terra che provvedono in modo diretto o indiretto al nostro nutrimento.

  12. da Marco Pagani, 2010 Quanti m² per i nostri consumi di grano? Consumi italiani di grano: p = 192,6 kg pro capite Resa agricola: r = 3,6 t/ha = 0,36 kg/m² Area necessaria: In Italia ne viene coltivato meno del 70%

  13. da Marco Pagani, 2010 2420 m² per i nostri consumi pro capite, cioè un ettaro ogni 4 persone!

  14. da Marco Pagani, 2010 In Italia non abbiamo abbastanza terra …

  15. da Marco Pagani, 2010 … e quindi ce la prendiamo all’estero! Area calcolata in base alle importazioni nette dai vari paesi (http://www.coeweb.istat.it/) e alle rese agricole dei singoli paesi (http://faostat.fao.org)

  16. L’impronta ecologica è definibile come l’area di superficie biologicamente produttiva necessaria per produrre le risorse ed assimilare le scorie generate dall’impiego di una determinata tecnologia per l’ottenimento di un bene o di un servizio. L’Ecologicalfootprint (Kitzes et al.2008) Si preferisce per ragioni pratiche indicare il contributo che l’unità di prodotto o il servizio apporta al consumo di risorse (es: energia) e all’inquinamento ambientale (es: CO2)

  17. L’EFP dei Paesi sviluppati è di gran lunga non sostenibile (WWF, 2003)

  18. I prodotti zootecnici sono accusati di essere i più impattanti

  19. La Carbonfootprint L’impatto in termini di GHG di un certo prodotto ne definisce la Carbonfootprint Studio in corso della UE sulla CarbonFootprint: • l’indicazione in etichetta di quanto è costato un prodotto in termini di emissioni di CO2 equivalente • politiche ambientali, in cui la filiera alimentare è attore principale L’impatto potenziale sul surriscaldamento globale (GWPI) è diverso per i principali gas ma gli effetti si esprimono in kg “CO2 equivalente” (IPCC 2007) Emissioni di anidride carbonica: 1 kg di CO2 = 1 kg di CO2 eq Emissioni di metano : 1 kg di CH4 = 25 kg di CO2 eq Emissioni di nitrossido di azoto : 1 kg di N2O = 298 kg di CO2 eq

  20. Emissione di GHG in funzione dell’intensità dei sistemi produttivi Gerber et al., 2009.

  21. Emissioni di GHG negli allevamenti da latte: evoluzione dal 1944 al 2007 negli USA (Capperet al., 2009) Carbon footprint (milioni tonnellate di CO2 equivalenti): 194 nel 1944 vs. 114 nel 2007

  22. Prima di tutto, bisogna fare bene i conti

  23. La Carbonfootprint di un’azienda ovina da latte di 100 pecore é negativa (-0,74 kg/L CO2 eq.)

  24. Contributo delle produzioni animali all’emissione di GHG in Italia Emissioni GHG da agricoltura: 6.6% del totale 25

  25. La Waterfootprint[Hoekstra, 2002] La waterfootprint di un individuo, comunità o impresa è definita come il volume totale di acqua di qualità (freshwater) impiegata per la produzione di beni e servizi consumati dagli individui, comunità o utilizzata nel ciclo produttivo delle imprese. L’acqua utilizzata è misurata in termini di acqua evaporata o inquinata per unità di tempo o di prodotto/servizio.

  26. I prodotti zootecnici sono considerati ad altissima waterfootprint (http://www.diseaseproof.com/VirtualWater.JPG)

  27. La WFP si riduce con l’intensificazione: i maggiori incrementi ponderali di vitelloni in feedot rispetto a soggetti ingrassati al pascolo genera una forte riduzione della WFP in USA

  28. Poi bisogna lavorare per ridurre l’ Ecological footprint(esempio di carne bovina e suina)

  29. Ma comunque, non staremo esagerando o dando retta a chi cerca un diversivo?

  30. Grazie per l’attenzione e buone vacanze con alimenti buoni

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