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Teoria dei mercati

1. Teoria dei mercati. Le scelte dei consumatori e delle imprese (le funzioni di domanda e di offerta) dipendono dunque da tre tipi di dati : . ( i ) le dotazioni iniziali di beni; . ( ii ) la tecnologia; . ( iii ) i prezzi; .

MikeCarlo
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Teoria dei mercati

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  1. 1 Teoria dei mercati Le scelte dei consumatori e delle imprese (le funzioni di domanda e di offerta) dipendono dunque da tre tipi di dati: (i) le dotazioni iniziali di beni; (ii) la tecnologia; (iii) i prezzi; È venuto il momento di occuparci proprio dei prezzi e di rispondere alla domanda: come si determinano i prezzi? La risposta, per ora molto (troppo) generica, è: i prezzi vengono determinati nel mercato. NOTA. I redditi (che compaiono come un dato in molti problemi di scelta) dipendono a loro volta dalla vendita di beni o servizi (come il lavoro) e perciò possono essere riportati ai dati precedenti). Microeconomia – Mercato concorrenziale

  2. 2 Concorrenza perfetta Studiamo il problema della determinazione dei prezzi assumen-do, per ora, che i mercati siano perfettamente concorrenziali. Consideriamo il mercato di un bene qualsiasi (y). Diremo che nel mercato di quel bene c’è concorrenza perfetta se valgono i seguenti requisiti: (i) le imprese che producono y sono tutte “piccole” (piccola vuol dire che la quantità prodotta dalla singola impresa è trascurabile rispetto alla produzione totale del bene); (ii) le imprese che producono y sono “tante” (tante vuol dire che la presenza di una singola impresa in più o in meno nonaltera significativamente l’offerta complessiva); (iii) il prodotto y delle varie imprese è “omogeneo” (omogeneo vuol dire che per i compratori è indifferente l’impresa da cui effettuare l’acquisto - per loro i prodotti sono tutti uguali); Microeconomia – Mercato concorrenziale

  3. 3 Concorrenza perfetta (segue) Gli altri requisiti sono: (iv) assenza di barriere o costi che impediscono od ostacolano l’ingresso e l’uscita delle imprese nel mercato); è l’ipotesi di libertà di entrata e di uscita; (v) anche gli acquirenti sono “tanti” e “piccoli”; le ipotesi i, ii e v, vengono sintetizzate nell’espressione gergale di mercato“atomistico” (sia dal “lato” dell’offerta che da quello della domanda); (vi) tutti gli acquirenti e i venditori sono perfettamente informati sulle condizioni di vendita praticate da tutte le imprese; è l’ipotesi di mercato “trasparente” (o di informazionecompleta e perfetta). Sappiamo che in questo mercato il prezzo, per le imprese, è un dato (non conviene né aumentarlo né ridurlo). Ma, per motivi analoghi, è un dato anche per gli acquirenti (se valgono le sei ipotesi, non hanno alcun potere contrattuale). Microeconomia – Mercato concorrenziale

  4. 0 4 Ricavo totale e quantità In concorrenza il prezzo lo stabilisce il mercato. Per ogni singola impresa il prezzo è appunto un dato. Essendo dato il prezzo, il ricavo è una funzione della quantità venduta y. Scriveremo Rt = R(y) Si tratta di una funzione particolarmente semplice. Il ricavo è proporzionale alla quantità venduta: Rt R(y) B Rtb Rt = py A Rta Il suo grafico, con y in ascissa e Rt in ordinata, è una retta che esce dall’origine con coefficiente angolare pari al prezzop. p y ya yb Microeconomia – Impresa: ricavo, costo, profitto

  5. 5 Ricavo marginale Il ricavo marginale (Rm) è l’aumento di ricavo totale che si ottiene quando la quantità venduta aumenta di uno: Rm = R(y+ 1) - R(y) Calcoliamo il ricavo marginale partendo dalla funzione R(y) valida per l’impresa in concorrenza (in cui il prezzo è dato): Rm = p(y + 1) -py = p In concorrenzaRm è costante e coincide col prezzo SPIEGAZIONE. Se l’impresa (essendo “piccola”) può vendere qualsiasi quantità decida di produrre al prezzo (dato) di mercato, su ogni unità venduta in più incassa appunto il prezzo. Il ricavo marginale può essere anche interpretato come il coefficiente angolare della funzione R(y) del ricavo totale. Microeconomia – Impresa: ricavo, costo, profitto

  6. Cm 0 0 6 Un grafico sul massimo profitto Il grafico a sinistra riporta le curve R(y) e C(y). L’uguaglianza Rm = Cmviene sfruttatacercando il punto (che è y*) in cui le due curve hanno la stessa inclinazione. Il grafico a destra riporta direttamente le curve Rm (= p) e Cm. In entrambi i grafici, prima di y* si ha Rm = p>Cm e conviene produrre di più (dopo vale il contrario - vedi frecce rosse). Rt, C(y) Rm, Ct Cm R(y) Cm pMAX R M Rm p C Rm y y y* y* Microeconomia – Impresa: ricavo, costo, profitto

  7. 7 Il grafico del profitto L’impresa che massi-mizza il profitto sceglie la quantità y* per cui si ha Cm= p(vedi slide precedente). Come si può visualizzare il profitto nel grafico? “Mettendo in evidenza” y nella formula p = Rt-Ct si ottiene p = y(p-Cu), formula che dice che il profitto può essere espresso come il prodotto di due numeri: la quantità y e la differenza tra prezzo e costo medio p-Cu. Questo permette di visualizzare nel grafico il profitto (massimo) come l’area del rettangolo (in colore) che ha per base la quantità y* e per altezza la differenza p-Cu, misurata dal segmento RC. Cm Cm, Cu Cu R p Rm PROFITTO C M y* y Microeconomia – Impresa: ricavo, costo, profitto

  8. Consideriamo la situazione del grafico. Inizialmente il prezzo è pv e l’impresa sceglie di produrre (data la condizione p= Cm) la quantità yv. Ora il prezzo aumenta diventando pa>pv. Il grafico ci dice che la scelta si sposta nel punto A, dove si produce ya>yv (la produzione aumenta). Se invece il prezzo diminuisce (pb<pv) anche la quantità prodotta si riduce (si passa nel punto B). La quantità prodotta dipende dal prezzo, è una funzione crescente del prezzo). 8 Curva di offerta della singola impresa Cosa succede alla scelta dell’impresa quando cambia il prezzop? Evidentemente cambia la produzione y. Vediamo come. Cm p S(p) A pa V Essa si chiama curva di offerta e si scrive y = S(p). Il suo grafico coincide con quello del costomarginale, ma letto “a rovescio” (la variabile indipendente è ora p). pv B pb yb yv ya y Microeconomia – Impresa: ricavo, costo, profitto

  9. 9 Domande e offerte di mercato Funzioni di domanda e di offerta individuali: esprimono le scelte (in funzione del prezzo p) del singolo consumatore o della singola impresa in merito all’acquisto o alla vendita del bene y. Funzioni di domanda e di offerta di mercato: esprimono le scelte (sempre in funzione del prezzo p) di tutti gli acquirenti e di tutti i venditori del bene y. Le funzioni di mercato si ricavano aggregando quelle individuali. Per ogni dato valore di p si sommano tutte le quantità domandate dai singoli consumatori (che si ricavano dalle loro funzioni di domanda individuali) e si ottiene la domanda di mercato per quel valore di p. Con lo stesso procedimento (sommando per ogni ptutte le offerte individuali) si può ricavare anche la funzione di offerta. Microeconomia – Mercato concorrenziale

  10. 10 Equilibrio “parziale” e “generale” Le quantità del bene y domandate e offerte nel mercato non di-pendono solo dal prezzo del bene p, ma (come quelle individuali) anche dagli altri prezzi e da altre grandezze. Questo fatto rende piuttosto complicata l’analisi della determinazione dei prezzi, perché quel che succede in un mercato dipende da quel che succede negli altri (interdipendenza dei risultati dei vari mercati). Perciò si dovrebbe studiare la determinazione dei prezzi simulta-neamente in tutti i mercati (analisi di equilibrio generale). Siccome l’analisi di equilibrio generale è difficile da fare e da interpretare, si preferisce studiare quel che succede in un singolomercato (assumendo dati tutti gli altri prezzi e tutte le altre grandezze rilevanti). Questa è l’analisi di equilibrio parziale. L’influenza delle altre grandezze viene studiata vedendo come cambiano i risultati, usando il metodo della “statica comparata”. Microeconomia – Mercato concorrenziale

  11. 11 Costruzione della domanda di mercato Indichiamo con yd la quantità del bene complessivamente domandata nel mercato e con yc la quantità domandata dal singolo consumatore. Supponiamo, per semplicità, che ci siano nconsumatori e che siano identici, abbiano cioè tutti la stessa curva di domanda yc= d(p). In questo caso, per ogni dato livello di p, la quantità domandata nel mercato sarà n volte quella individuale: yd= nd(p) = D(p) L’andamento grafico della curva di domanda di mercato (con yin ascissa e p in ordinata) è analogo a quello della curva individuale, salvo il fatto che i numeri che compaiono sull’ascissa, le quantità domandate, sono più grandi perché moltiplicati per n (il numero dei consumatori). Microeconomia – Mercato concorrenziale

  12. 12 Costruzione dell’offerta di mercato Si fa come per la domanda. Indichiamo con ys la quantità del bene complessivamente offerta nel mercato e con yi la quantità offerta dalla singola impresa. Supponiamo, sempre per semplicità, che ci siano mimprese e che siano identiche, abbiano cioè tutte la stessa curva di offerta yi= s(p). In questo caso, per ogni dato livello di p, la quantità offerta nel mercato sarà m volte quella della singola impresa: ys= ms(p) = S(p) Anche l’andamento grafico della curva di offerta di mercato (con y in ascissa e p in ordinata) è analogo a quello della curva individuale (sarà crescente); anche in questo caso i numeri che compaiono sull’ascissa, le quantità offerte, sono più grandi perché moltiplicati per m (il numero delle imprese). Microeconomia – Mercato concorrenziale

  13. 0 0 13 I grafici delle curve di domanda e offerta Come abbiamo visto, la forma dei grafici è analoga a quella delle curve individuali: la curva di domanda è decrescente, mentre quella di offerta è crescente. Visto che le abbiamo ottenute per somma, non poteva che essere così. C’è anche un altro motivo: se consumatori e imprese non sono identici, al crescere del prezzo diminuisce il numero dei soggetti disposti ad acquistare il bene e aumenta il numero delle imprese disposte a produrlo (si chiama “effetto partecipazione”). p p S(p) A pa pa A B B pb pb D(p) y y ya ya yb yb Microeconomia – Mercato concorrenziale

  14. 0 14 L’equilibrio tra domanda e offerta Sovrapponiamo i due grafici. Si può perché sull’asse delle ordinate c’è sempre p e su quello delle ascisse vi sono due grandezze omogenee: quantità domandate e quantità offerte. p S(p) E p* D(p) Il punto di incontro delle due curve identifica il prezzodiequilibrio (p*). y* y È un prezzo di equilibrio perché la quantità domandata, iden-tificata sulla curva di domanda, è uguale alla quantità offerta, identificata sulla curva di offerta: D(p*) = S(p*) = y*. Sono soddisfatte le due condizioni dell’equilibrio: (1) Nessuno ha motivo di cambiare scelta. (2) Le decisioni dei compratori e dei venditori sono compatibili. Microeconomia – Mercato concorrenziale

  15. 15 Il calcolo dell’equilibrio Supponiamo che la curva di domanda sia descritta dalla formula yd = a - bp (dove a, b e c sono dei numeri noti). e che la curva di offerta sia descritta dalla formula ys = cp Le due curve sono state ipotizzate lineari per semplicità. Sappiamo che c’è equilibrio quando yd = ys,ossia quando a - bp = cp Questa è una equazione nell’incognita p, la cui soluzione è il prezzo di equilibriop*. Un semplice calcolo dà il risultato: p* = a/(b+ c) Trovato p*, lo si sostituisce nella curva di offerta (o in quella di domanda - controllare che viene lo stesso risultato) e si trova y* = ac/(b+ c) Microeconomia – Mercato concorrenziale

  16. 0 16 Quando il mercato non è in equilibrio La curva didomanda, la curva diofferta e la condizione diequilibrioyd = yssono tre ingredienti essenziali per la descrizione di un modello di mercato (in concorrenza perfetta). Per completare la descrizione manca un quarto ingrediente. Esso deve modellare “cosa succede quando il mercato non è in equilibrio”, ossia quando yd ys. Se il prezzo è pa > p*, la quantità domandata ydè identificata dal punto D, mentre quella offerta ysè identificata dal punto S. p S(p) D S pa Il mercato non è in equilibrio, perché yd< ys. E Se il prezzo fosse invece pb < p*, il mercato non sa-rebbein equilibrio, ma con yd> ys. p* D(p) Che succede in questi casi? Come reagiscono acquirenti e venditori? yd y* ys y Microeconomia – Mercato concorrenziale

  17. 17 La “legge della domanda e dell’offerta” Quandop> p*, sicché la domanda è inferiore all’offerta (yd< ys), i venditori, per evitare che parte del prodotto resti invenduto, reagiscono facendosi concorrenza, ossia fanno scendere il prezzo. In sintesi abbiamo: yd- ys< 0 Dp < 0 Quandop< p*, sicché la domanda è superiore all’offerta (yd> ys), i compratori, per non restare senza prodotto, reagiscono facendosi concorrenza, ossia fanno salire il prezzo. In sintesi abbiamo: yd- ys> 0 Dp > 0 Questo complesso di reazioni che si mette in moto quando non c’è equilibrio, è chiamato legge della domanda e dell’offerta. NOTA. L’espressione yd- yssi chiama eccesso di domanda. Quando yd- ys < 0abbiamo un eccesso di domanda negativo. Microeconomia – Mercato concorrenziale

  18. La “convergenza” all’equilibrio 18 Economia - mercato (Concorrenza perfetta) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Molto in breve, la “legge della domanda e dell’offerta” afferma che la variazione del prezzo ha lo stesso segno dell’eccessodi domanda: se quest’ultimo è negativo il prezzo scende; se è positivo il prezzo sale; e se è nullo? Quando yd-ys= 0 dalla “legge” si ricavaDp = 0. Ma, appunto, in questo caso abbiamo yd= yse p = p*; ovvero il prezzo non varia perché siamo in equilibrio. La legge della domanda e dell’offerta descrive il funzionamento del mercato fuori dell’equilibrio (è il “quarto ingrediente”). Il suo operare assicura che il mercato tende all’equilibrio. Il meccani-smo all’opera può essere formalizzato nel seguente modo: p> p* yd- ys< 0 Dp < 0 p< p* yd- ys> 0 Dp > 0 Perciò il prezzo converge all’equilibrio (pp*)

  19. Una complicazione 19 Economia - mercato (Concorrenza perfetta) 0 0 Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano È questa: la produzione richiede tempo. Quando l’offerta viene portata al mercato, per quella “volta”, la quantità prodotta è data e non può essere cambiata. p S(p) S Perciò, per quella “volta”, la curva di offerta è verticale. Essa è stata decisa ps Essa è stata decisa in precedenza sulla base del prezzo atteso dalle imprese per quella “volta”. y Esso viene chiamato prezzo di offerta (ps): è il prezzo che, se realizzato, massimizza il profitto delle imprese. p D pd La legge della domanda e dell’offerta fissa il cosiddetto prezzo di domanda (pd) che è quello che consente di vendere tutta la quantità prodotta data per quella “volta”. D(p) y ys

  20. Il processo che conduce all’equilibrio 20 Economia - mercato (Concorrenza perfetta) 0 Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Le imprese decidono quanto produrre sulla base di ps (che è un prezzo atteso), mentre vendono il prodotto sulla base di pd (che è un prezzo di mercato). Non è affatto detto che prezzo di offerta e prezzo di domanda coincidano. Se così non è, le imprese hanno portato nel mercato la quantità “sbagliata” e non massimizzano il profitto. In questo caso reagiscono cambiando la quantità prodotta: se osservano pd> psdecidonoDys> 0,e viceversa. p Come si vede dal grafico, questa reazione sposta la quantità prodotta (la retta verticale) verso il punto di incon-tro delle curve di domanda e offerta. S(p) pd D E p* A furia di aggiustamenti di quantità prodotta il mercato arriva a un equilibrio in cui si ha ps= pd= p*. ps D(p) S y ys

  21. Le variabili “esogene” dell’equilibrio parziale 21 Economia - mercato (Concorrenza perfetta) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Il modello che stiamo studiando descrive un equilibrio parziale, che cambia quando cambia uno dei dati del problema. Questi dati sono “variabili esogene”, ossia grandezze determi-nate “fuori” del modello, che però ne influenzano i risultati. Principali “esogene” che riguardano la curva di domanda: (1) i prezzi degli altri beni (determinati negli altri mercati); (2) i redditi dei consumatori (che possono dipendere da altri prezzi, come, per esempio, il salario). Principali “esogene” che riguardano la curva di offerta: (1) il salario (che determina il costo marginale); (2) i prezzi degli altri inputs; (3) il numero delle imprese che producono il bene. NOTA. Ci sono molti altri dati (sia per la domanda che per l’offerta), di cui qui non consideriamo gli effetti per non complicare troppo il discorso.

  22. Ancora suBreve e lungo periodo 22 Economia - mercato (Concorrenza perfetta) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Abbiamo fatto questa distinzione a proposito della scelta degli inputs da parte dell’impresa (nel breve periodo la scelta è più limitata che nel lungo) C’è una distinzione analoga che riguarda il mercato: BREVE PERIODO: il numero delle imprese attive nel mercato è dato (non ne entrano e non ne escono). LUNGO PERIODO: il numero delle imprese attive nel mercato è variabile (può aumentare o diminuire). La distinzione riguardante le imprese è logicamente indipenden-te da quella riguardante il mercato: potremmo avere imprese in lungo periodo (possono scegliere tutti gli inputs) ma mercato in breve periodo (il numero delle imprese è dato).

  23. La statica comparata dell’equilibrio parziale 23 Economia - mercato (Concorrenza perfetta) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Finora abbiamo sempre assunto dato il numero delle imprese. Perciò l’equilibrio che abbiamo descritto è di breve periodo. Più avanti studieremo l’equilibrio di lungo periodo. Per ora studiamo l’effetto della variazione di una variabile esogena sull’equilibrio di breve periodo del mercato. Sappiamo come si fa. Si applica il metodo della statica comparata: (i) si vede come il cambiamento di una esogena fa spostare una curva (o le due curve di domanda e di offerta); (ii) si confronta il vecchio equilibrio col nuovo equilibrio. NOTA. Il metodo della statica comparata è stato applicato in parecchie altre oc-casioni: per studiare cosa succede al vincolo di bilancio; per costruire la curva di domanda a partire dalla scelta del consumatore; per studiare l’effetto di una esogena sulla curva di domanda; ecc.

  24. Spostamenti delle curve di domanda e di offerta 24 Economia - mercato (Concorrenza perfetta) 0 0 Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano L’effetto del cambiamento di una variabile esogena è quello di spostare, nel grafico, la posizionedella curva di domanda, o di quella di offerta, o anche di tutte e due. Lo spostamento a destra della curva di domanda fa crescereprezzo e quantità venduta (viceversa lo spostamento a sinistra) Lo spostamento a destra della curva di offerta fa calare il prezzo e aumentare la quantità venduta (viceversa a sinistra) p p S Sv N pn Sn V V pv pv N pn Dn Dv D yn yv yn y yv y

  25. Cambiamenti delle variabili esogene 25 Economia - mercato (Concorrenza perfetta) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Vediamo gli effetti sull’equilibrio (di breve periodo) di alcuni cambiamenti delle diverse variabili esogene: (1) l’aumento del prezzo di un bene succedaneo sposta a destra la curva di domanda (aumentano prezzo e quantità del bene); (2) l’aumento del prezzo di un bene complementare sposta a sinistra la curva di domanda (prezzo e quantità si riducono); (3) l’aumento del reddito dei consumatori sposta a destra la curva di domanda (prezzo e quantità aumentano); (4) l’aumento del salario ha due effetti: sposta a destra la curva di domanda (cresce il reddito dei consumatori); sposta a sinistra la curva di offerta (cresce il costo marginale); il prezzo di equilibrio aumenta; l’effetto sulla quantità è indeterminato. Si possono considerare anche altri casi. L’effetto delle corrispondenti diminuzioni è (ovviamente) simmetrico.

  26. Prezzo di mercato ed equilibrio dell’impresa 26 Economia - mercato (Concorrenza perfetta) yi * Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Ci sono due nessi che legano l’equilibrio del mercato concorren-ziale all’equilibrio dell’impresa: (1) La curva di offerta del mercato è (come sappiamo) la “som- ma” delle curve di offerta delle singole imprese presenti nel mercato. (2) Il prezzo di equilibrio p* è lo stesso prezzo che la singola impresa assume come un dato per la sua scelta. Cm p S p Cu E R p* Rm PROFITTO C M D y* y yi

  27. Ingresso e uscita 27 Economia - mercato (Concorrenza perfetta) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Nel lungo periodo il numero delle imprese che offrono il bene è variabile: possono entrare nel mercato nuove imprese; possono abbandonare il mercato alcune delle vecchie Nel lungo periodo l’entrata e l’uscita delle imprese sono libere Il meccanismo che regola i flussi di imprese in entrata e in uscita è il seguente: (1) si registra un flusso in entrata di imprese nel mercato del be- ne yse in quel mercato le imprese conseguono extraprofitti, ovvero profitti superiori al livello normale incorporato nel costo totale (p > 0). (2) si registra un flusso in uscita di imprese dal mercato del bene yse in quel mercato le imprese conseguono profittiinferiori al livello normale incorporato nel costo totale (p < 0).

  28. Effetti dell’entratadi nuove imprese 28 Economia - mercato (Concorrenza perfetta) yi yi n v Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Prendiamo un mercato in cui le imprese conseguono extraprofitti Dato che p > 0, entreranno nel mercato nuove imprese. Quando il numero delle imprese aumenta, cresce la produzione complessiva per ogni livello del prezzo. Di conseguenza la curva di offerta del mercato si sposta a destra. Il prezzo di equilibrio scende e perciò il profitto delle imprese presenti si riduce. Cm p p Sv V Cu Sn N V pv Rmv Rmn pn N M D yv yn y yi

  29. L’equilibrio del mercato nel lungo periodo 29 Economia - mercato (Concorrenza perfetta) yi * Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Finché le imprese conseguono extraprofitti continuerà l’afflusso di nuove imprese nel mercato. Il processo si arresterà soltanto quando l’ultima impresa entrata farà scendere il prezzo fino la punto in cui l’extraprofitto si annulla. Ciò avviene quando il prezzo diventa uguale al costo medio. Infatti p = y(p-Cu) = 0 p=Cu . p p S Cm Cu L M p* Rm D y* y yi In questo caso il mercato è in equilibrio di lungo periodo

  30. La curva di offertanel lungo periodo 30 Economia - mercato (Concorrenza perfetta) yi b yi * Consideriamo l’effetto di uno spostamento a destra della curva di domanda in un mercato in equilibrio di lungo periodo. Inizialmente il numero delle imprese è dato (breve periodo) e il prezzo aumenta (pb > pv). Le imprese esistenti fanno extraprofitti. Aumenta il numero delle imprese, anche la curva di offerta si sposta a destra, finché si ritorna a pv con un maggiore prodotto. La curva di offerta di lungo periodo è perciò orizzontale. p p Cm Sv Cu B Sn B pb B Rmb L L V pv Rm L Dn Dv L B y yi yv yb yl Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano

  31. Economia del benessere 31 Economia del benessere (valutare le allocazioni) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Sappiamo che l’economia si occupa di problemi di scelta e di problemi di coordinamento. Ci sono vari meccanismi di coordinamento; il principale è il mercato. I risultati delle scelte dei soggetti e dei meccanismi di coordinamento vengono chiamati allocazioni. L’economia del benessere è quel ramo della scienza economica che studia come valutare le allocazioni. Il singolo consumatore valuta le allocazioni dal punto di vista della sua utilità. La singola impresa le valuta dal punto di vista del suo profitto. Esiste un punto di vista generale (sociale) per valutare le allocazioni? Ci sono o no criteri che ci consentano di dire se l’allocazione A è superiore all’allocazione B, oppure se è vero il contrario?

  32. Efficienza 32 Economia del benessere (valutare le allocazioni) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano La parola efficienza ha vari significati: •EFFICIENZA PRODUTTIVA. Si ha quando non è possibile aumen- tare la quantità prodotta se non aumentando l’impiego di un input. Nel caso che ci sia un solo input variabile e che la fun- zione di produzione sia f(x), c’è efficienza (produttiva) quando y = f(x), mentre c’è inefficienza quando y < f(x). •EFFICIENZA ECONOMICA (O TECNICA). Si ha quando non è possi- bile aumentare la quantità prodotta se non aumentando il co- sto. La condizione che la identifica è SMST = w1/w2 (l’isocosto è tangente all’isoquanto). Altrimenti c’è inefficienza. •EFFICIENZA ALLOCATIVA. Si ha quando non è possibile aumen- tare la produzione di un bene senzaridurre quella di un altro bene. È realizzata quando il paniere di beni prodotto si trova sulla frontiera delle possibilità produttive (sulla curva di tra- sformazione). Se si trova sotto, c’è inefficienza (allocativa).

  33. Il criterio di Pareto 33 Economia del benessere (valutare le allocazioni) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Le varie nozioni di efficienza che abbiamo visto forniscono dei criteri parziali per ordinare le allocazioni: in particolare, ogni allocazione inefficiente è “dominata” dalla corrispondente allocazione efficiente, che le è preferibile. Possiamo allora limitare il problema dell’ordinamento delle allocazioni alle sole allocazioni efficienti. Un passo avanti può essere fatto utilizzando il cosiddetto “criterio di Pareto”. Esso afferma quanto segue: Un’allocazione A è superiore a un’altra allocazione B, se almeno un soggetto preferisce A a B e nessuno preferisce B ad A (e viceversa). Se qualcuno preferisce A a B e qualcun altro preferisce B ad A, le due allocazioni sono inconfrontabili. Il criterio non consente di ordinare tutte le allocazioni.

  34. Allocazioni “ottime” 34 Economia del benessere (valutare le allocazioni) (ottobre-dicembre 2003) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Secondo il criterio di Pareto una allocazione è ottima quando non ci sono allocazioni superiori. DEFINIZIONE EQUIVALENTE: un’allocazione è ottima quando non è possibile far stare meglio un soggetto senza far stare peggio almeno un altro soggetto. (notare le analogie con le varie nozioni di efficienza) Chi decide se un soggetto sta meglio o peggio? È il soggetto stesso: il criterio fa riferimento alle sue preferenze. Ovvero, il criterio di Pareto non è “paternalista”. Perciò, per giustificare un cambiamento col criterio di Pareto occorre l’unanimità. Basta il veto anche di un solo soggetto perché il cambiamento non sia giustificato. Ovvero, il criterio favorisce lo status quo. Esistono infinite allocazioni ottime

  35. Surplus del consumatore 35 Economia del benessere (equilibrio parziale) 0 Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Consideriamo una curva di domanda (individuale). Definiamo prezzo di riserva, e lo indichiamo con pd, il prezzo massimo che il consumatore è disposto a pagare per acquistare una determinata quantità. Per esempio, per acquistare la prima unità del bene il prezzo di riserva è appena inferiore a pm; per acquistare la quantità ya il prezzo di riserva è pa. Se il prezzo di mercato è pa, il consumatore paga tutte le unità acquistate, tranne l’ultima, meno del loro prezzo di riserva (perciò ci guadagna). p Definiamo surplus del consumatore (Sc) la somma di tutti questi guada-gni. Per ogni singola unità venduta è data dalla differenza pd- pa. pm A pa Può essere calcolato come l’area colorata del grafico: Sc = (pm-pa)ya/2. D(p) y ya

  36. Surplus del produttore 36 Economia del benessere (equilibrio parziale) 0 Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Consideriamo una curva di offerta (individuale). Definiamo prezzo di riserva dell’impresa, e lo indichiamo con ps, il prezzo minimo che essa è disposta ad accettare per vendere una determinata quantità. Di fatto il prezzo di riserva coincide col costo marginale; per vendere la quantità y* il prezzo di riserva è p*,ma per venderne di meno è inferiore (ps = Cm). Se il prezzo di mercato è p*, l’impresa incassa su tutte le unità vendute, tranne l’ultima, più del loro prezzo di riserva (perciò ci guadagna). p Definiamo surplus del produttore (Sp) la somma di tutti questi guada-gni. Per ogni singola unità venduta è data dalla differenza p*- Cm. S(p) A p* Può essere calcolato come l’area colorata del grafico: Sp = p*y*/2. y* y

  37. Il mercato concorrenziale e i due surplus 37 Economia del benessere (equilibrio parziale) 0 Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano I due concetti di surplus valgono anchea livello di domanda e offerta di mercato (ne parleremo al plurale invece che al singolare). I due surplus sono sempre visualizzati dalle aree sotto la curva di domanda (quello dei consumatori) e sopra la curva di offerta (quello dei produttori). È facile verificare che il mercato concorrenziale, in equilibrio par-ziale, ha l’effetto di rendere massima la somma dei due surplus. p Questo significa allora che l’alloca-zione realizzata dall’equilibrio parziale concorrenziale è ottimale? S(p) E Per rispondere dobbiamo prima vedere come può essere identificata un’allocazione ottimale in un singolo mercato. p* D(p) y* y

  38. Prezzo ombra 38 Economia del benessere (equilibrio parziale) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Beneficio marginale sociale (Bms): è l’ammontare di risorse che la “società” è disposta a spendere per disporre di una unità in più del bene y. Costo marginale sociale (Cms): è l’ammontare di risorse che la “società” deve spendere se vuole disporre di una unità in più del bene y. Se si ha Bms >Cms, alla “società” conviene che la produzione del bene y venga accresciuta. Se invece si ha Bms <Cms, alla “società” conviene che la produzione del bene y venga ridotta. La quantità prodotta del bene y è perciò ottimale quando si ha Bms =Cms Prezzo ombra del bene y è il prezzo che, se venisse realizzato dal mercato, garantirebbe la produzione della quantità ottimale del bene y . È il comune valore di Bms =Cms.

  39. Equilibrio del mercatoe allocazioni ottimali 39 Economia del benessere (equilibrio parziale) 0 Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Il bene y è prodotto in un mercato perfettamente concorrenziale. Quanto costa alla società produrne una unità in più? Ovvero qual è il suo Cms? Risposta:quel che costaalle imprese che lo producono, ossia Cm. Dunque, in concorrenza si haCms = Cm. Perciò il grafico di Cmscoincide con quello della curva di offerta. Quanto è disposta a pagare la società per una unità in più del bene y? Risposta: il prezzo(misurato sulla curva di domanda). p Perciò il grafico di Bmscoincide con la curva di domanda. S = Cms Perciò il prezzo di equilibrio coincide col prezzo ombra E p* e l’allocazione realizzata dal mercato (concorrenziale) è ottimale. D = Bms y* y

  40. Fallimento del mercato 40 Economia del benessere (market failure) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Con l’espressione “fallimento del mercato” (market failure) si intende una situazione in cui l’allocazione realizzata dal mercato non è Pareto-ottimale PRINCIPALI CASI DI FALLIMENTO DEL MERCATO: 1. Concorrenza imperfetta. 2. Esternalità. 3. Beni pubblici. 4. Tasse e sussidi.

  41. Concorrenza imperfetta 41 Forme di mercato (concorrenza imperfetta) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano La concorrenza perfetta è una forma di mercato identificata dalla presenza dei sei requisiti elencati nei LUCIDI 2 e 3. Quando manca anche uno solo di quei requisiti il mercato acquista caratteristiche di concorrenza imperfetta. Principali esempi di concorrenza imperfetta: 1. Monopolio - una sola (grande) impresa e barriere che impediscono l’ingresso di altre imprese nel mercato. 2. Concorrenza monopolistica - come la concorrenza perfetta ma prodotto non omogeneo (differenziato). 3. Oligopolio - poche grandi imprese (ci possono essere o non essere barriere; il prodotto può non essere omogeneo). 4. Mercato “contendibile” - come il monopolio ma senza barriere all’ingresso o all’uscita (e presenza di menu costs).

  42. Economie di scala 42 Forme di mercato (concorrenza imperfetta) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Quando le imprese sono “piccole” le uniche forme di mercato possibili sono la concorrenza perfetta (prodotto omogeneo) e la concorrenza monopolistica (prodotto differenziato). Come mai, in alcuni mercati, ci sono imprese “grandi”? Ciò è dovuto alla presenza di economie di scala. Si hanno economie di scala quando nel lungo periodo, al crescere della dimensione dell’impresa (dell’impianto x2), i costi unitari diminuiscono. La presenza di economie di scala è legata alla presenza di rendimenti di scala crescenti nella funzione di produzione. ESEMPIO. La funzione y = x1x2 ha rendimenti crescenti (al raddoppio dei due inputs il prodotto quadruplica - controllare); quando il prodotto quadruplica il costo unitario si dimezza (controllare); perciò ci sono economie di scala.

  43. Economie di scala e dinamica del mercato 43 Forme di mercato (concorrenza imperfetta) yi yi yi n b v Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Nel lungo periodo, quando ci sono economie di scala, l’equilibrio del mercato concorrenziale è instabile. La singola impresa ha interesse a crescere di dimensione, abbassando così i costi unitari e conseguendo perciò extraprofitti. Le altre imprese dovranno imitarla. L’offerta aumenta, il prezzo scende fino a che gli extraprofitti si annullano. Nel nuovo equilibrio ci sono meno imprese più grandi. Ma il processo continua. Fino a quando? p p Sv Cuv Sn Cun V V B pv N pn N D Cmn y yi yn yv

  44. Diseconomie di scala 44 Forme di mercato (concorrenza imperfetta) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Al crescere delle dimensioni dell’impresa l’effetto delle economie di scala viene sempre più contrastato da una serie di meccanismi che tendono a far crescere il costo unitario. Queste forze che contrastano la diminuzione del costo unitario vengono chiamate diseconomie di scala Esse hanno a che fare con la crescente complessità che si incontra nella gestione delle imprese di grandi dimensioni. Le imprese hanno convenienza a crescere di dimensione fino a quando l’effetto delle diseconomie di scala compensa quello delle economie di scala. A quel punto la convenienza viene meno (si arresta il meccanismo descritto nel lucido precedente). Se il prevalere delle diseconomie si manifesta presto, le imprese restano di piccole dimensioni; se invece si manifesta tardi, la dimensione media delle imprese del mercato sarà maggiore.

  45. Scala minima efficientee dimensione del mercato 45 Forme di mercato (concorrenza imperfetta) 0 Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Con l’espressione “scala minima efficiente” si intende la dimen-sione dell’impianto che sfrutta al massimo l’effetto delle econo-mie di scala (in impianti maggiori il prevalere delle diseconomie di scala fa risalire il costo unitario). La “scala minima efficiente” può essere misurata con la quantità prodotta da quell’impianto quando, appunto, viene usato in modo economicamente efficiente (con la tecnica identificata dall’isocosto tangente all’isoquanto). Sia ye questa quantità e sia Cue il costo unitario corrispondente. p Sia ym la quantità assorbita dal mercato quando p =Cue. Il rapporto ym/ye ci dà il numero massimo delle imprese destinate a rimanere nel mercato quando il processo di crescita dimensionale si arresta: nel grafico c’è posto per due. M E Cue D ye ym y

  46. Monopolio 46 Forme di mercato (monopolio) 0 Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Quando il rapporto ym/ye  1, c’è posto per una sola impresa. È la dimensione stessa che funziona come barriera all’entrata. In questo caso si parla di “monopolio naturale”. Ci possono essere monopoli difesi da altri tipi di barriere (non legate alle economie di scala), come, per esempio, le barriere legali (licenze, brevetti, ecc.), o merceologiche (acqua minerale). Essendo l’unica a vendere il bene, l’impresa monopolista fronteggia l’intera curva di domanda del mercato. p La curva di domanda rappresenta per l’impresa l’insieme delle sue possibilità di scelta: può decidere qualsiasi coppia di quantità e prezzo, purché, appunto, sulla curva di domanda. A pa B pb D Ma, quanto maggiore è la quantità, tanto minore deve essere il prezzo. ya yb y

  47. Ricavo marginalee monopolio 47 Forme di mercato (monopolio) Sceglierà la quantitày (e di conseguenza il prezzo p) che rende massimo il suo profitto, ossia la quantità identificata dalla solita condizioneRm = Cm. Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Abbiamo visto che l’impresa può scegliere qualunque punto (combinazione di y e p) sulla curva di domanda. Quale sceglierà? Questa volta, però, il ricavo marginale non coincide col prezzo. Se vuole vendere una unità in più, l’impresa deve vendere tutta la sua produzione a un prezzo più basso. Perciò il ricavo che ottiene da quella unità in più (appunto il ricavo marginale) è dato dal prezzo incassato su quell’ultima unità meno il minor prezzo su tutte le unità precedenti. La formula corrispondente è Rm = p-y(Dp/Dy) La dimensione del minor prezzo dipende dall’inclinazione della curva di domanda, ossia, appunto da Dp/Dy.

  48. Prezzo e ricavo marginale 48 Forme di mercato (monopolio) 0 Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano La curva del prezzo, in funzione della quantità prodotta, è decrescente (è la “funzione inversa” della curva di domanda). Considerata dal punto di vista dell’impresa, questa curva rappresenta il ricavo unitario: p = Ru. Anche la curva del ricavo marginale è decrescente (basta guardare la formula): per y = 0 si ha Rm = p; per y > 0 si ha Rm < p, con un divario che aumenta al crescere di y. Supponiamo che la formula del ricavo unitario sia p = a - by (una retta decrescente). p a Allora la formula del ricavo marginale è Rm Rm = p-y(Dp/Dy) = a - by - by. Ossia Rm = a -2by. Ru (ancheRm è una retta, con lo stesso termine noto e doppio coefficiente angolare) 2b b y a/2b a/b

  49. La scelta del monopolista 49 Forme di mercato (monopolio) 0 Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano La scelta del monopolista può essere ora identificata con lo stessoprocedimento seguito per l’impresa in concorrenza perfetta. Analiticamente, l’equazione Rm = Cmpermette di calcolare l’incognita y*, ossia la scelta della quantità prodotta. Sostituendo questo valore di y* nella funzione Ru, ossia nella curva di domanda, si trova il prezzo fissato dall’impresa. Graficamente, l’ascissa del punto di incontro tra la curva Rm e la curva Cm è appunto la quantità prodotta y*. p Il prezzo non èl’ordinata del punto di incontro tra la curva Rm e la curva Cm, ma è appunto l’ordinata di y*sulla curva di domanda (Ru). Cm p* Cu Infine, il profitto può essere calcolato graficamente come area del rettan-golo, con base y* e altezza p* - Cu. Ru Rm y* y

  50. Costo marginale costante 50 Forme di mercato (monopolio) Corso di economia politica - lezioni del prof. Giorgio Rodano Al contrario della concorrenza perfetta (dove la produttività mar-ginale deve essere decrescente) le imprese in monopoliopossono avere una produttività marginale costante (e anche crescente). Quando la produttività marginale è costante anche il costo marginaleCm = w/Pm è costante. [vedere NOTA1 e NOTA2] In questo caso la funzione del costo totale diventa Ct = k + cy Ossia è una retta crescente dove il termine noto k rappresenta il costo fisso e il coefficiente angolare c rappresenta il costo marginaleDCt/Dy (controllare che Cm = C(y+1) - C(y) = m). Si verifica facilmente che, in questo caso, la formula del costo unitario diventa Cu = Ct/y = (k/y)+c

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