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Teoria dei sistemi

Teoria dei sistemi. Definizione: Un insieme di oggetti e di relazioni tra gli oggetti e tra i loro attribuiti , in cui gli oggetti sono componenti o parti del sistema e gli attribuiti sono le proprietà degli oggetti e le relazioni tengono insieme il sistema. LE PROPRIETA’ DEI SISTEMI

Leo
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Teoria dei sistemi

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  1. Teoria dei sistemi • Definizione: Un insieme di oggetti e di relazioni tra gli oggetti e tra i loro attribuiti, in cui gli oggetti sono componenti o parti del sistema e gli attribuiti sono le proprietà degli oggetti e le relazioni tengono insieme il sistema. LE PROPRIETA’ DEI SISTEMI • TOTALITA’ (non sommatività) • RETROAZIONE • EQUIFINALITA’

  2. Complessità • L’idea di complessità è implicita nel concetto di sistema e di approccio sistemico. Implica un sistema di relazioni tra l’oggetto indagato e l’osservatore. • Elementi caratterizzanti la complessità sono la varietà degli elementi del sistema, la variabilità delle loro relazioni, la qualità delle relazioni tra il sistema e l’ambiente ela varietà delle caratteristiche del sistema non riscontrabili nei suoi elementi.

  3. Proprieta’ dei sistemi Apertura all’ambiente:interscambio continuo di input-output con l’esterno; i sistemi biologici e quelli sociali sono tipicamente sistemi aperti (scambiano con l’esterno energia e materia); ogni sistema si caratterizza per il grado di impermeabilita’ dei propri confini. Un sistema è caratterizzato, tra l’altro, da una frontiera. Il sistema aperto, se considerato nelle sue relazioni con l’ambiente esterno, viene detto “allargato”.

  4. Proprieta’ dei sistemi Scomponibilità in sottosistemi: I sottosistemi sono insiemi di elementi le cui interazioni sono particolarmente intense o rilevanti o specifiche Nei sistemi complessi non vi e’ mai separabilita’ completa tra sottosistemi • Alcune caratteristiche dei sistemi sono dunque spiegabili osservando i sottosistemi. Ogni disordine può essere ricondotto ad un ordine sottostante.

  5. Proprieta’ dei sistemi • esistenza di relazioni causali e funzionali tra le variabili del sistema:molto spesso i sistemi complessi sono caratterizzati da relazioni di multicausalita’ e multifunzionalita’ (a differenza dei sistemi semplici caratterizzati da causalita’ semplice o a una via).

  6. Proprieta’ dei Sistemi • Differenziazione e Integrazione: i sistemi aperti tendono alla specializzazione funzionale (es. gli organi del corpo umano). L’aumento di specializzazione richiede complessi meccanismi di integrazione per mantenere l’integrita’ del sistema ed il suo funzionamento. • Corrispondenza tra eterogeneita’ interna (differenziazione) e varieta’ esterna

  7. Proprieta’ dei sistemi • Equifinalita’: i sistemi aperti possono raggiungere lo stesso stato finale partendo da condizioni diverse, con risorse diverse e percorrendo sentieri diversi

  8. Governabilità dei Sistemi • Un sistema si dice cibernetico se è in grado di regolarsi, tramite un meccanismo di retroazione (feed-back). • IL sistema infatti è esposto a diverse perturbazioni ed ha a disposizione un certo numero di risposte.

  9. Storia della terapia familiare • Terapia familiare (o relazionale o sistemica): • Approccio terapeutico messo a punto a Palo Alto (California), tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni ’60. • P. Watzlasvich, J. Beavin e D. Jackson ne effettuarono una sintesi teorica nel testo Pragmatic of Human Communication A Study of Interactional Patterns, Pathologies and Paradoxes. Essi presero le mosse dal lavoro di G. Bateson, applicando in campo terapeutico la sua teoria del doppio “vincolo”.

  10. L’APPROCCIO ALLA FAMIGLIA COME SISTEMA Tutti coloro che si occupano di interventi familiari concordano sul fatto che la famiglia è un “qualcosa di unico che va al di là delle singole parti”. In questo senso un approccio sistemico è condiviso da tutti gli autori che si occupano di interventi in psicoterapia familiare, tuttavia sotto questo ampio cappello vengono spesso coinvolti significati e definizioni diverse che si tratta in qualche modo di esplicitare. • La famiglia come sistema significa considerare l’intera totalità come qualcosa di diverso dai singoli membri che la costituiscono, il cui funzionamento o non funzionamento è in relazione all’intero sistema. • Lavorare con la famiglia significa condividere l’idea che la famiglia è un sistema complesso.

  11. LE RELAZIONI FAMILIARI

  12. Definizione di terapia familiare A partire dagli anni 50 grande è stato l’interesse clinico rivolto alla famiglia nei soggetti con disturbo psicotico. Gli studi sulla famiglia, condotti in ambito clinico hanno posto l’attenzione, in maniera preponderante, sullafamiglia sintomaticae/o disfunzionale, rappresentandosi modelli impliciti di funzionamento familiare normale e/o ideale.

  13. Salvador Minuchin

  14. MODELLO STRUTTURALE • nato in Argentina da una famiglia di ebrei russi Immigrati • cresciuto in un contesto patriarcale • ha tratto dalle sue esperienze di vita infantili il senso della struttura familiare come sede di organizzazione, di interdipendenza, di regole per salvaguardare sia il funzionamento del sistema familiare che i margini di libertà di ciascun componente • Divenuto medico pediatra, ha lavorato dapprima in Israele per i bambini orfani e immigrati • Si trasferisce poi in U.S.A. per specializzarsi in psichiatria

  15. MODELLO STRUTTURALE • Negli anni ‘50, è stato chiamato a New York a dirigere un centro residenziale per ragazzi delinquenti • Qui ha sperimentato i limiti del trattamento psicoanalitico e il bisogno del coinvolgimento delle famiglie • interesse per il lavoro con le famiglie, in particolare quelle povere e socialmente svantaggiate, caratterizzate da disorganizzazione e indefinitezza di ruoli

  16. Funzionamentodella famiglia • struttura gerarchica tra le generazioni • definizione di regole di comportamento • stile transazionale compreso fra due estremi: famiglie disimpegnate famiglie invischiate

  17. MODELLO STRUTTURALE Disimpegno • Presente nelle famiglie in cui i confini sono rigidi e impenetrabili. Famiglia poco strutturata, con minimi legami emotivi, scarse gerarchie e forti connessioni con l’esterno Invischiamento • Estrema intensità emotiva tra i membri, confini interni fragili, confini esterni poco permeabili. I membri sono intrusivi e poco rispettosi dell’originalità dei pensieri e dei sentimenti altrui

  18. Concetti base della Terapia Strutturale • Ogni sistema umano ha necessità di organizzarsi(regole, gerarchie) • Complementarietà • Sottosistemi • Confini: regole generate da contratti impliciti ed espliciti

  19. TERAPIA • Il terapeuta agisce tecniche orientate al presente • entra attivamente nella dinamica della famiglia, per modificarla • si allea ai membri • valuta e definisce la struttura e crea le condizioni per modificarla. • La modifica della struttura è una ridistribuzione di posizioni gerarchiche di livelli all’interno della famiglia.

  20. TERAPIA • delimita i confini • rende consapevoli i familiari • potenzia i sottositemi deboli • apre possibilità relazionali diverse • attribuisce compiti terapeutici a membri in ombra e svalutati all’interno della famiglia

  21. MODELLO STRATEGICO Jay Haley

  22. Concetti base Potere • le relazioni umane sono una lotta incessante per decidere chi detta le regole delle relazioni stesse • i sintomi sono manovre di potere all’interno di una relazione e il terapeuta deve riuscire a disfare queste lotte, mantenendo con ogni mezzo la propria relazione di potere

  23. MODELLO STRATEGICO • Il paziente designato è il controllore, gli altri membri sono i controllati • Scopo della terapia è riavvicinare le persone a un potere che vada a favore di tutti i membri, e non a favore del singolo

  24. MODELLO STRATEGICO Negoziati • Possibilità, da parte del terapeuta, di negoziare i rapporti di potere tra i membri: I negoziati possono essere esplicitati attraverso veri e propri contratti da rispettare

  25. Prescrizioni • Prescrizione di un rituale • Prescrizioni del sintomo • Scelta terapeutica paradossale obbligando il paziente a manifestare un dato atteggiamento, il terapeuta permette al paziente di togliere all’atteggiamento stesso valenze negative

  26. Tecnica • Prima fase il terapeuta elabora una relazione di cooperazione con i pazienti, con atteggiamenti di rispetto e cordialità • Seconda fase gestisce l’inchiesta sul problema presentato • Terza fase mette di fronte al paziente alcuni punti di vista contraddittori emersi. Generalmente richiede di riproporre atteggiamenti sintomatici.

  27. MODELLO STRATEGICO • Quarta fase • stabilisce gli obiettivi della terapia e definisce un contratto con il paziente: i termini del contratto sono di tipo pratico • Fase finale • dà direttive al paziente che rimandano al problema presentato in prima seduta

  28. Somiglianze tra terapie strutturali e terapie strategiche • Importanza del ciclo vitale • Osservazione nel contesto • I comportamenti individuali cambiano con il cambiare del contesto • Le famiglie sono sistemi gerarchici governati da regole • Si lavora sul presente • La terapia cerca di cambiare le sequenze comportamentali ripetitive

  29. Somiglianze tra terapie strutturali e terapie strategiche • Il processo è più importante dei contenuti • Il terapeuta ha un ruolo direttivo • Il terapeuta usa tutto ciò che funziona • Si usano ristrutturazioni e riformulazioni e non interpretazioni • Si usano prescrizioni comportamentali e paradossi terapeutici • La terapia tende ad essere breve

  30. Differenze tra terapie strutturali e terapie strategiche Terapia strutturale • Opera essenzialmente sulla struttura familiare • Si cerca di lavorare con l’intera famiglia • Si focalizza sul comportamento immediato all’interno della seduta • Sottolinea le azioni all’interno della seduta

  31. Differenze tra terapie strutturali e terapie strategiche Terapia strategica • Opera essenzialmente sul sintomo • Si lavora spesso con uno o due membri del sistema • Si focalizza su sequenze di comportamento che avvengono fuori dalla seduta • Usa le direttive extraseduta

  32. MODELLO DI MILANO Mara Selvini Palazzoli

  33. MODELLO DI MILANO • Nata a Milano è riuscita a sopravvivere psicologicamente agli stress dell’infanzia e del difficile rapporto con i genitori grazie alla sua capacità di resilienza, ossia di quel fattore positivo in grado non solo di superare, ma di rendere produttivi eventi e condizioni di vita altrimenti negativi

  34. MODELLO DI MILANO • Medico, psichiatra e psicoanalista ha dedicato la prima parte della sua vita professionale al trattamento di ragazze anoressiche, divenendo, negli anni 60 una esperta di fama europea • Affascinata dall’esordiente movimento di T.F. in U.S.A., la Selvini nel 1967 ha fondato a Milano, con colleghi medici, il primo Centro per lo studio della Famiglia, inizialmente ad orientamento psicoanalitico, successivamente adottando il modello/strategico di Palo Alto per il lavoro con le famiglie di giovani psicotici e anoressiche.

  35. Paradosso e controparadosso • Ricerca delle radici relazionali dei disturbi mentali • Descrive pattern rigidi e ripetitivi di interazione familiare (giochi) • Usa l’equipe in modo paritetico • Offre connotazioni positive • Prescrive rituali terapeutici

  36. Seduta • Preseduta • Seduta • Discussione • Conclusione (i terapeuti si uniscono alla famiglia per commentare e prescrivere) • Discussione sulle reazioni della famiglia

  37. Connotazione positiva • Il gruppo definisce tutti i comportamenti osservati come positivi, perché servono a mantenere la coesione • Non si prescrive solo il sintomo, ma l’intera configurazione familiare

  38. MODELLO DI MILANO • Successivamente abbandona il modello strategico a favore di una progressiva ricerca sia sul gioco familiare, sia sulla contestualizzazione dei sintomi/problemi nella storia familiare, sia ancora sulla riscoperta dell’individuo con le sue emozioni, aspettative e sofferenze

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