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Relazione sull’esperienza di alternanza scuola-lavoro.

Relazione sull’esperienza di alternanza scuola-lavoro. Relatore: Masserini Stefano(classe 4°E). Luogo dell’esperienza: Studio veterinario città di albino dei dottori Nava, Cattaneo e Milesi. Durata dell’esperienza: 12,13,14,15,17,18,19,20,21 Gennaio 2011. Prefazione.

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Relazione sull’esperienza di alternanza scuola-lavoro.

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Presentation Transcript


  1. Relazione sull’esperienza di alternanza scuola-lavoro. Relatore: Masserini Stefano(classe 4°E). Luogo dell’esperienza: Studio veterinario città di albino dei dottori Nava, Cattaneo e Milesi. Durata dell’esperienza: 12,13,14,15,17,18,19,20,21 Gennaio 2011.

  2. Prefazione. La mia esperienza presso l’ ”Ambulatorio veterinario città di Albino” è stata nel complesso davvero utile sia per quanto riguarda l’ orientamento universitario sia per un l’acquisizione di numerose conoscenze in ambito medico. In particolare un’ alternanza scuola lavoro presso uno studio veterinario risulta essere davvero positiva se si considera il fatto che, a differenza della medicina umana in cui esistono medici per ogni fase della cura di un paziente, in veterinaria è possibile vedere in un solo studio la totalità (o quasi) delle competenze, delle procedure, degli studi e delle analisi che si devono eseguire al fine di curare un paziente animale. Questa differenza è chiaramente dovuta al fatto che in umana, per ragioni etiche, è richiesto uno studio molto più specifico su ogni particolare della diagnosi e della cura di un paziente, studio che sarebbe impossibile incentrare in un solo medico. Diversamente in veterinaria è richiesto al singolo medico di saper orientarsi in tutte le branche della medicina. Ebbene grazie a questa mia esperienza in veterinaria possiedo conoscenze, magari non specifiche, ma di certo solide su ogni branca della medicina animale; se si considera poi il fatto che gli animali visitati erano tutti mammiferi, e che di conseguenza la gran parte delle conoscenze acquisite non sono limitate all’ambito animale ma estendibili all’ambito umano, il bagaglio didattico che questa esperienza mi ha dato risulta davvero notevole.

  3. Conoscenze acquisite.Oltre alle conoscenze in ambito medico mi sono state insegnate nozioni su ogni parte della vita lavorativa in senso lato, come spiegazioni sulle faccende burocratiche, igieniche e legislative che si devono tenere in considerazione se si possiede uno studio.Ecco di seguito un indice di tutte le conoscenze acquisite. 10:Scelte professionali Conoscenze 1:Diagnostiche 9:Chirurgiche e anatomiche. 2:Terapeutiche 3:Strumentazione 6:Psicologia animale. 8:Rapporto con il cliente. 4:Lettura dei dati scientifici Vai alla conclusione 5:Linguaggio medico.

  4. Conoscenze diagnostiche: Molto spesso giungevano all’ambulatorio animali che presentavano diversi malori o segni di malattia.Quasi mai però era possibile diagnosticare la malattia dalla semplice visita a occhio nudo e così era necessario ricorrere a diverse tecniche diagnostiche: • Diagnosi per radiografia Si esegue una radiografia all’animale e dalla lastra si fanno considerazioni di tipo fisico(si osserva dove i raggi passano e dove no)per osservare eventuali versamenti, intasi o in generale presenze erronee negli apparati. Ad esempio arrivò in ambulatorio un cane con evidenti problemi respiratori: grazie alla radiografia diagnosticammo un grave Edema polmonare. • Diagnosi citologica Si preleva dall’animale ,con una siringa, parte del tessuto che si ritiene patologico.Dunque si osserva la materia estratta al microscopio e si riscontrano eventuali malformazioni cellulari. Ad esempio ricordo che con un esame citologico diagnosticammo un mastocitoma in metastasi ad un cane di soli 8 anni. • Diagnosi per affissione di vetrino Quando si ha la possibilità di avere parte del tessuto patologico in una zona facilmente raggiungibile del paziente, si appoggia il vetrino sul tessuto e si guarda ciò che vi rimane appiccicato al microscopio.Questa tecnica è quasi infallibile ma, fatta eccezione per le malattie cutanee, è molto difficile da mettere in atto in quanto appoggiare il vetrino su un tessuto interno è una pratica molto invasiva per l’ organismo dell’animale. Continua alla pagina seguente

  5. Diagnosi per prelievo Si effettua il prelievo di un liquido biologico (sangue, urina, siero, plasma…) e lo si analizza o al microscopio o attraverso moderne strumentazioni che con un ciclo autonomo in pochi minuti forniscono una risposta negativa o positiva a determinate malattie. • Analisiecografica si radeva l’animale nella zona a cui era necessario apllicare la sonda dell’ ecografo. Sulla punta dell’ecografo si applicava del gel utile in quanto l’ecografia è un’ analisi che si opera attraverso ultrasuoni e i suoni nel liquido passano in modo migliore.Così se si applica del gel sulla sonda si ottiene un’ immagine migliore in quanto i suoni passano più velocemente dalla sonde alla cute dell’animale, e successivamente ai suoi organi interni.Una cosa importante da tener presente quando si fa un’ ecografia è che tutto ciò che si vede sullo schermo è una rappresentazione bidimensionale di una realtà organica tridimensionale.Dunque gli angoli e le distanze che si vedono sullo schermo sono diversi da quelli reali. • Analisi superficiale Probabilmente la procedura più frequente in ambulatorio:Questa analisi si opera anche su cani che non presentano patologia.Si tratta di un analisi tattile della zona ventrale, della misurazione della temperatura interna, di un’ oscultazione e di una rapida visita agli occhi, alle orecchie e alla bocca.Spesso la decisione di fare una delle altre analisi sovra elencate scaturisce da un sospetto nato dall’ analisi superficiale. Continua alla pagina seguente

  6. Analisi delle feci un metodo usato per diagnosticare eventuali parassiti intestinali negli animali è l’analisi delle feci: si prepara un miscuglio eterogeneo di feci mischiate a un liquido specifico.Dunque si può procedere in due modi:o si centrifuga una provetta con il miscuglio eterogeneo e si osserva alla fine la parte superiore del liquido al microscopio, o si pone la provetta stessa con un vetrino sulla sommità in un luogo tranquillo per circa mezzora così che gli eventuali parassiti salgano a galla e si appoggino sul vetrino(tecnica di flottazione).L’ultimo giorno della mia esperienza sono riuscito con il mio compagno di stage a diagnosticare autonomamente il tricocefalo(un parassita intestinale)nelle feci di un cane.Ovviamente la mia diagnosi è stata poi controllata dai dottori. Tricocefalo. Fotografia scattata in ambulatorio per festeggiare la prima diagnosi mia e di Marco(il mio compagno di stage) Torna alla mappa delle conoscenze

  7. Conoscenze terapeutiche. A seguito della diagnosi mi sono state spiegate alcune massime da tenere presente per decidere la terapia da dare al paziente. In particolare i dottori dell’ ambulatorio mi hanno fatto capire che è necessario tenere presente l’età dell’ animale, la specie, la razza, la cartella clinica di tutta la vita dell’animale, il luogo dove vive, le malattie animali presenti nel suo territorio(in generale nella bergamasca) e infine anche le disponibilità economiche del padrone. Insomma decidere che farmaco somministrare ad un animale è difficile e dipende da parecchie variabili. Oltre al tipo di farmaco bisogna poi saper scegliere la quantità dello stesso. Questa mansione è stata spesso affidata anche a me in quanto è molto più semplice. Si può trovare il giusto dosaggio semplicemente facendo dei calcoli algebrici in relazione al peso e allo stato di degenerazione della malattia. Torna alla mappa delle conoscenze

  8. Strumentazione Le prime indicazioni che ci sono subito state date dal dottor Nava riguardavano la strumentazione di un ambulatorio veterinario.Durante l’ esperienza ci sono poi state illustrate le varie macchine che intervengono nel lavoro di un veterinario. Tra queste le più importanti sono: l’ecografp, il pressurizzatore, la centrifuga, il microscopio, lo strumento per scattare le radiografie e quello per stamparle, lo strumento per l’analisi completa del sangue, l’emanatore di ultrasuoni per la rimozione del tartaro e molto altri. Ho appreso diverse curiosità su ognuno di questi strumenti ma ritengo che la cosa più importante che mi è stata trasmessa sia la cura, la pulizia e il rigore che bisogna sempre tenere presenti quando li si usa. Continua alla pagina seguente

  9. Un discorso che spesso sentivo sugli strumenti era poi la velocità con cui la scienza immetteva nuove tecnologie mediche di giorno in giorno. Questa celerità innovativa non è sempre sopperibile dalle risorse economiche di uno studio privato. Così spesso il dottor Cattaneo mi ripeteva che se nell’ ambulatorio si avesse avuto questo o quello strumento, la diagnosi di un animale poteva risultare molto meno difficile e laboriosa. Ricordo ad esempio il caso dell’ecografo dell’ ambulatorio che risultava spesso non sufficientemente nitido da consentire una diagnosi sicura. Torna alla mappa delle conoscenze

  10. Lettura dei dati scientifici Alle spiegazioni sugli strumenti seguivano spesso spiegazioni sull’attenzione che il buon medico deve porre nel leggere qualsiasi dato. A questo proposito fu illuminante la spiegazione del Dottor Cattaneo sui concetti di specificità e sensibilità. Quando ci si trova davanti ad uno strumento diagnostico è sempre necessario tenere presente la sua specificità, ovvero con quale esattezza quello strumento diagnostica una malattia (se uno strumento è poco specifico da’ falsi-positivi) e la sua sensibilità ovvero con quale percentuale quello strumento rileva la malattia(se uno strumento è poco sensibile da’ falsi-negativi). Solo dal confronto di questi due valori si può giudicare quanto uno strumento o un’ analisi siano attendibili. Un’altra nozione utile alla lettura dei dati specifici è il farsi venire sempre il sospetto dell’errore dello strumento e basarsi sulla propria esperienza medica per interpretare eventuali falsi-positivi o falsi-negativi. Torna alla mappa delle conoscenze

  11. Linguaggio medico. Dopo due settimane di alternanza scuola-lavoro nello studio veterinario ho acquisito un discreto lessico medico che prima non possedevo. Torna alla mappa delle conoscenze

  12. Rapporto con il cliente. Frequenti erano le discussioni con i clienti che si lamentavano per il prezzo delle visite o per il persistere della malattia nel loro animale.I dottori mi hanno più volte spiegato che anche questo fa parte del lavoro di un veterinario.Nella concezione della gente il veterinario è un sottoposto al medico umano e in questo senso deve costare di meno.In realtà è un’ idea infondata e i prezzi non possono che essere gli stessi.Per quanto riguarda poi le lamentele sulle cure ritenute dai clienti non valide, bisogna pensare che, per quanto scientifica, la medicina è comunque un campo in cui la sicurezza di azione è solo un’ utopia. In questo senso l’errore del medico ci può stare e in quel caso bisogna ammetterlo e prendersi le proprie responsabilità.Di certo di fronte a una persona che ha appena perso un animale a cui era affezionata, è difficile riconoscere la proprie colpe e farsene carico.Per questo penso che il medico sia una professione in cui anche la coscienza ha il suo peso. Torna alla mappa delle conoscenze

  13. Psicologia animale. Durante la mia esperienza nell’ambulatorio ho appreso molte curiosità da Dottor Nava a riguardo della psiche animale.Molte di queste conoscenze sono assai utili ad un veterinario in quanto gli permettono di capire lo stato d’animo di un animale la sua eventuale volontà di attaccare e quindi la necessità o meno di applicare per esempio una museruola ad un cane. Inoltre la conoscenza della mente del paziente permette anche di capirne le reazioni agli stimoli tattili, chimici o sensoriali. Oltre a tutto questo ho scoperto l’esistenza di una vera e propria scienza didattica volta all’educazione dei cani. Torna alla mappa delle conoscenze

  14. Conoscenze chirurgiche e anatomiche. I momenti più emozionanti dell’esperienza erano senza dubbio quelli in sala operatoria.Ho potuto vedere da vicino più di dieci interventi chirurgici, la maggior parte dei quali erano ovariectomie o sterilizzazioni maschili.Queste operazioni per un medico sono banali ma per uno studente risultano essere uniche. Le operazioni si susseguivano grossomodo tutte secondo questo schema: si preparava il necessario all’operazione e lo si sterilizzava; il paziente veniva anestetizzato con oppioidi specifici fuori dalla sala operatoria;dunque veniva intubato e legato sul tavolo operatorio.A questo punto veniva tolto l’eventuale pelo presente sulla cute su cui operare.Così si procedeva stendendo dei teli sterili attorno alla superficie da operare e ssi collegava il paziente all’ecografo per verificare lo stato di stabilità cardiaca.Solo a questo punto tagliava con il bisturi e si iniziava l’operazione.Da qui le diverse operazioni seguivano strade diverse ma in tutte era costante il controllo continuo del flusso di gas anestetico respirato dall’animale e delle onde cardiache. Alla fine si interrompeva il gas anestetico e si attendeva il risveglio dell’animale sempre controllando le onde cardiache e la pressione. Continua alla pagina seguente

  15. Gli animali reagivano in modo diverso al risveglio dall’anestesia:chi sembrava semplicemente svegliarsi da una dormita, chi si agitava, chi urinava e chi iniziava a fare versi. Il dottor Milesi mi disse, citando un libro di un anestesista, che l’anestesia può essere paragonata ad un volo:quando sei anestetizzato cominci un volo parabolico e quando atterri ti risvegli.Il tuo risveglio dipenderà dal modo in cui atterri;se atterri in modo ottimale avrai un risveglio tranquillo, se sbagli leggermente traiettoria ti risveglierai un poco agitato e così in crescendo Torna alla mappa delle conoscenze

  16. Scelte professionali. Durante la mia permanenza nello studio ho potuto anche osservare da vicino tre dottori e parlare con loro a proposito delle scelte professionali da loro intraprese. Per esempio nell’ ambulatorio veterinario dove ho lavorato si attuava una completa terapia del dolore per qualsiasi intervento che la richiedesse. Questa scelta pare obbligata ma in realtà ho scoperto dai racconti dei dottori Nava, Milesi e Cattaneo che in molti studi veterinari queste pratiche indispensabili per non far soffrire i pazienti animali non vengono attuate. Oltre a questo, un’altra scelta che i tre dottori mi hanno detto di aver preso è quella di curare sempre gli animali visitati con terapie di medicina classica e non omeopatica o affetta da evidenti influenze dall’affetto placebo. Non mi addentro nella giustezza di queste scelte, ma l’aver sentito questi discorssi mi ha fatto capire in generale che persino nell’arte medica esiste una grossa parte di morale e di comportamento professionale. Sicuramente i tre dottori che mi hanno permesso di vivere quest’esperienza , oltre ad una preparazione e a una conoscenza notevole, sono stati in grado di comunicarmi un modo serio, sincero e stimabile di approcciarsi al mondo del lavoro. Torna alla mappa delle conoscenze

  17. Conclusione Come ho già detto l’esperienza è stata davvero entusiasmante e utile e la consiglierei a tutti gli studenti della mia età.Per due settimane sono stato parte integrante di un ambulatorio veterinario dove ho potuto usare e anzi consolidare le mie conoscenze teoriche con la pratica sul campo. Ho potuto usare strumenti scientifici per curare un essere vivente, assistere a operazioni chirurgiche, capire i meccanismi che regolano la vita biologica di animali molto simili all’uomo e poter fare qualsiasi domanda a tre figure professionali davvero valide. Tra tutti questi aspetti positivi ne esiste uno però non negativo ma che mi ha lasciato un poco perplesso.Durante la mia esperienza bisettimanale ho assistito a 4 eutanasie su tra cani e un gatto.Di certo quelle eutanasie erano inevitabili in quanto i casi clicici non lasciavano altre scelte. Tuttavia ricordo con tristezza i momenti in cui ho assistito alla morte di quegli animali, sebbene sapessi che era una morte completamente indolore. Quello che voglio dire è che quest’esperienza permette anche di capire che in un’ infinità di aspetti positivi riscontrabili nella figura lavorativa di medico, forse l’unico punto negativo è il rapporto che questa professione ti impone verso la vita e la morte. Ho capito e mi è stato infatti spiegato che è impensabile che un medico (veterinario o umano) non si costruisca un muro professionale che possa difenderlo dal condizionamento che i sentimenti umani provocherebbero nel suo lavoro. Ebbene vedere questo muro professionale nei dottori dell’ ambulatorio all’ inizio mi ha lasciato perplesso ma già dopo due settimane sono stato in grado di capire quanto sia indispensabile e imprescindibile per un medico costruirsene uno. Anche questa presa di coscienza risulta ,secondo me, essere un’ eredità unica che quest’ esperienza è stata in grado di trsmettermi.

  18. Stefano Masserini Ringrazio: -La scuola: per l’opportunità che mi ha dato. -I dottori Nava, Milesi e Cattaneo che più volte hanno rallentato il proprio lavoro per darmi chiare e illuminanti spiegazioni

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