1 / 27

La sicurezza degli alimenti

La sicurezza degli alimenti. Sicurezza alimentare e sicurezza “degli alimenti”. Sicurezza alimentare ( food security ): E’ l’accesso di tutti ed in qualsiasi momento ad un’alimentazione sufficiente in termini di qualità, quantità e varietà, per una vita attiva sana.

Download Presentation

La sicurezza degli alimenti

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. La sicurezza degli alimenti

  2. Sicurezza alimentare e sicurezza “degli alimenti” Sicurezza alimentare (food security): E’ l’accesso di tutti ed in qualsiasi momento ad un’alimentazione sufficiente in termini di qualità, quantità e varietà, per una vita attiva sana.

  3. Sicurezza alimentare e sicurezza “degli alimenti” Sicurezza degli alimenti (food safety): • Non esiste…non è un concetto assoluto • Riduzione del rischio? • Prevenzione? • Responsabilità? • Obblighi?

  4. Il mercato della sicurezza degli alimenti • La sicurezza di un alimento come bene di mercato: • E’ un insieme di attributi del prodotto alimentare (Hooker, Caswell, 1996) • E’ associato alla probabilità di non incorrere in pericoli per la salute(Henson, Traill, 1993) Determinanti (mercato concorrenziale): Domanda Offerta • Percezione del rischio (pericolo) • Grado di avversione al rischio • Variabili socio-demografiche (età, professione, educazione, ecc.) • Reddito • Prezzo (incidenza sul prezzo dell’alimento) • Massimizzazione profitto: • La “quantità” di sicurezza alimentare prodotta sarà quella corrispondente all’uguaglianza tra i costi marginali e i ricavi marginali. E’ comunque impossibile produrre sicurezza totale

  5. Il fallimento del mercato • Distorsione nella percezione del rischio (fattori psicologici) • Incompletezza ed asimmetria informativa (Akerlof, 1970, prezzi sub-ottimali) • Natura di bene pubblico del “bene sicurezza” e della relativa informazione (non escludibilità e non rivalità, free-riding e moral hazard) • Esternalità associate alle intossicazioni alimentari (es. costi sanitari) • Problemi nella distribuzione dei costi e dei benefici (elasticità rispetto al reddito della domanda di sicurezza, insufficiente segmentazione)

  6. Effetti del fallimento sulla domanda di un prodotto alimentare • Diversa percezione del rischio in base alle nuove informazioni, cambio nelle abitudini alimentari (in che misura è strutturale?) • Diminuzione nel livello di domanda del prodotto alimentare interessato dal fallimento • Modifiche nell’effetto prezzo (diversa fiducia nell’“experience good”, prezzo come proxy qualità, cambio elasticità dei prezzi) • Modifiche nell’effetto reddito (elasticità della spesa) • Riallocazione della spesa per prodotti alimentari ed effetti sulla domanda di alimenti appartenenti allo stesso gruppo di spesa

  7. Food Standards • Sicurezza e igiene • Qualità • Confezionamento • Etichetta • Gestione e immagazzinamento

  8. Regolamentazioni • Additivi • Contaminanti ambientali • Fitofarmaci • Radioattività • Micro-organismi e tossine

  9. La strategia europea • Ripristinare la fiducia del consumatore • “Libro bianco” (gennaio 2000) – 80 azioni • Approccio integrato “from farm to fork” • Standard, definizioni e principi generali • Autorità alimentare europea

  10. Definizioni e principi • Definizioni degli alimenti • Definizioni delle leggi (es. mangimi) • Approccio “integrato” per tutti i settori • Rintracciabilità nella filiera • Controlli e sanzioni • Rispetto obblighi internazionali “più alti” • Analisi e valutazione del rischio (AAE)

  11. Il principio di precauzione (conferenza di Rio) “Laddove vi siano minacce di danni seri o irreversibili, la mancanza di piene certezze scientifiche non potrà costituire un motivo per ritardare l’adozione di misure efficaci in termini di costi volte a prevenire il degrado ambientale”.

  12. L’autorità alimentare europea: compiti • Valutazione scientifica del rischio • Consulenza scientifica, autorevole e indipendente • Raccolta di informazioni e analisi • Comunicazione • Sistema rapido di allerta e sorveglianza rischi • Supporto alla Commissione in caso di emergenza

  13. L’autorità alimentare europea • Nessuna responsabilità normativa (rimane alle istituzioni europee) – separazione • Indipendenza (necessità di un “nuovo” interlocutore con il consumatore) • Rete con stati membri e organizzazioni internazionali • DATI

  14. Sicurezza degli alimenti negli USA • Responsabilità penale ed amministrativa del produttore / commercializzatore. • Ispezioni per controlli su adulterazioni / etichettature • Il governo non è direttamente responsabile della sicurezza degli alimenti

  15. HACCP • Analisi dei rischi e punti di controllo critici Il sistema HACCP è un sistema di controllo preventivo di processo messo a punto dall’industria alimentare 30 anni fa per integrare la sicurezza alimentare nel processo di produzione alimentare. Il sistema HACCP prevede che allo stabilimento di trasformazione competano le seguenti responsabilità: (1) identificare i rischi potenzialmente insiti nel proprio processo di lavorazione sulla base delle migliori conoscenze scientifiche disponibili, (2) individuare i punti critici del processo dove poter controllare il rischio, (3) mettere a punto, validare e attuare forme di controllo atte a prevenire il verificarsi di un rischio nonché (4) monitorare e documentare l’applicazione del sistema per verificare che funzioni adeguatamente, adottando le eventuali misure correttive.

  16. La crisi BSE 1732 Primo caso di “scrapie” (pecore) 1984 Primo caso di BSE (Regno Unito) 1989 Proibito l’uso di carne e ossa di capi infetti per l’alimentazione umana ed animale 1996 Identificata la nuova variante della CJD e il probabile collegamento con la BSE 2000 Partono i test a campione sui bovini (in Francia in anticipo) e aumentano i casi individuati 2001 Test su tutti i bovini europei sopra i 30 mesi

  17. Qualche numero (1)Casi di BSE nel Regno Unito

  18. Casi di BSE nel mondo 32 casi emersi dai nuovi test tra giugno e dicembre 2000 Italia: 57 casi al febbraio 2002 su circa 580.000 test

  19. Casi di CJDnv identificatidal 1996 ad oggi • Nel Regno Unito: annualmente uno ogni cinque milioni di abitanti (in totale 85 in cinque anni, 1996-2000) • Nel Resto d’Europa: solo 2 in Francia • 134 casi di botulismo in Italia 1996-1998

  20. Il comparto della carne bovina in Europa Fonte: FAO (2000) 4, 7 milioni di capi sono stati abbattuti nel Regno Unito per la crisi BSE dal 1996 ad oggi

  21. Il comparto della carne bovina in Europa

  22. Il comparto della carne bovina in Italia

  23. Il comparto della carne bovina

  24. I costi della crisi BSE1996-2000 12.000 miliardi lire schema abbattimento capi UK (1.600 a carico EU) + 28.000 miliardi lire acquisto per intervento dell’EU per crollo prezzi + 1.000 miliardi lire primi sostegni Francia 2000 TOTALE 41.000 miliardi lire

  25. La reazione del consumatore: i consumi di carne bovina in Italia, Francia e Spagna Valori effettivi Valori previsti

  26. La crisi BSE e i consumi di carni e pesce in Italia: quantità medie consumate per famiglia1990-1996 (1990=100, dati destagionalizzati) 110 SHOCK BSE 100 90 Quantità (1990=100) 80 70 60 set-91 set-92 set-93 set-94 set-95 set-96 gen-91 gen-92 gen-93 gen-94 gen-95 gen-96 mag-91 mag-92 mag-93 mag-94 mag-95 mag-96 Mese Carne bovina Pollame Salumi Altre carni Pesce

  27. Evoluzione dei prezzi reali al consumo delle carni (1993-1998)

More Related