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ing. Domenico Mannelli www.mannelli.info. LA SICUREZZA NELLE IMPRESE. dall’analisi degli incidenti rilevanti dichiarati nella Comunità europea risulta che, nella maggioranza dei casi, essi sono dovuti a errori umani indotti spesso da errori di gestione o di organizzazione….

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  1. ing. Domenico Mannelli www.mannelli.info

  2. LA SICUREZZA NELLE IMPRESE • dall’analisi degli incidenti rilevanti dichiarati nella Comunità europea risulta che, nella maggioranza dei casi, essi sono dovuti a errori umani indotti spesso da errori di gestione o di organizzazione…

  3. Lavorare in sicurezza e attivarsi per la diffusione della salute è un GIOCO TEORIA DEI GIOCHI

  4. TEORIA DEI GIOCHI Soluzioni Competitive Scenario in cui un soggetto vince e l’altro perde Giochi a Somma Zero

  5. TEORIA DEI GIOCHI Strategia Coopetitiva Strategia di cooperazione nella competizione Dal latino coo-petere: correre insieme per raggiungere in collaborazione obiettivi che supportino vantaggi comuni

  6. TEORIA DEI GIOCHI Soluzioni Coopetitive Scenario in cui i risultati possono essere di reciproco vantaggio o svantaggio Giochi a Somma Diversa da Zero

  7. CEE Governo Stato ASL INPS INAIL DPL Sindacati Formazione Famiglie 81/08 Aziende Imprenditori Lavoratori RSPP RLS Gestione della prevenzione dal rischio sul lavoro Le figure del gioco della sicurezza

  8. COOPETIZIONE tra le figure del gioco della sicurezza VANTAGGI LAVORATORE Guadagno in termini di salute (non quantificabile) DATORE DI LAVORO • Guadagno economico (abbassamento dei premi assicUrativi, meno multe, etc.) • Guadagno organizzativo (meno problemi nella gestione delle pratiche organizzative, meno visite ispettive, etc.) • Guadagno legale (meno spese per avvocati e consulenti, meno stress a causa dei processi, etc.)

  9. COOPETIZIONE tra le figure del gioco della sicurezza VANTAGGI ASL, DPL, INAIL, INPS Guadagno economico e organizzativo SOCIALE • Salute psicologica del lavoratore • Maggiore produttività • Maggior fiducia nella propria organizzazione

  10. Cause di insuccesso della Strategia Coopetitiva Trattamento rapido di problemi complessi ed incerti che portano a conclusioni affrettate o errate Mancanza di un vissuto di “gioco a somma diversa da zero” da parte di tutti i player Arroganza delle istituzioni Disistima del dipendente pubblico Ignoranza tecnica Problemi economici Mancanza di un SGSL Mancanza di cultura della sicurezza Mancanza di percezione della complessità del sistema sicurezza

  11. Costi della non sicurezza Individui/Lavoratori • Perdita della salute fisica • Riduzione della qualità della vita • Impatto a livello psicologico e sociale • Riduzione degli introiti economici

  12. Costi della non sicurezza Azienda • Impatto sull’efficienza ed efficacia lavorativa • Perdita di risorse (materiali e know how) • Perdita di fiducia delle maestranze e conseguente peggioramento del “clima” sociale e organizzativo • Aumento delle spese (multe, aumento premi assicurativi, sostituzione macchinari, ricerca, selezione e formazione nuovo personale) • Aumento delle spese di gestione organizzativa • Aumento delle spese legate alla gestione delle pratiche giudiziarie

  13. Costi della non sicurezza Sistema/Paese • Pesante incidenza sul Sistema Sanitario Nazionale (costo delle giornate ospedale, costo di utilizzo delle strutture sanitarie in generale) • Pesante incidenza in termini di riduzione dei contributi in caso di incidenti invalidanti (INPS, pensioni, assicurazioni) • Pesante incidenza sul sistema familiare

  14. IL SISTEMA SICUREZZA AZIENDALE “626” DATORE DI LAVORO LAVORATORI FORMAZIONE E INFORMAZIONE SORVEGLIANZA SANITARIA RESPONSABILE DEL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE VALUTAZIONE DEI RISCHI MEDICO COMPETENTE RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA DIRIGENTI E PREPOSTI PIANO DI SICUREZZA PROCEDURE DI SICUREZZA CONTROLLO CONTINUO DA PARTE DEL MANAGEMENT MONITORAGGIO AGGIORNAMENTO DEL PIANO DI SICUREZZA (in progress) RIUNIONI PERIODICHE ANNUALI

  15. LA SICUREZZA NELLE IMPRESE • l’esperienza insegna che l’approccio più efficace e’ rappresentato dai sistemi di gestione aziendale (iso 9000, 14000, emas): • coinvolgimento della direzione • analisi dei rischi • obiettivi di miglioramento continuo • misurazione ed analisi delle prestazioni

  16. GESTIONE PER SISTEMI nell’impostazione di un sistema, l’adozione di un modello “standardizzato”, consente di: • ottenere il riconoscimento del proprio sistema da parte di un Organismo terzo accreditato (certificazione); • “parlare lo stesso linguaggio” con clienti e fornitori, indipendentemente dal tipo di prodotto realizzato; • disporre di un modello comune e condiviso a livello internazionale; • operare con modelli derivati dalle migliori pratiche organizzative esistenti.

  17. in particolare la certificazione di conformità, rilasciata da un organismo accreditato a fronte dei requisiti di un modello, può (a seconda del tipo): • consentire la partecipazione a gare che pongano la certificazione del sistema come requisito ineludibile; • far acquisire un maggior punteggio nella valutazione per l’assegnazione di gare e/o appalti; • avere positive ricadute in termine di immagine; • far ottenere una riduzione dei premi assicurativi.

  18. A P C D MODELLO PDCA Agire (Act) Pianificare (Plan) Controllare (Check) Attuare (Do)

  19. A A P P A A A P P P P A C C D D C D C C C D D D SG Miglioramento continuo Il sistema dinamico Ciclo di Deming

  20. LA SICUREZZA NELLE IMPRESE Miglioramento continuo delle prestazioni Riesame Politica della Direzione Per la sicurezza Controlli e azioni correttive Pianificazione sorveglianza e misurazioni • identificazione dei pericolo e controllo dei rischi • non conformità, • prescrizioni legali e altre • azioni correttive e preventive obiettivi e traguardi • Politica registrazioni • programma di gestione della sicurezza • audit del sistema di gestione • ambientale Attuazione e funzionamento Struttura e responsabilità • formazione, sensibilizzazione e competenze • comunicazione • documentazione del SGS • controllo della documentazione • controllo operativo • preparazione alle emergenze e risposta •

  21. I SISTEMI a livello mondiale esistono molti modelli per i sistemi di gestione, tra cui i più diffusi sono: • ISO 9001:2000 “SISTEMI DI GESTIONE PER LA QUALITÀ. REQUISITI” • ISO 14001:1996 “SISTEMI DI GESTIONE AMBIEN-TALE. REQUISITI E GUIDA PER L’USO” • OHSAS 18001:1999: “SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO - SPECIFICA”

  22. Confronto tra i Sistemi

  23. Modelli per la gestione preventiva della Salute e della Sicurezza OHSAS 18001:1999 (OHSAS = Occupational Health and Safety Assessment Series): specifica tecnica sviluppata con l’assistenza e la collaborazione di alcuni tra i maggiori enti di normazione e certificazione (BSI, BVQI, DNV, Lloyd’s Register, SGS, ecc.) e dei loro documenti guida. LINEE GUIDA PER UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO sviluppate da UNI e INAIL in collaborazione con CGIL, CISL, CNA, CONFAGRICOLTURA, CONFAPI, CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO, CONFINDUSTRIA, ISPESL, UIL (settembre 2001)

  24. OHSAS 18001 Scopo La OHSAS 18001 si applica a ciascuna organizzazione che desideri: • stabilire un Sistema di Gestione Salute e Sicurezza per eliminare o minimizzare i rischi associati alle proprie attività , • implementare, mantenere attivo e migliorare il Sistema di Gestione Salute e Sicurezza • assicurare la conformità alla Politica di Salute e Sicurezza stabilita • dimostrare tale conformità • ottenere la certificazione del proprio Sistema di Gestione da parte di un ente terzo • fare un’autodichiarazione di conformità

  25. Linee guida UNI INAIL Finalità • Le Linee Guida UNI INAIL si propongono di: • ridurre i costi legati alla Salute e Sicurezza minimizzando i rischi • aumentare l’efficienza dell’impresa • migliorare i livelli di Salute e Sicurezza • migliorare l’immagine dell’azienda • Le Linee Guida UNI INAIL non possono essere considerate una norma o una specifica tecnica da utilizzare a scopo di certificazione di parte terza né per attività di vigilanza da parte di Autorità di Controllo in materia di Sicurezza e Igiene del Lavoro.

  26. OHSAS 18001 – Elementi del OH&SMS Miglioramento continuo Riesame della Direzione Politica OH&S Controlli e azioni correttive Pianificazione Attuazione e funzionamento

  27. Linee Guida UNI INAIL – B. Sequenza ciclica Miglioramento continuo Riesame e Miglioramento Esame Iniziale Politica Monitoraggio Sensibilizzazione Azione Pianificazione e organizzazione

  28. Linne guida UNI INAIL

  29. SISTEMA AZIENDALE TRADIZIONALE Attendere un nuovo evento Identificare Credere di aver risolto Reagire

  30. funzione 1 funzione 2 funzione 3 processo 1 risultato 1 processo 2 risultato 2 processo 3 risultato 3 sapere 1 sapere 2 sapere 3 Funzione 1 LA TRASFORMAZIONE ORGANIZZATIVA … a così Funzione 3 Funzione 4 Funzione 2 Da così …

  31. Organizzazione verticale Organizzazione per processi (presenza funzioni) Identificazione processi organizzazione verticale 1 2 3 KPI KPI KPI KPI KPI KPI l’approccio per processi e la trasformazione organizzativa IKey Performance Indicator (KPI) sonounaseriediindicatoriquali/quantitativichemisuranoirisultatiaziendaliconseguiti

  32. Processo Processo Procedura Attività Organizzazione per processi Visione aziendale olistica totalità organizzata non riconducibile alla somma delle parti componenti Il “cosa” ISO 9001 – OHSAS 18001 “Il come”

  33. OHSAS 18001 terminologia Verifica ispettiva / audit esame sistematico per determinare se le attività ed i risultati ad esse collegate, siano o meno conformi agli adempimenti pianificati, se questi siano stati attuati in modo efficace e sono adeguati per il perseguimento della politica e degli obiettivi dell’organizzazione.Il processo deve essere sistematico, documentato ed indipendente per ottenere evidenze oggettive, in maniera obiettiva, se i criteri dell’audit siano stati soddisfatti. Non conformità ogni deviazione dalle norme di lavoro, dalle pratiche, dalle procedure, dalle leggi, dalle prestazioni del sistema di gestione, che potrebbe portare, direttamente o indirettamente, a ferite, malattie, a danni a cose, a danni all’ambiente di lavoro o a un insieme di questi.

  34. OHSAS 18001 terminologia Identificazione del pericolo procedura di riconoscimento dell’esistenza di un pericolo e definizione delle sue caratteristiche. Rischio combinazione della probabilità e delle conseguenze del verificarsi di uno specificato evento pericoloso. Rischio tollerabile rischio che sia stato ridotto ad un livello che possa essere tollerabile per l’organizzazione, in considerazione dei suoi obblighi di legge e della sua stessa politica sulla SSL.

  35. OHSAS 18001:1999 la terminologia condizioni operative • Normali o routinarie • quelle per le quali l’utilizzo di risorse in gioco è quantificabile e qualificabile, che sono esattamente programmate nel tempo e che corrispondono alle attività giornaliere a regime (es. funzionamento impianti, trasferimento personale). • Anomale o eccezionali • quelle per le quali l’utilizzo di risorse in gioco è quantificabile e qualificabile, che sono esattamente programmate nel tempo e che non corrispondono alle attività giornaliere a regime (es. manutenzione programmata, turni di lavoro per ferie). • Emergenza • quelle per le quali l’utilizzo di risorse in gioco non è né quantificabile né qualificabile, che sono ipotizzabili ma non programmabili nel tempo per le quali è solamente possibile prevedere una preparazione in risposta sulla base di supposizioni, anche in virtù di eventuali effetti domino possibili • (es. manutenzione straordinaria, infortunio sul lavoro).

  36. OHSAS 18001:1999 – I Requisiti 4.2 – Politica • Impegno al rispetto delle leggi applicabili e delle altre prescrizioni volontarie sottoscritte dall’organizzazione • Impegno al miglioramento continuo delle prestazioni • Essere appropriata alla natura e alla dimensione dei rischi associati all’organizzazione • Diffusa a tutto il personale • Disponibile alle parti interessate • Documentata, attuata e mantenuta nel tempo • Sottoposta a revisioni periodiche per garantire che rimanga attuale nel tempo

  37. OHSAS 18001:1999 – I Requisiti 4.3 – Pianificazione 4.3.1 – Pianificazione per l’identificazione dei pericoli, della valutazione e controllo dei rischi • Attività ordinarie e straordinarie • Attività di tutto il personale ( fornitori e visitatori compresi) • Mezzi ed impianti (anche di terzi)

  38. OHSAS 18001:1999 – I Requisiti la valutazione dei rischi La quantificazione del rischio risulta essere condizione necessaria affinché l’indagine di analisi e valutazione dei rischi abbia caratteristiche di condivisibilità, oggettività e riscontro. Per la quantificazione del rischio sono state proposte formulazioni diverse, ma tutte, essenzialmente, definiscono il rischio reale (Risk) in funzione della probabilità di accadimento di un certo evento e delle conseguenze ad esso legate: RISCHIO = f ( P, M ) P = Frequenza con cui si possono verificare eventi non voluti; M = “Magnitudo” delle conseguenze che il verificarsi degli eventi comporta.

  39. OHSAS 18001:1999 – I Requisiti

  40. OHSAS 18001:1999 – I Requisiti

  41. OHSAS 18001:1999 – I Requisiti

  42. OHSAS 18001:1999 – I Requisiti LA VALUTAZIONE DEI RISCHI Definita una ponderazione del danno e della probabilità, il rischio può essere stimato mediante la formula R= M X P ed è raffigurabile mediante una rappresentazione grafico-matriciale avente in ascisse la gravità del danno e in ordinate la probabilità del suo verificarsi. In tale tabella i rischi maggiori occuperanno le caselle in alto a destra, mentre, quelli minori le posizioni più vicine all’origine degli assi. Una tale rappresentazione costituisce un punto di partenza per la definizione delle priorità e la programmazione temporale degli interventi da adottare.

  43. OHSAS 18001:1999 – I Requisiti

  44. OHSAS 18001:1999 – I Requisiti LA VALUTAZIONE DEI RISCHI In relazione ai valori della tabella precedente si potranno trarre le seguenti considerazioni: R>8 azioni correttive indilazionabili 4<R<8  azioni correttive da programmare con urgenza 2<R<3  azioni correttive e/o migliorative da programmare nel breve/medio termine R = 1  azioni migliorative da valutare in fase di programmazione

  45. 4.3 – Pianificazione 4.3.3 – Obiettivi • Stabilire e mantenere documentati obiettivi relativi alla SCR per ogni livello e funzione interessate nell’ambito dell’organizzazione.

  46. Esempio di obiettivi 4.3 – Pianificazione 4.3.3 – Obiettivi • ESEMPI • Ridurre i giorni di prognosi per infortuni dovuti a carenze nelle misure di prevenzione • Ridurre gli incidenti dovuti a carenti manutenzioni • Migliorare i tempi di primo soccorso • Ridurre le persone o i tempi di esposizione al rumore o altri rischi • Ridurre la presenza di sostanze pericolose in stabilimento • Ridurre la gestione manuale a favore di quella automatizzata per le lavorazioni a rischio

  47. 4.3 – Pianificazione 4.3.4 – Programma di gestione della salute e sicurezza sul lavoro • Per perseguire gli obiettivi occorre stabilire programmi che includano le risorse necessarie alla loro realizzazione (tempi, mezzi, denaro, metodi, regole, controlli) • Riesaminare quando necessario ed a fronte di ogni cambiamento

  48. Esempio di programma di miglioramento

  49. 4.4 – Implementazione e operatività 4.4.1 – Struttura e responsabilità • Definire ruoli, responsabilità ed autorità • delle persone coinvolte nel SCR • La gestione compete alla Direzione Generale, che nomina un Rappresentante dell’Alta Direzione • Fornire risorse essenziali • Dimostrare l’impegno al continuo miglioramento delle prestazioni di SCR da parte delle persone responsabili.

  50. 4.4 – Implementazione e operatività 4.4.2 – Formazione, preparazione e competenza • Personale competente (adeguata educazione, formazione, esperienza) • Sensibilizzazione e consapevolezza • Importanza della conformità dei comportamenti (emergenze comprese) • Considerare i diversi livelli di abilità, responsabilità e cultura delle persone e di rischio associato alle loro attività nel determinare le necessità di formazione

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