1 / 81

ing. Domenico Mannelli mannelli

ing. Domenico Mannelli www.mannelli.info. D. Lgs . 81/08 Articolo 180 - Definizioni e campo di applicazione.  1.Ai fini del presente decreto legislativo per agenti fisici si intendono il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi elettromagnetici,

rodd
Download Presentation

ing. Domenico Mannelli mannelli

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. ing. Domenico Mannelli www.mannelli.info

  2. D. Lgs. 81/08 Articolo 180 - Definizioni e campo di applicazione •  1.Ai fini del presente decreto legislativo per agenti fisici si intendono • il rumore, • gli ultrasuoni, • gli infrasuoni, • le vibrazioni meccaniche, • i campi elettromagnetici, • le radiazioni ottiche, di origine artificiale, • il microclima • le atmosfere iperbariche che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

  3. Articolo 181 - Valutazione dei rischi • 2. La valutazione dei rischi derivanti da esposizioni ad agenti fisici è programmata ed effettuata, con cadenza almeno quadriennale, da personale qualificato nell’ambito del servizio di prevenzione e protezione in possesso di specifiche conoscenze in materia. La valutazione dei rischi è aggiornata ogni qual volta si verifichino mutamenti che potrebbero renderla obsoleta, ovvero, quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendano necessaria la sua revisione. I dati ottenuti dalla valutazione, misurazione e calcolo dei livelli di esposizione costituiscono parte integrante del documento di valutazione del rischio.

  4. Articolo 31 - Servizio di prevenzione e protezione • 3. Nell’ipotesi di utilizzo di un servizio interno, il datore di lavoro può avvalersi di persone esterne alla azienda in possesso delle conoscenze professionali necessarie, per integrare, ove occorra, l’azione di prevenzione e protezione del servizio

  5. D. Lgs. 81/08 Articolo 180 - Definizioni e campo di applicazione • 2. Fermo restando quanto previsto dal presente capo, per le attività comportanti esposizione a rumore si applica il capo II, ….

  6. CAPO II – PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE DURANTE IL LAVORO • N° 12 articoli (da art. 187 a art. 198)

  7. RISCHIO RUMORE • Effetti: dipendono principalmente dall’intensità del rumore e dalla durata dell’esposizione. • A livello uditivo l’esposizione a rumore elevato per tempi prolungati può determinare l’insorgenza di ipoacusia neurosensoriale bilaterale. • Gli effetti extrauditivi, quali quelli sull’apparato digerente, sul cuore e sul sistema nervoso centrale, sono meno conosciuti e la reale capacità del rumore di causare malattie a carico di tali organi è controversa.

  8. Articolo 198 - Linee Guida per i settori della musica, delle attività ricreative e dei call center • Su proposta della Commissione permanente per la prevenzione degli infortuni e l’igiene del lavoro , sentite la parti sociali, entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente capo, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano definisce le linee guida per l’applicazione del presente capo nei settori della musica, delle attività ricreative e dei call center. • Ex 626 Per i settori della musica e delle attività ricreative, le disposizioni di cui all'articolo 2 si applicano a decorrere dal 15 febbraio 2008.

  9. IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI Articolo 190 - Valutazione del rischio • Il datore di lavoro valuta l'esposizione dei lavoratori al rumore durante il lavoro prendendo in considerazione in particolare: • il livello, il tipo e la durata dell'esposizione, ivi inclusa ogni esposizione a rumore impulsivo; • tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore, con particolare riferimento alle donne in gravidanza e i minori; • per quanto possibile a livello tecnico, tutti gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori derivanti da interazioni fra rumore e sostanze ototossiche connesse con l'attività svolta e fra rumore e vibrazioni; • tutti gli effetti indiretti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori risultanti da interazioni fra rumore e segnali di avvertimento o altri suoni che vanno osservati al fine di ridurre il rischio di infortuni; • le informazioni sull'emissione di rumore fornite dai costruttori dell'attrezzatura di lavoro in conformità alle vigenti disposizioni in materia; • l'esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l'emissione di rumore; • il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l'orario di lavoro normale, in locali di cui è responsabile; • Se può fondatamente ritenersi che i valori inferiori di azione possono essere superati, il datore di lavoro misura i livelli di rumore cui i lavoratori sono esposti, i cui risultati sono riportati nel documento di valutazione.

  10. MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE • Il datore di lavoro elimina i rischi alla fonte o li riduce al minimo e, in ogni caso, a livelli non superiori ai valori limite di esposizione, mediante le seguenti misure: • a) adozione di altri metodi di lavoro che implicano una minore esposizione al rumore; • b) scelta di attrezzature di lavoro adeguate; • c) progettazione della struttura dei luoghi e dei posti di lavoro; • d) adeguata informazione e formazione sull'uso corretto delle attrezzature di lavoro in modo da ridurre al minimo la loro esposizione al rumore; • e) adozione di misure tecniche per il contenimento: • 1) del rumore trasmesso per via aerea, quali schermature, • involucri o rivestimenti realizzati con materiali fonoassorbenti; • 2) del rumore strutturale, quali sistemi di smorzamento o di isolamento; • f) opportuni programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro, del luogo di lavoro e dei sistemi sul posto di lavoro; • g) riduzione del rumore mediante una migliore organizzazione del lavoro attraverso la limitazione della durata e dell'intensità dell'esposizione e l'adozione di orari di lavoro appropriati, con sufficienti periodi di riposo.

  11. VIBRAZIONE DELLE MACCHINE Possiamo chiamare “vibrazione del macchinario” una complessa forma di movimento provocata da molteplici cause. - La vibrazione è un fenomeno che esiste in tutte le macchine rotanti che dipendono da: sbilanciamenti, struttura, anomalie di funzionamento. - La vibrazione quindi e un fatto normale entro certi limiti. Le macchine sono progettate per sopportare un certo livello di vibrazione senza riportare danni. - Tutte le misure di vibrazione si basano sulla registrazione del movimento nel dominio del tempo. Un trasduttore converte i movimenti della macchina in segnali elettrici che gli strumenti quantificano e memorizzano.

  12. LE FORZE CHE CAUSANO LAVIBRAZIONE - I macchinari sono costituiti da rotanti con propri squilibri residui. - il 99% approssimativamente sono forze rotazionali. Queste forze sono cicliche e si manifestano fino a che la macchina ruota. - l’1% sono causate da urti (shock). Sono delle forze transitorie che si ripetono in maniera regolare e irregolare. - lo 0,1% sono forze di attrito.

  13. IDENTIFICAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIOVIBRAZIONI TRASMESSE AL SISTEMA MANO-BRACCIOHAV HAND-ARM VIBRATION SYNDROME • Lavorazioni in cui si impugnino utensili vibranti o materiali sottoposti a vibrazioni o impatti, possono indurre un insieme di disturbi neurologici e circolatori digitali e lesioni osteoarticolari a carico degli arti superiori, definito con termine unitario “Sindrome da Vibrazioni Mano-Braccio” • La componente vascolare della sindrome è rappresentata da una forma secondaria di fenomeno di Raynaud definita “vibration-induced white finger” (VWF) • Il fenomeno di Raynaud secondario all’uso di utensili vibranti è caratterizzato da attacchi di pallore locale e ben delimitato, che si manifestano in corrispondenza delle dita delle mani maggiormente esposte al microtraumatismo vibratorio.

  14. IDENTIFICAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIOVIBRAZIONI TRASMESSE AL CORPO INTERO WBVWhole Body Vibration • L’esposizione occupazionale ad elevati livelli di vibrazioni trasmesse a tutto il corpo da macchine e/o veicoli militari, industriali, agricoli o di trasporto pubblico è associata ad un aumentato rischio di insorgenza di disturbi e lesioni a carico del rachide lombare. • Alcuni studi epidemiologici hanno evidenziato un’aumentata occorrenza di disturbi cervico-brachiali nei conducenti di automezzi. • Nella letteratura scientifica viene suggerita un’associazione tra esposizione a vibrazioni e rischio di insorgenza di emorroidi e varici venose degli arti inferiori. • L'esposizione combinata a vibrazioni e rumore sembra causare uno spostamento temporaneo della soglia uditiva alle alte frequenze (6-10 kHz) maggiore di quello provocato dall'esposizione al solo rumore

  15. CAPO III – PROTEZIONE DEI LAVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A VIBRAZIONIN° 7 articoli (da art. 199 a art. 205) • Articolo 199 - Campo di applicazione • 1. Il presente capo prescrive le misure per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori che sono esposti o possono essere esposti a rischi derivanti da vibrazioni meccaniche. Nei riguardi dei soggetti indicati all’articolo 3, comma 2 del presente decreto legislativo le disposizioni del presente capo sono applicate tenuto conto delle particolari esigenze connesse al servizio espletato, quali individuate dai decreti ivi previsti. • Forze armate e di Polizia, Dipartimento dei vigili del fuoco, soccorso pubblico , difesa civile, servizi di protezione civile, strutture giudiziarie, penitenziarie, università, istituti di istruzione universitaria, istituzioni dell’alta formazione artistica e coreutica, istituti di istruzione ed educazione di ogni ordine e grado, e organizzazioni di volontariato , mezzi di trasporto aerei e marittimi,

  16. Vibrazioni trasmesse al corpo intero •   "le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al corpo intero, comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare lombalgie e traumi del rachide " Articolo 200 - Definizioni • Da quest'ultima definizione appare che sono escluse dal campo di applicazione della normativa esposizioni a vibrazioni al corpo intero di tipologia ed entità tali da non essere in grado di indurre effetti a carico della colonna vertebrale, ma di causare effetti di altra natura, quali ad esempio disagio della persona esposta o mal di trasporti. Questi ultimi effetti sono presi in esame nell'ambito dello standard ISO 2631-1: 1997 (appendici C, D) .

  17. VIBRAZIONI TRASMESSE AL SISTEMA MANO-BRACCIO ARTICOLO 200 - DEFINIZIONI • vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio: le vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al sistema mano-braccio nell'uomo, comportano un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari;

  18. VALUTAZIONE DEL RISCHIO: GENERALITÀ • 1. identificare le fasi lavorative comportanti esposizione a vibrazioni e valutare i tempi di esposizione effettiva a vibrazioni associati a ciascuna fase; • 2. individuare macchinari ed utensili utilizzati in ciascuna fase. • 3. acquisire preliminarmente le seguenti informazioni: • tipologia di macchinari vibranti e principali utensili ad essi collegati; applicazioni per cui ciascun utensile è utilizzato; modalità di impiego di ciascun utensile; • condizioni operative ove siano percepite le vibrazioni di maggior entità da parte degli operatori; • fattori che possono influenzare maggiormente l’esposizione a vibrazioni, quali condizioni operative, stato di manutenzione, forza di prensione, vetustà dell’utensile, etc.

  19. IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI • La valutazione dei rischi è previsto che possa essere effettuata sia senza misurazioni, sulla base di appropriate informazioni reperibili presso banche dati accreditate (ISPESL, Regioni, CNR), incluse le informazioni fornite dal costruttore, sia con misurazioni, in accordo con le metodiche di misura trattate nel seguito.

  20. SORVEGLIANZA SANITARIA • I lavoratori esposti a livelli di vibrazioni superiori ai valori d'azione sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria (annuale). • I lavoratori esposti a vibrazioni sono altresì sottoposti alla sorveglianza sanitaria quando, secondo il medico competente, si verificano congiuntamente le seguenti condizioni: l'esposizione dei lavoratori alle vibrazioni e' tale da rendere possibile l'individuazione di un nesso tra l'esposizione in questione e una malattia identificabile o ad effetti nocivi per la salute ed è probabile che la malattia o gli effetti sopraggiungano nelle particolari condizioni di lavoro del lavoratore ed esistono tecniche sperimentate che consentono di individuare la malattia o gli effetti nocivi per la salute.

  21. NORMATIVA TECNICA • Norma ISO 8041 (1990) “Human response to vibration - Measuring instrumentation”. • Norma ISO 5349 (1986) “Mechanical vibration – Guidelines for the measurement and assessment of human exposure to hand-transmitted vibration”. • Norma UNI EN 28662-1 (1993) “Macchine utensili portatili – Misura delle vibrazioni sull’impugnatura. Generalità”. • Norma UNI EN 28662-2 (1997) “Macchine utensili portatili – Misura delle vibrazioni sull’impugnatura. Martelli sbavatori e rivettatori”. • Norma UNI EN 28662-3 (1997) “Macchine utensili portatili – Misura delle vibrazioni sull’impugnatura. Martelli perforatori e rotativi”. • Norma UNI EN ISO 8662-4 (1997) “Macchine utensili portatili – Misura delle vibrazioni sull’impugnatura. Smerigliatrici”. • Norma UNI EN 28662-5 (1997) “Macchine utensili portatili – Misura delle vibrazioni sull’impugnatura. Martelli demolitori e picconatori”. • Norma UNI EN ISO 8662-6 (1997) “Macchine utensili portatili – Misura delle vibrazioni sull’impugnatura. Trapani a percussione”. • Norma EN ISO 8662-7 (1997) “Hand-held power tools. Measurement of vibration at the handle. Part 7: Wrenches, screwdrivers and nut runners with impact, impulse or ratched action”. • Norma UNI EN ISO 8662-8 (1997) “Macchine utensili portatili – Misura delle vibrazioni sull’impugnatura. Lucidatrici e levigatrici rotative, orbitali e rotorbitali”. • Norma UNI EN ISO 8662-9 (1998) “Macchine utensili portatili – Misura delle vibrazioni sull’impugnatura. Pestelli”. • Norma UNI EN ISO 8662-12 (1997) “Macchine utensili portatili – Misura delle vibrazioni sull’impugnatura. Seghetti e limatrici alternativi e seghetti rotativi od oscillanti”.

  22. Movimentazione manuale dei carichi • TITOLO VI – MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI • Art. 167 2. a) movimentazione manuale dei carichi: le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari

  23. Rischio nella movimentazione manuale dei carichi • LESIONI ALLE STRUTTURE OSSEE IN FUNZIONE DI: • Postura assunta dal soggetto; • Dimensioni dell’oggetto movimentato; • Tragitto da compiere. • esempio: sollevare un carico di 25 kg da terra (a schiena flessa) fino all’altezza del torace, può comportare forze di compressione sul disco di 500 kg

  24. Rischio nei movimenti ripetitivi o forzati degli arti superiori • I gesti lavorativi compiuti con gli arti superiori sono elemento di rischio quando: • Sono frequenti, rapidamente ripetuti, uguali a se stessi per lunghi periodi del turno di lavoro. • Richiedono sviluppo di forza manuale • Comportano posture incongue del segmento dell’arto superiore • Non sono alternati con periodi di recupero o riposo

  25. La normativa • È costituita dal TITOLO VI – MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI • N° 2 CAPI - N° 5 articoli (da art. 167 a art. 171) •  e dall’ALLEGATO XXXIII • MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

  26. Gli obblighi del DL • Nel caso in cui il carico: sia troppo pesante: 30 kg per gli uomini e 20 kg per le donne - sia ingombrante o difficile da afferrare -sia collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato ad una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco - sia in equilibrio instabile ed il suo contenuto rischia di spostarsi -possa, a causa della sua struttura esterna e/o consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in particolare in caso di urto Il datore di lavoro deve: • adottare le misure organizzative necessarie o ricorre ai mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori o comunque per ridurre i rischi che essa comporta. • assicurare la sorveglianza sanitaria

  27. Formazione del lavoratore • Back-school (scuole della schiena) • Brevi corsi teorico pratici rivolti a gruppi di lavoratori esposti al rischio • Anatomia e fisiopatologia app.osteo-articolare • Consigli pratici su corretta esecuzione di gesti lavorativi • Esecuzione di ginnastica per favorire la mobilizzazione.

  28. rischio videoterminali – la normativa • TITOLO VII – ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI • N° 3 CAPI - N° 8 articoli (da art. 181 a art. 179) • ALLEGATO XXXIV • VIDEOTERMINALI

  29. DEFINIZIONI (Articolo 173 ) • Videoterminale • Schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato • Posto di Lavoro • l'insieme che comprende le attrezzature munite di videoterminale, eventualmente con tastiera ovvero altro sistema di immissione dati, incluso il mouse, il software per l'interfaccia uomo-macchina, gli accessori opzionali, le apparecchiature connesse, comprendenti l'unità a dischi, il telefono, il modem, la stampante, il supporto per i documenti, la sedia, il piano di lavoro, nonché l'ambiente di lavoro immediatamente circostante; • Lavoratore • Il lavoratore che utilizza un’attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per 20 ore settimanali, dedotte le interruzioni di cui all’art. 181 (15’ ogni 2 h)

  30. ESCLUSIONI • 2. Le norme del presente titolo non si applicano ai lavoratori addetti: • a) ai posti di guida di veicoli o macchine; • b) ai sistemi informatici montati a bordo di un mezzo di trasporto; • c) ai sistemi informatici destinati in modo prioritario all'utilizzazione da parte del pubblico; • d) alle macchine calcolatrici, ai registratori di cassa e a tutte le attrezzature munite di un piccolo dispositivo di visualizzazione dei dati o delle misure, necessario all'uso diretto di tale attrezzatura; • e) alle macchine di videoscrittura senza schermo separato

  31. ADEMPIMENTI (ART. 174) • Obblighi del Datore di Lavoro • Il DL deve analizzare i posti di lavoro con particolare riguardo: • ai rischi per la vista e per gli occhi • ai problemi legati alla postura ed all’affaticamento fisico o mentale • alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale • In conseguenza della valutazione, il DL adotta le misure appropriate per ovviare ai rischi riscontrati.

  32. ADEMPIMENTI (Articolo 181 - Svolgimento quotidiano del lavoro) • I lavoratori che svolgono la loro attività per almeno 4 ore consecutive hanno diritto ad una interruzione dell’attività mediante pause ovvero cambiamento di attività. • Le interruzioni cui ha diritto il lavoratore che svolge la sua attività devono essere stabilite in sede di contratto anche aziendale. • In assenza di disposizioni contrattuali deve essere garantita una pausa di 15 minuti ogni 2 ore. • Per periodi temporanei le interruzioni possono essere stabilite in modo diverso dal medico competente per singoli lavoratori. • È comunque esclusa la cumulabilità delle interruzioni all'inizio ed al termine dell'orario di lavoro. • Nel computo dei tempi di interruzione non sono compresi i tempi di attesa della risposta da parte del sistema elettronico, che sono considerati, a tutti gli effetti, tempo di lavoro, ove il lavoratore non possa abbandonare il posto di lavoro. • La pausa è considerata a tutti gli effetti parte integrante dell'orario di lavoro e, come tale, non è riassorbibile all'interno di accordi che prevedono la riduzione dell'orario complessivo di lavoro.

  33. ADEMPIMENTI (ART. 176) • Sorveglianza sanitaria • L’art. 176 prescrive che i lavoratori prima di essere addetti all’utilizzo dei VDT siano sottoposti a visita medica per evidenziare eventuali malformazioni, e ad un esame degli occhi e della vista effettuati dal medico competente. • Classificazione lavoratori a seguito della visita: • idonei, con o senza prescrizioni • non idonei • Periodicità della visita: • Ogni 2 anni (idonei con prescrizioni, età superiore ai 50 anni) • Ogni 5 anni (negli altri casi)

  34. Rischi possibili nel lavoro al videoterminale • Astenopia (stanchezza visiva) • Dermativida contatto ed immunoallergiche; • Reazioni psicologiche: ansia e depressione • Stress.

  35. Rischio nelle posizioni di lavoro fisse o protratte • Il mantenimento protratto in posizioni di lavoro assise o erette, sostanzialmente fisse può interferire con il processo nutritivo dei dischi intervertebrali lombari • degenerazione

  36. Rischio nella valutazione di posizioni fisse • Il lavoro in posizioni fisse del tronco spesso si accompagna a condizioni di fissità del rachide cervicale (in flessione) • Arti superiori non supportati e sollevati

  37. Radiazioni generabili da VDT • Visibili • Ultraviolette • Campi elettromagnetici con frequenza estremamente bassa (50/60 hz) • Raggi x bassa energia bloccati da schermo. L'entità delle radiazioni attualmente emesse dallo schermo è comunque estremamente modesta. Gli studi volti a definire il livello di esposizione, in particolare alle radiazioni ionizzanti elettriche e magnetiche, hanno ripetutamente dimostrato che non c’è evidenza che gli addetti a VDT siano esposti a livelli significativamente superiori a quelli del fondo ambientale.

  38. Campi elettromagnetici • L’uomo vive di continuo immerso in un mare di campi elettromagnetici alla frequenza di rete (50 Hz in Europa e 60 Hz in U.S.A.)

  39. NIR • Per radiazioni non ionizzanti (NIR) si intende lo spettro elettromagnetico con energie inferiori a 12 eV, cioè le radiazioni che non sono in grado di rompere i legami chimici e provocare ionizzazione. • Ne fanno parte i campi elettrici e magnetici, i raggi infrarossi, la luce e i raggi ultravioletti.

  40. RADIAZIONI IONIZZANTI Diagnostica a raggi X m Hz Radioisotopi 10-7 3 x 1015 Sterilizzazione UV Laser FREQUENZE OTTICHE Vis 10-6 3 x 1014 Lampade Radiazione infrarossa Sorgentitermiche Telecomandi 10-3 3 x 1011 Impiantiradar Radarterapia Microonde Telefonia cellulare RADIAZIONI NON IONIZZANTI Lunghezza d’onda Forni a microonde Frequenza Ponti radio 100 3 x 108 Radiofrequenze Emissioniradiotelevisive Marconiterapia Radioamatori FREQUENZENONOTTICHE Saldatura e incollaggio Riscaldamento a induzione 104 3 x 104 Metaldetector Basse frequenze Videoterminali Magnetoterapia Elettrodomestici Lineeelettriche 107 3 x 101 Lineetelefoniche CAMPI STATICI RMN  0 Elettrolisi

  41. EFFETTI • I campi elettromagnetici, se di sufficiente intensità, possono sicuramente risultare pericolosi per la salute o la sicurezza degli individui esposti. • La sperimentazione su volontari ed animali ha permesso di identificare un insieme di effetti dannosi e di determinarne le soglie. • La tipologia degli effetti ed i valori delle soglie dipendono in maniera determinante dalla frequenza del campo. • A frequenze superiori a qualche centinaio di chilohertz, i rischi sono legati al riscaldamento dei tessuti. • A frequenze più basse, i rischi hanno origine dalle interferenze tra le correnti indotte dai campi e le correnti elettrofisiologiche associate alla percezione sensoriale ed alla motilità muscolare.

  42. Legge n.36 22 febbraio 2001 • a) assicurare la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici, e della popolazione dagli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, ai sensi e nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione • b) promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela da adottare in applicazione del principio di precauzione di cui all’articolo 174, paragrafo 2, del Trattato istitutivo dell’Unione Europea • c) assicurare la tutela dell’ambiente e del paesaggio e promuovere l’innovazione tecnologica e le azioni di risanamento volte a minimizzare l’intensità e gli effetti dei campi elettrici, magnetici, ed elettromagnetici secondo le migliori tecnologie disponibili

  43. LEGGE N. 36 22 FEBBRAIO 2001 • Art. 2 - (Ambito di applicazione) • 1. La presente legge ha per oggetto gli impianti, i sistemi e le apparecchiature per usi civili, militari e delle forze di polizia, che possano comportare l’esposizione dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici con frequenze comprese tra 0 Hz e 300 GHz. In particolare, la presente legge si applica agli elettrodotti ed agli impianti radioelettrici, compresi gli impianti per telefonia mobile, i radar e gli impianti per radiodiffusione.

  44. La nuova normativa • TITOLO VIII – AGENTI FISICI • CAPO IV – PROTEZIONE DEI LAVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI • ALLEGATO XXXVI • VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE E VALORI DI AZIONE PER I CAMPI ELETTROMAGNETICI • Articolo 306 - Disposizioni finali • 3. Le disposizioni di cui al titolo VIII, capo IV entrano in vigore alla data fissata dal primo comma dell'articolo 13, paragrafo 1, della direttiva 2004/40/CE; le disposizioni di cui al capo V del medesimo titolo VIII entrano in vigore il 26 aprile 2010. Articolo 13 modificato con Direttiva 2008/46/CE Recepimento 1. Gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro il 30 aprile 2012 .

  45. Articolo 206 - Campo di applicazione • 1. Il presente capo determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici (da 0 Hz a 300 GHz), come definiti dall'articolo 207, durante il lavoro. Le disposizioni riguardano la protezione dai rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori dovuti agli effetti nocivi a breve termine conosciuti nel corpo umano derivanti dalla circolazione di correnti indotte e dall'assorbimento di energia, e da correnti di contatto. • 2. Il presente capo non riguarda la protezione da eventuali effetti a lungo termine e i rischi risultanti dal contatto con i conduttori in tensione.

  46. Articolo 207 - Definizioni • 1. Agli effetti delle disposizioni del presente capo si intendono per: • a) campi elettromagnetici: campi magnetici statici e campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici variabili nel tempo di frequenza inferiore o pari a 300 GHz;

  47. Articolo 209 - Identificazione dell’esposizione e valutazione dei rischi • 4.,,il datore di lavoro presta particolare attenzione ai seguenti elementi: • c) tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rischio; • d) qualsiasi effetto indiretto quale: • 1) interferenza con attrezzature e dispositivi medici elettronici (compresi stimolatori cardiaci e altri dispositivi impiantati); • 2) rischio propulsivo di oggetti ferromagnetici in campi magnetici statici con induzione magnetica superiore a 3 mT; • 3) innesco di dispositivi elettro-esplosivi (detonatori); • 4) incendi ed esplosioni dovuti all'accensione di materiali infiammabili provocata da scintille prodotte da campi indotti, correnti di contatto o scariche elettriche;

  48. Radiazioni ottiche normativa • TITOLO VIII – AGENTI FISICI • CAPO V – PROTEZIONE DEI LAVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI • N° 6 articoli (da art. 213 a art. 218) • ALLEGATO XXXVII • RADIAZIONI OTTICHE • PARTE I – RADIAZIONI OTTICHE NON COERENTI • PARTE II – RADIAZIONI LASER • le disposizioni di cui al capo V del titolo VIII entrano in vigore il 26 aprile 2010 (art. 306)

  49. Articolo 213 - Campo di applicazione • 1. Il presente capo stabilisce prescrizioni minime di protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che possono derivare, dall'esposizione alle radiazioni ottiche artificiali durante il lavoro con particolare riguardo ai rischi dovuti agli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute.

More Related