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Il verde. Il territorio contro la politica

Il verde. Il territorio contro la politica. La “zona verde”. Il territorio diventa l’esplicito riferimento dell’identità politica, genera appartenenza sociale e antagonismo nei confronti dello Stato nazionale

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Presentation Transcript


  1. Il verde. Il territorio contro la politica

  2. La “zona verde” • Il territorio diventa l’esplicito riferimento dell’identità politica, genera appartenenza sociale e antagonismo nei confronti dello Stato nazionale • Ruolo della Lega Nord: soggetto politico che accompagna e promuove la transizione politica italiana dalla prima alla seconda Repubblica

  3. La questione settentrionale: l’invenzione del Nord • La crisi del rapporto politica-territorio coincide con il declino della Dc • La “questione settentrionale” evoca una realtà territoriale unificata, che invece non è • Il settentrione è l’insieme di diverse “società” per modelli di capitalismo e rappresentanza politica

  4. I tre modelli di capitalismo del Nord (Bagnasco) • Nord-Ovest: la grande fabbrica metropolitana – capitale Torino • Modello improntato alla “produzione di beni immateriali” (vecchia e new economy) – capitale Milano • Modello della piccola impresa (periferia Nord-Est, zona pedemontana). I partiti svolgono un ruolo di supplenza.

  5. Le spiegazioni della protesta del “Nord” • La crescita impetuosa del sistema produttivo e conseguente cambiamento della domanda degli attori economici e sociali • Squilibrio nella rappresentanza, del senso “deprivazione relativa” • Cambiamento del quadro internazionale ed europeo che rendono più forti le spinte locali e regionali

  6. Il territorio antipolitico La Lega Nord è in parte lo strumento, in parte l’attore della “questione settentrionale” contro: • lo Stato centrale • il Mezzogiorno, metafora e specchio dell’Italia governata secondo logiche centraliste Il territorio diventa una risorsa politica dell’antipolitica

  7. La Lega e il Nord Gli anni Ottanta: l’insorgenza del piccolo Nord • Grande crescita dell’economia di piccola impresa. Il mondo del localismo economico e associativo non si riconosce più nella DC e vede nello Stato un vincolo e un avversario dello sviluppo • Voto alla Lega per manifestare un malessere verso lo Stato, ma anche verso altri poli di sviluppo e verso le metropoli del Nord • La Lega come un autobus con numerosi passeggeri che hanno in mente diverse stazioni, alle quali scendere • Le leghe regionali vengono aggregate e unificate dall’azione della Lega lombarda di Bossi • Parole d’ordine: federalismo e autonomia, riduzione intervento dello Stato, maggiore spazio e maggiore libertà al privato, alleggerimento e semplificazione del sistema fiscale

  8. Gli anni Novanta: Milano a Roma • Tentativo di trasferire a Roma la questione settentrionale • Il progetto della Lega favorito da alcuni eventi (caduta muro di Berlino, tangentopoli, ecc.) • La lega diventa monopolista della domanda di cambiamento politico • Cambia l’offerta politica in seguito alla nascita di Forza Italia • La Lega non interpreta più l’intero Nord ma solo la zona pedemontana, del localismo, della piccola impresa

  9. Tra federalismo e recessione • Dopo che la questione settentrionale è entrata nell’agenda di tutti i partiti, la Lega Nord cerca di differenziarsi sul tema proponendo la secessione (elezioni del 1996 nelle quali si presenta da sola e ottiene il 10%) • La svolta secessionista insegue due obiettivi: • Distinguersi dagli altri soggetti politici • Evitare di vedersi chiusa nei confini della Pedemontania, delal zona verde Da filoeuropea la Lega diventa antieuropea

  10. Dopo l’indipendenza: la Lega degli uomini spaventati • Alla ricerca di uno spazio politico-elettorale, la Lega da soggetto politico innovatore si trasforma in attore che del cambiamento riflette e riproduce le paure • Paure che riflettono sentimenti diffusi, ma che la spingono a interpretare la tradizione e la conservazione: religiosa, sociale, culturale, economica • Prima federalista e regionalista, poi antipolitica e antistatale; poi secessionista e padana; oggi tradizionalista, anti-immigrati e, nuovamente, federalista (devolution)

  11. La transizione fra vecchi e nuovi modelli di organizzazione • Negli anni Ottanta, le leghe si presentano come una rete di circoli culturali • Il modello organizzativo perseguito riproduce molti tratti di quello dei partiti di massa • Rispetto ai partiti tradizionali la Lega ha alcuni elementi di distinzione, il più importante dei quali è la forte figura del leader • Il leader imprime un costante scivolamento degli obiettivi e della simbolica della Lega • La Lega diventa un soggetto politico che opera “per campagne”

  12. I riflessi verdi che travalicano il territorio Altri soggetti che trovano riconoscimento e consenso attraverso una relazione diretta con il territorio: • Movimenti che sono presenti nelle scadenze elettorali (una variante: adattamento locale di partiti nazionali) • Esperienza dei sindaci demo-eletti • La tematica del federalismo

  13. Genesi ed evoluzione del percorso federalista • è promosso dalla Lega negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta • Dopo il 1996 il federalismo è il tema di tutti i partiti e la Lega sceglie la secessione • La riforma costituzionale del 1999 e l’elezione diretta dei presidenti di regione • Nel 2000, dopo la sconfitta alle regionali, il centrosinistra ravviva la fiammata federalista • Infine la devolution da parte della Lega

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