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GESTIONE DEL RISCHIO

GESTIONE DEL RISCHIO. Dott.ssa Nunzia Boccaforno Direttore Unità Operativa “ Gestione del rischio ” Azienda USL di Rimini. Gestione del rischio.

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GESTIONE DEL RISCHIO

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  1. GESTIONE DEL RISCHIO Dott.ssa Nunzia Boccaforno Direttore Unità Operativa “Gestione del rischio” Azienda USL di Rimini 13 - 20 Novembre 2007

  2. Gestione del rischio La gestione del rischio o risk management nella più comune forma anglosassone, si connota come strumento mediato in campo sanitario dal management industriale finalizzato ad “identificare, analizzare e controllare, anche economicamente, i rischi che possono minacciare gli equilibri o modificare le capacità produttive di un’impresa (Cosmi, Del vecchio) 13 - 20 Novembre 2007

  3. Gestione del rischio • La gestione del rischio rappresenta l’evoluzione del percorso della scienza medica, basata sulla conoscenza degli errori evitabili, che ha realizzato nel tempo gli attuali percorsi assistenziali e procedure diagnostiche-terapeutiche. • Processo tipico della “pratica medica”, di “imparare dagli errori”. 13 - 20 Novembre 2007

  4. Gestione del rischio Isistemi sanitari sono promotori di cause di errori che modificano gli outcome del sistema ovvero incidono sulla performance, prestazione medica reale, inducendo eventi avversi. 13 - 20 Novembre 2007

  5. Gestione del rischio Gli Advers events • Active failures, azioni pericolose, errori commessi da chi è in prima linea nel sistema e con conseguenze immediate sull’outcome • Latent failures ovvero azioni pericolose, errori risultato di decisioni prese ai più alti gradi dell’organizzazione. I loro effetti, all’opposto delle active failures, si rendono evidenti a distanza di tempo 13 - 20 Novembre 2007

  6. Gestione del rischio Ruolo determinante del programma di gestione del rischio è la definizione del processo di: • identificazione dei rischi di eventi avversi, • valutazione del loro impatto potenziale, • realizzazione delle azioni per il loro controllo e la loro prevenzione, • gestione delle conseguenze/messa in atto dei correttivi. 13 - 20 Novembre 2007

  7. Gestione del rischio In termini più generali si interessa di individuare strumenti per il governo del rischio utili a garantire la minimalizzazione dei rischi, in termini di efficacia e di efficienza, a favore dei pazienti, dei familiari, e degli operatori, sia come singoli professionisti, sia come membri dell’organizzazione. 13 - 20 Novembre 2007

  8. Gestione del rischio • Il rischio di un evento avverso non è totalmente eliminabile nella pratica sanitaria e pertanto si definisce “rischio residuo” ciò che non è spiegato solo dal calcolo probabilistico della realizzazione dell’evento ma da più combinazioni delle risultanti dei processi assistenziali e organizzativi, che chiamano in causa sia la reattività dell’individuo, quale propria residua specificità, sia la combinazione di fattori imprevedibili alla capacità del sistema, quale impossibilità a governare ciò che ancora non si conosce 13 - 20 Novembre 2007

  9. Gestione del rischio Active failure - fallimenti attivi • distrazioni o errori, come prendere una siringa sbagliata • fallimenti cognitivi, come lapsus o errori da ignoranza o da una inappropriata interpretazione della situazione • violazioni, intese come deviazioni intenzionali da prassi, procedure o standard sicuri 13 - 20 Novembre 2007

  10. Gestione del rischio latent failure - fallimenti latenti • carico di lavoro pesanti • conoscenze o esperienze inadeguate • ambiente stressante • cambiamento organizzativo rapido • obiettivi incompatibili • sistema di comunicazione inadeguato • manutenzione inadeguata di edifici ed attrezzature 13 - 20 Novembre 2007

  11. Gestione del rischio gestione del rischio e contenzioso 600% l’incremento dei premi incassati dalle compagnie dal 1995 al 2004 13.500 il n° dei sinistri denunciati oggi contro 3.000 nel 1995 13 - 20 Novembre 2007

  12. Le dimensioni del rischio in sanità Rischio occupazionale Rischio non clinico Rischio clinico 13 - 20 Novembre 2007

  13. Il Rischio nelle organizzazioni sanitarie e socio-sanitarie • Pazienti: rischio clinico - collegabile direttamente o indirettamente all’attività assistenziale e clinica • Sicurezza degli ambienti (strutture, impianti, …) • Sicurezza del personale (infortuni, mal. prof., …) • Emergenze esterne (terremoti, interruz. servizi essenziali,. . …) • Rischi “economico-finanziari” (contenz., aumento costi premi assic., prolung. degenze, cure imprev.) 13 - 20 Novembre 2007

  14. Infezioni ospedaliere • Lesioni da decubito • Cadute • Inesattezze/omissioni/ritardi di diagnosi/terapie/trattamenti assist. • ……………….. qualità • Destinazione d’uso • Gestione degli aspetti strutturali • Sicurezza elettrica Sicurezza degli ambienti Sicurezza dei pazienti (rischio clinico) Sicurezza dei lavoratori • Gestione apparecchiature elettromedicali (manutenzione, verifiche,conrolli) • Gestione dei DPI • (rischio biologico lavoratore/paziente) 13 - 20 Novembre 2007

  15. Il rischio clinico Probabilità che un paziente sia vittima di un evento avverso, cioè subisca un qualsiasi danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche prestate durante il periodo di degenza, che causa un prolungamento del periodo di degenza, un peggioramento delle condizioni di salute o la morte (Kohn, 1999) 13 - 20 Novembre 2007

  16. Punti di partenza in tema di ‘risk management’ (1999) Necessità di introdurre approcci al ‘governo clinico’ e di migliorare aspetti gestionali delle organizzazioni Sanitarie per avvicinarle ai requisiti richiesti per l’accreditamento. Emerge nella letteratura un forte interesse sul tema degli errori e degli incidenti in sanità. Iniziano problemi relativi alle coperture assicurative . La ampia autonomia aziendale chiede partecipazione nella individuazione delle soluzioni e condivisione su strumenti e metodi. 13 - 20 Novembre 2007

  17. Piano Sanitario Regionale 99-01 “ Il governo clinico…..si esercita attraverso l’uso corrente e sistematico di idonei strumenti operativi-gestionali tesi ad evitare rischi, ad individuare tempestivamente e apertamente gli eventi indesiderati, a trarre insegnamento dagli errori, a disseminare la buona pratica clinica, a garantire che siano in opera adeguati strumenti per il miglioramento continuo della qualità “ 13 - 20 Novembre 2007

  18. Il governo clinico Sistema mediante il quale le organizzazioni sanitarie si rendono responsabili del miglioramento continuo della qualità dei loro servizi e della salvaguardia di alti standard sanitari 13 - 20 Novembre 2007

  19. Un po’ di storia …. Il tema degli errori/eventi avversi ha avuto attenzione in letteratura dai primi anni ‘90. Esistono studi su questi temi particolarmente significativi (USA, UK, AU) per costruire l’universo teorico-concettuale e fornire primi dati sulla entità dei fenomeni oggetto di interesse. 13 - 20 Novembre 2007

  20. 13 - 20 Novembre 2007

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  29. Evento avverso (Adverse event) Un evento -riguardante un paziente- che sotto condizioni ottimali non è conseguenza della malattia o della terapia (Wolff). (es. cadute, infezioni, danni da inesatta/ritardata/omessa procedura diagnostica, terapeutica, chirurgica, trattamento assistenziale, ecc.) 13 - 20 Novembre 2007

  30. Quasi evento (Near miss) Ogni accadimento che avrebbe potuto, ma non ha per fortuna o abilità di gestione, originato un evento (es. pavimento bagnato/ preparazione di un farmaco sbagliato ma non somministrato/ scambio della richiesta di sangue ma intercettato/ trascrizione del valore glicemico sulla scheda di un altro paziente ma intercettato, ecc.) 13 - 20 Novembre 2007

  31. Evento (Incident) Ogni accadimento che ha causato danno, o ne aveva la potenzialità, nei riguardi di un paziente, visitatore od operatore, ovvero ogni evento che riguarda il malfunzionamento, il danneggiamento o la perdita di attrezzature o proprietà, ovvero ogni evento che potrebbe dar luogo a contenzioso 13 - 20 Novembre 2007

  32. La gestione del rischio • Definizioni (Glossario condiviso) • Contesto di riferimento (Modello sistemico di Reason) • Processo (Fasi del processo) • Metodi e strumenti operativi 13 - 20 Novembre 2007

  33. Approccio personale incapacità, negligenza, disattenzione,… formazione, senso morale, punizioni Approccio di sistema le condizioni in cui le persone lavorano devono esistere barriere di salvaguardia: procedure, controlli amministrativi... L’approccioall’errore: introduzione 13 - 20 Novembre 2007

  34. L’approccio all’errore ERROREINDIVIDUALE FALLIMENTO DEL SISTEMA ERRORE DI SISTEMA ERRORE UMANO 13 - 20 Novembre 2007

  35. L’approccio di sistema di Reason • Gli errori sono conseguenze dell’agireorganizzato e non causa delfallimento del sistema • I sistemi organizzati presentano: • Condizioni latenti di insicurezza (latent failure) in cui si collocano le azioni umane • Azioni/Omissioni (active failure) l’incidente si realizza quando le azioni del singolo trovano pertugi nella sicurezza del sistema 13 - 20 Novembre 2007

  36. Il Modello di Reason 13 - 20 Novembre 2007

  37. Il Modello di Reason 13 - 20 Novembre 2007

  38. Il Modello di Reason: applicazione ad un esempio Azioni/ Omissioni (active failures) Condizioni latenti (latent failures) Condizioni di lavoro Barriere/ difese Modelli di cura basati su evidenze (EBM) Modelli assistenziali Decisioni gestionali/ economiche • Gestione • personale: • -carichi lavoro • qualificazione • supervisione • Gestione • organizzativa: • strutture • logistica • - integrazione • - comunicaz. Inappropriato uso antibiotici Mancata somministr. antibiotico Omissione lavaggio mani SOFT Procedure Protocolli Linee guida ---------- INFEZIONI CHIRURGICHE HARD Dispositivi protezione ---------- 13 - 20 Novembre 2007

  39. Aspetti innovativi errore di sistema • errore individuale • sistema punitivo/inchieste sistema che impara dall’errore sistema proattivo = preventivo • sistema reattivo = correttivo 13 - 20 Novembre 2007

  40. Prevenzione dell’errore • a partire dal punto di vista del sistema: le CONDIZIONI LATENTI e le BARRIERE • Hard: fisiche, automazione, sistemi di sicurezza • Soft: procedure, protocolli, controlli • asciugare un lago deviando l’immissario • invece che a partire dalla persona: • naming, blaming, punishing • asciugare un lago con il secchio 13 - 20 Novembre 2007

  41. Importanza del modello di Reason per la gestione del rischio • Superamento dei concetti di “colpa” ed “errore” per l’utilizzo gestionale delle informazioni derivate dallo studio dello “incidente” • Individuazione delle “cause - radice” degli eventi (tecniche varie) per la prevenzione degli stessi 13 - 20 Novembre 2007

  42. Fasi del Processo diGestione del Rischio • Identificazione del rischio • Analisi del rischio • Trattamento del rischio • Monitoraggio 13 - 20 Novembre 2007

  43. Identificazione del rischio Oggetto: eventi significativi Strumenti: • studio retrospettivo della casistica (c.c., SDO, registri…..) • segnalazione spontanea di incident e near miss • selezione dei reclami con evidenza di “incidenti” 13 - 20 Novembre 2007

  44. Analisi del Rischio Oggetto: • “incidenti” specifici, storie di malattia, “banca dati” delle segnalazioni spontanee Strumenti: • Root cause analysis (Analisi delle cause radice) • FMEA-FMECA 13 - 20 Novembre 2007

  45. Strumenti per la gestione del rischio clinico IncidentReporting Revisione cartelle cliniche Selezione SDO (limited screening) Gestione Reclami ANALISI IDENTIFICAZIONE Root Cause Analysis FMEA - FMECA 13 - 20 Novembre 2007 A cura di Agenzia Sanitaria Regionale

  46. Perché utilizzare un sistema di Incident Reporting? • Gli eventi avversi rappresentano solo la punta dell’iceberg degli incidenti che avvengono in una struttura sanitaria; la maggiorparte degli incidenti è costituita dai near-miss o da difetti del sistema (latent failure) Eventi avversi che procurano gravi danni Eventi avversi che procurano danni trascurabili o nessun danno Near-miss Difetti di sistema (Latent failure) 13 - 20 Novembre 2007

  47. Trattamento del rischio • Accettazione del rischio • Rimozione • Trasferimento del rischio • Riduzione, minimizzazione, eliminazione del rischio 13 - 20 Novembre 2007

  48. Riduzione, minimizzazione, eliminazione del rischio • Miglioramenti fisici agli impianti, attrezzature … • Organizzazione più adeguata • Revisione delle procedure • Formazione e qualificazione del personale 13 - 20 Novembre 2007

  49. Monitoraggiocontinuo Oggetto : • il mantenimento del risultato ottenuto Strumenti : • indicatori (struttura, processo, esito) • audit sistematico e continuativo 13 - 20 Novembre 2007

  50. Alcuni principi fondamentali • lo scambio di informazioni aumenta la sicurezza • garantire l’appropriatezza riduce le probabilità di errore • la comunicazione tra gli operatori sanitari e il paziente è parte integrante del trattamento assistenziale Carta della sicurezza nell’esercizio della pratica medica ed assistenziale TDM, ANAAO-ASSOMED, FIMMG 13 - 20 Novembre 2007

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